8

Il mattino seguente ci ritrovammo all'agenzia a un orario assurdo. Ero stanca e mentalmente non avevo ancora realizzato davvero quello che era successo la notte precedente. Era stato tutto troppo assurdo, dal ballo, allo stupratore, al terrore del mio passato che mi aveva investita come un treno, fino all'incontro con Touya.
Presi il mio badge dal marsupio che avevo appuntato in vita e timbrai. Intravidi Eijiro in lontananza che si affrettava a fare lo stesso.
"Signorina, io e te dobbiamo parlare!"
Cominciai a ridere, sapevo che non me l'avrebbe fatta passare liscia.
"Ti prego, dammi tregua, ho un mal di testa assurdo!" Mi tenne d'occhio per tutto il tragitto fino all'ufficio di Best Jeanist, potevo quasi sentire le rotelle del suo cervellino girare, ma se ne stava tranquillo e muto, a osservarmi.
Usciti dall'ascensore che ci avrebbe portato dal capo intravidi un certo biondino.
"Bakubro, sei sempre il più puntuale" La sua testa bionda si girò verso di noi, sembrava incazzato come sempre, tutto nella norma insomma.
"Siete voi che siete sempre in ritardo, che cazzo ci vuole a mettere la sveglia in orario?" Per un po' stette a guardarmi, come se anche lui volesse chiedermi qualcosa. Probabilmente gli frullavano le stesse domande di Eijiro in testa. Gli mollai un bacio sulla guancia, che lui ricambiò con una sculacciata, intimandomi di non provocarlo.

Risi, sorpassandolo e chiamandolo coglione, entrando poi nell'ufficio del capo per sbattere contro una montagna di piume rosse. -ci mancava solo lui- realizzai sommessamente.

"Piccola, allora ti sono mancato?" Comincio Hawks, ma lo interruppi subito con un gesto della mano. Ormai lo conoscevo, avevo anche collaborato in una missione con lui. Se fossi stata la ragazzina innamorata del mio idolo come un tempo mi sarei sentita la stronza più felice della terra, ma non fu così. Avevamo litigato tutto il tempo, gli avevo detto chiaramente di disprezzarlo per l'omicidio che aveva commesso. Litigavamo ogni singola volta perché non accettavo che l'unico idolo che avessi mai avuto era caduto nel tranello a cui io stessa fuggivo ogni giorno della mia vita. Mi fece entrare anche nella sua testa una volta, per farmi capire cosa aveva provato in quel momento, ma questo non fece altro che accrescere il mio risentimento nei suoi confronti. Avrebbe potuto fermarsi, ferirlo e basta, ma semplicemente aveva preferito ammazzare quel villain. Anche io avevo fatto del male a delle persone, ma non mi nascondevo dietro alla maschera da santarellina come invece faceva lui, per questo lo disprezzavo profondamente.

"Smetterai mai di odiarmi?" Due paia di occhi rossi mi guardavano, sapendo che stavo per esplodere. Hawks mi mise una mano sulla testa, che allontanai con uno schiaffo. 

"Non toccarmi, pennuto bastardo" Lo sentii sospirare e allontanarsi. Dietro di lui c'erano i miei amici. 

Corsi dal mio migliore amico, lo strinsi fortissimo.

"Ehy, vacci piano Maeko!" La sua voce, i suoi capelli verdi, la sua risata, tutto mi era mancato di lui, di Izuku. Lo mollai solo per saltare letteralmente in braccio al bicolore. Avvolsi le gambe intorno al suo busto e lo strinsi come se potessi perderlo da un momento all'altro. Erano mesi che non li vedevo. Sia lui che Izuku lavoravano nella stessa agenzia e il tempo per vedersi era davvero ridotto all'osso. 

Scesi da lui e gli scompigliai i capelli, notando il suo sorriso. Ero così felice di vederlo sorridere, finalmente era diventato una persona più aperta.

"Bene, ora che siete tutti qui, direi di cominciare" Best Jeanist fece il suo ingresso, seguito dal flame hero più famoso del Giappone. 

"Abbiamo fatto il pieno di stronzi oggi, eh capo?" La risata di Katsuki mi fece voltare nella sua direzione. Aveva lo sguardo davvero divertito, cosa rara per lui. 

"Cerchiamo di non mettere i sentimenti personali nel lavoro, Maeko" Poche volte il capo mi chiamava per nome, per questo mi zittii. Avevo vagamente intuito che avremmo dovuto collaborare con l'agenzia di Endeavor, per quella nuova missione. 

Ci sedemmo sulle poltroncine situate di fronte alla scrivania, con i due pro più anziani dall'altro lato del tavolo. 

"Endeavor ci ha contattati per chiederci una collaborazione importante. Alcuni suoi agenti di pattuglia hanno trovato degli indizi che potrebbero indicare la presenza dei nostri due villain preferiti, in periferia." I miei occhi si sbarrarono, le mani cominciarono a sudarmi e avevo la bocca spalancata. Izuku, seduto accanto a me, mi prese la mano con fare protettivo, sapeva quanto fossi coinvolta emotivamente in quella situazione. 

