▪Capitolo 8▪
"Allora?" Mi chiede Ethan impaziente.
"Ci sono quasi!" Borbotto ancora una volta, provando ad impegnarmi più di prima.
"É troppo grosso"
"Dai non esagerare, é nella media"
"Ma non mi entra!!" Dico io quasi innervosita.
"E dai, fattelo entrare che mi sto stancando"
"Porta pazienza... Fatto!"
"Al mio tre. Uno... due... tre"
Contemporaneamente giriamo i ritratti che ancora teniamo in mano.
"Ma guarda che naso mi hai fatto! Non ce l'ho così grosso!"
"Beh te l'ho detto che era troppo grande... e che non sono mai riuscita a farne uno decente"
"Vabbé apparte il naso, sono veramente bello"
"No sei un idiota"
"Grazie bubi lo so che ti é piaciuto il ritratto che ti ho fatto"
"Non mi somiglia per niente"
Dico alzando un sopracciglio e guardando meglio il disegno, con dettagli rifiniti a matita scura.
Lui mi guarda un po' triste e deluso.
"Lei é piú bella, non mi somiglia"
"Ma non dire cavolate, sei bellissima"
"Certo."
"E l'idiota sarei io?"
"Si"
Lui sbuffa, per poi restare qualche secondo in silenzio.
"Ogni artista ha un'opera d'arte da riprodurre"
A queste sue dolci parole mi sciolgo completamente, mentre il calore di un fuoco si divampa dentro di me, facendomi arrossare le gauncie.
"Stai arrossendo... di nuovo!"
Dice puntandomi il dito contro e arricciando il naso e piegando le labbra in un ghigno.
Non sapendo che dire, per rispondergli gli lancio una gomma.
"Hei mi fai male"
"Come sei delicato"
Ethan pov's
Fissai il suo volto sereno che sognava chissà cosa, guardando fuori dalla finestra, spostai anche io lo sguardo sul cielo leggermente arancione, notando quanto sia bello mentre colora ancora di più i palazzi della città, che risultano tutti uguali e noiosi.
Riporto, poi, la mia attenzione su di lei, ancora incantata dal panorama e ignara dei miei occhi fissi su di lei.
Era così dolce, con le guance che lasciavano vedere ancora un leggero color vino illuminate dal sole, con le due piccole fossette poco più in alto del leggero sorriso, e la serenità e la calma che emana in questo momento.
"Perché sei così?"
Rompo il silenzio che si era creato tra nui due, ponendole questa domanda che tengo per me da un po' di tempo.
"Così come?"
Mi guarda dritto negli occhi, con la paura che si legge nei suoi. Forse non avrei dovuto dirlo.
"Così fredda"
"Per le persone"
"Perché?"
Continua a guardarmi mentre i suoi occhi diventano rossi e qualche lacrima inizia a rigare il suo bel visino.
Ma che cazzo di problemi ho?
"Oddio scusa... io non volevo... non era mia intenzione"
"Tranquillo non é colpa tua."
E invece si che é colpa mia, ho sempre considerato la mia curiosità e la mia disinvoltura nel dire determinate cose come un difetto.
Vado da lei e la stringo forte tra le mie braccia.
"Se vuoi sfogarti... beh sono qui per questo"
Non so bene cosa si debba dire in queste occasioni.
Mi stacco per un attimo e le asciugo il viso con le mani e tirando la sua bocca più su, per farla sorridere, e poi tornare a stringerla.
"I... io... no tranquillo"
"Ci dev'essere qualcosa che posso fare per farti tornare il sorriso?"
"Mi basta che non mi lascerai sola"
Mi sorride mentre si asciuga le ultime lacrime con la manica della felpa scura che si intona perfettamente ai suoi capelli mossi.
Finalmente! É da tanto che aspetto qualche parola dolce da parte sua.
"Io sarò sempre con te"
Mi guarda facendomi un sorriso compiaciuto e abbassando lo sguardo subito dopo.
Restiamo per circa una mezz'ora abbracciati a coccolarci e ad accarezzarci delicatamente.
"Scusa ma devo andare!"
