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~Axel~

Il boato del colpo di pistola rimbomba nella camera blindata, seguito dall'urlo di quel bastardo di Marchese. Uomo appiccicoso, sudicio, in quel completo scomposto, con la cerniera ancora abbassata dopo averlo trovato in compagnia di una prostituta, mentre si dava da fare per i suoi comodi. Ha il volto sudato, le pupille dilatate dalla paura, e il mio ego gode di questa sinfonia. Rimodulo la domanda e lo vedo stringere i denti, con la vena del collo che pulsa.

Credeva che non venissi a sapere del suo trucco? Ho spie ovunque.

- Allora, devo mirare a qualche parte del corpo per avere una risposta? - domando, mirando questa volta alla gamba. Urla come un ossesso, la saliva esce a fiotti dalla sua bocca e si piega per tamponarla.

- Io non me lo ricordo.- balbetta.

-Ma davvero?

Un altro colpo lo colpisce alla spalla, facendolo cadere dalla sedia e sbattere la testa contro il muro.

- Non ti metterei mai, boss.

Mi avvicino e lo afferro per la cravatta, come per strangolarlo. Gli occhi gli si iniettano di sangue.

- Oliver, mi elenchi ciò che ha commesso quest'uomo? - dico, poi mi volto verso di lui.

Mi guarda con un sorriso, capendo dove voglio parare e prende il telefono.

- Truffa aggravata al nostro reparto finanziario. Un uccellino mi ha riferito che lei fa affari non prestabiliti con altre bande. Ha anche incassato una retribuzione sostanziale da un ente privato per un riciclaggio di contanti e, infine, ha manomesso le slot per ricavare il suo fatturato. E, meno importante, ha calpestato una legge sacra. - sussurra, abbassando il tono di voce, giungendo alla fine.

-Ha picchiato un bambino. - sentenzio, prendendo la mua calibro 44 e facendo fuoco.

Urlo agghiacciante lo fa dimenare come un pazzo, tenendo premuto il suo pisello che ha un squarcio.

-Sai benissimo che i bambini non si toccano.- dico, per prenderlo a calci.

-Quel bastardo mi aveva preso il portafoglio, doveva avere una punizione.

Non vedo più e lo colpisco ovunque fino a che lo riduco in pottiglia.

Lascio quella stanza ordinando ai miei uomini di torturarlo finché non morirà e mi rifugio nella mia stanza.

L'acqua scorre sul mio corpo e appoggiò la testa sulle piastrelle chiare.

-"Papà perdonami, non lo farò più.- supplicavo, invece mi colpiva sempre più. "

-"Sei una femminuccia che sa solo piangere, siete patetici!"

Quel flash mette fine alla mia doccia ed esco.

Se fosse davanti a me lo ucciderei con queste mani, purtroppo la vendetta deve essere lenta, quel lurido verme si è nascosto bene, ma lo troverò e sarà la sua fine.

Il letto mi accoglie tra le sue braccia e mi addormento.

La stanza è buia, l'aria irrespirabile.

Cerco una traccia di visibilità, ma mi trovo schiacciato da un corpo, sicuramente femminile, avverto la rotondità del seno ed è nudo?

Tento di muovermi, ma lei ha completamente la padronanza della situazione. Avverto il suo respiro sui miei attributi. I suoi capelli mi fanno il solletico, strisciando fino ad arrivare sotto l'inguine e la sento respirare con forza, come se fosse in tensione. La sento fremere, un mix di paura e lussuria che la stanno travolgendo.

Le sue labbra sono come lava e acchiappano il mio membro, ringhio di frustrazione e di peccato. Le sue mani mi tengono i testicoli, mentre la sua voglia si fa largo dentro il mio essere, allungando quella dannata lingua su tutta la lunghezza del mio amico. Lo gusta con brama per poi farlo suo, la sua bocca mi sovrasta e inizia a fare dei movimenti circolari sulla punta aumentando il fuoco, quando il ritmo è senza ritorno, me lo succhia con forza e vedo le stelle e infine per colpo finale me lo morde. Urlo come un pazzo venendo come non mai, tento di riprendere controllo della situazione, ma lei mi prende le mani e li confina sulla testa...Questa donna ha un potere unico, perché non è mai successo che mi lascio dominare.

La vibrazione del cellulare mi fa aprire un occhio, ho la sensazione di essere stato colpito da un treno in corsa. Il cielo è chiaro e la sveglia segna le otto del mattino.

-Buongiorno, principino. -mi canzona Oliver.

-È mattino e ci sono 10 gradi fuori, la colazione è pronta.

Non rispondo e chiudo la chiamata, mi butto nuovamente a letto, tuttavia il mio membro se ne sta bello dritto. 'Perfetto!" Non c'è bastato la notte bollente, anche se nella realtà non è stato soddisfatto.

