Quei pazzi anni duemila

La musica

Ai tempi dei pantaloni a vita bassissima, delle suonerie di dubbio gusto e dei trilli di MSN, il genere umano invocava palloni fritti rabarbarati come se fosse shake e mastro appaninato.

E se non l'avete capita... beh, disonore sulle vostre mucche. Ah, come mi mancava la supercazzola del mastro appaninato. Dono cento punti a chi sa rispondere correttamente.

Ebbene sì, la rubrica più inquietante, scioccante, conturbante, esilarante (un sacco di ante) è tornata! Non ringraziatemi.

Quelli del duemila sono stati, per antonomasia, gli anni del trash più puro e becero e lo abbiamo appurato più volte; il nostro modo di parlare (con quei "sì, ma cioèh"), i nostri film troppo 3MSC, i nostri gusti in fatto di moda: tutto urlava "aiuto aiuto".

Erano gli anni dello scandalo delle elezioni negli Stati Uniti, dello scandalo dei mondiali di calcio in Corea del Sud e Giappone (dannato Moreno), dello scandalo dato in pasto dai tabloid... Insomma, era uno scandalo continuo. Gli anni del "Ma è meglio 'Harry Potter' o 'Twilight'?", dell'uscita del Cornetto Soft dell'Algida (un gelato stupido per cui, ovviamente, tutti impazzivano e che credo esista ancora da qualche parte), dell'amato/odiato eMule.

Ai nostri polsi vi erano una quantità inumana di braccialetti di silicone colorati, la nostra attività video-ludica si divideva tra Playstation e Paint (avete capito bene, Paint) e molti di noi si erano diplomati nella difficile arte degli scooby-doo (no, non il cane... intendo quegli affarini con i fili di plastica che si intrecciano e che tornano ciclicamente di moda).

In quegli anni, complice anche MTv, il Festivalbar e la sempre maggiore diffusione di internet e di tecnologie come il cd-walkman e mp3, le nostre giornate erano immerse quasi continuamente nella musica. Le girl e le boy-band impazzavano con i loro ritornelli nelle radio, il pop era il genere che andava per la maggiore, il rap si stava facendo sempre più spazio nei nostri fragili cervelli da giovanotti e nuovi idoli calcavano le scene musicali.

Ma ammettiamolo: non vi era nulla di nuovo sotto il sole.

Dai, l'hip-hop era già ben noto sin dalla fine degli anni Ottanta e l'R&B anche prima... Quindi cosa c'era di innovativo negli anni duemila in campo musicale? Ve lo dico io: una bella fava di niente.

Le girl band si somigliavano tutte (tanto che io le confondevo spesso), i sound erano più o meno gli stessi e i testi non erano poi così originali; nuove e vecchie ragazze del pop danzavano mostrandoci talvolta un po' troppo, gruppi storici e da poco formati si dividevano, "nuove" versioni della Macarena allietavano le nostre feste. Tuttavia, il fatto che quelle canzoni ci seguissero ovunque andassimo ha permesso che diventassero praticamente permanenti nel nostro cervello moccioloso.

È giunto, dunque, il momento di parlare e di ricordare alcune delle hit che ci hanno dato il tormento in quegli anni. Siete pronti per la mia personale "Divina Commedia" delle canzoni più amate dei primi anni del nuovo millennio, la mia discesa negli inferi e relativa insanità mentale? 

Premessa: non mi è stato umanamente possibile scrivere tutte le canzoni che hanno spopolato in quegli anni, ma voglio sfidarvi e vi propongo di scrivere voi quelle che avete amato e che io non ho scritto.

E dunque... MOOOOOSECA.

All'inizio del nuovo millennio, la musica risentiva ancora molto degli anni Novanta: il sound era molto simile, le movenze erano le stesse e persino i cantanti non erano cambiati.

La non ancora troppo citata Britneynona nostra continuava a imperare con il singolo più sadico di tutti i tempi ovvero ...Oops! I did it again, che non solo ci aveva insegnato "infallibili" mosse sensuali, ma ci aveva svezzati alla friendzone. Una canzone diventata così iconica da avere persino una versione dark metal. Nello stesso anno gli NSYNC ci salutavano ballando sulle note della loro Bye Bye Bye, il mio amato Bon Jovi urlava It's my life, Eminem chiariva che lui era The Real Slim Shady e le nostre gambe ballavano al ritmo del movimento sensuallle de La Bomba. In Italia, invece, credevamo che le vasche si trasformassero davvero in piscine con La Vasca di Britti e cantavamo Vamos a bailar (battito di mani obbligatorio) con Paola e Chiara.

