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"Jiro!" Ero felice di rivederla, anche se per una questione lavorativa. Non avevo perso i contatti con nessuno dei miei vecchi compagni di classe, ma così come Izuku e Shoto, riuscire a vedersi di persona era sempre una scommessa.

Passammo la pausa pranzo insieme, in un ristorante in stile moderno che si trovava di fronte alla sua agenzia. Dopo la presa per il culo di Dabi avevo parlato con il capo, dicendogli che avremmo potuto sfruttare le abilità di Jiro per trovare quei due idioti. Così lui mi aveva mandata nell'agenzia dove la mia musicista preferita lavorava, per reclutarla e aiutarci nelle ricerche. 

"Dunque vediamo, Shigaraki e Dabi hanno lasciato delle tracce in periferia, avete controllato per tutta la notte ma non avete trovato niente. Il fatto che avessero lasciato tracce in un quartiere disagiato deve essere stata una mossa voluta, non credi?" Annuii, in effetti era fin troppo prevedibile riuscire a trovarli in una zona come quella, ma come aveva detto anche Best Jeanist dovevamo partire da quel poco che avevamo. 

"Questo mi fa riflettere. Perché  la prima cosa che pensa un hero è che i villain non abbiano un patrimonio tale da potersi permettere una casa vera, ma se invece loro ne avessero?" Guardai la mia amica con un certo interesse. Anche io mi ero chiesta come se la passassero, ma se davvero avessero avuto fondi, perché non andare all'estero?

"Non so Jiro, mi sembra tutto molto strano" 

Passammo tutta la pausa pranzo a studiare un piano, con nuove consapevolezze e nuovi, innumerevoli, dubbi. Prima di lasciarla andare l'abbracciai stretta, lei ricambiò con il sorriso. 

"Mi manca suonare con te" Le dissi sincera. Erano anni ormai, che non riuscivo a passare il mio tempo libero come volevo. Spesso utilizzavo la mia pausa tra un turno e l'altro per recuperare il sonno, o per fare un pasto decente. Jiro mi aveva insegnato a suonare il pianoforte, ed ero anche piuttosto brava. 

"Facciamo combaciare i nostri giorni di ferie, qualche volta suono in un locale non lontano da qui, potremmo andarci insieme, sempre se sai ancora cantare!" Le pizzicai la guancia, come una bimba dispettosa. 

"Perché non canti tu, che hai una voce stupenda?" In effetti il suo era un dono raro, la sua voce affascinava chiunque l'ascoltasse.

"Suoneremo ancora, te lo prometto" 

                                                                                ***

Al ritorno preferii farmela a piedi, evitando di prendere il taxi. Jiro mi aveva schiarito le idee per certi versi, anche se nuovi dubbi si erano manifestati, una volta esposto le nostre intuizioni. 

Il cellulare squillò e lo presi senza guardare chi mi stesse chiamando. 

"Tra cinque minuti, dietro il palazzo giallo alla tua sinistra" Dabi. La sua voce mi fece sussultare. Mi guardai intorno ma non vidi nessuno, anche se sapevo che era lì. Come avremmo fatto a trovarli se non riuscivo nemmeno a scovarlo tra la gente avendo la sicurezza che fosse presente? Mi incamminai senza paura dove mi aveva indicato, sapevo che era rischioso, potenzialmente una trappola, ma il mio istinto mi aveva sempre guidata e contraddistinta, non me la sentii di ignorarlo proprio ora che ero così vicina a Tenko. 

Anche se era pomeriggio, quel vicolo stretto dove lo trovai mi sembrò inquietante e lugubre, ma probabilmente tutto quello che circondava Dabi lo era. 

"Sei bella come ricordavo" Sorrisi a quel suo complimento ironico, stava cercando di ammorbidirmi per potermi poi mettere all'angolo. 

"Io ti ricordavo meno bruciacchiato invece, fiammifero" Lo vidi sogghignare, anche se uno moto di stizza gli offuscò gli occhi. Non volevo ferirlo, ma sapevo che non potevo entrare nella sua cerchia andandoci piano. 

Lo vidi avvicinarsi, del fuoco blu gli inondò il palmo, ma non mi fece paura. Ne avevo passate così tante che quel gesto mi fece quasi tenerezza, come se fosse lui, quello in trappola. 

