Son of the Gods (Jean)

[Nome]
Jean
Jean, nome di origine francese, dal latino Johannes.
Il nome latino deriva dal greco, a sua volta derivante dall'ebraico e dal significato di "Dio è Grazioso".

[Cognome]
Moore
Cognome derivante dal Middle English, è uno dei cognomi toponimici indicando qualcuno che abita vicino a una palude.

[Età]
Nato il 18 maggio, ha 19 anni.
Catalogato quindi sotto il segno del Toro, normalmente chi appartiene a questo segno tende a essere una persona più conservativa in qualunque ambito.
Pazienza, sensibilità alla parte estetica della vita, sensualita, sono tutte qualità del Toro cose che però non appartengono affatto al figlio di Ermes.

[Nazionalità]
Argentino e Statunitense.

[Genitore divino]
Ermes

[Prestavolto]
Samuel Larsen

[Carattere]
Jean potrebbe essere descritto come un vagabondo, sicuramente un girovago, uno spirito libero senza limitazione. Non sopporta le restrizioni, sin da piccolo è stato cresciuto in questo modo, facendo e andando sempre cosa e dove voleva. In qualunque ambito della sua vita odia la monotonia e le restrizioni, anche se si trattasse solo stare per troppo tempo in un luogo. Dove vede che si sente in gabbia non esita a cambiare aria.
Per questo motivo negli anni ha imparato ad avvicinarsi alle persone velocemente, parlando con loro, conoscendole, ma anche allontanandosi con la stessa velocità al primo cenno dei loro “consigli” sullo stare in un posto più del dovuto. Non gli piacevano quei consigli, non gli piaceva la monotonia, non amava essere soggetto alle regole.
Sembra molto impulsivo, ma non del tutto. Non è che prenda rischi in modo incosciente, ama semplicemente lasciare che il fato lo guidi. E anche quando si trova in situazioni rischiose sa per certo di avere le capacità di affrontarle, o almeno sa di poter trovare un modo per farlo.
Vuole bene a sua madre e lei lo ha sempre lasciato libero di poter fare ciò che si sentiva, non lo ha mai costretto a niente che lo tenesse alle strette o che lo facesse sentire intrappolato. Ma dopotutto nessuno dei due amava la monotonia di rimanere nello stesso posto, negli obblighi di una vita sedentaria.
Jean è e sempre sarà uno spirito libero, qualcuno potrebbe pensare che un comportamento simile possa farlo passare per un egoista, qualcuno che non si lega alle persone come non si lega ai luoghi, ma ciò non è vero. I legami che stringe sono importanti per lui, forse più di qualsiasi altra cosa. Non importa quanto possa sembrare inizialmente superficiale, uno con la testa tra le nuvole e vagabondo, sa esserci nel momento del bisogno.

