* * *

Mentre Abel aspettava, Meadow percorreva il sentiero che il cantonese aveva scoperto il giorno prima. Alla prima biforcazione non ebbe dubbi e prese a sinistra. Se avesse girato a destra, si sarebbe diretto verso l'accampamento dei figli di Baphomet.

Quando si trovò di fronte a un nuovo bivio, si fermò e sedette su una roccia. Si rollò una sigaretta e fumò con crescente nervosismo, sempre fissando il cielo. Un'eternità e alcune sigarette dopo, vide la colonna di fumo bianco stagliarsi contro il nero della notte. Gettò allora la sigaretta appena rollata e si mosse. Il fumo gli indicava dov'era Aurora, ma trovare la strada per arrivarci era tutt'altra cosa. Per grazia del Buon Padre, il senso dell'orientamento non gli faceva difetto. Percorse un lungo sentiero tra due pareti rocciose e ai primi due bivi prese a sinistra. Si accorse poi che il sentiero lo allontanava dalla colonna di fumo, e tornò all'ultimo bivio per prendere a destra. Da lì in poi fece tutte le scelte giuste e memorizzò ogni svolta. Capì di aver imbroccato quando da lontano vide un gruppo di sagome a cavallo. Erano ferme a un bivio, con i cavalli in testa che sbuffavano impazienti. Meadow andò loro incontro.

«Dove cazzo eri finito?» sbottò Vince.

«È una bella serata e mi sono detto: sai cosa? Chissene di quei quattro coglioni che mi aspettano, resto a guardare le stelle», fece Meadow.

Si avvicinò a Deisdre e montò con lei.

«Muoviamoci», disse.

Deisdre passò in testa al gruppo e Meadow le indicò dove dirigersi, poi disse: «Gli incappucciati alle porte della città hanno provato ad avvisare i loro compari.»

«Come?» chiese Deisdre.

«Un piccione. Abel l'ha beccato prima che arrivasse a destinazione.»

«Allora lo sa usare davvero, quel cazzo di affare», disse Vince.

«Pare di sì», fece Meadow. «E se la mira è quella che ho visto, penso che stanotte ci divertiremo.»

Proseguirono in silenzio, con Meadow che segnalava a Deisdre le svolte. Mentre andavano, Meadow si accorse che la Luna era cambiata. Quando Abel aveva ucciso il piccione era una bianca perla butterata. Adesso una foschia rossa ne velava la superficie. Se ne accorsero presto anche gli altri e la scoperta li mise di cattivo umore. Non era il migliore degli auspici. Gli henoed dicevano che la Luna era rossa come l'interno di uno scalpo appena tagliato quando i dinyon vennero fuori dall'Oltre-Terra. Pareva che certi eventi naturali fossero forieri di straordinarie sventure.

Meadow percepì forse qualcosa, un malessere che serpeggiava nell'aria, perché a un certo punto disse: «È solo un po' di foschia. Cercate di non bagnare le mutande e restate concentrati.»

La sparata non servì a placare il timore religioso che serpeggiava negli animi degli asesinos, ma li costrinse a concentrarsi sul lavoro che li attendeva. All'ennesimo bivio, Meadow disse alla truppa di attendere un attimo e a Deisdre di andare in esplorazione.

«Ti sei scordato la svolta?» fece l'asesina.

«Non proprio», disse Meadow.

Deisdre prese il sentiero in penombra, chiuso tra due pareti di roccia pallida, e lo percorse sino a sbucare nella spianata col terriccio simile a polvere d'ossa.

«Che è 'sto posto?» fece Deisdre.

Meadow indicò la china rocciosa lungo la quale erano discesi lui e Abel. «Lassù c'è l'imbocco del tunnel che porta alle miniere di Arlene.»

«Allora siamo vicini.»

«Direi di sì. Se prendi quel sentiero...» disse indicando un punto alla loro sinistra, «... arrivi allo spunzone di roccia sopra l'accampamento di quei fanatici.»

Girarono il cavallo e tornarono indietro. Raggiunto il gruppetto, Meadow notiziò gli altri che la meta era vicina.

«Non so quanto, ma Abel mi ha detto che è una via diritta, per cui non possiamo sbagliare», disse Meadow.

«E se a qualcuno di quelli viene in mente di farsi una passeggiata e ce lo ritroviamo che ci viene incontro?» chiese Cecil.

«Non credo succederà», fece Deisdre.

«E tu che ne sai?» domandò Cecil.

Deisdre sollevò un dito e lo puntò in alto. Cecil e gli altri ne seguirono la direzione e videro una colonna di fumo levarsi da un punto imprecisato, ma molto vicino, oltre le pareti di roccia.

«Stanno iniziando», disse l'asesina.

«Muoviamo il culo», fece Meadow.

Si rimisero in marcia.

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