34. E poi...? 💫

Nota:
Per questi ultimi capitoli ho deciso di non inserire le mie solite note a piè di pagina e le pubblicazioni saranno ravvicinate, proprio per non farvi perdere tutti i dettagli e per lasciare i nostri protagonisti con il cuore e non solo con le parole.
Grazie a tutti ❤️

🌟🌟🌟

Il suo respiro profondo si espande sul mio petto. Caldo, lento, intenso; lei è viva e questo mi basta ad accendere la mia speranza di un suo nuovo risveglio.
Immagino di poterla riabbracciare di nuovo, di poterla stringere a me, di poterla amare ancora, e tutto ciò mi è sufficiente per continuare ad aspettare fiducioso il suo ritorno.

<<Faretto, stendila sul letto. Non puoi tenerla così. Non sappiamo nemmeno quando e come si riprenderà. Non...>>

<<No! Aspetterò. Aspetterò Fillina. Finché i suoi occhi non saranno di nuovo aperti e incontreranno i miei.>>

La osservo ancora.

Tra le mie mani giace immobile, piccola, indifesa. Il volto della mia Streghetta è pallido e le sue stelle spente tra le palpebre chiuse sono il mio regalo più grande.
Il suo cuore, la sua anima, il suo amore per me restano ancora un sogno, forse lontano, inarrivabile, o forse no.
Cosa sarà di lei quando aprirà gli occhi non so, ma in fondo al mio cuore so che ho lei, il mio unico amore, la mia unica ragione per continuare a vivere, e qualunque sia il modo in cui Dio me la restituirà io le sarò accanto sempre.
Sarei disposto a tutto. Non mi importa se dovesse non amarmi, se dovesse rifiutare il mio cuore, me, il mio amore... io desidero ancora vedere i suoi diamanti aprirsi e guardare i miei occhi, desidero ancora vederla vivere, vederla muoversi sinuosa e fiera, vedere ancora la sua turgida bocca sospirare, sbuffare, ridere, inveire, muoversi aggraziata sotto il mio sguardo colpevole di volerla possedere ogni istante, in ogni attimo di pura follia per lei.

A un soffio da mio volto c'è il suo, disteso rilassato e sereno.
Seduto sul pavimento la tengo in braccio e stretta al mio corpo, non riesco ad allontanarla da me. Non riesco a distaccarmi, non prima che mi abbia guardato negli occhi svegliandosi.
Fisso di nuovo le sue labbra, dolci curve disegnano il rosso ardente della mia bramosia.
Mi accosto delicato alla sua bocca morbida e ci porto la mia. Il contatto caldo ed elettrizzante mi fa chiudere gli occhi e sospirare. Mi manda in fibrillazione il cuore che cadenzato esegue la più bella sinfonia d'amore.
Esplodo in un frangente, i miei sensi vengono trascinati via dalla donna che sto tenendo tra le mie braccia, dalle labbra che sto assaporando nutrendomi di ardore infinito.

Torno a compormi staccandomi da lei e ripongo nella speranza me stesso e i miei desideri.

Il suo volto dipinge un sorriso e le sue palpebre iniziano a tremolare.

<<Fillina! Guarda!>>

La mia compagna si appresta a raggiungermi e aspetto impaziente di avere la conferma alla mie sensazioni.

<<Si sta svegliando Faretto!>>

Sotto il nostro sguardo e la nostra attesa intrepida, Streghetta apre gli occhi debolmente e riporta luce non solo al suo volto, ma alla mia intera esistenza.

<<Mettila sul letto muoviti!>> Fillina continua a esortarmi, ma io mi perdo e mi fondo nell'anima che sto tenendo fra le braccia.

<<Tesoro mio>> riesco solo a bisbigliare per poi baciarla sulla fronte.

<<Sei tu... Faretto?>>
La sua domanda mi arriva come una freccia al centro del petto.

<<Sì, sono io>> le dico carezzandola <<e sono rimasto sempre qui. Sempre al tuo fianco.>>

<<Non mi lasciare>> debolmente compone le poche parole che devastano il mio corpo di fremiti ed emozioni.

