20

Tornai al cottage il mattino successivo, portando una quantità di cibo tale da sfamare un esercito. Mi sentivo meglio, dopo la serata con i miei tre hero preferiti. Era come se avessi ritrovato la forza che mi mancava da settimane.

"Mi hai mentito quando hai detto che gli hero vivevano come pezzenti, questo cottage sembra uscito da un romanzo" Sorrisi a Tenko, che già di prima mattina aveva voglia di rompere il cazzo.

"In effetti non ci ho speso un centesimo, era di mia madre" Ripensai al giorno in cui lessi il testamento di mia madre. Non aveva nulla, tranne quel cottage ai piedi di un piccolo fiume, che a sua volta aveva ereditato da mio nonno. Era un po' una staffetta di famiglia affidarlo di generazione in generazione. Staffetta che si concludeva con me visto che durante la battaglia con Shigaraki avevo perso l'utero. Tornavo lì nei rarissimi momenti di pausa dal lavoro, per riposarmi e trovare un po' di pace. Sperai che i due villain riuscissero a provare le stesse cose che provavo io quando ci tornavo. 

"Ho portato il cibo, ora vi preparo la colazione. Il fiammifero è ancora nel mondo dei sogni?" Mi muovevo normalmente nel salotto, ma sentivo che Tenko era a disagio. Lo vidi annuire e guardarsi intorno guardingo, come se fosse fuori posto, in quel luogo tanto pacifico e pulito. Mi fermai per raggiungerlo, posandogli le mani ai lati del volto. 

"Ehy, che succede?" Sembrava tormentato, pensavo non mi avrebbe mai detto cosa gli stesse passando per la testa, infatti mi sorpresi quando invece parlò.

"Mi sento strano, non dovrei essere qui" Gli sorrisi dolcemente, sembrava davvero un bambino spaventato in quel momento.

"E dove dovresti essere, in una topaia senza nemmeno la doccia? Tenko, tu non sei un mostro, sei solo un essere umano. Meriti di stare qui così come lo merito io, cerca di ficcartelo in quella piccola testa tormentata" Puntò i suoi occhi nei miei. Voleva fidarsi di me, lo voleva disperatamente, ma semplicemente non ci riusciva.

"Vieni con me" Lo presi per il polso e lo trascinai fuori, fino al piccolo laghetto che rincorreva la foresta. Mi tolsi le scarpe e gli dissi di fare lo stesso. Dopo un attimo di titubanza e uno sguardo crucciato decise di seguire il mio consiglio. Lo trascinai fino al fiume, l'acqua era dannatamente fredda, ma lui non sembrava notarlo. 

"Ci sei mai andato al mare, Tenko?" Scosse la testa e mi rattristò il suo sguardo spento. -quante cose non hai visto della vita, quante belle sensazioni non hai provato?-

"Quando tutto questo sarà finito, ti ci porto io" Una piccola promessa, che impilavo sulle altre, l'ennesimo mattoncino per costruire qualcosa che non aveva mai avuto. 

Lo schizzai con l'acqua quando lo vidi perso nei pensieri, facendolo ridestare da qualsiasi cosa lugubre stesse pensando in quel momento. Fece per lanciarmi un sasso ma quello gli si sgretolò nella mano, così il suo sguardo tornò cupo. Mi ricordai della piccola scatolina che avevo nascosto nelle buste della spesa e gli chiesi di rientrare. Lui fece semplicemente quello che gli dissi, come se quel fiume non gli desse più il sollievo di prima. 

Cominciai a rovistare nelle buste della spesa, con lui seduto sul divano a fare zapping nella tv al plasma. Mi frapposi tra lui e il televisore, con la piccola scatola rettangolare tra le mani. 

"Lo so che è presto per il tuo compleanno, ma qualche tempo fa chiesi a una mia amica del supporto di creare una cosa, quindi ecco, questo è per te" Lo vidi davvero sorpreso. -non hai mai ricevuto regali, Tenko?-

Lui scartò il pacchettino con attenzione, per paura di fargli fare la stessa fine del sasso di poco prima e quando aprì la scatolina mi guardò confuso. Due cerchi di metallo neri e niente altro. 

"Indossali e premi il pulsante" Lo invogliai, per poi guardarlo eseguire le mie indicazioni. Una volta premuto il pulsante quelli si aprirono e si avvolsero a sue tre dita, erano guanti.

"So che li avevi già, ma erano davvero messi male e poi questi sono più facili da indossare, non rischi di sbriciolarli involontariamente" Rigirò le mani, chiudendo il pugno. Prese con tutte e cinque le dita la carta con la quale avevo avvolto la scatolina, ma non si sbriciolò. Un debole sorriso gli contornò il volto. 

