23. Ipotesi di reato ❓
Il fedele compagno di questa notte interminabile è seduto alla mia scrivania mentre io resto sdraiata sul letto a fissare il soffitto.
Ascolto con attenzione il procedere della lettura: il suo racconto scritto, mi trascina dolcemente in un mondo fantastico dove è l'amore a vincere e dove nonostante le avventure-sventure dei due protagonisti Jason e Susan, il cuore sembra sempre aver la meglio.
<<Stop. Stop. Fermati Draghetto>> lo interrompo levandomi a sedere di scatto.
<<Cos'è? Non ti piace?>>
Il suo volto dolce assume un'espressione triste. Gli occhi sono ora bassi, e guardano incerti il nero della tastiera proprio sotto le sue mani.
<<Draghetto... è bellissimo! E non credevo saresti riuscito a tirar su una storia così coinvolgente. Non so che dire.>>
<<Oh... grazie Madame. Mi imbarazzi! Sono umili pagine scritte da un'umile mano>> arrossisce spudoratamente.
<<Ti ho interrotto perché, col tuo permesso, vorrei stamparlo per poterlo leggere con comodo e soprattutto... non attaccata a quell'aggeggio elettronico.>>
Sfolgorio di gioia nei suoi occhi, brilla alla luce tenue della stanza: <<Ah... Madame! Tu puoi fare quel che vuoi>>, mi sorride beato, <<e comunque, questa... scatola... è stata la mia benedizione>> dice sbatacchiando le sue manine sul computer acceso.
Rido. Ma le mie risa sono nel cuore.
Ciò che lo rende felice ed entusiasta, mi torna di riflesso come una freccia scoccata in pieno petto.
<<Certo che sì Draghetto mio. Ma sai che, se devo o posso scegliere, matita e appunti fra le pagine lette di un libro su carta, sono la via che prediligo ancora, e forse sarà per sempre.>>
Dopo aver spento il cervellone elettronico guizza via dalla sedia e viene a salutarmi.
<<Ti ho fatto fare tardissimo Madame, scusami. Buonanotte... e grazie.>>
<<Buonanotte pulcino.>>
Un dolce bacio sulla guancia e presto si allontana da me dirigendosi verso la porta.
La mano sulla maniglia, intenta ad aprire, viene anticipata da una all'esterno.
La porta si dischiude e la testa di Lauretta appare delicatamente dallo spiraglio.
<<Posso?>>
<<Lauretta, ma... ma cosa ci fai in piedi a quest'ora? Vieni, entra>> la esorto ad accomodarsi.
È desueto per me vederla sveglia nel cuore della notte e oltretutto dietro la mia porta.
Draghetto ci sorride per poi congedarsi. <<D'accordo ragazze, vi lascio sole. A doman...>>
<<Ah... no! No, no. In teoria dovremmo parlarne tutti insieme>> sorride imbarazzata, mentre con un gesto garbato spalanca la porta davanti ai nostri occhi.
Sorpresa, vedo entrare a schiera e in silenzio tutto il plotone ben vestito e vigile sebbene siano, forse, le tre del mattino.
<<Ma cosa...>>
Come soldatini fanno ingresso per poi accomodarsi dove capita e senza pretese.
<<Posso sapere cosa vi è preso stanotte? Mi state facendo preoccupare.>>
<<Io non so niente>> a sua discolpa Gufetto interviene deciso. <<Figurati che io dormivo! M'ha trascinato qui di corsa, ma io sto ancora sotto le coperte. Parlate, che io vi sento.>>
Alle parole di Gufetto volto lo sguardo verso Lauretta chiedendo informazioni.
<<Sì. Beh, ecco, sono stata io a convocarli... e comunque erano già svegli>>, si volta guardandoli tutti.
<<Io no>> insiste il solito. <<E m'hai fatto prendere un colpo! Pure la mazza m'hai fatto tirare fuori.>>
Lo sguardo di Lauretta la dice lunga e se potesse fulminarlo l'avrebbe già fatto.
<<D'accordo, d'accordo. Smettetela. E cercate di spiegarmi cosa è successo.>>
<<Lei lo sa>>, Gufetto indica di nuovo la sua compagna. <<Io ancora non so niente>>, si volta poi irritato.
Lauretta sta per rispondere di nuovo ma sono io a interrompere e intervenire: <<E basta ora! Lauretta... vuoi spiegare per favore?>>
<<Ho avuto l'illuminazione Suzette>>, mi dice avvicinandosi e accomodandosi sul letto, <<guardando nel mio armadio!>>
<<Eh?>>
<<Se ti dico... cappello, chi ti viene in mente?>>
<<Il tuo armadio?>> Rido scherzosamente.
