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"È il momento della nostra piccola star, l'ultima arrivata che ha ricevuto numerosi apprezzamenti fin da subito... E cospicue mance!" Dalle quinte sentivo quel coglione del broker incitare i pervertiti nel locale. Ascoltai i loro brusii e mi venne la nausea.

"Arriva la nostra piccola Strike!" Mi annunciò con il mio nome 'd'arte' e si allontanò, mentre la musica si espandeva dolce in tutto il night. 

Camminai a passo sicuro sui miei tacchi altissimi, ancheggiando come Osuya mi aveva insegnato diligentemente. Katsuki ed Eijiro erano nei divanetti rosso scuro proprio di fronte a me, quei bastardi pervertiti. Non mi feci intimorire, facendomi guidare dalla musica, chiudendo gli occhi per un momento. 

Ten... kiss me on the lips

Mi portai un dito alle labbra, dondolandomi sulle gambe.

Nine... run your fingers through my hair

L'altra mano la guidai nei miei capelli, aprendo gli occhi e avvicinandomi al palo da pole dance.

Eight... touch me... slowly

Lasciai cadere entrambe le mani sul mio corpo fasciato dalla lingerie, cercando di scorgere lo stupratore, ma l'occhio cadde inevitabilmente anche sui miei colleghi. Vidi Katsuki con gli occhi sbarrati mimare un 'cazzo' ed Eijiro prendere il telefono, probabilmente per fare un filmato da mandare a Kaminari, o peggio, Mineta. Gli sorrisi e scossi la testa, quel figlio di puttana. 

Continuai a seguire la musica, lasciandomi guidare dall'istinto e da due paia di occhi rossi.

Scivolai lungo il palo da pole e continuai a muovermi, facendo poi scontrare il mio bracciale d'acciaio contro il palo, seguendo il ritmo. 

Attorcigliai il retro della gamba destra attorno al palo, come mi aveva insegnato Mila, che nella pole era la più brava di tutte, e ci girai attorno tenendomi in quella posizione precaria. 

Three, to number one

Lasciai il palo e mi distesi sul palco lentamente, con il culo per aria, senza smettere di guardare quei due stronzi che se la ridevano sotto i baffi. Alzai e abbassai il bacino a ritmo con la musica, voltandomi successivamente per alzare una coscia. Intravidi al bar un tipo alto, con il cappuccio in testa, non era il nostro uomo, troppo slanciato. 

Mi rimisi in piedi e continuai quel ballo assurdo, voltandomi poi di spalle, con il culo in bella vista di quei pervertiti del cazzo. Scostai il capelli sul davanti, lasciando la schiena scoperta, per poi slacciarmi il reggiseno e lasciarlo cadere a terra dalla mia mano sinistra. 

Un brusio si levò nel locale, che fino a quel momento era rimasto completamente avvolto solo dalla musica. Ancheggiai qualche secondo e ringraziai mentalmente le due ragazze che in quelle due settimane mi avevano insegnato a non sembrare un idiota imbranata. Misi l'avambraccio sul seno e mi voltai lentamente, per poi posare un dito sulle labbra, come se dovessi condividere un segreto con quegli stronzi, mentre la musica si affievoliva e la mia dignità con essa. 

Scesi dal palco e mi fiondai in camerino a rivestirmi, per fare il lavoro che quei due idioti avevano totalmente ignorato: trovare il killer di quirkless. 

Indossai il jeans scuro con cui ero arrivata e il top di pelle, con la giacca, anch'essa di pelle. Misi finalmente i miei amati anfibi e tornai me stessa. Una volta uscita dal camerino il broker mi fece mille complimenti e mi chiese di tornare anche la sera successiva. Io annuii, tanto il giorno dopo li avrei mandati tutti a fanculo. 

Prima di tornare in sala notai un uomo basso e tarchiato venirmi incontro, secondo la descrizione del capo sembrava lui. Presi il cellulare e mandai un rapido messaggio a Eijiro, poi ammiccai a quel tipo. 

"Sei stata meravigliosa su quel palco, sai, non ti avevo mai vista, eppure sono un cliente abituale" Gli sorrisi, sempre più tasselli riconducevano a lui. 

"Che strano, forse vieni in un giorno specifico?" Tentai di capire. Lui si grattò la nuca, sembrava davvero una brava persona a primo occhio, eppure se fosse stato davvero lui, se quelle mani fossero davvero sporche di sangue... Cercai di non farmi prendere dal panico.

"Sì, il mercoledì mi trovi sempre qui." Bingo. Identikit perfetto, giorno perfetto. Poteva essere solo lui, ma mancava ancora un ultimo dettaglio, le lame. Sapevo che per coglierlo sul fatto avrebbe dovuto necessariamente mettermi le mani addosso, così mi lasciai portare fuori dall'uscita posteriore del locale. L'aria era fresca, ormai dovevano essere le due di notte. Il vicolo buio dove buttavamo la spazzatura non aveva niente su cui potessi fare affidamento, ma se avessi usato le fruste sarebbe scappato di sicuro, preferendo le quirkless. 

"Allora piccolina, che ne dici se ce ne andiamo da qualche parte? Vieni in macchina così-"

Alzai la testa, ricordandomi di un altro particolare che faceva parte dell'identikit.

