* * *

Meadow e Abel uscirono a respirare la frescura della sera. La luce della Luna si spandeva sull'enorme spianata, dando al terreno un colore innaturale, simile a quello di ossa in polvere. Discesero il fianco roccioso e, mentre mettevano piede sul terriccio bianco e ghiaioso, un frullio attirò la loro attenzione. Alzarono gli occhi al cielo e videro la sagoma di un uccello stagliarsi sul disco pallido ed enorme della Luna. Abel imbracciò lesto l'arco e sfilò una freccia. Incoccò, tese sino al mento e scoccò. La freccia sibilò molto vicino all'uccello, che perse per un attimo quota.

Meadow imprecò in lingua franca.

Abel sfilò subito un'altra freccia, seguì la tratta del volatile e scoccò. Si udì l'impatto della freccia che infilzava il pennuto. Lo videro perdere quota e cadere poco lontano da dove si trovavano, sollevando uno sbuffo di polvere. Meadow corse a vedere. Il cadavere era quello di un piccione. Legato alla zampa aveva un rotolino di morbido cuoio. Meadow lo staccò e lesse il messaggio che conteneva. C'era scritto: gli stranieri si muovono. Sotto il messaggio c'era un rozzo disegno: la faccia di una capra con una croce rovesciata sulla fronte. Meadow lo mostrò ad Abel.

«Per fortuna l'hai beccato», disse al cantonese.

«Non è stata fortuna», rispose Abel.

«Ci sai fare con quell'affare.»

«Quando finiamo con 'sto casino ti insegno.»

«Non fa per me, preferisco ferro e piombo.»

Il cantonese recuperò le frecce e con Meadow raggiunse la biforcazione. Lì si salutarono.

«In culo ai Quattro Despoti», fece Meadow.

«Speriamo che non caghino», rispose Abel.

Sorrisero e si separarono. Abel prese il sentiero che Meadow aveva scoperto la prima volta e lo percorse velocemente. Superò la strettoia e si affacciò dallo spuntone di roccia. Di sotto c'era l'accampamento dei figli di Baphomet, ma era diverso rispetto alla volta scorsa. Nel mezzo della gola, tracciata nella terra, c'era un enorme stella cinta da un anello. Nel mezzo della stella a cinque punte, i figli del Re Diavolo avevano allestito un altare sacrificale. Era fatto di legni ammonticchiati e legati fra loro. E sull'altare, come un corpo in cima a una pira funeraria, c'era la rossa che avevano rapito. Era legata come un salame e non si muoveva. La luce dei fuochi da bivacco e delle lunghe torce, ficcate nel terreno e sulle punte dell'enorme stella, non permetteva ad Abel di cogliere ulteriori dettagli, ma il cantonese era sicuro che fosse ancora viva. Forse si erano stancati di sentirla sbraitare e l'avevano tramortita. Nell'accampamento serpeggiava una certa frenesia. Abel riusciva a percepirla. I figli di Baphomet si muovevano da una parte all'altra come formiche operose.

Il cantonese sedette e attese.

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