"G-grazie" Mi disse soltanto, ma a me basto per sentire un forte calore all'altezza del cuore. Decisi di preparare la colazione, lasciandogli lo spazio che gli serviva per elaborare la cosa, in fondo per lui tutte quelle attenzioni erano una novità.

Risposi al telefono che squillava con insistenza. "Che succede, uccellino?"

Una risata dall'altro capo del telefono mi fece sorridere. In qualche modo stavo cercando di ricostruire anche quel rapporto, insieme a tutti gli altri.

"Volevo solo sapere se stavi bene con quei due nei dintorni" La sua preoccupazione traspariva chiaramente dalle sue parole. 

"Mi trattano come una regina!" Scherzai. Ormai ero del tutto sicura che sarei riuscita a superare quell'enorme scoglio, insieme a lui. 

"Va bene, chiamami per qualsiasi cosa e ti raggiungo... in volata!" Ridemmo insieme e lo rassicurai, ringraziandolo per la sua attenzione. 

"Cibo" Touya entrò in cucina stropicciandosi gli occhi. Aveva solo una canotta e un pantaloncino di cotone, anche se quel mattino faceva abbastanza freddo. Ma del resto con tutto il calore che era in grado di emanare non mi sorpresi di quella mise insolita. 

"Sta arrivando fiammifero, mettiti comodo a osservare il vuoto come fai sempre appena sveglio" Lui borbottò qualcosa di rimando ma fece esattamente quello che avevo detto. Mi sarebbe piaciuto che Shoto fosse con me, in quel momento, perché avrebbe fatto la stessa identica cosa. Per molti versi erano davvero simili e il fatto che nemmeno lo sapessero era di una tristezza infinita.

"Perché ieri non sei venuta?" Poggiai i piatti colmi di cibo sull'isola della cucina e chiamai Tenko, che sembrava ancora assorto nel suo mondo. 

"Tuo fratello, Deku e Dynamight sono rimasti con me, poi volevo portarvi un po' di cibo. Hawks è stato bravo a ripulire, ma aveva dimenticato di portare la cosa essenziale" Portai le bacchette alla bocca e mi gustai la colazione, aspettando che il flame villain assorbisse le mie parole.

"Perché fai tutto questo per noi?" Stavolta fu Tenko a chiedere. Perché lo facevo? Del resto il mio dovere era finito da un bel pezzo, non ero tenuta a passare del tempo con loro, avrei potuto portare la spesa e andarmene. Ma non sarei stata io in quel caso. 

"La verità è che mi piace passare del tempo con voi, anche se mi fate incazzare come poche persone al mondo, in un certo senso mi fate calmare il formicolio alle mani" Touya scoppiò a ridere, ricordandomi ancora una volta che ero l'hero più strana che avesse mai incontrato. 

"Ho visto l'intervista che hai rilasciato tempo fa, fuori dall'ospedale. Pensi davvero quello che hai detto?" -certo che lo penso, Tenko- riflettei, ma mi limitai ad annuire e sorridergli.

"Sei davvero convinta che ci sia qualcosa da salvare qui?" Ma cos'erano tutte quelle domande? Cercai di capire dove volessero arrivare, ma mi limitai a credere che fosse solo curiosità.

"Sì, Touya. Tu sei entrato nel fronte per salvare Tenko, chi altro l'avrebbe fatto? Voi, malgrado tutto, siete uniti, non posso credervi quando mi dite che non provate più emozioni o che siano solo negative quando poi, a fatti pratici, mi dimostrate tutt'altro. Non c'è vergogna a provare un po' di sollievo, ogni tanto" 

Con loro era sempre così. Io parlavo e loro rimanevano in silenzio. Io dicevo qualcosa di ovvio, per me, e loro si sorprendevano. 

"Ti sei mai chiesto perché Dabi ha sempre perso? Io credo di averlo intuito. L'odio che hai dentro ha una forza immensamente distruttiva, ma non costruisce niente. Shoto ti ha sconfitto non perché le sue fiamme fossero più calde o più forti delle tue, ma perché aveva il potere di costruire e non solo di distruggere. Perché All might non è mai stato sconfitto? Perché la forza del suo animo era per il bene. Voi avete perso il giorno in cui Dabi e Shigaraki hanno scelto di usare l'odio per la propria rivincita, è lo stesso motivo per il quale Endeavor resterà sempre il numero due agli occhi di tutti. Anche lui si è fatto guidare dai sentimenti sbagliati" -credimi, credetemi, vi prego- ripetei come una litania, nella mia testa. 