Per mesi aveva ascoltato il mio tormento, aveva condiviso con me il suo desiderio di salvare Tenko Shimura. Eravamo entrambi frustrati e ci sentivamo inutili di fronte all'enormità della nostra impotenza. Ma ora c'erano degli indizi, avevamo qualcosa per rintracciarli. 

Guardai di sottecchi Katsuki, perché sapevo che anche lui aveva riconosciuto Dabi, la sera prima. 

Durante il tragitto fino a casa mi aveva chiesto che ci facessi con quella merda e gli avevo risposto semplicemente che era tutto per trovare Shigaraki, ma in fondo, entrambi sapevamo che non era vero. Io volevo salvarli entrambi. Perché quello che avevo visto nella testa di Shoto, quelle due volte, mi portava a credere a ogni singola parola di Touya. 

"Abbiamo bisogno di tutti voi, nessuno escluso. Sappiamo che date sempre il massimo in ogni occasione, ma siccome è coinvolta la mia famiglia, la priorità sarà comunque proteggere mio figlio Shoto" 

"Tsk, fanculo" E per una volta mi trovai a concordare con il biondino esplosivo. 

"Se hai tanto paura per il tuo prezioso gioiello, perché non ti lanci tu nelle fiamme di Dabi?" Era una provocazione, lo sapevo benissimo. E sapevo che Shoto si sarebbe incazzato con me, ma quella sua faccia piena di fiamme, quei baffetti orrendi, tutto il suo essere mi provocava un enorme fastidio. Per questo mi sorpresi di non vedere un sorriso strafottente su quella faccia sfregiata. Lo vidi abbassare leggermente il capo, per poi guardarmi con una strana afflizione negli occhi. Era così simile al suo figlio maggiore in quel momento. 

"Ho già perso un figlio, non voglio perderne un altro. Gli avevo chiaramente detto di non volerlo coinvolgere, ma Shoto è testardo più di me" 

Mi alzai lentamente dalla sedia, Hawks aprì leggermente le sue piume e sorrisi, in fondo mi piaceva il fatto che avesse un po' paura di me. 

"Stai dando per perso qualcuno che è ancora vivo e respira" Ero stanca, afflitta. La notte precedente mi aveva lasciato un tormento che non riuscivo a togliermi di dosso e quella mattina sembravo davvero avere un enorme macigno sulle spalle. 

Mi scusai con Best Jeanist, dicendo ai ragazzi che li avrei aspettati giù al bar dell'azienda, perché mi sentivo soffocare. Mi avrebbero detto loro della missione, più tardi. 

Feci le scale per il piano terra, evitando l'ascensore. Dovevo sfogarmi, camminare, pensare. Arrivata al bar non aspettai nemmeno che il cameriere mi portasse un caffè per accendermi una sigaretta. Un altro paradosso del mio essere; Una hero che fumava. Strinsi gli occhi e scivolai sulla sedia, quel tanto che mi consentisse di appoggiare la testa sullo schienale. Passai alcuni minuti così, cercando di chiudere la mente e lasciarmi trasportare dai respiri e calmarmi. 

Qualcosa alla mia sinistra mi fece aprire gli occhi, erano i miei compagni. Beh, più un indesiderato. 

"So che non mi vuoi, ma volevo dirti ancora che mi dispiace, per tutto. Spero di riuscire a riottenere, se non il tuo perdono, almeno la stima che provavi nei miei confronti quando mi consideravi il tuo eroe." Mi tirai dritta sulla sedia, spegnendo la sigaretta nel posacenere. I miei amici presero posto e restarono muti, mi conoscevano, sapevano che in quel momento dovevano starsene zitti. 

"Non ti perdonerò mai, Keigo. E sai, ci ho provato, davvero. Ma certe cose non le puoi controllare. Magari se non mi avessi concesso di vedere, di entrare nella tua testa e vederlo, forse non sapendolo sarei riuscita a guardarti senza provare disgusto" Era triste, glielo leggevo negli occhi. Io credevo nel suo dispiacere, ma questo non cambiava ciò che era successo.

"Ho visto tutto, Keigo, non puoi prendermi per il culo, non me almeno. Magari la società ha creduto a tutte quelle belle cazzate infiocchettate, ma io ho visto, io ho sentito. Ho visto come Twice fosse terrorizzato, ho sentito il suo urlo di paura, i suoi occhi pieni di lacrime, mentre ti implorava di lasciarlo andare e Dabi che cercava di salvarlo. Ho visto quando eri ancora una spia del cazzo, come lui fosse gentile, come tu lo considerassi gentile. Perché sì, era un villain, ma era pur sempre un essere umano e tu l'hai ammazzato come un cane" Presi un respiro molto grande. Izuku aveva gli occhi colmi di lacrime, Eijiro era sconvolto, insieme a Shoto. Nessuno sapeva, fino a quel momento, come fossero andate davvero le cose. Hawks non disse nulla, non cercò scuse inutili e infantili per giustificare un gesto che era tutto tranne che eroico. Perché lui sapeva che avevo ragione, sapeva che quel giorno lui aveva ucciso con intenzione, e non per causa di forze maggiori come andava dicendo ai media. -chi è il villain, ora?- pensai, vedendolo volare via, senza nemmeno avere le palle di guardarmi.




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