"Voi hero siete tutti così determinati, come se niente potesse toccarvi, ma io posso toccarti, non è così? Sarebbe un privilegio poterti vedere tra le fiamme" Fece un mezzo inchino. Ogni suo gesto era elegante, posato. Mi aveva minacciato di morte come un vero gentleman. Mi misi a ridere e gli andai vicino. Presi la sua mano infuocata nelle mie e me la posai sul collo. Bruciava, eccome, ma ero abituata al dolore da tanto tempo ormai. 

"Fallo. Che aspetti, un invito?" A quel punto mi sorrise, sembrava quasi sorpreso. 

"Non posso, piccola, mi servi" Un fruscio dietro di me, un fazzoletto bianco e una mano così pallida che quasi si confondeva con la stoffa intrisa di cloroformio. Era Tenko, lo sapevo perché mi teneva ferma con quattro dita, lo sapevo perché il mio istinto mi diceva che era lui, senza nessun dubbio. Ispirai profondamente, mentre Touya mi guardava davvero sorpreso dal mio gesto. Prima di svenire riuscii a dirgli "Ti avrei seguita comunque, idiota"

                                                                                        ***

Quando mi svegliai sentii un intorpidimento degli arti, così mi resi vagamente conto di essere stata legata a una sedia. Anche i piedi erano stati fasciati dalle corde. Provai ad attivare le fruste, giusto per capire se fossero degli idioti, ma sorrisi. Non si attivò nulla. 

"La bella addormentata si è ripresa, Tomura!" Dabi chiamò il suo compagno di merende, ma per qualche ragione ero felice di essere lì, non ero spaventata. Mi guardai intorno e quella stanza mi sembrò una specie di cantina. Era scarna, tranne per un piccolo tavolino, un computer portatile e una piccola telecamera. 

"Vuoi giocare, eh Touya Todoroki?" Cominciai a ridere fino a farmi lacrimare gli occhi. Forse ero folle, forse avrei dovuto chiamare Katsuki o Izuku prima di raggiungere questi due matti, ma in realtà erano due anni che li cercavo. Due anni di sfiancanti delusioni e buchi nell'acqua. Due anni di passi, migliaia di passi, per cercare in ogni tipo di luogo, malfamato o meno. 

"Perché non la smetti di chiamarmi così? Vuoi morire prima del previsto?" Si accucciò davanti a me, guardandomi molto seriamente. Decisi di stuzzicarlo perché, in fondo, che altro avrei potuto fare in quel momento? 

"Cosa ti da fastidio, il Touya, o il Todoroki?" entrambi i palmi gli si accesero, era infuriato. 

"'Sta fermo, Dabi. Ci hai ficcato tu in questa situazione di merda, quindi ora mantieni il controllo" Alzai di scatto la testa, incrociando l'unica persona che in quegli anni mi aveva ossessionato. Shigaraki Tomura. 

"T-tenko..." Avevo così tanto da dirgli, così tanto da chiedere. Eppure non riuscivo a elaborare un cazzo. Quanto tempo avevo passato a farmi film mentali su cosa gli avrei detto? E ora sembravo solo una cogliona con le lacrime agli occhi. 

"Che strano, sembri quasi felice di vedermi" La sua risata isterica si spense quando io annuii. 

"Sono due anni che ti cerco, Tenko" Ero felice. Davvero felice. Tutto quello che avevo fatto in quegli anni mi aveva portata a questo, a rivederlo. 

"Beh, sono molti gli hero che mi cercano" Sembrava quasi un animaletto curioso, dovevo averlo stupido in positivo, in qualche modo. 

"Se la smettete di fare i fidanzatini, io inizierei" Tenko annuii alle parole di Touya e lo aiutò a spostarmi di peso, davanti alla telecamera.

"Ora gioca un po' con me" Mi sussurrò Touya all'orecchio, prima di premere dei pulsanti sul portatile e avviare la telecamera.

"Salve a tutti, interrompiamo... beh, tutto, perché oggi ho un piccolo pacco regalo da scartare"

Voltò la camera sul mio volto, mettendomi in primo piano. Si posizionò in piedi dietro di me, scostandomi i capelli sulla spalla, incavando la sua faccia nel mio collo, prima di riprendere a parlare.

"Questo piccolo bottino l'ho raccolto in strada. Una piccola hero del cazzo da sola, in una città così piena di villain" Puntò il suo sguardo nel mio, staccandolo dalla camera. Aveva gli occhi di un azzurro così chiaro che per un attimo mi sembrò di affogare.