Nel 2001, per il giubilo di molti giovanotti e giovanotte nel mondo, si formò il quartetto britannico più amato di quegli anni: i Blue. Se non ricordate i primi anni del duemila, forse non ricorderete che questa boy band (composta da Anthony, Simon, Duncan e - il mio preferito - Lee) avevano inspiegabilmente un gran seguito. Beh, non tanto inspiegabilmente... li amavamo, ma non per le capacità canore. Quell'anno ci incantavano con la loro All Rise. Contemporaneamente, non riuscivamo a toglierci dalla testa la canzone dell'icona pop Kylie Minogue Can't Get You Out of My Mind, l'ex spice girl Geri Halliwell cantava It's Raining Men, chiedevamo alle mamme di insegnarci a ballare con Mama insegnami a bailar (ma come sono simpatica), e Kelis lanciava l'iconica Milkshake (che chi ha visto Meangirls sta già canticchiando). In Italia, invece, Neffa ci parlava della sua "signorina" (Io e la mia signorina) e Tizianuccio nostro chiedeva Perdono (perquelchehofattofattoiochiedoscuuuusa).

Durante il duemila un genere molto in voga era il teen pop, che differiva dal pop tradizionale per il fatto che si trattassero tematiche... teen: amori adolescenziali, difficoltà con i genitori, complessi interiori non solo ci tormentavano nella vita quotidiana, ma li ritrovavamo puntualmente anche nelle nostre canzoni preferite. E quale migliore esponente del teen pop se non Avril Lavigne? Dai, ormai anche i sassi conoscono la sua Complicated (oh mamma, sto piangendo solo a pensarci) che uscì proprio nel 2002. Nello stesso anno i Coldplay avevano conquistato tutti con la loro In my place, Christina Aguilera cantava la magnifica Beautiful, ballavamo la bachata con Obsession degli Aventura (chi se la ricorda?) e la nostra estate era "piacevolmente" accompagnata da quello che sarebbe stato IL tormentone estivo per eccellenza: Asereje delle Las Ketchup. In Italia, una giovane Madame cantava come un'ossessa Dimmi come di Alexia.

L'anno 2003, invece, è stato l'anno in cui abbiamo effettivamente notato la magnifica Beyoncé con la sua Crazy in love, gli OutKast ci facevano scatenare con Hey Yah!, gli Evanescence ci trascinavano nella loro Bring me to life e la Spears sculettava (si potrà dire?) a ritmo di Toxic. Anni bui, anni bui davvero. Gli Eiffel 65 spopolavano con la loro Viaggia insieme a me (che credo sia una delle loro canzoni più imbarazzanti, ma solo perché ho lo slancio romantico di un orso bruno affamato) e nelle discoteche era sempre Halloween con La danza delle streghe di Gabry Ponte; Paolo Meneguzzi (ma qualcuno se lo ricorda ancora?) cantava Verofalso e tutte le ragazze di nome "Giulia" si sentivano apprezzate con Dedicato a te delle Vibrazioni, gruppo che io adoravo ai tempi.

Nel duemila le canzoni "dance" ottenevano enormi successi, anche grazie alle varie Hit Mania Qualcosa Estate: basti pensare a Super (dal testo "impegnativo") di Gigi d'Agostino o a Up & Down (che era uscita addirittura nel 1999), che ancora adesso ricordiamo benissimo. Ma questa non sarebbe un ricordo della musica anni duemila degno di nota, se non parlassi della perla dance del 2004 che aveva cercato (inutilmente, aggiungerei) di insegnarci il rumeno. E già vedo i miei coetanei sparare scintille, perché parlo proprio di Dragostea din tei di Haiducii. Pensare, in realtà, questa sia una cover della canzone degli O-Zone... Insomma nel 2004 tutti e dico TUTTI cantavano "Vrei să pleci dar nu mă, nu mă iei/ Nu mă, nu mă iei, nu mă, nu mă, nu mă iei" (e sì, ho cercato il testo per non scrivere cacchiate... ma si legge così). Sempre nel 2004 un'altra canzone di Gabry Ponte ci tormentava, Geordie (ovvero la versione tamarra o disco di quella di De Andrè). Menomale che ci stava Max Pezzali, che ormai aveva lasciato alle spalle gli 883, che cantava Lo strano percorso

