IV
Sentimmo dei forti rumori venire dal corridoio. Ci guardammo in faccia, sorpresi.
-Penso che i nostri genitori abbiano smesso di parlare- disse Mary, ma neppure lei pareva convinta della cosa.
-Oh no, questo è il gioco- disse Lara.
-Il gioco? Io pensavo che fosse un gioco da tavola- esclamò Ambra.
-Ogni anno è un gioco da tavola- disse Sarah, guardando la sorella.
In realtà avevamo già fatto dei giochi in giro per la casa, ma normalmente si trattava solo di una caccia al tesoro o di un nascondino a tema.
Peter si alzò. –Forse è meglio se andiamo avanti noi uomini-
-In realtà deve essere ad andare avanti Mary, la cosa di là sta aspettando lei, visto che ha scelto il corridoio- intervenne Lara.
Mi sentii gelare, non riuscendo a comprendere completamente le sue parole.
Mary scosse leggermente la testa. Dall'espressione che aveva pareva essere terrorizzata dall'idea di uscire dal sottoscala. Sfortunatamente non c'erano molte scelte.
-Su, Mary, hai accettato di giocare- disse Lara, prendendola per il braccio e spingendola con fermezza fuori.
-Voi due state dietro di me- disse Peter rivolto a me e Ambra.
-Credi che stia succedendo qualcosa di pericoloso?- chiese Ambra.
-Non lo so, ma preferisco andare avanti io-
Mary e Lara erano sparite dal mio campo visivo. George e Sarah erano invece dietro di me.
-Non so cos'abbia in mente mia sorella, a volte è proprio strana- stava dicendo a George, come se dovesse giustificarsi di qualcosa.
E poi sentimmo un urlo tremendo: Mary. Mi affrettai a raggiungere il corridoio, superando Peter.
La prima cosa che vidi quando arrivai furono delle strane e grosse macchie sul tappetto rosso che copriva tutto il pavimento, il muro e anche il soffitto. Mary urlava come una folle e Lara, al suo fianco, la tirava indietro.
-Sono ovunque- urlava Mary.
E solo allora capii che non si trattava solamente di macchie nere, no, erano ragni, enormi e pelosi ragni che andavano dappertutto e parevano quasi fissarci. Strinsi i denti e cercai di sopprimere un conato di vomito. Disgusto, ecco cosa provavo, ancora più della paura.
-Ci vuole il fuoco- esclamò Peter –con i ragni funziona sempre-
-Ma da dove arrivano?- chiese Sarah, stretta a George.
-Dobbiamo avvertire i nostri genitori- urlò Ambra.
-Non riusciremo mai ad arrivare al salone- mormorai –non senza rischiare di essere morsi-
-Sono velenosi?- chiese Ambra, gli occhi sgranati.
-Sì- mormorò Mary con terrore –sono delle vedove nere, solo che sono molto più grandi, vi ricordate quando nostro padre ci ha portato da quel suo amico?-
-Certo- disse Sarah –quello che collezionava ragni-
-Una vedova nera per poco non mi ha morsa ed io ho il terrore dei ragni da quel momento- esclamò Mary. Era pallidissima e tremava.
-Non dirmi che è parte del gioco, Lara?- urlò Sarah.
-Io non pensavo che fosse così- mormorò Lara –il negoziante...lui mi ha detto che è un bel gioco, lo acquistano in molti-
-Non serve a nulla discutere adesso- esclamò Peter –dobbiamo uccidere i ragni, o almeno farli allontanare, poi troveremo una soluzione- si girò verso George –usiamo i quadri per allontanarli-
-I quadri?-
-Non vedo altri oggetti-
-Va bene- disse George, seppur poco convinto.
Peter afferrò il ritratto di un'antenata delle gemelle. Una donna altera dal naso aquilino. George prese il quadro che c'era lì vicino, la rappresentazione di un paesaggio di campagna. Poi i due iniziarono a muovere i quadri e riuscirono a colpire alcuni ragni. Inutile dire però che erano troppi, non ce l'avrebbero mai fatta a ucciderli tutti.
-Presto, dobbiamo raggiungere un'altra stanza- urlò Peter.
Mary non si mosse.
Sarah fece qualche timido passo avanti.
-Veloci!- urlò Peter.
E a quel punto ci lanciammo, correndo tra quei piccoli esseri zampettanti che come se non bastasse scendeva dal soffitto appesi alla loro sottile ragnatela. Ne schiacciai alcuni, temendo che qualcuno di essi mi finisse tra i capelli. Al mio fianco potevo vedere Ambra procedere con la testa bassa. Il battito furioso del mio cuore era l'unica cosa che riuscivo a sentire.
-Il salone- urlò Sarah. Correva al suo fianco Lara, pallida come una morta.
-Sì- e Ambra si lanciò contro la porta del salone che si aprì cigolando. Ciò che vedemmo ci lasciò a bocca aperta, privi di parole.
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