<<Sì, ho anche quelli nell'armadio... ma io ti ho chiesto chi, non cosa!>>
Scettica la guardo non seguendo il filo del discorso.
<<Demoiselle>>, esordisce nel silenzio Faretto senza scomporsi.
<<Lo sapevo tu fossi intelligente compagno mio>>, sorride compiaciuta.
<<Oh! Beh! Che gran problema il cappello!>> Ricomincia Gufo. <<Tu... mi svegli alle due di notte, per dirmi che quell'incrocio tra l'acido e il maligno porta il cappello?! Lauretta, sei sicura di stare bene?>>
<<Ho detto che il cappello mi ha illuminata... e che mi ha fatto venire in mente lei!>>
Esausta di vederli puntualizzare l'inutile mi altero: <<Shh! Fatela finita! Lauretta, arriva al sodo per favore.>>
A questo punto prende sicura il suo discorso esprimendo con notevole convinzione la sua ipotesi.
<<Credo di aver capito cosa trama la Signorina. Quello che mi sfugge è il come e il perché. E su questo chiedo aiuto a Sorcia.>> Si volta nella sua direzione, mentre Strega, seduta accanto a Faretto, resta silente.
<<Cioè?>> Si siede interessato Draghetto.
<<Sorcia ha detto che Regina Madre non ha alcun potere in quest'altra dimensione, che non può interferire in nessun modo.>>
Lo sguardo di noi tutti è su Streghetta, che annuisce.
<<Ma può farlo servendosi di qualcuno>> riprende Lauretta. <<L'altra mattina quando le ho portato la tisana io l'ho sentita parlare con qualcuno. Ne sono sicura! E se stesse parlando con Regina Madre?>>
<<E come può essere? Ma poi, perché?>> Stavolta è Fillina a intervenire.
Sorcia si leva in piedi e comincia a passeggiare nella stanza.
<<Potrebbe essere, Sorcia! Insomma, rifletti! Lei è sempre stata l'addetta all'archivio. Ha sempre avuto la possibilità di leggere formule e incantesimi. Potrebbe essere stata lei a invocarla!>>
<<Ecco perché la notte non dormi! Sceni film!>>
<<Insceni... film! Gufo!>>
Nel silenzio assoluto, la risata di Fillina si espande nella stanza anche se non è molto complicato immaginare cosa in realtà le passa per la testa.
Non seguirla è difficile, ma presto torniamo concentrati sull'ipotesi formulata da Lauretta.
<<Ma perché l'avrebbe fatto, scusa?>>
<<Non ho idea, magari un patto con lei. Non lo so. Per questo speravo che Sorcia potesse darci delucidazioni.>>
<<Sì, effettivamente la cenere sotto al mio letto m'ha insospettita. Chiaro segno di resti di un rito. E a sentire l'odore stantio di aglio e anice... mi viene in mente quello della Stella Nera. È un rito messo in atto per assumere il controllo della mente della persona alla quale viene destinato, per rubarle le volontà e impadronirsi di essa...>>
La frase non finisce nemmeno. Sorcia sembra aver un quadro che le si completa davanti agli occhi.
<<Sorcetta, l'aglio puzza forte eh! Come hai fatto a non sentirlo ogni volta che sei rientrata in stanza?>>
<<Gufetto... il rito non deve avvenire per forza nella mia stanza. Avrebbe potuto benissimo farlo altrove, e poi portare i resti in camera mia. L'importante è che per almeno sei ore quella cenere maledetta sia vicino alla vittima dell'incantesimo... e mettendocela prima che io andassi a dormire, l'intento è compiuto.>>
<<Madonna Strega mia, che mi racconti!>> le pene di Fillina sono sempre sul chi va là. <<E perché? Perché secondo te?>>
Strega torna di nuovo accanto a Faretto che per tutto il tempo è rimasto in silenzio ad ascoltare.
<<Mah, che mia madre voglia riprendersi sua figlia è evidente e risaputo, ormai. Spera di nuovo di trascinarmi con lei e potrebbe servirsi di Demoiselle per riuscirci.>>
Faretto al suo fianco la carezza dolcemente e lei risponde con timido sorriso.
Non mi ci vuole molto per capire che i due abbiano chiacchierato soli, e posso anche immaginare quale sia stato l'argomento principale.
Li guardo teneramente e poi torno ad ascoltare Sorcia.
<<Quello che mi preoccupa è che questa possa essere la preparazione.>>
<<La preparazione di cosa?>> Lauretta non esita a chiedere.
