18
Erano passati due mesi dalla mia reclusione forzata e ormai ero tornata a lavoro a pieno regime. Le mie ferite erano completamente guarite, tranne per delle orrende cicatrici che percorrevano la mia schiena. Ma niente faceva male come le ferite che mi portavo dentro. Touya non mi aveva più cercata, anche se sapevo che se avesse voluto trovarmi non ci avrebbe messo poi tanto. Mandai un messaggio a Shoto per chiedergli come stesse andando il viaggio e mi diressi all'agenzia. Sia lui che Izuku che Katsuki erano in missione oltreoceano ormai da un mese e sarebbero tornati solo il giorno successivo. Poco dopo aver timbrato il badge una vibrazione mi fece sorridere. Aprii la chat con Shoto, che mi aveva mandato una foto dall'aereo. Tutti e tre seduti insieme, con Izuku che sorrideva e Katsuki quasi imbronciato. -trattali bene- pensai, guardando i suoi occhi rossi. Shoto era appena accennato e solo dalla sua parte destra. -cambierai mai?- riflettei.
Mi diressi nell'ufficio del capo che mi aveva chiamata con insistenza il giorno prima, per una missione di vitale importanza, così aveva detto. Entrata in ufficio capii sia il vitale, che l'importanza. Hawks era seduto davanti la scrivania di Best Jeanist a braccia incrociate. Lo ignorai ma mi sedetti comunque al suo fianco, chiedendo al capo cosa avremmo dovuto fare insieme di tanto importante.
"Non ci girerò attorno ragazzi, ho bisogno di voi. I big three sono in missione oltreoceano e non posso aspettare i loro comodi. Abbiamo scoperto che il fronte di liberazione del sovrannaturale si sta per rialzare, dobbiamo sconfiggerli prima che ciò accada" Sia io che il pennuto ci drizzammo sulla sedia. -che fossero coinvolti anche quei due idioti?-
"M-ma, erano rimasti scoperti, come hanno fatto a-" Le mie parole furono stroncate dalla mano alzata di Jeanist, che riprese a parlare.
"A ovest sono stati avvistati movimenti sospetti, due dei nostri hanno trovato alcune attrezzature e segni del passaggio di molte persone. Pensiamo che si nascondano in qualche fenditura della montagna che costeggia tutto il perimetro. Hawks, tu dovrai scoprire da dove entrano. E tu, invece, dovrai infiltrarti tra le loro fila. Molti ti considerano una doppiogiochista, non sarà difficile" Le sue parole mi ferirono, ma sapevo che era la verità. Molti mi consideravano né carne né pesce, un grigio che in quella società non era accettabile.
Hawks protestò a quel piano, dicendo che non mi avrebbe permesso di correre quel rischio. -ah tu però puoi farlo, eh stronzo?- pensai.
Sbuffando, annoiata da quel gesto gentile non desiderato, dissi al capo che avrei fatto quello che chiedeva. Alla fine della riunione restai con Hawks all'esterno dell'agenzia, che in quel momento mi stava dicendo che era una follia.
"Ascoltami, pennuto. Lo sa anche quel tuo piccolo cervello da gallina che il piano di Jeanist ha senso. Purtroppo per questa volta dovremmo collaborare, ma non farti strane idee, io ti odio ancora" Non era proprio così, ma non volevo che lo sapesse. In quei due mesi era venuto spesso a trovarmi, sia quando ero in congedo dal lavoro, sia per il periodo successivo. Aveva capito che in qualche modo il passato non sarebbe mai stato dimenticato, così aveva accantonato tutte le scuse che proferiva di solito e che mi facevano tanto incazzare, dimostrandomi con i fatti che stava cercando di redimersi da quell'errore.
"Lo so, ma adesso vieni con me" Aprì le sue grandi ali rosse e mi porse il suo braccio. Aveva lo sguardo divertito, evidentemente aveva colto il mio stupore.
"Non ci pensare nemmeno, pollastro" Rise alle mie parole, per poi prendermi in braccio in un batter d'occhio. -la sua velocità mi impressiona ancora- convenni.
Si alzò in volo senza esitazione, come se io fossi un fuscello. Strinsi gli occhi e mi aggrappai alle sue spalle, terrorizzata.
"Maledetto figlio di puttana, soffro di vertigini!" La sua risata mi arrivò dritta all'orecchio, visto che avevo incavato la testa nel suo collo.
