Prime uscite

Il giorno era arrivato. Una giornata intera lui e Noah. Da soli. Era passato un po' di tempo dal loro primo incontro. I giorni erano volati, trasformandosi in settimane.
Si erano scritti, ogni giorno, ogni sera. La notte no, la notte Dick era fuori a combattere i criminali. Ogni notte rincontrava il White King, ma raramente si trovava in compagnia del King Of Hearts. Ogni volta però quei due lottavano per un po', per poi dileguarsi nelle tenebre. A Dick non dispiaceva incontrarlo. Lo continuava sempre a chiamare "cavaliere". Non sapeva perché lo facesse, ma questo lo divertiva un po'. Il re rendeva la sua lotta contro il crimine di Ghotam un po' meno triste.

Però quel giorno il White King non c'entrava proprio niente, perché sarebbe uscito con Noah. Si preparò con calma. Si dovevano incontrare alle dieci al parco dove si erano visti la prima volta, per il resto non avevano molti piani. Non sapeva l'orario in cui sarebbe tornato. Sperava tardi, perché voleva passare più tempo possibile con il biondino tanto vivace. Dick non parlava molto, ma Noah possedeva abbastanza parole e argomenti per entrambi. Non voleva essere eccessivo nell'abbigliamento. Così indosso un semplice pantalone della tuta, scarpe da ginnastica, felpa blu e giacca nera. Si pettinò un po' i capelli. Poi sgusciò via cercando di non farsi vedere da nessuno. Non per qualcosa, siamo chiari. Solo voleva evitare le mille raccomandazioni.

Arrivò qualche minuto in anticipo, solo un paio. Si guardò un po' intorno, poi lo vide. E...wow. Aveva degli stivaletti di pelle nera, un piccolo tacchetto. Jeans skinny a vita alta, strappati sulla ginocchia. Infine un maglione aderente nero, a collo alto.
Fissava con espressione vuota il suo telefono, ma appena lo vide il viso gli si illuminò.
Gli si avvicinò con un passo lungo. Con gli stivali lo superava di diversi centimetri. Non gli dava eccessivamente fastidio.

"Dick! Sono felice che tu sia qui!" Lo osservò. Non riusciva a stare del tutto fermo. Muoveva una mano, si mordicchiava il labbro... che bambino troppo cresciuto.
"Ci eravamo organizzati, perché non sarei dovuto venire?" Noah scrollò le spalle. Non aveva una vera risposta. Solo che le persone nella sua vita tendevano ad abbandonarlo quando meno se lo aspettava. "Non lo so di preciso. Avevo solo paura. Ma ora tu sei qui ed è tutto più bello!" Gli regalò un sorriso che Dick avrebbe faticato a dimenticare.
"Andiamo?" Gli domandò, invece. "Con piacere."

Camminarono per il parco. Di nuovo, come solo poche settimane prima. Non andarono a scuola, quella volta. Andarono più avanti. Si stavano dirigendo, invece ad un parco divertimenti situato vicino al molo di Ghotam. ".....e poi lei era tutto un -no! Non hai ragione tu, ho ragione io bla bla!- e allora io le ho fatto una sgridata che ricorderà per davvero tanto tempo." Dick rise. Gli piaceva ridere. Soprattutto gli piaceva ridere grazie a Noah. Non poteva sperare in qualcuno di migliore, con cui passare la propria giornata.
"Perché ridi? " "sei buffo, Noah." Il biondo si voltò dall'altra parte. "Grazie, non me lo dicono mai. Preferiscono chiamarmi immaturo."

Dick si irrigidì leggermente. Chi aveva anche solo osato pensare qualcosa del genere riguardo quel ragazzo tanto innocente? "Non ascoltarli. Sei fantastico." Anche lui rise. Una risata leggera, niente di eccessivo, ma rise. Il suono entrò nel cervello di Dick. Lo immagazzinò, sperò di ricordarlo all'infinito. "Anche tu."
Poi fecero il giro di tutto il parco, provarono a vincere dei premi, fecero qualche giostra, pranzarono. "Tu quanti anni hai?"  "Ventidue. Perché?"  "Tanto per saperlo. Io ventiquattro" 

Si divertirono a restare sul molo, le gambe sospese nel vuoto. Si sentiva lo schiamazzare dei bambini. Le risate dei ragazzi.
"Dick. Dick. Dick. La senti?" Noah aveva la testa appoggiata sulla spalla del corvino.
"Cosa?" Sussurravano, perché se l'avessero detto ad un volume normale sarebbe sembrato meno vero. "La felicità." Aspettò qualche secondo. Inspirò, ascoltò.
"Si. Si, la sento ovunque."

La serata, invece, la passarono nel centro di Ghotam. I vari locali notturni erano già aperti e pieni di persone di ogni età. "Ehi, Dick...tu conosci qualche posto? Io non esco spesso, quindi...." lasciò la frase in sospeso, lasciandola arieggiare all'interno della conversazione. "Si, vieni!" Ovviamente non li conosceva veramente, si era fatto consigliare da Selina e Jason. Loro uscivano spesso la sera.
-Angel Bar- Era questo il nome del locale in cui passarono la serata.

Bevvero. Non eccessivamente, solo un po'. O meglio, fu Dick a bere poco, visto che sapeva che avrebbe dovuto guidare. "Lo reggi bene l'alcol" constatò con una mezza risata. "Eh beh...sono talenti che si hanno dalla nascita!" Risero entrambi. Si stavano divertendo e l'alcool aiutava. "Ehi, Noah! Cosa ci fai da queste parti?" Dick vide il biondo irrigidirsi. Quella persona che si stava avvicinando a loro iniziò subito a non piacergli. "Anch'io esco qualche volta." Quell'uomo lo guardò dall'alto in basso, per poi annuire leggermente. "Vedo che hai compagnia!" Noah gli fece un sorriso smagliante.  Riuscì ad ingannare l'altro, ma non Dick. "A proposito, ora dobbiamo proprio andare"

Il resto della serata andò alla grande. Dicl non chiese a Noah chi fosse quell'uomo. Il biondo non si offrì di dirlo senza un invito. Andò tutto bene.
Il minore riaccompagnò a casa l'altro. Prima di scendere si guardarono negli occhi. Così a lungo che sembrava che fossero incatenati. Non successe niente di che oltre a quello. Entrambi lo avrebbero voluto, ma visto che erano maturi, capirono che era ancora fin troppo presto. "Grazie per la serata, Dick. È stato bello." "Anche per me" Poi scese dalla macchina, salì le scale traballando. Nessuno dei due riusciva a smettere di sorridere.

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