Capitolo 24

Hart e Sascha erano lontani dalla cittadina abbandonata. Si erano lasciati dietro molti cadaveri, sia di nemici che di amici.

In pratica erano gli unici sopravvissuti, tranne, forse, Wilmut, che era scomparso improvvisamente.

L’Inglese guardò Sascha inginocchiato con il capo chinato, fisso sul terreno.

Era distrutto, in una notte aveva perso tutto, di nuovo.

“Come può riprendersi una persona dopo tutto questo?”

Non sapeva bene cosa fare, non era molto bravo in queste situazioni, per niente. Una cosa che, forse, avrebbe dovuto imparare tanto tempo prima.

Non era la prima volta per Hart che perdeva degli amici. Era già successo, quando i membri della squadra che capitanava erano andati in una missione senza di lui e morirono misteriosamente.

Gli tornò in mente quel ricordo, anche lì non seppe bene come reagire, oltre al mettersi con la testa nel lavoro.

Sascha era ancora lì immobile.

Strinse i pugni, li strofinò sui pantaloni, e si alzò.

«Credo sia arrivato il momento di andarmene.»

Ad Hart tornarono in mente le parole di Wilmut, secondo le quali, Sascha fosse la chiave per la conclusione della guerra con la sconfitta dei nazisti.

Non poteva affidarsi al bracciale temporale, non poteva affidarsi ai suoi capi, doveva solo contare sulle parole di quello psicopatico nazista.

“Cosa dovrei fare?”

Doveva lasciar andare Sascha col rischio che il passato venisse cambiato con la vittoria dei nazisti?

Qualcosa dentro di lui, una sensazione, gli diceva che non doveva lasciarlo andare.

«Rimanere e combattere.»

Sentì quel sussurro, non capendo se fosse la sua testa, la sua immaginazione o se lo avesse sentito veramente.

«No» disse Hart.

Sascha si voltò verso di lui confuso.

«Non possiamo andarcene così» continuò Hart. «Dobbiamo andare avanti, un’ultima volta. Dobbiamo onorare i nostri compagni caduti. Dobbiamo porre fine a questa guerra, per loro.»

«Ma la guerra sta per finire…» provò a dire Sascha.

«Questo è ciò che sai tu ma… quante cose sono cambiate, quante stranezze hai visto girando per il passato.

«Quanto possono aver cambiato Wilmut e i suoi?» disse energico Hart, provando a convincere il velocista. «C’è il serio rischio che i nazisti possano vincere la guerra. Se ciò fosse vero, i nostri amici sarebbero morti invano e il futuro sarebbe in serio pericolo.»

Sascha calò lo sguardo, doveva ammettere che le probabilità c’erano. Dovette chiedersi cosa sarebbe successo se non ci fosse stato lui a fermare Wilmut, le Wunderwaffen, Rudzica e gli altri cambiamenti?

«Può essere difficile, Sascha, lo so» ora Hart aveva un tono quasi supplichevole. «Ma dobbiamo esserne certi.»

Sascha si voltò verso di lui.

I suoi occhi erano rossi.

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