<<Mai>>, le rispondo, mentre ora è lei a suggellare le sue labbra alle mie.

<<D'accordo. Io... io vado a chiamare gli altri... ok?>> Fillina incespica la frase nell'imbarazzo, per poi uscire dalla stanza.

Ci stringiamo ancora un po'. Ancora un altro frangente restiamo a guardarci e a nutrirci dei nostri occhi e delle nostre emozioni. Il silenzio è ciò che si impossessa di noi ma le nostre anime si fondono e si stringono fino a diventare una sola.

La sollevo delicatamente e l'adagio sul letto mentre lei non smette di fissare il mio volto nemmeno per un secondo.

Sorrido imbarazzato e dopo averla sistemata tra le coltri mi siedo accanto a lei.

<<Come ti senti?>>

<<Sto bene... ora.>>

<<Credi che tutto questo sia servito a farti tornare ciò che eri. Pensi sia stato sufficiente a mettere fine agli incantesimi di tua madre?>>

<<Credo di sì! I-io...>> A disagio volta lo sguardo altrove.

<<Tu cosa? >>

<<Avverto delle nuove sensazioni Faretto>> riprende incerta. <<Non so cosa siano. Ma io sento che il freddo della mia anima mi ha abbandonato, ho perso finalmente quel vuoto che mi opprimeva e... e poi...>>

Mi soffermo tra i bagliori eterei incastonati nei suoi occhi ora vivi.
<<E poi?>> Le sussurro accorciando la distanza tra i nostri volti.

<<Io... io ti...>>

<<Sorcia!>> Gufetto fa irruzione elettrizzato. <<Madonna che colpo! Come stai adesso?>>

Mi stacco da lei repentinamente e imbarazzati sorridiamo per l'azione interrotta.

<<Ah... oh!  Stai bene! Ammazza! Scusate eh! Torno dopo>>, si volta per andarsene.

<<Dove vai! Vieni qui! Abbracciami scemo.>> Streghetta lo invita al capezzale.

<<Abb... racciami? No. Non stai bene>> afferma serio. <<Fillina ti sta preparando l'infuso e vedrai che poi tornerai in te eh? D'accordo?>>

Sbotto ridendo al suo volto stralunato mentre confuso si avvicina e stringe Streghetta fra le braccia.

Nel frattempo fanno ingresso Lauretta e Fillina e quest'ultima si appresta a porgere il decotto a Sorcia.

<<Allora?>> Mi domanda Lauretta.

<<Credo che abbia riacquisito tutto le sue emozioni e la sua anima sia finalmente libera ora>> rispondo.

<<Questa è un ottima notizia. Ne sono felice>> afferma decisa.

<<Sto esplodendo di gioia!>> Conferma Fillina a seguito.

I loro volti, per un istante, si colmano d'amore e d'affetto per la nostra Streghetta, ma il silenzio non tarda a calare di nuovo nella stanza.
I nostri pensieri si uniscono per arrivare a lei; alla nostra Suzette.

<<Ragazzi>>, Sorcia interrompe il mutismo, <<troveremo il modo. Ve lo prometto! Suzette non pagherà per me. Lei è la mia vita e io non permetterò a nessuno di portarcela via.>>

I nostri occhi la guardano speranzosi mentre i suoi, vispi e certi, ci danno conferma dell'esistenza di una possibilità di riportala tra noi.

<<Vi va di dirmi cosa è accaduto. Io non mi sono resa conto, purtroppo ero voltata, e poi quando mi sono girata nella sua direzione non c'era più.>>

<<Appena si è rotta la teca>>, esordisce Lauretta, <<lei era proprio dietro di te. Ti ha spinto per allontanarti di modo che non colpisse te. Ma... ma in un frangente una luce abbagliante l'ha invasa e un vortice l'ha intrappolata trascinandosela via.>>

<<L'ha assorbita?>>

<<Sì. La sua immagine si è dissolta mentre veniva risucchiata dalla pietra.>>

I nostri occhi sono colmi di sofferenza e lacrime, ma Lauretta con grande sforzo fa da portavoce a tutti noi.

