L'arpia non è mia sorella!
Breve premessa: vorrei precisare che questa storiaNON è MIA, ma di un'autrice di EFP che mi ha dato il permesso di postare la sua opera da EFP a Wattpad. Il suo account su EFP è: midnite_ (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=190397).
Sperando che la storia vi piaccia tanto quanto è piaciuta a me, vi lascio al primo capitolo.
All rights reserved a midnite_ (EFP)
Cover by @herslaugh
L'ARPIA NON È MIA SORELLA!
La notte consiglia,
Non parlare, bisbiglia.
So che per ogni calamità
La calamita blocca la biglia
Oggi mi piglia così
Stanotte proteggimi
Veglia su di me
E se arrivano gli sbirri
Dammi la spinta per correre, più
Più del dovuto.
L'ultima lettera che scrivo
Mi hanno detto
Che la vita non è come un film,
Ma stanotte sono il fuggitivo.
[Il fuggitivo_Salmo]
Animal, Conor Maynard. Era sempre la prima canzone di ogni mio mix. Mi piaceva, mi dava energia e amavo Conor Maynard, non mi importava che Dylan non la apprezzasse. Era una delle mie canzoni preferite e sentivo la necessità di averla nella playlist. Mi guardai intorno, il treno era affollato come sempre, era ora di punta. I passeggeri che stavano tornando a casa dal lavoro erano i miei preferiti, perché mi guardavano come fossi il demonio in persona, la ragazza che uccideva la finezza, il rigore e l'educazione. Erano tutti personaggi eccessivamente annoiati, che guardavano al loro lavoro come unica fonte di progresso e a quello che facevo io come principale fonte di disgrazie e sofferenze. I miei genitori avevano prodotto un cancro della società. Sì, poteva anche essere, ma a me piaceva. Calai la maschera sul viso. Avevo una selezione di cinque o sei maschere con un teschio, che arrivavano solo fino al naso e mi lasciavano scoperta la bocca. Ne avevo in colori e forme diverse e la mia scelta dipendeva da come mi sentivo durante la giornata. Quel giorno, per esempio, avevo messo quella con le gocce di sangue, perché ero consapevole che una volta a casa avrei dovuto sopportare la mia di disgrazia, Cassie. Rabbrividii al solo pensiero, era peggio di un film horror. Sbuffai e mi concentrai su quello che dovevo fare. Nessuno faceva mai caso a me, finché non infilavo quella maschera e mi alzavo dal seggiolino del treno. Quello era il punto di forza delle nostre incursioni. Nessuno alla fine sapeva mai che faccia avessi. Lo stesso valeva per Dylan. Noi eravamo i ragazzi col teschio. L'unica cosa che le persone sapevano dire era che io avevo delle belle labbra, sempre che fossero dei ragazzi a parlare, ovviamente. Grazie a quel teschio ero popolare, era l'unica cosa che mi importava. Dietro quella maschera mi sentivo forte, era quella la mia vita. Sollevai il viso e feci un cenno a Dylan, lui mise in play e Conor Maynard remixato Dubstep cominciò risuonare nel piccolo spazio del vagone. I passeggeri alzarono la testa, lasciando da parte le loro occupazioni. In quella zona del treno c'era un palo, perché le persone ci si attaccassero quando non c'era posto a sedere, ma in quelle particolari occasioni diventava mio. Avevo studiato le coreografie dai film e me la cavavo a ballare. In realtà ero parecchio brava, stando a quello che dicevano i miei fan su youtube. Già, perché noi ragazzi dello scheletro postavamo tutte le nostre bravate su youtube e riscuotevamo anche un discreto successo. Dal primo video ad appena il decimo, si era moltiplicato il nostro seguito ed insieme anche il numero di quelli che ci odiavano, o che ci temevano. Di lì a poco "I fuggitivi" erano diventati "pericolosi" e "dannosi per la società", solo per citare alcuni degli aggettivi usati dai quotidiani locali per degradare l'ennesima delle nostre bravate. Eravamo in 10, tutti studenti della stessa scuola, ma solo una volta avevamo rischiato grosso, per il resto avevamo mantenuto un profilo basso ovunque. Nascevamo di notte. Di giorno eravamo i bravi ragazzi su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Ma quando il sole svaniva diventavamo i migliori, quelli osannati e temuti. Eravamo noi, in tutto e per tutto. Nemmeno due minuti dopo l'inizio della mia esibizione, qualcuno chiamò il controllore. Come previsto, il treno fece tappa alla stazione di turno non appena il controllore giunse al nostro vagone. Presi la mano di Dylan, saltammo giù dal treno e cominciammo a correre. Quello era il momento più eccitante. I passeggeri ci guardavano intimoriti e spaesati, ma comunque incuriositi. Io sorridevo per tutto il tempo della corsa, perché ero contenta di quello che avevamo appena fatto. Non sentivo nemmeno il dolore nelle gambe perché c'era qualcosa che mi spingeva ad andare più del dovuto. Sentivo la libertà correre al mio fianco ed in quei pochi istanti ero felice. Il controllore gridò, ma non appena io e Dylan ci rendemmo conto che aveva gettato la spugna ci fermammo. Togliemmo la maschera e scoppiammo a ridere.