[Storia]
Figlio a sua volta di una semidea, sua madre Amelia “Amy” Moore è una figlia di Atena, famoso architetto che si divide tra il mondo mortale e divino. La relazione tra lei ed Ermes nacque in Argentina, durante il viaggio della donna per la progettazione di una nuova biblioteca. Il loro incontro fu fugace e dettato dal caso, la relazione durò solo pochi mesi, al cui termine spuntò fuori Jean.
Il ragazzo, nascendo in Argentina, tramite lo ius soli, ricevette la doppia cittadinanza.
Amelia, essendo donna accorta, crebbe il figlio istruendolo in casa, o meglio… su ruote. Anni prima si era fatta costruire, grazie all’aiuto di un vecchio amico figlio di Efesto, un vero e proprio camper. Un camper molto speciale grazie al quale era in grado di viaggiare e lavorare ovunque volesse.
Una volta finito il lavoro di Amelia in Argentina, ovvero nel giro di un paio di anni, Jean finalmente era abbastanza grande per poter iniziare il loro tour non solo dell’america latina ma anche degli stati uniti, risalendo gli USA verso il campo mezzosangue, dove Amelia sapeva per certo che suo figlio sarebbe stato al sicuro.
Nei loro viaggi Jean iniziò presto ad abituarsi a sentire e imparare una vasta moltitudine di lingue nel giro di poco tempo. Crebbe stringendo rapporti velocemente, divenne estroverso e socievole praticamente con chiunque incontrasse.
La svolta arrivò quando a soli quindici anni Jean e sua madre si fermarono a Città del Messico per un incarico della donna da portare a termine lì. Pochi giorni dopo il loro arrivo fecero in incontro un tantino movimentato nel cimitero monumentale di San Fernando, luogo vicino al quale la madre di Jean stava lavorando.
Lì entrambi notarono un grifone in volo sul posto. Che non solo aveva evidentemente puntato qualcosa ma che subito dopo volò in picchiata sul posto. Andando a controllare, trovarono una ragazzina correre per salvarsi dall’attacco della creatura. La piccola non mostrava più di forse dodici o tredici anni ed era ridotta piuttosto male, sembrava reggersi in piedi per miracolo. Non per nulla, dopo che il pericolo fu passato e che fu tratta in salvo, perse i sensi tra le braccia di Amy.
La portarono al camper, rimase incosciente per due giorni e quando si svegliò disse di chiamarsi Raquel. Parlarono e lei confessò che stesse cercando di arrivare al campo mezzosangue, nessun satiro la stava accompagnando, era partita da sola sotto consiglio della nonna materna, che le aveva indicato quel posto come un rifugio sicuro. A giudicare dalle sue condizioni stava viaggiando già da giorni.
Così Amy si offrì di aiutarla, la donna aveva deciso che finchè non fosse stato il momento avrebbe tenuto il figlio con sé, ma si offrì di accompagnare la ragazza se avesse voluto. Oppure… rimanere un po’ di tempo con loro.
Così passarono i successivi anni, con il tempo Raquel si integrò pienamente in quella piccola famiglia. Poi arrivò il momento. Amy sentiva l’irrequietezza di Jean aumentare almeno quanto le abilità di Raquel. I mostri erano sempre di più ovunque andassero e non poteva più farli stare con lei. Avevano bisogno del campo, perciò Amy parlò con entrambi. Avrebbe potuto accompagnarli entrambi direttamente a New York, ma Jean, intestardito, insistette per andare da solo, si voleva far lasciare in Texas e affrontare a piedi quel viaggio.
Raquel dovette fare una scelta. Era terrorizzata all’idea di un viaggio simile, ma anche del campo mezzosangue, avrebbe voluto rimanere in quel campo con Jean ed Amy… Però, la notte prima della partenza di Jean, sua nonna le venne in sogno, consigliandola. Non disse nulla a Jean ed Amy, ma partì con il ragazzo.
Così lei e Jean a piedi iniziarono a dirigersi verso il campo, ovvio che non si mossero solo a piedi: il figlio di Ermes era un genio per quanto riguarda l’arrangiarsi ogni giorno. Per viaggiare strappava passaggi in qualunque modo, rubacchiava cibo dai supermercati per sopravvivere, faceva freight hopping con Raquel per andare dove voleva...
Beh si lasciò anche trascinare un po' troppo da questo, ci misero due mesi ad arrivare al Campo solo perché lui si era intestardito a andare in North Dakota.
No non chiedete il perché non saprà dirvelo nemmeno lui.
Comunque alla fine arrivarono a New York, con una Raquel stremata dal viaggio, che per lei era stato davvero pesante. Non era portata come Jean a quel tipo di vita. Ma il ragazzo almeno si era preso cura di lei tutto il tempo. La città che non dorme mai era lì davanti a loro e a quel punto… si separarono.
Jean ritenne di avere ancora qualcosa da fare prima di dirigersi al Campo, perciò si salutarono, sapendo anche che la minore aveva bisogno di riposo dopo la loro piccola odissea. Le promise di raggiungerla presto e poi la guardò dirigersi al campo. Jean invece, rimase in città per qualche altra settimana.
Appena arrivato però il suo desiderio di libertà si scontrò con il capocabina precedente che voleva evitare casini, saputo perciò della possibiltà di vincere il posto tramite un duello lo sfidò e barando, vinse il ruolo.
Ora non che sia un capocabina serio eh, di solito tutti i suoi lavori vengono assegnati al predecessore, ma almeno fregiandosi di quel titolo nessuno può imporgli dei freni.

[Abilità e Poteri]
-Poliglottismo
Jean conosce varie lingue, come figlio di Ermes ha una predisposizione naturale per l'apprendimento di tali cose visto che suo padre è il dio dei viandanti.
Le lingue che attualmente conosce sono: Spagnolo (Argentino), Portoghese (brasiliano), inglese (americano), italiano.

-Scaltrezza
Jean ha l'abilità naturale di valutare le situazioni in tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi, qualunque sia il tipo di decisione.
Questo lo rende uno davvero difficile da ingannare o truffare.

-Furto e Scasso
Come dio dei ladri, Ermes conosce bene queste doti e così anche i suoi figli che possono rubare e forzare una serratura molto rapidamente.
Meglio imparare a nascondere le cose nella cabina di Ermes che chiuderle dietro un lucchetto.

[Debolezze]

-Iella nera
Diciamo che anche se ama farsi guidare dalla sorte, essa spesso gli è nemica, Jean si deve affidare molto più ai propri talenti rispetto alla fortuna, perché la fortuna gli sarà sempre avversa nel momento del bisogno.
E questo funziona su ogni tipo di decisione che riguarda la sorte, anche il lancio di una monetina.

-Voglia di libertà
Stare troppo in un luogo o nella stessa situazione, finisce per stargli stretto.
Perciò ama il cambiamento, anche troppo, come detto prima non ama stare nello stesso posto e nella situazione troppo a lungo preferendo andarsene se le cose si fanno troppo ripetitive.

[Curiosità]
-Ha un corvo che lo segue sempre, che ha chiamato Tyche
Il corvo parla, spesso in maniera fin troppo sarcastica giudicando ogni mossa che Jean fa, è stato mandato da Ermes come compagnia per il figlio che sarebbe sennò stato fin troppo solo.

-Sa suonare la cetra, non chiedetevi come diavolo ha fatto a imparare, si sa solo che da quando è al campo la sa suonare.

-La sua arma è una lancia di bronzo celeste, che il ragazzo tiene come collanina di pelle al suo collo, con un pendente a forma di freccia.

persephxneia

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