-Chissà se lei ha i miei stessi effetti? Tutta bagnata e vogliosa. - dico, scendendo dal letto,-ben ti sta!

-Oh, sei sexy! - mi urla, Oliver. I suoi occhi si trasformano in due cuoricini e batte le mani come un idiota. -Dai, fatti vedere.

Tenta di prendermi, ma lo fucilo con gli occhi.

Stasera si esce, un mio pub si terrà un ballo in maschera e ci saranno tante belle pollastrelle in cui mi posso sfogare.

Il mio ruolo è incognito, tuttavia sono il boss e nessuno uscirà dal mio mirino.

-Questo abito ti calza a pennello. -squittisce, per poi allungarmi la giacca e affiancando nel suo vestito da dottore del 700.

Il locale è situato al centro di New York, le sue porte larghe e possenti fanno da cornice alle strutture più vecchie dell'isolato. La struttura è lontana dalla città e non ci sono abitazioni per metri, tranne ristori e altre attività. La mia auto si ferma proprio davanti e una folla lunghissima si staglia per l'entrata, molti di loro sono senza l'invito.

Oliver mi apre la portiere e la prima cosa che rivelo del mio costume e un bastone con un cilindro a forma di testa di leone, per poi allungare la gamba per uscire. Delle urla di femmine mi rompono i timpani, oche senza cervello, ma sono buone per una notte di fuoco. Per avermi, si donano al diavolo in persona. Rido, questa notte nessuno saprà nulla.

Ci fanno passare ed entriamo nel nucleo della sala, dove ballerine con dei mini e trasparenti vestiti si strisciano sia con pali e agli uomini. Una di loro si avvicina ad Oliver, mostrando un trucco pesante sotto quella maschera, ma il mio amico la allontana.

-Tanta carne fresca per stanotte.- gli dico e lui alza gli occhi al cielo, per lui sarà solo una condanna.

-Vedi di non combinare danni.- mi ammonisce, facendomi ricordare l'ultimo episodio.

-Stai tranquillo. Mi comporterò come un agnellino.

-Come no. Ti conosco.

-Divertiti, Oliver. Non è a caso che questa sera puoi essere ciò che sei.

-"Alterego." Che fantasia, ma mi piace. - mi sorride e mi lascia solo per poi tuffarsi nella pista.

Mi siedo e ordino da bere, mentre i miei uomini si distribuiscono nel locare come ombre furtive. Una donna vestita da infermiera seyx si avvicina a me con toni sensuali e tenta di baciarmi, ma la scosto, ritorna alla carica e mi permette di toccarla, le sorrido e si siede sulle mie gambe. Ci baciamo e le tocco le cosce e la sento vogliosa delle mie attenzioni. Si dimena sotto di me, le palpo il seno e lo torturo con violenza, mentre mi saltella sopra.

-Posso?- mi chiede con occhi avidi, abbassa la zip dei pantaloni sento la sua lingua in tutta la mia lunghezza. La sento sospirare, intanto le ho spostato il perizoma e infilato due dita nella sua femminilità, nessuno ci può vedere, il prive è privato. La ragazza ha i capelli rossi in disordine e le labbra unte del mio sapore, la prendo dai fianchi e la posiziono per completare il rapporto fino a che un brivido infuocato mi invade da capo a terra.

-Levati.

-Ma...-inizia a balbettare, tenta di riprendermi, ma i miei uomini la fermano e la trascinano via. Dal palchetto noto qualcosa di strano di sotto, il vetro mi da la possibilità di vedere tutto o quasi il locale.

Una donna in uniforme fa il suo ingresso, il suo abito la mette in evidenza come una dea scesa in terra. Il vestito formato da più pezzi la copre come una seconda pelle, gli stivali alti incorniciano le sue lunghe gambe, indossa una maschera dorata come i grigori dell'abito.

Ha una carica di sensualità che paralizza ogni uomo che la vede, la voglio.

Prendo il telefono: -voglio quella donna!

La vedo sparire dietro l'angolo.

Dopo dieci minuti vengo contattato dal proprietario e mi riferisce che la donna non si trova.

-COME NON SI TROVA? È una fottuta donna! Se non la trovo qui tra dieci minuti, sarai morto!

-Si, boss!

Il mio sguardo si posa nuovamente fuori dal vetro e noto tutti gli uomini cercarla. Forse mi sono fatto degli allucinogeni?

Scendo e la cerco ovunque anche nei bagni, ma di lei nessuna traccia. Oliver mi vieni incontro e nota il mio stato.

-Stai impazzendo per la bella che si è presentata poco fa?

Mi volto verso di lui e lo prendo dalla giacca.

-Dove andata?

- Calmati, amico. Era una bella gnocca, gli uomini la guardavano come affamati.