-Fa vedere!- dissi, oltremodo entusiasta, mentre recuperavo il fiato.
-Dai May, domani te lo faccio vedere, ora dobbiamo andare!- Dylan era il mio migliore amico più o meno da quando avevo cominciato a parlare, o forse da quando avevo cominciato a piangere. Era sempre stato il mio compagno di avventure e non potevo chiedere di meglio. Forse perché le nostre idee funzionavano solo grazie al nostro lavoro di squadra. Io ero troppo impulsiva, troppo stupida e testarda, mentre lui era più saggio e misurato e io per fortuna ascoltavo sempre, o quasi, i suoi consigli.
-D'accordo!- sbuffai, contrariata. Sciolsi i capelli e levai la felpa, poi la infilai nello zaino e ne tirai fuori un'altra da indossare, lo stesso fece Dylan. In quel modo eravamo abbastanza sicuri che nessuno ci avrebbe riconosciuti.
-Non ho voglia di vedere Cassie!- mormorai, stringendo il suo braccio, mentre tornavamo a casa. Dylan si sporse a darmi un bacio sulla tempia. Tirai fuori la lingua, divertita. Dylan era la persona che più mi adorava al mondo.
-Dai, vedila così... un giorno tua sorella si accorgerà di me e lascerà in pace te!- disse. Io sbuffai sonoramente.
-Prima di tutto Cassidy non è mia sorella e poi... ti ho già detto che non ti merita! Come fa a piacerti una così?-
-Avanti Maya! Tua sorella è sexy!- esclamò, bloccandosi davanti a casa mia, che distava solo pochi isolati dalla stazione. La maggior parte del percorso lo avevamo fatto di corsa.
-Sì, sì... lo so, ma... vaffanculo! L'arpia non è mia sorella, ci tengo a precisare, di nuovo!- urlai, scandendo bene ogni parola. Mi premeva davvero sottolineare che non ci fosse alcun legame di sangue tra di noi. Salutai Dylan che stava ancora ridendo per la mia reazione e gli feci promettere che il giorno dopo avrebbe postato il video per farmi vedere come avevo ballato. Lui annuì e se ne andò. Mi ero già resa conto che qualcosa non andava quella sera, la musica era troppo alta. Cassie non la ascoltava mai a volume così elevato e inoltre il fatto che non ci fossero mia mamma e suo padre, mi faceva pensare che avesse combinato qualcosa. Cassidy era piombata nella mia vita in uno di quei giorni di primavera che alla mattina si prospettano come meravigliosi, ma sui quali poi si abbatte una catastrofe e si rivelano irrimediabilmente disastrosi. Sì, Cassie era la mia catastrofe. Suo padre, David Parker, aveva sposato mia madre il 28 agosto. Era stato un bel giorno, l'unico in una lunga serie di giorni osceni. David era un tipo a posto, ma troppo influenzato dal carattere egoista e viziato di sua figlia. Cassidy Parker otteneva sempre quello che voleva. Era sufficiente che schioccasse le dita e i suoi desideri diventavano realtà. Oppure le bastava pestare i piedi per terra e piagnucolare. In poco tempo si era impossessata non solo della mia camera, ma anche della mia vita. Mi aveva succhiato tutta la dignità che avevo come una specie di sanguisuga. Mia madre non si azzardava a punirla, perché non era sua figlia e suo padre non alzava mai un dito, perché tutto le era dovuto. E ovviamente la colpa di qualsiasi cosa era sempre solo ed esclusivamente mia. Non mi importava: potevano punirmi come volevano. Lo facevano per colpe che non avevo, perciò, se volevano continuare a farlo, io mi limitavo a dar loro motivi validi per accusarmi. Una settimana prima, per esempio, ero riuscita a strapparle qualche capello. Una volta l'avevo spinta con forza dentro la doccia, facendole pestare l'amato fondoschiena. Secondo me anziché lamentarsi avrebbe dovuto ringraziare di avere un sedere sproporzionatamente grosso che aveva attutito la botta. Mentre solo la mattina stessa, le avevo lasciato cinque dita in faccia e il segno era così evidente che immaginavo avesse dovuto usare più fondotinta del dovuto. Presi un lungo respiro e, una volta spalancata la porta della mia abitazione, mi ritrovai di fronte l'inferno. Tre cose non andavano in quel delirio: prima di tutto solo io potevo scatenare l'inferno, in secondo luogo Cassie non mi aveva chiesto nulla e aveva spudoratamente mentito a mamma e David e, ultima, ma non per importanza, quella era casa mia. Lei non aveva nessun diritto.