"Di che colore è la tua macchina? Sai, sono un po' superstiziosa" La mia voce era innocente, oltre alla ballerina avrei potuto fare anche l'attrice. Stavo scoprendo talenti che non sapevo di avere. Risi ai miei stessi pensieri e mi grattai la nuca, ricordandomi di quanto Izuku sembrasse innocente quando lo faceva. 

"Non sei la prima che me lo chiede. Ho una macchina gialla" Sei tu, figlio di puttana, puoi essere solo tu. Il fatto che non fossi la prima a chiederglielo mi fece attorcigliare lo stomaco, ma ricacciai la bile che mi si era formata in gola. 

"Mi spiace tesoro, non salgo in macchine del genere" La mia voce ora era più sicura, dovevo fare la difficile per farmi toccare, lo sapevo. Da quello che si era capito di lui era un tipo diffidente, ma se veniva provocato a dovere diventava molto violento. 

"Senti stronza, non farmi perdere tempo, ora vieni con me se non vuoi morire" Delle piccole lame uscirono dalle sue dita. Dieci lame, una per dito. Ingoiai a vuoto chiedendomi dove cazzo erano finiti quei due idioti. Istintivamente indietreggiai, anche se sapevo che avrei potuto stenderlo con poco. Il bastardo sorrise e mi si avvicinò e la mia mente si spense. Da anni avevo smesso di pensarci, complice il mio lavoro che non mi lasciava nemmeno il tempo di andare al bagno. Ma in quel momento, in quel vicolo, tutti i ricordi di una piccola Maeko di sei anni mi si pararono davanti agli occhi. Quanto avrei voluto poter usare il mio secondo quirk su me stessa, cancellare tutti quei momenti.

Quei due anni di inferno, dai quattro ai sei anni, in cui mio padre ogni notte veniva nella mia cameretta e abusava di me. Guardare quell'uomo era come vedere lui. Avevo insistito con Best Jeanist per essere un membro attivo dell'operazione e non uno stupido agente di pattuglia, ma solo in quel momento mi resi conto della vera motivazione della mia insistenza. Volevo ammazzarlo. Il formicolio alle mani tornò, come una ninna nanna che non dimentichi mai, che ti tormenta e ti attanaglia le viscere. L'uomo era vicinissimo a me, sentivo il suo alito caldo sul viso, in netto contrasto con il fresco di quella notte. Il suo dito indice, compreso la lama, mi strusciò sul collo provocandomi una ferita. Il terrore del mio passato si era mescolato con quello del mio presente, non riuscivo a muovere un muscolo. Sentivo scorrere il sangue caldo dalla mia gola e in qualche modo, quella parte di me oscura che cercavo di soffocare, sorrise. 

"Vedere il terrore nelle piccole puttanelle come te è sempre un immenso piacere. Ma mai quanto i vostri occhi vitrei e privi di vit-" Un esplosione lo colpì in pieno, sbalzandolo contro il muro sporco e sudicio del vicolo. Vidi i miei colleghi incazzati come iene, Katsuki si fiondò su di lui prendendolo a pugni.

"Figlio di puttana non vedi che non ti vuole?" I suoi occhi sembravano iniettati di sangue, continuava a prenderlo a pugni mentre Eijiro cercava di tirarlo via, ma era praticamente impossibile. Solo una volta avevo visto il biondino tanto furioso, e fu il giorno della battaglia contro Tomura. 

Mi scossi dal mio torpore interno e usai le fruste per tirare via quel disgraziato, prima che boom boom boy lo ammazzasse. Eijiro lo bloccò e ammanettò, ma io tornai dentro il locale senza dare troppe spiegazioni ai miei colleghi, perché avevo notato qualcosa di strano. 

Mi avvicinai al bancone dove il nostro infiltrato continuava a servire i clienti come nulla fosse e presi un fazzoletto per pulirmi il sangue dal collo.

"Un cliente troppo violento?" Una voce che avevo già sentito mi fece voltare, l'uomo incappucciato che avevo intravisto sul palco era di fronte a me e mi sorrideva.

"Touya" Sussurrai, vedendolo storcere la bocca, disgustato dal suo stesso nome. Le mie sensazioni ancora una volta non mi avevano tradita. Intravidi Katsuki in lontananza farmi un cenno con la testa per seguirlo, in fondo la missione era conclusa. La sua, ma non la mia. 

Chiesi al barista una penna e scrissi velocemente il mio numero di telefono sul fazzoletto sporco di sangue che avevo usato e lo porsi all'uomo bruciacchiato, che lo prese subito. Mi avvicinai a lui, accostandomi prima di sorpassarlo.

"So che mi hai riconosciuta, chiamami quando hai tempo, dobbiamo parlare" Lo sentii ridere e lo sorpassai. 

"Questa è una proposta, bambolina?" Mi chiese alle spalle.  

"Mi sei sembrato interessato al ballo!" Urlai un po' più forte del dovuto, facendo crucciare Katsuki che in quel momento mi era di fronte.  

Ti troverò Tenko, anche se dovessi bruciare in un mare di fiamme blu.






Note:
Volevo sapere cosa ne pensate sulla piega che sta prendendo la storia e cosa vi aspettate da adesso in poi 🥺
Ci tengo molto 👉🏼👈🏼

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