Il 2005, invece, vedeva rock band italiche che destavano stupore, scandalo ma anche tanto, tanto ammmore. Ecco così che noi giovani adolescenti disperati cantavamo Cleptomania degli Sugarfree e Tutto è possibile dei Finley, ovvero la "risposta italiana" ai Green Day (che l'anno prima avevano ottenuto un enorme successo con Boulevard of broken dreams e American Idiot). Nello stesso periodo Daniel Pawter cantava Bad day (detta anche "Canzone che ti fa piangere come una fontana"), le Pussycat Dolls ci silenziavano con Don't Cha e i Gorillaz mi facevano innamorare con DARE.

Il 2006 è, almeno per quella buona fetta di italiani a cui piace il calcio, uno degli anni più memorabili di sempre: probabilmente per una sorta di mistica congiunzione astrale, l'Italia vinse i mondiali di calcio e se chiedete a un italiano sopra i vent'anni dove fosse quella sera del 6 luglio, probabilmente potrebbe rispondervi urlando "Po-popoppo-popo-po". Ecco voi non spaventatevi, arretrate con calma e poi scappate a gambe levate, prendendo le dovute distanze. Anche perché ridurre la canzone Seven Nation Army dei White Stripes a uno strillo simile è stato davvero un colpo da parte nostra; tuttavia, questa è diventata una delle più amate e ascoltate in quel periodo, nonostante fosse uscita pochi anni prima, insieme a... no, non voglio dirlo. E va bene, Siamo una squadra fortissimi. Menomale che c'era anche Pink con la sua Stupid Girls e Supermassive Black Hole dei Muse (ah, i Muse... vi ho citato troppo poco).

L'anno successivo, nelle sale cinematografiche del mondo, veniva proiettato Transformers, ma - probabilmente perché trascinata dagli amici - a me ha fatto schi... non mi è piaciuto; l'unica cosa che ho amato è stata la meravigliosa colonna sonora, ovvero What I've Done dei Linkin Park (che dovevo obbligatoriamente inserire), canzone uscita proprio nel 2007. Nello stesso anno, le nostre radio trasmettevano Makes Me Wonder dei Maroon 5, sulle spiagge ballavamo La paranza di Daniele Silvestri e Alicia Keys cantava No One (che, per me, è la canzone che più mi ricorda di quel periodo). Ma non posso ancora lasciare questo anno senza parlare di Pensa di Fabrizio Moro: è vero che questa rubrica è nata solo per ridere e far sospirare i nostalgici, tuttavia devo ricordare questo pezzo per il suo meraviglioso messaggio (chi non lo conosce, vada a rimediare). 

Nel 2008, tra la 4 Minutes di Madonna e Justin-Sonol'unicofamosodeiNSYNC-Timberlake e If I Were a Boy di Beyoncé, esplodeva il fenomeno GAGA: con la sua Poker Face, Lady Gaga aveva cominciato il suo primo vero passo verso la conquista del panorama musicale. La canzone era diventata così popolare da essere diventata un vero e proprio tormento... soprattutto per la mia famiglia, che da quel momento ha dovuto scendere a patti con il mio amore per la Germanotta. Contemporaneamente, anche Katy Perry riscuoteva un gran successo mondiale con la sua I Kissed a Girl (vi sfido a non canticchiarla). Ok, la profondità di questi testi era un po' misera, ma anche loro hanno fatto la storia di quel periodo. Sicuramente, una delle canzoni più apprezzate di quell'anno è stata Viva la vida dei Coldplay, con la sua uooooooh-uoooooooooh

E, infine (o finalmente), arriviamo al 2009. In quell'anno i Black Eyed Peas (che, mea culpa, ho citato troppo poco) cantavano Boom Boom Pow, in discoteca si ballava a ritmo di LaLa Song di Bob Sinclair con la Sugarhill Gang e Robbie Williams proponeva la sua Bodies. Mika spopolava con la sua We are Golden, Alessandra Amoroso (reduce della vittoria ad Amici) con Stupida e e i Muse con Uprising.
 


Insomma, la strada è stata davvero lunga. E sicuramente avrò dimenticato qualcosa... Ma qui potrete intervenire voi: quali sono le canzoni del periodo 2000-2009 che avete amato e che sapete ancora a memoria? 

E, soprattutto, di cosa dovrei parlare nel prossimo numero?

Una zampata sofficiosa, 

madamepadfoot

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