* * *

Quando Gary aprì la porta, non si aspettava di trovarci dietro Job.

«Hai deciso di tormentarmi?» chiese lo sceriffo di Aurora.

Job gli mostrò la bottiglia. «Offerta di pace», disse.

«Che roba è?»

«Succo di meryw

«Avevo capito che eri al verde.»

«Infatti.»

«E allora come...»

«Mi fai entrare? Comincio a sentirmi come uno di quei Testimoni di Geova.»

Gary si scostò e Job entrò. Roy uscì dalla zona riservata alle celle con una scopa tra le mani e un'aria scocciata.

«Yo, killer», lo salutò Job.

Roy si bloccò e un cipiglio gli spiegazzò la fronte.

«Che sei venuto a fare?» chiese Gary, girando intorno al reverendo.

«A scusarmi», fece Job.

Gary lo fissò. «A scusarti?»

«Eh.»

«Tu?»

«Io.»

«Hai preso una botta in testa?»

Job sorrise e si grattò la testa.

«Scommetto che c'entra qualcosa la tua perpetua», disse Gary.

«In un certo senso... diciamo che mi ha fatto notare che forse ho scelto il momento sbagliato per dire quello che ho detto.»

«Togli il forse

«Okay, senza forse», fece Job. Sollevò la bottiglia e, tenendola per il collo, la agitò. «Facciamo la pace?»

«Per questa volta», disse Gary. Si rivolse a Roy. «Piglia i bicchieri.»

Roy rovistò in un pensile.

«Come hai comprato il meryw se c'hai le tasche bucate?» chiese Gary.

«Quel bacucco mi ha fatto credito», disse Job.

Gary si fece serio. «Ma chi, niukka Carson?»

«Eh.»

«Alto, secco, spennacchiato e sempre incazzato?»

«È lui, sputato.»

«E come l'hai convinto?»

«Gli ho detto di metterlo sul tuo conto.»

«Ma io non ce l'ho un conto», fece Gary.

«Adesso ce l'hai», disse Job con un sorrisetto.

Roy arrivò con tre bicchieri. Job stappò la bottiglia e prese a versare il meryw. Bevvero.

«Questa roba è una droga», fece Job.

«Altroché», disse Gary.

Roy apprezzò in religioso silenzio, leccandosi l'accenno di baffi sulle labbra.

«Di' la verità, l'hai minacciato?» chiese Gary.

«A chi?» fece Job.

«Niukka Carson.»

«Manco l'ho guardato storto.»

«E allora come hai fatto? Quello non farebbe credito al Messiah manco se lo trovasse steso sui gradini del suo portico e mezzo morto di sete.»

«Gli anni passati a predicare mi hanno insegnato a sgamare le debolezze dei cristiani che ho davanti e a usarle a mio vantaggio», disse Job.

Prese un altro sorso di meryw.

«Non serve il seminario per capire la debolezza di niukka Carson», fece Gary. «Ce l'ha sgamata nel nome.»

«Vero, ma serve un bel po' di cazzimma per fare leva sulle debolezze degli altri. E io ho trovato il buco giusto dove infilare la mia leva.»

Gary ridacchiò. «Quindi è così che l'hai convinto? Mostrandogli la tua leva e chiedendogli di infilarla nel suo buco?»

Roy guardava entrambi con un certo sconcerto. Soprattutto Job che, a quanto aveva capito, era un reverendo, anche se il suo linguaggio ricordava più quello usato dagli asesinos. Decise che quella situazione era troppo assurda e si allontanò con una scusa, lasciando sceriffo e reverendo a sfottersi.

«Quindi come l'hai convinto?» stava chiedendo Gary. «La storia del conto aperto non me la bevo.»

«Sono zompato dietro il bancone, ho preso una bottiglia e sono uscito», fece Job.

Gary si passò una mano sulla faccia, poi chiamò: «Roy!»

Il vice, indaffarato a pulire le celle, venne fuori di corsa. Gary si ficcò la mano in tasca, pescò due monete e gli fece cenno di avvicinarsi.

«Portale a niukka Carson. Digli che sono per il meryw che ha preso il reverendo.»

«D'accordo», fece Roy, prendendo le monete.

«E scusati per il... malinteso.»

Il vicesceriffo si avviò all'ingresso, aprì la porta e sentì: «Roy.»

Si voltò con un'espressione da ebete.

«La scopa puoi lasciarla qui», fece Gary.

Roy si rese conto che impugnava ancora la ramazza. La poggiò al muro e uscì.

«Sicuro che abbia tutto a norma ai piani alti?» chiese Job.

«Qualche dubbio ce l'ho», fece Gary. «Nel tuo caso, invece, sono sicuro: sei scemo completo. Che cazzo ti salta in mente di derubare Carson?»

«Mica l'ho derubato. Gli ho detto di metterla sul tuo conto.»

Gary sbuffò e si verso altre tre dita di succo. «Dopo che nasce il bambino te ne vai, vero?» chiese. «Ci sono tante città e tanti sceriffi ai quali puoi rovinare la vita.»

«Ma tu sei il più simpatico», disse Job e si avvicinò tendendo il bicchiere.

Gary glielo riempì, poi alzò il proprio. «Alla tua, rompipalle.»

I bicchieri cozzarono.

«Che il Buon Padre ce la mandi buona», disse Gary. «Perché così com'è, proprio non mi ispira.»

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