* * *
Abigail aveva appena fatto il nodo al fagotto, quando sentì bussare. Nascose il fagotto e andò ad aprire. Sulla soglia c'era Job. Indossava un cappello a tesa larga e alle sue spalle c'era un mulo ben piazzato.
«E quello dove l'ha preso?» chiese la perpetua.
«Lo stallaggio qui vicino», fece Job. «Ho preso anche un paio di cappelli e una ghirba che ho già riempito. Hai del cibo?»
«Poca roba.»
«Prendilo.» Job gli porse il fagotto con la carne secca e il pane di mais. «Mettilo qui e filiamo. Mi hanno visto tutto bardato e col mulo, e non penso che lo sceriffo ci metterà molto a capire appena gli arriva voce.»
Abigail preso il fagotto col cibo e vi aggiunse tutta la roba commestibile che trovò in casa. Poi recuperò l'altro fagotto e uscì. Job le consegnò il cappello.
«Ma è da uomo», fece Abigail.
«Scusa, non avevo tempo di sceglierne uno carino», disse Job.
«Speriamo almeno sia della misura giusta.»
Lo provò e lo era. «Ha occhio», disse Abigail.
«No, ho culo», fece Job.
Abigail gli rivolse un'occhiata scioccata. Job sogghignò divertito.
Percorsero la Via Maestra, giacché deviare per strade laterali gli avrebbe preso più tempo, e di tempo non ne avevano. E comunque mezza isel Ddinas aveva visto Job che usciva, fagotti alla mano, e poi comprava un mulo. Come fuggiaschi non erano un granché.
Raggiunsero l'ingresso della città dopo aver incrociato un migliaio di cristiani e aver rivolto loro altrettanti saluti. Notarono del fermento in un vicolo laterale e a Job parve di intravedere la testa canuta e i baffoni dello sceriffo. Accelerò il passo e, una volta fuori dalle mura della città, disse ad Abigail di montare in groppa al mulo e la aiutò a salire.
«Secondo lei quanta strada riusciamo a fare prima che lo sceriffo scopra che ci siamo dati?» chiese Abigail.
«Non ne ho idea. Spero un bel po'», fece Job. «Sembrava parecchio impegnato. Possiamo solo pregare che quello che ha da fare lo tenga occupato a lungo.»
Faceva caldo, ma il Sole si muoveva verso la linea dell'orizzonte. Job sperò che andasse a nanna prima, quel giorno. Dopo aver macinato un po' di strada, ripararono dietro una formazione rocciosa a dentiera per bere un goccio.
«Si crepa di caldo», disse Abigail.
«Già», fece Job e cominciò a levarsi la camicia di... rappresentanza, per così dire.
«Che fa?»
«Mi spoglio. Sono zuppo.»
Si sfilò la camicia e il Buon Libro fece un tuffo nella sabbia. Job si chinò a recuperarlo e, quando si voltò verso Abigail, vide la perpetua con gli occhi sgranati.
«Quello è...?»
«Si chiama libro», scherzò Job. «In questo caso si tratta di un libro specifico: il Buon Libro.»
Glielo porse. I bordi delle pagine e la copertina erano bagnati di sudore quasi quanto la camicia. La perpetua lo maneggiò come fosse una reliquia. Lo sfogliò un poco, girando le pagine con delicatezza estrema.
«Guarda che non è un pupo in fasce», disse Job.
Abigail lo guardò, stranita. «Dove l'ha preso?»
Job fece per dire qualcosa, ma si bloccò a bocca aperta. «Non me lo ricordo...» mormorò poi, accigliandosi.
Abigail diede un altro sguardo alle pagine ingiallite e glielo restituì. Solo allora si rese conto che il reverendo era a petto nudo. Non aveva un fisico scolpito, ma neanche flaccido. Una buona via di mezzo. E c'era una striscia color carne morta che attraversava i pettorali. Abigail guardò altrove. Job non si accorse che era arrossita. Aprì il fagotto, mise dentro il Buon Libro e prese il panciotto. Lo indossò, richiuse il fagotto e lasciò all'aria la camicia zuppa di sudore, appendendola a un fianco del mulo.
«Ma di che tessuto è fatto?» chiese Abigail, osservando il panciotto.
«Me lo stavo chiedendo anch'io», disse Job. «Sembra pelle, ma di che animale non te lo so dire.»