"Non ti faccio paura nemmeno da così vicino?" Che cazzo gli prendeva, era in diretta con chissà quante reti unificate e mi faceva quelle domande? In ogni caso scossi la testa, non avevo la minima paura di lui. Mi sorrise, per poi baciarmi i capelli. "Vieni bene in camera, ma sei più bella dal vivo" Mi disse, prima di tornare a guardare il piccolo schermo davanti a noi. 

"Scusatemi, ma questa piccola strega mi distrae. Dove eravamo rimasti? Ah, uccidere, bruciare, bla bla bla. Sai che sto cercando te, Endeavor. Paparino come puoi lasciare questa piccola e innocente fanciulla con il lupo cattivo? Sei davvero senza cuore?" La sua voce era così dolce mentre pronunciava quelle parole, si stava gustando quel momento come un bambino la mattina di Natale. Ma poi il suo tono cambiò.

"Hai un'ora per trovarla, altrimenti ti porterò le sue ceneri, tic tac, tic tac" Un brivido mi salì lungo la schiena. Anche se ero forte, anche se non avevo paura, quella voce così ferma mi fece capire che le sue intenzioni erano serie. E io non avevo più il mio quirk a disposizione. Mi resi conto solo in quel momento in che cazzo di guaio mi ero ficcata. Touya chiuse la comunicazione e Tenko tornò nella stanza.

"Allora, piaciuto lo spettacolo?" Risi come un isterica, in quel momento non sembravo nemmeno io. 

"L'avevo messo in conto, Touya, quando ti ho dato il mio numero. Avrei fatto di tutto per rivedervi un ultima volta" Il mio sguardo si piantò in quello di Tenko, che si tolse la mano fredda e senza vita che portava sempre sul viso, per osservarmi meglio, o per farmi paura forse.

"Che cosa vuoi davvero da me?" Perspicace, la grattugia. 

"Parlarti, conoscerti. Conoscere entrambi" Le mie parole furono così semplici che i due villain scoppiarono a ridere. Alla fine risi anch'io, perché tutta quella situazione era assurda.

"Tu sei più matta di noi, mi sa" Tenko, se solo mi facessi entrare di nuovo... potrei cancellarti tutti quei brutti ricordi, io...no. Non avrei cancellato più nulla dalla testa di nessuno, decisi in quel momento. Dopo Kyoto non avrei più tolto niente a nessuno, ma solo aggiunto.

"Perché non ti avvicini, Tenko? Sono senza quirk adesso, che cosa temi, il confronto?" Lo vidi sussultare. Ormai avevo un po' capito come funzionava quel suo cervello attento e sempre al lavoro. 

"Ora capisco perché ti irrita quando ti chiama per nome. Sono Shigaraki, Tenko è morto anni fa!"

Chinai la testa, perché sapevo che guardarlo negli occhi in quel momento significava morire, soprattutto dopo le parole che mi si stavano formando in testa.

"Eppure io l'ho visto" Era un sussurro appena udibile, ma mi sembrò di averlo urlato. Tenko mi si avvicinò fino a darmi una testata, per farmi alzare lo sguardo, Touya invece era appoggiato al tavolo a braccia incrociate e ghignava come un coglione.

"Tenko è morto!" La sua mano pallida si posò sul mio collo con quattro dita, ma io ero calma. Lo guardai negli occhi e gli sorrisi. 

"Allora anche tu volevi toccarmi" Touya cominciò a ridere, beccandosi un'occhiataccia dal suo compagno. 

"Dimmi che cazzo vuoi da noi, così posso lasciarti riposare per sempre" Mi sporsi con il viso, sentendo la stretta sulla mia gola farsi sempre più serrata, ma non tentennai nemmeno quando mi sfiorò con il quinto dito. Era una prova a chi aveva più palle, e come mi aveva insegnato diligentemente Katsuki, col cazzo che avrei ceduto. 

Appoggiai la mia guancia alla sua, sentendolo sussultare. Poi con un piccolo slancio gli posai un bacio sulla fronte, cogliendolo totalmente di sorpresa. La mano sul mio collo mi stava sgretolando a poco a poco, sentivo il sangue scorrere sulla gola, lo sfregolio della carne che cade in pezzi. Lui lasciò la presa su di me come se si fosse scottato e uscì dalla stanza.

"Cazzo se fai questo effetto con un bacio sulla fronte sei fottuta" Touya cominciò a ridere, mentre io cercavo di riprendere fiato dopo la stretta ferrea del suo amico del cazzo.

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