Non posso rinunciare a mia figlia

Susanna arrivò a casa. Appena posteggiò, trovò Arturo davanti la porta.

«Tesoro, mi sono preoccupato, ti ho cercato in centrale e non c'eri» disse subito l'uomo.

«Sto bene, sto bene!» rispose con voce stanca. «Entra, devo mangiare necessariamente qualcosa...»

Quando Susanna gli passò accanto per aprire la porta d'ingresso, Arturo tese le braccia come per abbracciarla. Lei lo osservò per un attimo quasi indecisa, sospirò, lo abbracciò freddamente.

Mentre i due entrarono, Arturo le chiese: «Va tutto bene? Che succede? Mi è sembrato strano non trovarti all'aeroporto, abbiamo preso un taxi.»

«Scusami, ma ho avuto veramente troppo da fare.»

Susanna riempì un pentolino con un po' d'acqua e lo adagiò sul fuoco. Quando si voltò verso Arturo si accorse che l'uomo stava osservando la foto di lui e Aurora poggiata sul mobile, il quadretto era senza vetro né cornice. Prese la foto tra le dita e rimase in silenzio a fissarla per qualche secondo.

«Come procedono le indagini?» chiese con un sorriso falso.

«Proseguono! Mangi con me? Faccio giusto un po' di pasta.»

«No, tesoro, Gianna e Pino mi aspettano. Mi fermo in pizzeria da asporto sulla strada del ritorno» spiegò, mentre lasciava andare la foto con uno scatto.

Susanna annuì. «Come sta il mio fratellino?»

«Cresce, non è stato facile spiegargli che è stato adottato perché Gianna non può avere figli. Ma andava detta la verità, ormai comincia a capire ed è importante che sappia. Se lo scoprisse da solo sarebbe peggio.»

«Già... la verità, quella sconosciuta!» sussurrò lei.

«Di che stai parlando, tesoro?» chiese l'uomo avvicinandosi al tavolinetto basso. Si sedette sul divano e le sue iridi caddero sul diario.

Susanna lo osservò e notò la sua espressione stupita nel notare l'agenda.

«Perchè non mi hai detto che conoscevi il Gaspare, né che era il nostro vicino a Catania?»

Arturo si mise in piedi, fissò un'ultima volta quella raccolta di parole, iniziò a camminare verso la porta. «Devo andare, Gianna mi aspetta!»

Susanna con uno scatto gli si parò di fronte. «Certo! Perché io invece la verità non la merito, vero?»

«Credo che tu sia estremamente stanca, questa indagine ti sta stressando, forse è il caso che ti riposi!» concluse cercando di raggiungere la porta.

«Sai che sarò costretta a dire tutto al maresciallo!»

«No, no, mi rovini! Tu non dirai un bel niente!» la pregò.

«Mi dispiace, non posso tenere nascosto ancora per molto la verità, soprattutto che tu lo conoscevi e che mi hai mentito... Cosa hai da nascondere, eh?» domandò con ira.

«Io sono tuo padre e mi devi rispetto!» urlò quando finalmente riuscì a toccare la maniglia.

«Ne sei così sicuro... pa-pà» sillabò quest'ultima parola con tono sarcastico.

L'uomo sbatté la porta dietro di sé, lasciando Susanna, ancora una volta, senza alcuna spiegazione. Ma il suo atteggiamento aveva dimostrato che quell'uomo sapeva ogni cosa e che aveva molto da perdere nel caso in cui la verità fosse uscita fuori.

In silenzio, con uno sguardo perso, quasi apatico, ingerì quel poco di pasta che aveva cucinato, immergendola nella sua salsa di pesto preferita. Non le andò di lavare i piatti, lasciò tutto sul tavolo e si diresse lentamente sul divano. Prese il diario e passò la mano sulla copertina, una carezza rivolta più alla madre, che all'oggetto in sé.

Sto malissimo. Non scrivo da più di un mese. Sono successe così tante cose che non so da dove iniziare.
Dopo la storia della lavatrice, Leo è cambiato. Era terribilmente freddo. Dopo qualche giorno ho incrociato Rossella al mercato. Le ho chiesto come stavano e mi sono resa conto che era evasiva. Mi ha solo detto che quel pomeriggio Leo sarebbe partito. Mi è cascato il mondo addosso scoprire che stava andando a Mazara e che non me lo aveva detto. Continuavo a chiedermi il perché. Avrei tanto voluto potergli parlare. Era consapevole che i miei sarebbero stati lì solo per il periodo estivo e quindi non avrei potuto sfruttare quella scusa in altre occasioni. 
Sono stata qualche ora a rimuginare su questa cosa, fin quando è rientrato Arturo.
Mentre cenavamo mi ha chiesto come stava mia madre e l'idea mi è venuta come in un lampo. "Non bene, sai la sua solita cervicale" gli ho risposto. "Quasi quasi stavo pensando di andare a Mazara qualche giorno per starle vicino".

Arturo ha subito risposto che era il minimo che potessi fare e che era giusto raggiungere i miei. Mi sono sentita subito più leggera, con un peso in meno. Avrei avuto anche molto più tempo quella volta. 
L'indomani mattina ho fatto una piccola valigia e ho preso la macchina per raggiungere Mazara. Durante tutto il tragitto tremavo all'idea di vederlo. Non sapevo come avrebbe reagito una volta arrivata lì. Era chiaro che non volesse stare con me, ma a quel punto volevo sapere che cosa era successo.
Quando sono entrata nell'hotel la proprietaria mi ha fatto segno di entrare. Mi ha accolta con il suo solito sorriso dolce. Pina comincia proprio a piacermi.
Mi ha dato le chiavi e quindi sono riuscita a entrare nella stanza. Temevo di trovarlo con un'altra. Lui era seduto sul letto. Ha alzato le sue iridi verso di me. È rimasto scioccato dal vedermi lì. Io ero con le lacrime agli occhi. Tentavo di parlare, di fargli domande, ma dalla mia bocca uscivano solo sibili e singhiozzi.
Si è alzato con uno scatto e mi ha abbracciata.
Sentire il suo profumo addosso mi ha fatto stare meglio. E finalmente sono riuscita a chiedergli solo un "Perché?"

Le mie sensazioni non erano sbagliate.
Era successo qualcosa tra lui e Rossella. "Sono innamorato di te, Aurora, non riesco nemmeno a fare l'amore con lei. Si è avvicinata quella sera, voleva stare con me, ma io non ci sono riuscito. Ha reagito veramente male, fino al punto che non sono riuscito più a trattenermi e gli ho detto che voglio il divorzio. Mi ha chiesto se ho qualcun'altra. Ovviamente ho negato. Ma la verità è che voglio quel maledetto divorzio già da molto prima di stare con te. Non siamo felici da molto tempo. Lei è una donna meravigliosa, ma a volte non capisco se mi ama o se mi vede solo come un suo oggetto. Quando le ho detto che voglio il divorzio mi ha risposto che me lo avrebbe concesso, ma che avrei dovuto dire addio a Lorena perché non me l'avrebbe mai più fatta vedere. Non posso rinunciare a mia figlia, nemmeno per l'amore che provo per te."
Quando mi ha raccontato tutta quella storia non sono riuscita a fare altro che abbracciarlo... per ore... in assoluto silenzio.













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