-Cassie!- urlai, senza preoccuparmi di tutta quella folla di corpi ammassati nel mio salotto. Lei si presentò in tutta la sua raggiante strafottenza davanti alla porta, infilata in uno striminzito vestito verde acqua, che risaltava perfettamente coi suoi capelli rossi. Vestito era un termine eccessivo, comunque. Le arrivava appena sotto il fondoschiena e anche nella scollatura le lasciava scoperta così tanta pelle da non poter essere definito come tale.
-Che cazzo stai facendo?- chiesi, senza un minimo di tatto. Ero infuriata: aveva organizzato una megafesta in casa mia e la stava distruggendo.
-Rilassati, May!- La fulminai con lo sguardo. Solo Dylan poteva chiamarmi May.
-May un cazzo! E no, non mi rilasso! Mamma e David lo sanno?-
-Dai, non torneranno prima di domani sera, nessuno ci impedisce di dare una festicciola! Domani sistemeremo tutto!- Io risi, con noncuranza.
-È qui che ti sbagli! Tu sistemerai, chiaro? Io non ho intenzione di muovere un dito!- Cassie sbuffò e si sistemò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Avrebbe dato la colpa a me, ma non mi importava nemmeno quella volta. Io non avevo intenzione di sistemare quello che aveva fatto lei.
-Come sei noiosa! Prova a divertirti!-
-Fa quello che ti pare, Cassie! Io me ne vado in camera mia! Non voglio avere niente a che fare coi tuoi amichetti!- Soprattutto non avevo voglia di mischiarmi in quel preciso giro di amichetti. La fama di Cassidy non le derivava esclusivamente dal denaro di suo padre. Sua madre, infatti, lavorava per una tivù locale molto influente, soprattutto tra i ragazzi. Un giorno l'aveva invitata sul set con lei. Non un giorno a caso, ma, precisamente, quando avevano come ospiti i famosissimi One Direction. Lei, che si spacciava per una loro fan, ma che badava più ai loro culi che non ad ascoltarne la musica, ovviamente non si era fatta ripetere l'invito due volte. In quell'occasione aveva conosciuto, o meglio, era letteralmente saltata addosso ad Harry, Harry Styles. Quello riccio e dannatamente sexy, come lo aveva descritto alla sua migliore amica al telefono. Per quel poco che avevo seguito la loro conversazione mi era parso di capire che questo Harry ci era stato. A me personalmente non dispiacevano i One Direction, avevo anche remixato qualche loro canzone, ma mi ero limitata ad ascoltarli e a guardarli di sfuggita, molto di sfuggita, quelle rare volte in cui avevo messo piede in camera di Cassie, ovvero la mia ex amata cameretta, che ora era tappezzata con le loro facce. Per quanto fossero belli, mi pareva una specie di incubo e in ogni caso io non sarei mai riuscita a riconoscerli. Comunque Cassie aveva saputo sfruttare quella sorta di relazione e aveva fatto in modo di vedere spesso quell'Harry e i suoi amici, circondandosi di persone che stavano con lei solo per assicurarsi un pezzetto della sua fama. Le lingue dei suoi presunti amici si attaccavano al culo della mia sorellastra come ventose. Io li consideravo tutti falsi. Sbuffai e salii al piano di sopra. Avrei infilato le cuffie, chiuso la porta a chiave e mi sarei buttata a peso morto sul mio letto. Ero troppo stanca persino per litigare. Mi trascinai dietro lo zaino fino a raggiungere la porta. Uno strano presentimento mi invase non appena appoggiai la mano alla maniglia. Aprii e qualcuno seduto sul mio letto cacciò un urlo, io mi adeguai, di conseguenza.
-Ma che cazzo... chi diavolo sei?- sbottai, mettendo a fuoco e cercando di realizzare chi fosse il ragazzo che si era infiltrato in camera mia. Quella serata diventava sempre più strana.