Dice guardando l'orologio e interrompendo la bella senzanzione che stavo provando.
Si libera dalle mie braccia e in fretta e furia prende la sua borsa.
"Ciao!"
"Ciao a domani"
Involontariamente la mia voce assume un tono cupo e triste, adesso che sono di nuovo solo non so cosa fare.
Si torno a casa mia, ma a fare cosa?
É così vuota e silenziosa, così noiosa.
Aschlie pov's
Esco fuori dall'aula con la gola che ricomincia a bruciare e con la voglia di scappare.
Chiamo mio padre per farmi venire a prendere il prima possibile.
Salgo in macchina, coprendomi il volto con il cappuccio della felpa.
"Tutto bene?"
"Si pa' tranquillo"
Continuo a guardare in basso, per non far vedere i miei occhi rossi.
"Ok"
Alza la musica della radio ed inzia a canticchiare una canzone dei Queen, o almeno credo.
Torniamo a casa e di corsa vado in camera mia, senza fare caso a niente e nessuno.
"Chissá che farà mai in camera sua, che ogni volta corre a chiudersi là dentro"
Sento il vocio che proviene dal piano di sotto.
"E valla a capire!"
Mia madre. Si preoccupasse mai per me.
Mi butto sul letto, in silenzio a guardare il soffitto.
'Forse avresti dovuto dirglielo'
In fondo mi ha detto che se ho bisogno di sfogarmi posso farlo con lui...
'Sará... ma io non so se fidarmi'
Dopo una aver smesso di ascoltare la mia vocina, mi metto a pensare a lui...
A mio fratello maggiore. Matthew...
Ormai non posso piú vederlo né sentirlo... posso solo mantere vivi i ricordi che ho di lui.
Era una bellissima persona, ormai se ne vedono pochi in giro come lui.
Purtroppo il mondo é ingiusto.
Strappa via dalle braccia la vita alle persone migliori.
"Spero che almeno tu mi veda e mi senta fratellone"
Le lacrime inziano di nuovo a rigarmi il viso, fino ad allagare la mia stanza.
"Ashlie tutto bene?"
La voce di mio padre risuona fuori dalla porta.
"Si"
Lui apre la porta e si dirige verso di me.
Non mi deve aver creduto.
In effetti il mio tono non era molto convincente.
"Dai dimmi, che succede?"
"Che ti importa?"
Mi bruciano ancora gli occhi e immagino di avere tutto il viso arrossato, quindi lo tengo chinato verso il basso.
"Ashlie sei mia figlia, mi importa di te"
"Ts!"
No non é vero.
Alzo gli occhi al cielo, sbuffando.
"Insomma me ne vuoi parlare?"
Rimango in silenzio, se parlassi adesso la mia voce gli farebbe capire che sto soffrendo.
"Ashlie!"
"No."
"Sei sicura? Ti vedo che stai piangendo"
Il mio inconscio mi fa fare uno scatto, per abbracciarlo.
"É per Matthew..."
Gli confesso riempendo di lacrime salate il maglione verde scuro di mio padre, avvolta ancora tra le sue braccia forti.
Si ferma qualche istante a bocca aperta, lasciando la sua presa non appena sente il suo nome, dopo tanti anni.
Mi scosto da lui per asciugarmi il volto e per guardare bene la sua reazione, ognuno di noi fino ad ora aveva sempre evitato il discorso, aveva sempre evitato di immaginare il suo volto, la vita con lui se fosse ancora qui.
Ma, a me, non è mai andato bene, ho sempre tenuto vivo e saldo nella mia mente il ricordo del suo volto sorridente.
"Manca anche a me, piccola"
Mi riprende tra le sue braccia, che mi avvolgono perfettamente.
Mi servivano, era troppo tempo che non sentivo il loro calore.
Mi asciugo le ultime lacrime con la manica della felpa che indosso, mentre guardo mio padre uscire dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle e restando avvolta nel mio silenzio.
~ Spazio Autrice
Spero che la storia vi stia piacendo...
Se vi va lasciate una stellina e condividetela!! ♡
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