"Oh, andiamo, non ti farei mai cadere!" Andò ancora più in alto e un urlo mi uscì senza che potessi frenarlo. Il tono che aveva usato non era per niente rassicurante e ne ebbi la conferma quando d'un botto mi fece staccare da lui per farmi precipitare nel vuoto. Eravamo così in alto che anche sfoderando le fruste non avrei trovato appigli. Sentivo la sua risata da stronzo in lontananza e poi le sue mani afferrare le mie.
"Avresti dovuto vedere la tua faccia!" Mi prese per il culo, ma ero troppo spaventata per dire qualsiasi cosa. Mi strinsi più forte al suo collo, con la promessa che se l'avesse fatto ancora, l'avrei strozzato. Dopo vari minuti di assoluto silenzio sentii i miei piedi toccare il suolo, ma non eravamo davvero per terra. Ci trovavamo sulla Toranomon Hills, il palazzo più alto di Tokyo.
"Come cazzo ci siamo finiti qui?" Barcollai leggermente, il senso di vertigini mi stava attanagliando le viscere. Keigo mi teneva ferma per la vita, accompagnandomi dolcemente fino al suolo. Ci sedemmo e trovai un minimo di sollievo alla nausea che mi stava invadendo.
"Respira, guarda che panorama!" Feci come mi aveva consigliato e mi tranquillizzai del tutto. Il panorama che si stagliava davanti ai miei occhi mi fece spalancare la bocca, meravigliata.
"Keigo, è questo che vedi dall'alto?" Come erano piccoli i problemi, da lassù. Lo vidi annuire e appoggiare le mani dietro di lui, distendendosi leggermente. Sarei riuscita a perdonarlo? Il mio cuore ormai sapeva di sì, ma la mia mente non era d'accordo. Riportai il mio sguardo sul panorama. Da quell'altezza riuscivo a stento a vedere le persone, erano più piccole di formiche.
"Perché mi hai portata qui?" gli chiesi dopo parecchi minuti di silenzio. Era un altro gesto per farsi perdonare? Ma in fondo chi ero io per avere tutte quelle attenzioni da lui? Non mi doveva un cazzo.
"Da qui mi sembra più facile la vita, più sopportabile. Volevo solo farti provare la sensazione" Lo fissai intensamente per un breve istante. Anche lui smise di guardare il panorama per osservarmi, sembrava stanco. Quando ero stata nei suoi ricordi avevo visto la sua infanzia, non gliel'ho mai detto. Certo, ormai tutti sapevano che era figlio di un criminale, ma nessuno di loro sapeva cosa si provasse. -perché mi torna in mente ora?- mi chiesi. Tesi la mano nella sua direzione e gli accarezzai una guancia. Fu molto sorpreso dal mio gesto.
"Vediamo di farla funzionare, stavolta" Gli feci, riferendomi alla missione. Magari dopo sarei stata in grado anche di parlarci in modo civile, ma in quel momento preferii aspettare ancora, per essere davvero sicura dei miei sentimenti.
***
Da due settimane ero un'infiltrata della liberazione.
Ero praticamente da sola in un covo di vipere. Hawks dopo l'ultima volta era bruciato come infiltrato, quindi era stato costretto a fare il minimo indispensabile. Mi mancavano i miei amici, la mia vita, ormai vivevo come una reclusa. Avevo scoperto che Tenko non faceva parte di tutta quella merda, ma Touya in qualche modo collaborava con loro, anche se non sapevo esattamente come.
In quelle due settimane solo una volta mi allontanai dal covo alla montagna, Hawks aveva fatto un ottimo lavoro a scovarli, ma il resto spettava a me. Ero tornata solo per informare Jeanist degli ultimi avvenimenti, senza riuscire nemmeno a incontrare i miei amici e colleghi. Avevo usato la scusa di dover prendere un permesso dal lavoro, così che non avrei destato sospetti e il capo della liberazione mi credette, per fortuna, dicendo che molti degli hero infiltrati optavano per quella soluzione. Da quell'ultima uscita erano passati sette giorni. Mi chiesi se sarei sopravvissuta a quella missione. La montagna era praticamente a prova di bomba e dalle informazioni che avevo carpito, il gruppo che era stato dilaniato durante la battaglia, ormai si stava riprendendo egregiamente. Moltissimi erano gli hero che si erano fatti coinvolgere, proprio come l'ultima volta, in quell'assurdità. Ormai il loro esercito era composto da quasi trentamila persone, non numerosi come l'inizio, ma molto più aggressivi e imprevedibili. Il nuovo capo, infatti, era più impulsivo di Shigaraki, che in quelle fila era maturato anche grazie all'attenzione di quel pezzo di merda di All for one. Malgrado tutto, quel figlio di puttana senza faccia gli aveva dato tutti gli strumenti per far crescere il suo intelletto e il suo acume.
