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-Aiuto, aiuto, aiuto. Non voglio morire. Voglio vivere una bella vita e morire vecchia, non essere divorata da un mostro. Proprio no. Ovdae pensa che sono ridicola, ma lei mica sarà scelta! Io sono piú bella e intelligente di lei, quindi sarò scelta. Ohhh voglio morire ora!!!!- pensava Tecla. Più si avvicinava al palazzo, più voleva morire. Era sicura che fosse la volta buona. Ne era sicura.

In lontananza si vedeva il grande castello di Minosse, il palazzo di Cnosso, costruito da Dedalo. Sorge nella parte centrale dell'isola di Creta, a 6 km dal mare e a 5 km da Heraklion, sul fiume Katsaba. Abitato già nel neolitico, divenne un florido centro della civiltà verso il 2000 a. C., epoca della costruzione del grande palazzo che, privo di mura difensive, era simbolo dell'egemonia cretese sul sul mar Egeo.

In questo periodo gli abitanti di Cnosso cominciarono ad avere rapporti economici e commerciali con la civiltà egizia e vengono addirittura dipinti straordinari affreschi prodotti con le tradizionali tecniche degli abitanti del Nilo. Venne distrutto un cataclisma, forse un terremoto provocato dall'eruzione di un  vulcano distrusse tutti i palazzi dell'isola, incluso quello di Cnosso.

Dedalo costruì il secondo palazzo.  Durante il periodo neopalaziale (1700 a.C.-1400 a.C.) il palazzo venne ricostruito ancora più sontuoso di quello di epoca palaziale, ancora una volta privo di mura difensive, cosa che testimonia la totale assenza di invasioni da parte di altri popoli. 

Nel palazzo ci sono artigiani cretesi bravissimi. Come gli altri palazzi di Creta, anche quello di Cnosso costituiva il centro politico, religioso ed economico dell'impero marittimo minoico e possedeva inoltre un carattere sacro.

Il palazzo ricopre una superficie di 22.000 m2, è a più piani e a pianta molto complessa e intricata. Può 12.000 persone e contiene 1.300 stanze, sale per il culto e per i ricevimenti, gli alloggi del re, della regina e dei funzionari dell'amministrazione.

Particolare del palazzo sono i famosi bagni degli appartamenti della regina che, secondo studi approfonditi, sarebbero i più avanzati di tutta l'antichità, con canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico, acqua calda sempre disponibile... un miracolo della tecnica cretese.

Infine il palazzo di Cnosso è stato ubicato proprio in quella posizione perché nei pressi del monte Ida, il luogo dove era vissuto Zeus e Poseidone.

A Cnosso c'è una fiorita cultura degli affreschi. I cretesi dipingono sulle pareti del palazzo di Cnosso opere eccezionali con la classica visione di profilo tipica dell'arte egizia. Il motivo di questa particolare tecnica rappresentativa è la causa dei continui scambi commerciali e culturali tra la civiltà cretese e quella egizia.

Molti affreschi indicano scene di giochi con i tori (taurocapsia).  I muri sono ricoperti da intonaci affrescati con soggetti marini, combattimenti con tori e motivi geometrici.

Per la prima volta le immagini non sono usate per rappresentare concetti e simboli come nell'arte egizia, ma per abbellire i luoghi di vita. Il rapporto dei cretesi con la natura, specie quella marina, è testimoniato dalla pittura e dall'arte scultorea. La religione cretese infatti attribuisce caratteri divini ad alcuni animali, come il toro e il serpente, che costituivano perciò il soggetto privilegiato delle pitture.


Poi, c'era il Minotauro. Oh si, di quello Tecla aveva paura. Già. Le faceva venire i brividi solo a pensarci.

Minosse non è ben visto dalla popolazione cretese in quanto il suo vero padre non è il re precedente, Asterione, bensì Zeus. Il re, disperato, pregò Poseidone, il dio del mare, di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio.

Poseidone acconsentì e gli donò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie e ne sacrificò un altro. Poseidone allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Ella riuscì a soddisfare il proprio desiderio carnale nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.

Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso minos ovvero "re" con il suffisso taurus ovvero "toro". Il Minotauro ha il corpo umanoide e bipede, ma ha zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro.

È di carattere selvaggio e feroce, perché la sua mente è completamente dominata dall'istinto animale, avendo la testa di una bestia. Minosse, per impedirgli di nuocere, fece rinchiudere il violento e crudele Minotauro nel Labirinto di Dedalo, costruito da Dedalo ( sempre lui che ci rovina la vita)  Quando Androgeo, figlio di Minosse, morì ucciso dagli ateniesi infuriati perché aveva vinto troppo ai loro giochi, disonorandoli, Minosse decise, per vendicarsi della città di Atene, sottomessa allora a Creta, che questa dovesse inviare ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana.

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