Capitolo 37



Si sarebbe svegliata e avrebbe capito che non era successo niente, giusto? Quel coltello non poteva essere stato davvero conficcato nella sua schiena a renderla un manichino inutile. Non era vero che qualcuno – Aileen – l'aveva estratto dalla sua carne per poi piantarcelo di nuovo.

Si era sempre chiesta come fosse davvero provare quel tipo di dolore, e ora che l'aveva scoperto aveva capito che era molto peggio di come l'aveva sempre immaginato. Era un incendio a rapida diffusione, uno strapparsi insopportabile. Le era sembrato che insieme alla sua pelle si disintegrasse anche l'anima. Come quando nei film vedi quegli effetti speciali in cui il cattivo diventa polvere agonizzando.

Solo che lei non era il cattivo e non si meritava di diventare polvere.

Voleva urlare ma l'unico suono che uscì fu solo un penoso ringhio annegato nel sangue che ormai le aveva inondato l'esofago. Aveva smesso di essere una persona ed era diventata una cosa.

E le cose sono soltanto cose.

Non riusciva ad alzarsi, non riusciva nemmeno a piangere. A pensare. A sentire.

Venne voltata a pancia in su in un gesto che trasudava disprezzo. Era Aileen. Aileen con le sue braccia ossute, che la guardava di sbieco. Aveva guardato così anche James prima di calargli l'attizzatoio sulla testa? Gli occhi erano vuoti come quelli di uno squalo che sta per azzannare la preda.

Hester adesso era sicura che l'uomo senza volto dei ricordi di James in realtà fosse lei. Ma non sarebbe sopravvissuta per raccontarlo, e quella consapevolezza aveva il sapore corrosivo del panico. Se solo avesse potuto ancora muoversi il suo corpo sarebbe stato scosso da violenti brividi, ma i suoi arti erano diventati insensibili a ogni stimolo cerebrale. Le sue membra ormai erano una gabbia in cui era rinchiuso un cervello pensante, vivo. Un contrasto che le fece implorare mentalmente la morte.

Guardò Aileen negli occhi; quella sarebbe stata l'ultima immagine che avrebbe visto prima che ci fosse... cosa? Non era sicura di dove sarebbe andata. Ma era sicura che sarebbe finito tutto, che non avrebbe più visto Matthew, né le sue amiche, né la Duncan.

Sarebbe diventata polvere. Sarebbe diventata il Nulla.

Aileen si allontanò da lei, l'accetta in mano piena di rosso. Sembrava un quadro astratto fatto di colori cupi.

Poi si chinò.

La guardò di nuovo.

Poggiò la lama sulla sua spalla.

La affondò.

Sempre più in basso.

Avanti e indietro.

Avanti

Indietro.

Tutto si disintegrava.

Il cervello voleva uscire dalla scatola cranica.

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