I media

Poco prima delle nove del mattino, il campanello della porta suonò.

Susanna si era addormentata nelle mattinate per leggere il diario della madre, e a quell'ora ancora dormiva. Quando qualcuno suonò di nuovo e con insistenza, la donna si alzò con un balzo, cercando qualcosa di consono da indossare. Il vestitino a fiori era quello sempre adagiato sulla poltrona. Nel momento in cui si mise in piedi, la testa iniziò a girare. Ormai accadeva troppo di frequente. Vero era anche che mangiava a stento e questo poteva essere l'unico motivo plausibile che le portasse quegli scompensi. Aprì la porta.

«Giorgio, Stefano... che ci fate qui?» chiese stupita.

«Ispettore, l'abbiamo cercata al telefono, ma ci risulta spento. È importante che venga con noi in centrale» spiegò il più giovane.

«In fretta...» concluse Stefano con aria imbarazzata.

Susanna aggrottò le sopracciglia e iniziò a osservarli con curiosità. Annuì, prese la borsa e li seguì.
In macchina cercò di fare domande, ma i due poliziotti erano visivamente scossi.

Una volta in centrale la accompagnarono nel suo ufficio, dove ad attenderla vi era il maresciallo.

«Si accomodi, Ispettore» disse gesticolando verso una delle sedie che si solito serviva per far sedere gli interrogati.

«Certo, Maresciallo. Mi accomodo subito... nel mio ufficio» rispose sarcastica.

«Mi dispiace aver interrotto il suo permesso, ma ci sono delle questioni urgenti che è meglio lei sappia da me.»

Lo sguardo di Susanna era abbastanza infastidito, tanto da spingere il maresciallo a non indugiare ancora.

«Sono stato informato di un test del DNA sulla vittima che non avevo richiesto. Nonostante la sua amica avesse detto espressamente di essere contattata, lei e soltanto lei, per il risultato, una voce mi è comunque arrivata. E purtroppo non solo a me. La fuga di notizia è una piaga che noi inquirenti non amiamo, lo sappiamo tutti, ma in questo caso è stato un bene che lo scoprissi per primo. Ho chiesto alla stampa, ai fini delle indagini, di non rendere noto il risultato. Non subito, ma non so quanto attenderanno!»

«So bene che il Gaspare è mio padre, Maresciallo!» disse quasi indifferente alle parole dell'uomo.

«E quante altre cose sa che non mi ha detto, Ispettore?»

«Che mia madre era l'amante della vittima, che sono in possesso di un diario scritto da lei in cui certi dettagli potrebbero spiegare la morte del Gaspare per esempio...» disse tutto d'un fiato serafica.

«E quando aveva intenzione di dirmelo?»

La donna sospirò.

«Senta, Maresciallo, sto vivendo un momento della mia vita in cui delle verità assolutamente sconvolgenti sono uscite fuori. Su quel diario ci sono delle parole che anche lei deve conoscere, soprattutto che riguardano mio pa... beh, Arturo. Farò delle fotocopie per riuscire a leggere le ultime pagine che mi restano e consegnerò a lei l'originale. So perfettamente che non potrò più seguire il caso. Farò tutto ciò che serve per aiutarvi nelle indagini come persona informata sui fatti.»

L'uomo annuì più volte, soddisfatto.

«Da questo momento il caso sarà nelle mani dei carabinieri. Spero di riuscire a tardare le notizie che la stampa ha già tra le mani, ma non le assicuro nulla.»

L'ispettore si mise in piedi per andare via.

«Aspetti, c'è un'altra questione...»

Susanna attese.

«Suo pa... il dottor Arena... sa dove può trovarsi?»

La donna corrugò la fronte, stupita, confusa. «Beh, se non è al lavoro sarà a casa...»

«No!» rispose prendendo in mano il suo telefono. «Mi hanno appena comunicato che dal lavoro manca da due giorni e da casa pure, alla moglie e ai superiori ha detto che sarebbe stato a un convegno a Roma. Solo che convegni non ce ne sono né a Roma né lì vicino, in questo momento.»

«Non ho idea di dove sia, l'ultima volta che è venuto a trovarmi non ci siamo lasciati con molto affetto. Io vado, le mando il diario con Giorgio.»

L'uomo annuì, poi concluse: «Farò in modo che lei resti aggiornata sulle indagini.»

La donna stentò ad annuire. Fu molto colpita dall'atteggiamento del maresciallo. Era la prima volta che mostrava un po' di umanità, inoltre loro erano sempre stati divisi dal fatto che facessero parte della Polizia l'una e dei Carabinieri l'altro. Era risaputo che le collaborazioni tra le due forze dell'Arma erano quasi impossibile, non solo in tutta Sicilia, ma a maggior ragione a Mazara. Le comunicazioni erano quasi inesistenti e spesso accadeva che si impiegava uno schieramento delle due forze per la stessa ragione, o doppi interrogatori, senza mai un comune accordo. Era questo principalmente l'argomento su cui la stampa spesso marciava. Il rapporto tra i media e gli investigatori si faceva sempre più freddo e diffidente. Non accadeva di raro che un emittente televisiva desse delle informazioni che ancora dovevano restare private, mettendo in allarme le forze dell'ordine, che a quel punto non potevano lavorare bene.

Era una sorta di guerra, la loro: c'erano le indagini legali e investigative e quelle mediatiche. Chi arrivava prima si accaparrava i complimenti. Era una lotta continua anche tra le varie emittenti televisive: una guerra tra tutti e tutto, una gara senza esclusione di colpi, ma a rimetterci in tutto questo erano sempre i familiari delle vittime. E chissà se quell'atto gentile da parte del maresciallo non fosse il risultato di una nuova consapevolezza: che l'ispettore fosse un familiare della vittima.

«Grazie, Maresciallo» disse Susanna con un sorriso.

Uscì dall'ufficio per recarsi di nuovo a casa in compagnia di Giorgio, a cui avrebbe consegnato il diario, dopo aver fatto le fotocopie per lei.

C'era una cosa che il maresciallo aveva detto e su cui non si era per nulla sbagliato: la fuga di notizie era una piaga. Appena uscì dalla centrale una ventina di fotografi e di giornalisti si avventarono su di lei ponendo decine di domande.

«Sapeva già che la vittima era suo padre?»

«Verrà interrogata come testimone?»

«Ha dovuto lasciare il caso?»

Susanna non sapeva ancora che quell'attacco mediatico stava avvenendo in diretta in tutte le emittenti televise d'Italia.

Il titolo era:
"Scoperta shock: il Gaspare era il padre biologico di chi sta indagando sulla sua morte".

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