<<Appena Suzette s'è dissolta nel nulla, immediatamente dopo, la pietra si è volatilizzata. Una polvere fitta si è alzata nella stanza per poi sparire disperdendosi nell'aria.>>

<<Sì>>, la interrompe Sorcia, <<dopo aver portato a termine il suo compito, si disperde nella natura e in un secondo momento riacquisterà vita immagazzinando le stesse energie di chi la toccherà per la prima volta.>>

<<Che vuol dire?  Non è sparita quindi? C'è la possibilità che qualcun altro la trovi e faccia ancora del male?>>

<<Tutto dipende da chi la trova, ragazzi. Se sarà un'anima buona la pietra sarà legata alle forze benevole del cosmo, al contrario invece, se verrà in contatto con un'anima malvagia essa ne assumerà le energie negative e si legherà alle forze del male.>> Si ferma e finisce di sorseggiare il suo infuso sotto i nostri occhi impazienti. <<Chi la toccherà non per forza sarà il prescelto; il proprietario futuro della pietra. È essa  a scegliere il suo "padrone" seppur però acquisisca energie da chi l'ha toccata la prima volta.>>

<<Aspè, aspè. Fammi capire>> irrompe Gufetto. <<Quindi... se sarà una pietra dal potere positivo o negativo dipende da chi la toccherà per la prima volta, ma il proprietario è destinato già da prima che riprende vita.>>

<<Più o meno sì>> sorride Sorcia.

<<Mamma mia...>>

<<Sei scioccato da come possa accadere? È magia Gufetto!>>

<<Veramente so' scioccato dal fatto che per una volta ho capito bene, e senza intoppi!>>

Sorridiamo tutti alla sua frase di vanto e certo è che in questo momento lo sosteniamo fieri.

<<Demoiselle l'ha presa mia madre vero?>> Sorcia esclama tornando seria.

<<Puff! In un lampo Sorcè! Una vampata e... sparita! Come pe' magia.>>

<<Vedo che ti dispiace, Gufetto.>>

<<Veramente non dispiace a nessuno di noi, Strega. Ha pagato per il male fatto>> risponde Fillina e noi altri le diamo manforte.

<<Quindi per ora mia madre dovrebbe tacere. Dovrei avere il tempo di pensare a come riprendermi la mia Suzette...>> Di colpo Streghetta si incupisce. <<Ma Draghetto ragazzi?>>

<<È rimasto in stanza. È ancora molto provato per la scomparsa di Suzy, ma ha detto che viene più tardi a trovarti>> risponde Fillina.

<<Lasciatelo stare. Più tardi andrò io. Mi preoccupa molto, ragazzi. Dobbiamo stargli vicino.>>

Incasso le parole di Sorcia come un macigno. Ho la conferma in quest'ultime che lei abbia il mio stesso sentore.

<<Ha un carattere diverso dal nostro>> riprende <<e poi mi sono creata nella testa alcune convinzioni alle quali devo trovare certezze.>>

Lo strano silenzio che segue le parole di Sorcia non viene interrotto da nessuno di noi. Sembra un tacito consenso.

<<Comunque ora, tutti fuori. Una bella doccia e sono da voi d'accordo?>>

<<Streghetta ma non è il caso che resti a riposo ancora...>>

<<Niente riposo Fillina, è arrivato il momento di darsi da fare. La mia Suzette...>>

La sua frase si interrompe mentre gli altri cominciano a lasciare la stanza.
Io esito un istante; la testa torna alla mia dolce Suzy.
Lacrime bagnano il mio volto, quando le braccia di Sorcia sono già intorno al mio collo.

<<Non ti preoccupare>>, mi sussurra sulle labbra, <<la amo quanto la ami tu. E la riporterò qui.>>

Guardo i suoi occhi scuri, lucenti e di nuovo in essi ripongo tutte le mie speranze.

Mi levo triste da accanto a lei e uscendo dalla sua stanza mi ritiro nella mia.

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