Passeggiata nel bosco

Jewel aveva deciso che avrebbero fatto pausa per quel giorno e anche per quello antecedente. Non sapeva bene che fare; Jack aveva borbottato qualcosa sul "lavare vestiti stranamente sporchi di panna" e "riordinare l'accampamento"; mentre invece Alex era steso nella tenda con lo sguardo perso a fantasticare su chissà cosa. Alla ragazza andava bene riposare, ma sconfinare nell'ozio no! Così afferrò il biondo per un braccio e tiratolo su di peso lo trascinò con sé.
- Vuoi venire a fare una passeggiata con me? - gli chiese, e senza aspettare la risposta lo mollò e si avviò a passo deciso per il sentiero che né il ghiaccio né la neve avevano ricoperto. Il ragazzo fece uno scatto per non restare indietro:
- Aspettami! - esclamò. La cavallerizza si voltò appena, con un sorrisetto sghembo sul viso. Ripresero a camminare fianco a fianco, in silenzio, e con le mani che si sfioravano. Il sole quel giorno era particolarmente caldo, ma donava al paesaggio un colore arancio che più si addiceva ad un tramonto che al primo pomeriggio. Entrambi udirono un fruscio provenire da un cespuglio, e Jewel sguainò il pugnale che si era portata per sicurezza, mettendosi davanti ad Alex:
- Non sono io che dovrei proteggerti? - domandò sconsolato.
- Non vedo come potresti, in questo momento - ribatté lanciandogli un'occhiatina di soppiatto. Dal cespuglio sbucò un coniglietto bianco, era un esemplare giovane, si confondeva nella neve.
- Oh Alex, ma è... adorabile! - esclamò la ragazza intenerita, rimettendo l'arma a posto.
- È... proprio carino - commentò il ragazzo.
- Non quanto te...
Jewel sorrise lasciandogli un bacio sulla guancia.
- Lo vorresti? - le chiese dolcemente.
- Sì ma... non possiamo prenderlo! Non sarebbe giusto, è questa la sua casa... - la cavallerizza guardò il batuffolo candido con desiderio.
- Non ti preoccupare, quando torneremo a casa... te ne prenderò uno domestico - ribatté abbracciandola lentamente. "Se mai torneremo a casa" pensò con una punta di tristezza.
- Non penso di averne bisogno... ho già il mio coniglietto - esclamò avvolgendo le braccia alle sue.
- Hai ragione... ora andiamo però, non vorrei che Jack ci uccidesse se facciamo tardi - il ragazzo ridacchiò, sorridendo a metà fra il serio e il divertito.
- Vediamo se riesci a prendermi! - Jewel gli sgusciò dalle braccia e si mise a correre:
- Attenzione! Non correre, è pericoloso! - le gridò, ma lei non lo sentì. Si lanciò al suo inseguimento e ciò che le aveva detto diventò realtà: slittò sulla neve, inciampando in un sassolino. Stava per volare oltre un grosso cespuglio verde scuro, quando il ragazzo l'afferrò per un braccio con l'intento di tirarla a sé, ma nell'impeto della corsa venne trascinato insieme a Jewel oltre il cespuglio. L'abbracciò per ridurre l'impatto della sua schiena col terreno.
- Jewel! Te l'avevo detto che era pericoloso! - la rimproverò quasi arrabbiato.
- Non ti ho sentito - ribatté, testarda.
- Alex? - lo chiamò, ma lui la stava fissando senza vederla davvero.
- Alex? Puoi toglierti ora, sto bene - riprovò. Il ragazzo la fissò quasi con un'espressione da posseduto. Appoggiò le mani sul terreno, flettendo i gomiti. Poi le diede un bacio appassionato.
- ...? - lei rimase immobile, mentre il biondo si lanciò in una serie di baci famelici.
- Togliti - gli ordinò con fermezza, a disagio. Sentì la mano fredda del ragazzo scivolarle sotto la maglietta:
- ALEXANDER! - sbottò, tirandosi su di scatto e appioppandogli uno schiaffo in pieno volto. Il ragazzo si spostò, scuro in volto, massaggiandosi la parte offesa, dove ancora si notava il segno delle cinque dita. Si rialzarono. Jewel si spolverò i pantaloni, senza guardarlo. Non ci poteva credere! Ma che gli passava per la testa a quel ragazzo?! Scosse la testa, mentre si avviavano verso l'accampamento. Jack stava venendo verso di loro con aria ansiosa e preoccupata: aprì la bocca per sgridarli, poi notò lo sguardo sfuggente della ragazza che solo guardandolo gli disse "non è il momento". Lanciò un'occhiata interrogativa a Jewel, guardando Alex che ancora si teneva la guancia. Lei scrollò le spalle, e Jack non commentò.

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