<<Questi riti possono indebolire la mia mente e assuefarla al suo volere fino al grande passo della liberazione della pietra nera.>>
<<E qua... ce vole un caffè. Mannaggia la miseria! Io me incomincio a perde'.>>
<<Gufetto, taci per una buona volta! E facci ascoltare!>>
<<Sempre attiva stai te, eh! Ti voglio bene Lauretta, ma a volte sei veramente...>>
Viene interrotto dallo sguardo truce di lei che non necessita di aggiungere parole.
<<Scusa, scusa. Non parlo più.>>
Risatine di sottofondo accompagnano la voce di Sorcia che riprende il discorso.
Io resto in silenzio soddisfatta del fatto che finalmente si stia liberando da tutti i segreti che portava nel cuore.
<<Si tratta dell'Onice Nero. La pietra che avevo al collo e che ho tolto subito appena arrivata qui. Ora è chiusa nella teca, sottochiave e al sicuro, nello stanzino delle cristalli in laboratorio.>>
<<E cos'ha di così speciale?>>
<<Fillina, se liberata, quella pietra mi restituirebbe tutti i poteri della magia nera e mi trascinerebbe di nuovo nel loro mondo per sempre. E io sarei di nuovo un'anima oscura.>>
<<No! Mamma mia che orrore!>> Esclama terrorizzata. <<Perché non l'hai buttata via? Non c'è modo di fermare questa cosa?>>
Un rapido sguardo intorno mi fa prendere coscienza di quanto in realtà non sia solo lei ad essere preoccupata e impaurita.
<<No. Non si può buttare via né polverizzarla. Non servirebbe a niente. Non perderebbe il potere che si materializzerebbe in altro... che siano pietre, oggetti, persone. Meglio rimanga qui, chiusa, di modo che non rechi danni altrove.>>
<<Possibile non ci sia un modo Sorcia? Deve esserci per forza! Dobbiamo riuscire a salvarti da questa tortura.>> Draghetto di fronte a lei cerca disperato una soluzione.
<<Donare appositamente un'anima alla pietra. Solo questo può tacerla per sempre neutralizzando i poteri.>>
<<Oddio! Una specie di sacrificio?>>
<<Più o meno. Ed io non so come fare. O sacrifico un altro essere o sacrifico me stessa>> risponde abbassando gli occhi. <<Ma quel che mi preoccupa di più è ciò che potrebbe fare Demoiselle. Potrebbe arrivare alla pietra e liberarla dalla teca e in un attimo il misfatto è compiuto. Se l'Onice non riesce ad avere me, prenderà l'anima del primo che le capita a tiro, ma per quest'ultimo la sorte sarà diversa. Verrà interamente risucchiato dalla pietra e non ne resterà alcuna traccia.>>
<<Tipo i film! Ammazza che figo!>>
Gufetto torna istantaneamente serio sotto le nostre occhiatacce.
<<Perché lo sta facendo...?>> Persevera Sorcia. <<Mia madre deve averle promesso una montagna di fandonie. È diabolica e senza scrupoli e credo che ci sia cascata in pieno.>>
<<Ed ora cosa faremo?>> Faretto la osserva triste.
<<Non lo so ragazzi. Non lo so.>>
★★★
→_→
Ecco qua.
Sembrerebbe davvero un bel guaio π_π
I ragazzi sono arrivati al punto in cui gli interessi di Regina Madre sono diretti: liberare il potere dell'Onice Nero di modo che esso restituisca tutte le forze della Magia Nera a sua figlia. Ma per farlo, ha bisogno che Streghetta subisca una sorta di preparazione che indebolirà le sue volontà e nella quale Regina prenderà controllo della mente di sua figlia essendo, Sorcia, assolutamente contraria al tutto.
Quel che ancora sfugge ai miei ragazzi, è il perché Demoiselle la stia aiutando
Noi già lo sappiamo, ma loro ci arriveranno fra un po'... e non oso immaginare alcune reazioni -.-
Ora, la cosa importante è che tengano sotto stretto controllo la teca con la pietra, in modo che non accada nulla ~.~"
Purtroppo Streghetta non ha possibilità di liberarsene; offrire in sacrificio anime, non è per lei, e per il suo cuore grande.
Comunque adesso io vado a dormire, è quasi l'alba e i miei occhi si sono ridotti a una fessura T.T
Ho lasciato Streghetta in Laboratorio; dice che deve preparare pozioni per difendersi e difendere noi tutti dalla "Malvagia" -_-!
BAH... Io ho solo sonno!
Buonanotte (_ _)
 ̄ 3 ̄
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