•10

Sono ancora sul tetto quando sento una voce alle mie spalle.
"Ehi sapevo di trovarti qui" la conosco questa voce, è Alessandro.
Mi asciugo velocemente le lacrime e resto in silenzio.
"Sofi" insiste.
"Che vuoi? Non dovresti essere al tuo appuntamento con Federica?"
"Le ho dato buca"
"Cosa?"
"Hai sentito bene. Le ho dato buca." scandisce bene queste ultime parole.
"Perché?"
"Perché amo te"
"Non dire cazzate"
"È la verità..."
"E sentiamo quando hai capito di amarmi?"
"L'ho capito anni fa, poi hai incontrato Luigi quindi ti ho dimenticata..."
"Non puoi dimenticare chi hai amato veramente" lo interrompo.
"Aspetta fammi finire...beh allora credevo di averti dimenticata, ma quando ci siamo baciati la prima volta a casa mia ho capito che non ti ho mai dimenticata, che ti ho sempre amata"
"Perché non mi hai mai detto quello che provavi per me? Ci siamo promessi di dirci tutto, ricordi? E poi sei stato con tante ragazze in questi anni...."
"Ricordo benissimo quella promessa, non ti ho mai confessato i miei sentimenti perché avevo paura... Secondo te, perché nessuna delle mie relazioni degli ultimi anni è durata più di una settimana? Perché ti amavo, e ti amo ancora, perché nessuna è come te, nessuna sorride come te, nessuna a questi due occhioni verdi che mi ipnotizzano e si fondono con i miei, tu sei perfetta per me, nessun'altra lo è, solo e soltanto tu"
A quelle parole rimango spiazzata, non mi avevano mai fatto una dichiarazione così, però ora non posso mandare tutto a puttane con Luigi solo per Alessandro, e se anche la nostra storia durasse poco meno una settimana? Dopo non potrei tornare da Luigi piangendo, sicuramente lui mi perdonerebbe ma non mi sembra giusto.
"Non mi convinci molto, sembrano parole già fatte, sempre le stesse" mi limito a dire poi aggiungo "E per quale motivo avevi paura?"
"Paura?"
"Si, hai detto che avevi paura di confessarmi i tuoi sentimenti"
"Avevo paura di rovinare la nostra amicizia"
"Anche queste mi sembrano parole già fatte" finalmente mi giro verso di lui che è seduto dietro di me accanto alla finestra.
Abbassa lo sguardo.
"Vieni qui" faccio segno con la mano di sedersi vicino a me.
Lentamente si avvicina restando in silenzio.
Lo abbraccio e scoppio in lacrime, lui mi stringe più forte e sussurra "Tesoro non piangere"
Mi stacco da quell'abbraccio e lo guardo dritto negli occhi, poi sento il suo pollice asciugarmi le lacrime.
"Perché hai iniziato a piangere?" Mi chiede.
"Non lo so, ti sembrerò pazza" ridacchio, e lui con me.
"Beh non ho mai visto una pazza così bella" arrossisco e gli da uno schiaffetto sul petto.
Dopo un breve silenzio mi chiede "Perché vieni qua quando sei triste e vuoi sfogarti?"
"Perché qui sono libera, posso fare tutto quello che voglio, è il mio piccolo mondo... Aspetta, come facevi a sapere che mi avresti trovata qui?"
"Insomma ti conosco, e poi io e te siamo molto simili"
"In che senso 'simili'?" mimo le virgolette con le dita.
"Anch'io mi rifugio sul tetto di casa mia quando voglio sfogarmi e urlare al mondo quel che penso"
"Ma tu vivi da solo non hai bisogno di rifugiarti sui tetti per sfogarti"
"Invece si, in casa ci sono tutti i miei problemi poi, fuori, sul tetto, urlo, piango e mi sento libero, più leggero, pronto ad affrontare i problemi del mondo reale, quel mondo che non assomiglia per niente a quel mondo su quel tetto"
"Hai ragione, siamo molto simili"
"Eh già"
"E... glii opposti si attraggono" dico per convincerlo che io e lui non siamo fatti l'uno per l'altra, in realtà è più per convincere me.
"Ma amano i propri simili" aggiunge distruggendo quel muro che mi ero appena costruiti per dividermi da questi ragazzo che mi tenta a far coincidere le mie labbra con le sue.

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