-Chi osa toccarla e si ritroverà con un cazzo in meno!

-Eh, già sei preso. Peccato che sia scomparsa.

-Dove l'hai vista?

-Si stava dirigendo verso la stanza nera.- dice sorridendomi per poi toccarmi il sedere appena lo lascio andare.

"La stanza nera? Bastarda di una donna! È in trappola." Rido perfido.

Questo pub ha due stanze singolari: la stanza rossa per il sesso violento e quella nera per incontri sconosciuti, nessuno sai chi sei.

Apro la porta e c'è solo il buio più assoluto.

Non si vede nemmeno ad un palmo del naso. Vado a sbattere su una sedia, ma la scosto di mala voglia, facendo un fracasso.

La musica in questa stanza è inesistente. Il cuore mi pompa nelle orecchie, fino a che un nuovo suono si fa strada nella stanza. Sembra che proviene da un corridoio, ma non c'è ne. E solo una stanza normale, però al buio. Rimango fermo con le orecchie aperte, quando una mano guantata mi sfiora il petto.

Scosto violentemente la mano, ma mi ritrovo una lama che preme sulla guancia. Questo individuo è armato, e mi maledico per non averla fatta controllare.

Chiunque può tentare alla mia vita in questo buio.

-Violento?

Esce una voce serrafina e strana, ma non riesco a captare altre note.

-Peccato per te che io non sono come le altre.

E in attimo mi ritrovo al muro e schiacciato dal suo corpo sensuale.

Un flash e un brivido freddo mi cosparge in tutto il corpo, è lei.

-Chi sei?-domando, sento il suo cuore pompare sangue, le sue mani emanano un calore travolgente anche con indosso dei guanti.

-La tua maledizione.- mi sussurra all'orecchio, facendomi gemere come un adolescente. Tento di liberarmi da quella stretta, come nel sogno mi sento impotente, chi è questa donna e perché mi fa stare fermo davanti ai suoi piedi? Se solo potessi guardarla.

Il suo respiro sa di vaniglia e menta, le sue labbra mi sfiorano con calma ed io mi lascio andare a questo momento unico e crudo.

La sento trattenersi, però il suo calore è aumentato e questo è causato da me, si sta eccitando e non è la sola.

Rimane in attesa, mi sento stordito, il suo profumo mi inebria.

Tutto il mio mondo si capovolge appena sussurra:

-Baciami.

Tale ordine mi fa prendere le redini di quel gioco e in un nanosecondo la stringo tra le mie braccia e l'avvolgo la sua bocca con la mia.

Le energie che scaturiscono da quel contatto fa scoppiare il mio cervello in tanti fuochi d'artificio, una scarica potente mi travolge come un fulmine caduto dal cielo.

Le nostre lingue si rincorrono, fanno l'amore e si allontanano per esplorare l'altro.

Il suo corpo è più piccolo del mio, ma nel contempo ci equilibriamo. Lei è il fuoco ed io lava. Cerco di capire che tipo di donna è, anche se sono davvero preso da tutte le sensazioni che mi circolano nelle vene.

Ha un seno prosperoso e morbido, dei fianchi pronunciati. Tento di andare oltre, ma una ginocchiata mi soffoca un grido che viene scambiato per un gemito.

-Non ti permettere. - dice offesa, dalle mie mano lunghe.

-Era solo per conoscerti.- mi scuso.

Le prendo il viso, però viene mascherato dalla maschera o dai filamenti che la ornano e ritrovo quelle labbra, sento la piega sotto le mie dita, si stanno allungando a mo di sorriso.

Allungo il mio viso e la sfiorò, lei mi lascia fare, "che labbra morbide", fino a che sento i suoi denti sul mio labbro inferiore e morderlo.

-Ehi!

-Con me non si scherza- mi ammonisce.

Sono tutto sudato e voglioso, l'unica cosa che voglio è sbatterla al muro e prenderla, però lei sembra leggermi nel pensiero e mi minaccia.

-Non sono una sgualdrina di una notte.

-Ci divertiremo.

-Il divertimento lo manovro io e tu sei il mio giocattolino.- mi dice, sentendo la sua lingua sulla mia guancia per poi scendere e succhiarmi il pomo di Adamo, con tale frenesia, un lampo mi paralizza e vengo come un idiota.

Striscio al suolo e con il fiato interrotto da quell'orgasmo non programmato.

Proprio in quel momento le luci di emergenza si accendono e come causalità o botta di fortuna vedo il corpo della mia tentatrice," è una dea", il suo sguardo mi inchioda in quello mio e le sue iride viola, sicuramente artificiali mi piomba il fuoco dell'inferno.

-Cercami.

E come un fantasma svanisce dalla mia visuale, sentendo l'eco dei suoi stivali che si fanno sempre più lontano.











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