Ma questo qui, questa caricatura vivente, sembrava mosso solo dalla vendetta e dalla brama di potere. Aveva solo sette nomu a sua disposizione, che non era riuscito a far aumentare senza la presenza del professore, che al momento era recluso al Tartarus. Mi chiesi perché Tenko non avesse premuto per riprendere il suo posto sul trono del male, perché aveva lasciato a quel fantoccio tutta la gloria. Che fosse cambiato qualcosa in lui?
"Ehy piccola lady, che ci fai da sola per il corridoio?" Mi voltai verso la voce che mi stava chiamando, notando un hero traditore del cazzo. Gli sorrisi con affabilità e gli dissi semplicemente che ancora riuscivo a perdermi in quel posto, anche dopo due settimane passate lì.
"A breve ci sarà una riunione, il capo vuole dirci qualcosa. Vieni con me, così non arriverai in ritardo perché ti sei persa chissà dove" Mi canzonò. -Oh, mio eroe, vuoi evitare che mi perda o che metta il naso dove non dovrei?- Pensai senza però dirlo.
***
La riunione proseguiva tranquilla, con i soliti esaltati che gridavano motti di dubbio gusto. Francamente mi annoiavo, non c'era più quel sentimento, quel sapore di paura, come quando a comandare era Shigaraki. Non c'era nemmeno l'ombra di Ri-destro, che almeno dava una sorta di scopo a quegli esaltati. Ora sembravano solo tanti fantocci manovrati dallo stesso burattinaio.
"Sembri annoiata" Un villain dagli occhi verdi e i capelli scuri mi stava osservando con curiosità. -possibile che li becchi tutti stronzi?- Gli sorrisi, cercando di provocarlo un po' per vedere che aria tirava tra le fila della liberazione.
"In effetti sì, non è più come un tempo" La mia aria nostalgica sembrava davvero sincera, io stessa mi sorpresi del mio tono di voce.
"Purtroppo molti la pensano come te, ma io credo che Yoshito sia quello giusto, gli altri due erano troppo pragmatici e cosa hanno ottenuto?" Lo osservai attentamente, sembrava davvero convinto delle sue parole. Ma del resto gli egocentrici erano difficili da far tornare con i piedi per terra.
"Spero che sia come dici" Gli risposi, allontanandomi da lui. Mi sentivo osservata, come se mi stesse seguendo con lo sguardo, ma quando mi voltai nella sua direzione, lui stava guardando il suo amato principale. Eppure la sensazione di essere fissata non cessava, così mi guardai intorno, fino a scoprire l'origine di quella sensazione. Seguii la direzione indicatami da quelle lunghe dita affusolate, uscendo dall'enorme sala e ritrovandomi in un corridoio che non avevo mai visto. Avevo il battito del cuore a mille, l'ansia che ingigantiva ogni sensazione che provavo. Ci nascondemmo dietro un enorme colonna, prima di cominciare a parlare.
"Che diamine ci fai qui, vuoi farti ammazzare?" Eppure io ero solo felice di vederlo, ma a quanto pareva Touya non era dello stesso avviso.
"Potrei farti la stessa domanda. Pensavo che avessi smesso con questa merda di vita, ma evidentemente mi sbagliavo" La mia voce tradiva la mia delusione. Mi ero davvero illusa che tutto il tempo, tutte le parole spese, erano finite al vento?
"Non hai capito niente, io non voglio avere a che fare con questi idioti senza scopo" Provai un leggero sollievo, anche se non sapevo se credergli. Del resto si trovava lì e dubitavo fortemente che stesse collaborando con gli hero.
"Touya, te lo chiedo ancora, perché sei qui?" Riguardava ancora suo padre? Era davvero molto probabile. Lo vidi sospirare e passarsi le mani nei capelli.
"Tenko. Devo salvare quel culo pallido di Tenko" E i miei occhi spalancati si rispecchiarono in quelle iridi blu.
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