ReceInchiostro - La metà oscura
Ormai da cinque anni, per me il mese di agosto significa la lettura di almeno un libro di Stephen King. Da quando l'ho scoperto grazie alla tripletta Gli occhi del drago, Carrie e La storia di Lisey – e quest'ultimo ve lo consiglio spassionatamente – non ho potuto fare a meno di iniziare una sorta di tradizione che, un romanzo alla volta, mi sta portando a recuperare una buona parte dei libri scritti dal Re del Terrore.
La metà oscura era uno dei mancanti fin da troppo, tanto che dopo una piccola spintarella non ho potuto fare a meno di iniziarlo.
Titolo: La metà oscura
Autore: Stephen King
Genere: Horror
Sinossi: Thad Beaumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato romanzi con lo pseudonimo di George Stark: storie violente e di successo, che lo hanno reso ricco e famoso. Ora può finalmente scrivere con il vero nome, ma non sa che la figura di Stark, la sua metà oscura, non intende affatto sparire: più viva e spietata che mai, diventa una macchina di morte che distrugge quanto incontra sulla strada che conduce al suo creatore. Per difendersi da questa orribile minaccia, Thad dovrà spingersi negli angoli più inquietanti della sua mente...
Nonostante la presenza di un'altra sinossi di dubbio gusto – e poi si chiedono perché tendo a non leggerle –, non potevo certo non farmi incuriosire dalla storia di uno scrittore e della sua metà oscura. Da aspirante scribacchina quale sono sarebbe stato fin troppo strano, no?
Fin dall'inizio, uno degli aspetti che ho apprezzato e apprezzo di King è la naturalezza della narrazione. È tutto molto immediato, tanto che a leggerlo mi sono sempre trovata subito immersa nella storia e pronta a seguire le peripezie dei vari personaggi.
Anche nel caso de La metà oscura è accaduta la stessa cosa. Ho subito potuto sbriciare nella vita di Thad Beaumont, scoprendo i due avvenimenti che l'hanno segnato all'età di undici anni nel prologo – molto inquietante, tra l'altro – e di come lui abbia ucciso George Stark nel primo capitolo. O di come ci abbia provato, almeno.
Al fine di non fare spoiler, non posso dire molto di più di ciò che è stato introdotto nella sinossi, ma vi basti sapere che, a partire dal piccolo salotto di casa Beaumont, ci si sposterà per cimiteri, stazioni di servizio, appartamenti newyorkesi e Castle Rock, seguendo i movimenti di un misterioso serial killer intenzionato a uccidere tutti coloro che hanno portato alla fine di George Stark.
Il ritmo, come spesso accade in King, diventa sempre più incalzante man mano che le pagine scorrono, nonché intriso di una forte inquietudine, fino ad arrivare una conclusione aperta che non mi sarei mai aspettata e che ha aumentato di molto il fascino del romanzo. Di certo non rappresenta il più spaventoso che abbia mai letto – per cercare una buona dose di paura bisogna tornare all'immortale IT, grossi difetti inclusi –, ma rimane comunque in grado di regalare discreti brividi e una forte dose di angoscia e schifo.
Un'altra caratteristica che ho sempre apprezzato in King – e che apprezzo ancor di più dopo aver iniziato a leggere in lingua – è, però, la caratterizzazione dei personaggi. Come per la narrazione, c'è ancora una volta una forte naturalezza e senso di realtà in loro, tanto che diventa facile immedesimarsi o immaginarli come dei possibili vicini di casa (molto) sfortunati.
Thad, da protagonista, è di certo il meglio caratterizzato. Autore di successo schiacciato dal suo stesso alter ego, dopo averlo rimosso si trova a dover fare i conti non solo con i problemi a cui ha portato una simile decisione, ma anche con se stesso e la sua famiglia. È una bellissima figura paterna, infatti, e il rapporto che ha coi gemelli – Wendy e Will, gli esseri più dolci e inquietanti presenti nel libro – e la moglie Liz è molto vivo; si percepisce quanto li ami e quanto sia disposto a sacrificare pur di vederli sani e salvi. D'altro canto, però, si intuisce che sottopelle ha una sottile brutalità, qualcosa di più animalesco e cattivo che lo avvicina alla sua metà oscura.
Anche George Stark, per forza di cose, è ben definito. Fin da subito si presenta come l'antitesi di Thad: sanguinario, vendicativo, astuto, senza alcuna paura... tutte caratteristiche che di certo non lo rendono un personaggio per cui tifare, ma che comunque trascina il lettore e lo porta a voler sapere fino a quanto si spingerà oltre. Il suo desiderio di essere vivo, oltretutto, ha un che di commuovente e che lo rende completo, non una semplice marionetta mossa solo per creare dei problemi al protagonista. Piccola menzione speciale, poi alla sua parlata – temo apprezzabile sono nella versione originale –, che lo rende molto realistico.
Oltre ai due protagonisti principali, ci sono un paio di ulteriori personaggi che val la pena citare. Prima di tutto, Liz, che rappresenta al meglio un personaggio femminile forte e determinato; nonostante simili figure materne siano un classico in King, non ho potuto fare a meno di apprezzarla anche questa volta per il suo sangue freddo e l'amore che mostra verso Thad. Dopodiché, un altro personaggio importante è di certo lo sceriffo Alan Pangborn, il cui essere borderline nei confronti della vicenda di Thad, nonché il suo desiderio di giustizia, lo rendono ben sfaccettato – tanto che non vedo l'ora di poterlo incontrare di nuovo in Cose preziose, di cui è protagonista.
Anche i personaggi di contorno, però, meritano una menzione. Dal poliziotto della stazione di servizio al professore universitario amico di Thad, tutti i secondarissimi hanno qualcosa che li rende memorabili: può essere la parlata, qualche tic, piccole azioni che subito li caratterizzano... Bastano poche righe e subito prendono vita sul foglio.
Insomma, King è un maestro quando si tratta della gestione dei personaggi, e sarebbe giusto prendere in mano un suo libro anche solo per questo motivo.
A conclusione di questa piccola recensione, vi do due ultimi motivi per provare a leggere La metà oscura come libro ottobrino:
- King si rifà sempre alla realtà americana più semplice. L'ho già detto, ma ci tengo a sottolineare che la naturalezza dell'insieme riesce a rendere la lettura sempre molto piacevole
- se, invece, volete un motivo più legato al mood di Halloween, troverete pane per i vostri denti nelle scene più splatter e spinte del romanzo, nonché in alcune simpatiche trovate alla King che potrebbero farvi accapponare la pelle. Chi l'avrebbe mai detto che i passeri potessero essere spaventosi?
Ora ditemi: anche voi condividete con me la passione per il Re del Terrore? Oppure fate parte della schiera di quelli che trovano King sopravvalutato?
E quali sono i suoi libri che preferite?
Altrimenti, quali sono per voi i romanzi must per passare un Halloween perfettamente a tema?
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