"Facile dirlo, quando sei dall'altra parte"
Sospirai, improvvisamente stanca. Abbattere i loro muri era un impresa che probabilmente avrebbe impiegato anni e anni, tanti quanto avevano passato per erigerli.

"Non è così, Touya. Il mondo vi ha ferito in un modo che nemmeno io posso perdonare, ma voi continuate a farvi ferire come se fosse normale. Loro vincono ogni volta che scegliete di fare del male. Ogni scelta sbagliata gonfia il loro ego, ogni omicidio punta le loro piccole dita ipocrite su di voi. Si vestono di ragione invece di guardarsi allo specchio"
Finii di mangiare nel completo silenzio, per poi sparecchiare e ripulire tutte le stoviglie.

                                                                                              ***

Due giorni dopo quel coglione di Eijiro si fece beccare dalle telecamere di sorveglianza e dall'occhio attento di Touya, che in quel momento mi stava inveendo contro.

"Fiammifero, datti una calmata. In questo momento sono come due cani da guardia, tornerà utile anche a voi!" Mi passai una mano nei capelli, perché anche se ci tenevo ai due villain, mettevano sempre a dura prova la mia pazienza.

"Sei solo una bugiarda. Loro sono qui per proteggere te, non è così? Hanno paura che possiamo ucciderti. Non me la bevo Maeko" Lo osservai attentamente, crucciata. Era la prima volta che mi chiamava per nome. Purtroppo non potevo mentire e non l'avrei fatto nemmeno se mi fossi trovata di fronte a due stupidi.

"Sì, è così. Ma ti assicuro che se qualcuno del fronte dovesse trovarvi non esiterebbero un minuto a proteggervi" Tenko si avvicinò, ormai da tanto tempo non indossava più la mano di suo padre, forse non ne aveva più bisogno.

"Come se non sapessimo difenderci" Mi fece notare. Uscii stizzita dal cottage, chiamando a voce alta i due deficienti che si erano fatti scoprire. Li trascinai fin dentro casa e chiusi la porta con un tonfo. Ero incazzata, nervosa, e volevo spaccare quelle quattro facce da cazzo che si guardavano in cagnesco.

"Ascoltatemi bene, perché non lo ripeterò due volte. Da questo momento in poi noi collaboreremo per l'incolumità di Tenko e di tutti noi. Ho messo in gioco la mia vita per questa missione del cazzo e nessuno di voi quattro manderà tutto a puttane" Schioccai le fruste a terra, facendoli sussultare.

"Io non collaboro con i criminali, Tsk" Strattonai Katsuki per la tuta da hero e gli dissi di smetterla di fare lo stronzo.

"Siamo insieme da anni, guardami bene e dimmi se ti sembro ironica. Non vi permetterò di mandare questo paese di nuovo nel caos solo perché vi state sul cazzo a vicenda. Ti ho visto cambiare, crescere. Io e Deku ci siamo promessi di salvare anche chi non voleva essere salvato e se non vuoi farlo per me, fallo per lui" Lo vidi tentennare, sapevo che citando Izuku l'avrei fatto vacillare.

"Maeko, io sono con te. Farò di tutto per proteggerti stavolta, non voglio più vederti incosciente in un letto d'ospedale e se tu credi che qui ci sia qualcosa da salvare mi fido di te. Il tuo istinto non si è mai sbagliato" Abbracciai Eijiro che in quel momento era l'unico dalla mia parte.

Presi la mano di Tenko, avvolta in uno dei guanti che gli avevo regalato e che non aveva più tolto. "Fidati di me, non della hero del cazzo, ma di Maeko" Poggiai la mia fronte sulla sua, i suoi occhi mi scrutavano con diffidenza.

"Non li ammazzerò, per ora" Mi promise. Eijiro bloccò Katsuki che cercava di fare lo sbruffone, nel frattempo. Touya invece uscì, sedendosi in riva al fiume e accendendosi una sigaretta.



Note*
Ragazzi mancano tre capitoli alla fine, per cui ho deciso di fare i ringraziamenti finali adesso, così da non interrompere la lettura delle parti più importanti del racconto.
Questa fanfic è stata una sfida per varie ragioni. Prima su tutte ha un pubblico di riferimento davvero limitato, dato il protagonista "insolito". Inoltre non è la solita ship tra personaggi ma un vero e proprio viaggio nella mente del personaggio, nei suoi modi di agire e di porsi, di affrontare gli avvenimenti.
Ogni nuova scena mi dicevo "Come reagirebbe se facessi così?" E in pratica la scrittura è volata liscia da sola perché Tenko si muoveva da solo.
Grazie a chi ha deciso di intraprendere questo viaggio folle con me ❤️

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