-Stavo aspettando Cassie! Mi ha detto che mi avrebbe raggiunto in camera sua!- spiegò. Io scoppiai a ridere e lo guardai quasi con compassione.
-Certo... beh... hai sbagliato stanza, la sua è quella di fianco!- spiegai, cercando di restare calma.
-Oh... capisco! Invitata alla festa?- chiese, passandosi una mano tra i capelli, imbarazzato.
-No, proprietaria di questa camera, veramente! Gradirei che tu te ne andassi!- Lui mi guardò scettico, osservandomi dalla testa ai piedi quasi volesse farmi una radiografia. Forse dovevo provare imbarazzo, dal momento che ero infilata in una tuta da ginnastica in pile che era quattro taglie in più del dovuto e che mi faceva sembrare ancora più grossa di quanto non fossi in realtà, ma ero troppo stanca anche per quello.
-Vivi qui? Sei sua sorella?- domandò, logicamente. Alzai gli occhi al cielo, esasperata.
-Sì, lo so! Lei è magra e alta, io sono bassa e grassa. Lei ha i capelli rossi, io biondi. Lei ha gli occhi dolci, io no. Lei è gnocca, io no. Se ancora non l'hai capito... Cassie non è mia sorella, per fortuna! Ah, ancora una cosa... lei non ha cervello, io sì!- sbottai, sull'orlo di una crisi di nervi. Osservai il ragazzo che mi stava di fronte, quasi intimorito. Era alto, ma nella media. Aveva i capelli scuri, perfettamente sistemati in un ciuffo impiastricciato di gel e un orecchino nero, di cattivo gusto per quanto mi riguardava. Però dovevo ammettere che la maglietta bianca con un profondo scollo a "v" gli stava particolarmente bene. Quel ragazzo non era affatto brutto, anzi, era molto attraente. Mi si avvicinò e mi guardò. Quello sguardo mi infastidì un po', era penetrante e quasi inquisitore. Trattenni il respiro per un secondo, inspiegabilmente. Avvertii il forte impulso di sottrarmi ai suoi occhi, come se stessero indebolendo le mie difese. Indietreggiai qualche passo e mi passai la lingua sulle labbra, in un gesto automatico ed involontario, guardandolo dalla testa ai piedi, come aveva fatto lui con me. Lui rise, quasi avesse intuito i miei pensieri. In realtà sarebbe stato difficile capirli, in quel momento avevo il cervello completamente annebbiato.
-Ma... il ragazzo di Cassie non era riccio, con... gli occhi verdi?- biascicai, abbassando lo sguardo. Lui mi sollevò il viso con la mano e fece incontrare di nuovo i nostri occhi. Il suo timore iniziale si sciolse in un sorriso di superiorità, quasi sarcastico. Aprii la bocca per dire qualcosa, come una stupida, ma in realtà dovevo solo riprendere a respirare.
-Ah sì, Harry è il suo ragazzo! Beh, vedi... io non sono esattamente il suo ragazzo- disse, strizzandomi l'occhio destro. Io sobbalzai e mi allontanai, allarmata.
-Dov'è la camera di tua sorella?- chiese quindi, facendo come se non fosse successo nulla. Per lui in effetti non era successo nulla, ma la mia sicurezza si era trasformata in imbarazzo, mentre, contemporaneamente, la sua insicurezza si era trasformata in strafottenza. Lui uscì dalla mia stanza e io gli indicai quella di fianco, senza staccargli gli occhi di dosso. Non ce la facevo, era attraente, terribilmente attraente. Mi salutò con un cenno della mano e io risposi allo stesso modo, senza parlare. Non appena lui scomparve dal mio campo visivo, mi ripresi.
-Cassie non è mia sorella!- urlai, di nuovo. Era un concetto a cui tenevo particolarmente. Anche gli sconosciuti dovevano capirlo. E quel ragazzo di sicuro non era Harry, ma una delle tante vittime della mia sorellastra. Forse non sapeva cosa lo aspettava, una volta che gli artigli dell'arpia lo avessero afferrato. Io di sicuro non lo avrei salvato.
Angolo darkryry
Ed eccovi il primo capitolo. Cosa ne pensate?
La storia è solo all'inizio quindi non mi dilungherò molto, salvo per dirvi che spero vi abbia intrigato tanto quanto era successo a me la prima volta che sono 'incappata' in questa storia :)
Mi dileguo per lasciare a voi il verdetto su questo nuovo inizio :)
A presto!!
Anzi ne approfitto per farvi Tanti Auguri di Buona Pasqua!!! xx
darkryry
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