8
~Stella~
No, non poteva essere!
Mi rifiutavo.
Il mio corpo è scosso da tremori convulsi.
Mi alzo e mi fisso allo specchio.
Mi vedo sporca, stupida. Che cosa credevo di fare? Lo specchio si distorce e vedo una mano nero avvolgermi, mi sento soffocare, il cuore mi pompa come un treno in corsa, le gambe cedono a questo attacco e mi sento debole. Mi affloscio sul pavimento a rallentatore, come se una forza mi tenesse a sé.
Non sono normale.
Io sono il male.
Non mi posso arrendere, lui vuole questo, sottomettermi.
Mi rialzo con una luce di fuoco negli occhi e faccio un gesto repentino, spacco il vetro con una un pugno, dove lo vedo inclinarsi e creparsi, ciò che riscontro è il vuoto nell'anima. Una me dormiente si risveglia e ride come una folle.
Chi sono realmente?
~Axel~
-Axel che cosa è successo?
Ho mia madre davanti a me, il suo sguardo mi sta interrogando e poi è furiosa.
Ha le me mani sui fianchi dove mostra il suo fisico snello e ben proporzionato, non sembra per niente che abbia i suoi quarantacinque anni, e ringiovanita dopo il suo ultimo matrimonio.
-Mamma non rompermi le palle, sto lavorando.- le dico moderando la voce. Anche se vorrei buttare tutto in aria.
-Non me ne frega niente, ragazzino! Adesso rispondi a me. -afferma. Ha I capelli in perfetto ordinò con il suo solito cignon ben stretto, un tallieur bianco latte e la collana dorata che suo marito le ha regalato con la nascita di Emily.
Si sta alterando e non ne la sola, mi alzo dalla mia postazione e butto in aria fogli e cose che mi vengono in mano.
È arrivata come una furia nel mio ufficio, con l'aria da regina e ha voluto spiegazioni sul fatto dell'altra sera. Ha un occhio molto attento e percepisce le cose prima di tutti, lei ed Oliver vanno d'amore e d'accordo.
-Non so che cosa stai parlando.- parlo cercando di respirare. Ma ricordare ciò che ho commesso ieri sera mi viene di gridare e sparire. E stata una notte difficile dove ho visto gli spettri del mio passato e i traumi che mi porto dietro. Ho pianto come un bambino ed Oliver e rimasto accanto per tutto il tempo.
Mi sento straziato da questo cambiando che sta venendo dentro di me, prima con quella donna nel sogno e poi con Stella che mette tutto in discussione.
-Stella! Stamattina mi ha chiamato e mi ha detto che si vuole licenziare. Ieri sera sei sparito con lei e poi sei rimasto con Oliver. Ti conosco come le mie tasche, e so per certo che è successo qualcosa.
I suoi occhi erano di ghiaccio,mi stava accusando.
-Abbiamo litigato.- confesso, ma non mi sento libero, anzi mi stringe la gola.
Una sensazione che mi mette in allerta.
-Come no! Quella ragazza ha pianto tutta la notte…Che cosa le hai fatto?
Adesso non era più una domanda ma più una affermazione concreta. Se solo sapesse! Mi ripudierebbe come figlio.
Mi giro e fisso la libreria alle mie spalle.
Parlare di quell'atto primitivo e di quella vendetta finita male, la ucciderebbe, le provocherebbe solo frustrazione e ferite del passato ancora aperte.
-Axel?
-Smettila mamma! Sto già sui carboni ardenti e tu non mi aiuti. Sì ho fatto qualcosa, ma questo non le permette di prendere certe libertà con me.
La stanza rimane in silenzio, mi volto e la guardo, occhi uguali, specchi di anima distrutti da un passato sofferente.
-Tua sorella l'adora. Non farle questo.- dice, il suo tono di voce si abbassa-
So chi sei, non è un incarico facile, ma per favore non annegare il tuo dolore su chi non ha colpe.
-Che cazzo dici?
-Riportata indietro.- sentenzia come se fosse una cosa semplice. Si volta e se ne va come e venuta, sbattendo la porta.
-Cazzo!- urlo la mia frustrazione.
Poco dopo entra Oliver e mi vede seduto sulla sedia con le mani in testa. Mi appoggia la sua mano sulla spalla come segno di supporto.
-Ti aiuto io.
-Credo di essere caduto veramente in basso.
-C'è sempre una soluzione, basta vederla.- mi sorride.
È troppo ottimista, invece io penso che sia fuorché che facile.
Le guerriere non si fanno fumare facilmente.
◇◇◇
~Stella~
Mi sento male.
Ho la testa che mi scoppia, un ronzio insistente mi pervade alle orecchie. Più cerco di farlo cessare e più si intensifica.
Intorno a me vedo solo buio, il male mi sta divorando.
No, vi prego!
Delle mani insanguinate mi soffocano, mi bruciano l'anima.
Grido, ma dalla mia gola non esce nessua sillaba.
Qualcosa mi fa sbattere su qualcosa di duro che mi provoca ancora di più vertigini. Un fiotto di bile mi sale dalla gola, devo vomitare.
Il corpo è pesante e tremante. Delle emozioni pesanti mi opprimono la cassa toracica, come se ci fosse un peso sopra di me.
Un formicolio devastante mi sale dai piedi fino alle cosce, facendole diventare d'acciaio.
Ho paura.
È come se fossi lì e non.
All'improvviso mi ritrovo in un luogo sconosciuto, l'ultima cosa che percepisco è un clacson ed una luce di qualche vettura venirmi addosso.
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