Abigail si allungò e prese tra pollice e indice un angolo del colletto. Un solco verticale le apparve tra gli occhi. Ritirò la mano.
«Perché non ha voluto dirmi dove l'ha rimediato?» chiese la perpetua.
«Perché è una storia pazzesca», disse Job, poggiando la schiena contro la roccia nuda.
Un'ombra frastagliata copriva i due spiantati e il mulo.
«Vuoi sentirla?» chiese poi.
«Visto che non abbiamo granché da fare...»
Job le raccontò tutto il fattariello. Mentre la perpetua ascoltava, sul suo viso si alternavano espressioni di stupore sempre nuove.
«Le è apparso mentre eravamo lì a pregare?» chiese alla fine Abigail.
«A-ha», fece Job.
«E avete parlato?»
«Hai ascoltato quello che ti ho detto o facevi finta?»
«Ho ascoltato, volevo dire... io ero lì con lei e la sentivo pregare assieme a me. Ha pregato tutto il tempo, finché poi non si è alzato per tirare fuori quell'affare dal cassetto. Come ha fatto a parlare col Messiah mentre pregava?»
«Non lo so. Credo rimarrà un mistero.»
Abigail scosse la testa e agitò le mani, come infastidita. Job interpretò quei gesti non come disappunto verso lui e la sua risposta, ma verso quel mistero che la perpetua non riusciva a spiegarsi.
«Che succede se ci prendono?» chiese lei.
«Ci stai ripensando?» fece Job.
«Niente affatto. Ho detto che vengo e voglio andare fino in fondo, ma voglio anche essere consapevole dei rischi.»
«A me succede quello che è successo a tanti prima di me.» Job si portò la mano alla gola, sollevò il pollice e lo trascinò disegnando un sorriso sotto il pomo d'Adamo. «Tu non dovresti correre rischi se diciamo che ti ho costretta a seguirmi.»
«E come mi avrebbe costretta?»
«Con la forza. Sono grande e grosso.»
«Dovrà inventarsi qualcosa di meglio, tenendo conto che mezza città ci ha visti insieme e io non sembravo tanto costretta. Potevamo almeno camuffarci.»
«Non c'era tempo, e comunque non mi sembrava giusto. Non abbiamo fatto nulla di male. Già scappare via come un ladro è un'ingiustizia. volevo almeno la dignità di andar via a faccia scoperta.»
«La dignità non ci serve a molto se ci beccano.»
«Non ci beccheranno.»
«Come fa a dirlo?»
«Perché ho fede. Tu no?»
«Io ho fede. Si è già scordato che credevo a quei sogni col Messiah più di lei?»
«Non l'ho scordato. Anzi, direi che sei stata proprio tu a farmi riflettere su certe cose.»
«Quali cose?»
«In pratica avevo così tanta paura di tutto quello che mi stava succedendo – e ovviamente mi riferisco ai prodigi, alla chiacchierata col Messiah e al fatto della santità – che ho avuto una specie di crollo.»
«L'ho notato. Non era un bello spettacolo.»
Job scrollò le spalle. Quel panciotto gli dava un'aria tosta, pensò Abigail.
«Che posso dire», fece Job, «non è che capiti spesso di scoprire che puoi rimettere a posto le interiora mezze maciullate di un tizio investito da un carretto solo toccandolo.»
Abigail fece una smorfia. Job chiuse gli occhi e dopo un po' parve addormentarsi. La perpetua si chiese come facesse a rilassarsi sapendo che presto gli avrebbero messo una taglia sulla testa. Lei era così tesa che avrebbero potuta usarla come corda per il bucato. Decise di dire una preghiera. Di solito riusciva a calmarla. Giunse le mani, chiuse gli occhi e recitò mentalmente le sue giaculatorie preferite. Quando riaprì gli occhi, si accorse che Job era sveglio. Guardava il cielo e pareva sereno.
«È una bella giornata», disse, e la perpetua guardò con lui.
Il cielo era una tavolozza celeste. Era davvero una gran giornata, ma Abigail sperò che scendesse in fretta la notte. Diciamo pure che pregò perché scendesse in fretta. Un uccello passò e si impegnò in evoluzioni da volatile. Pareva uno spettacolo messo in piedi apposta per loro due.
«Ha detto che la memoria sarebbe tornata», disse Job.
Abigail si voltò. «Chi?»
«Il Messiah. E poi ha aggiunto che non era importante, perché quello che ero è solo una faccia sull'acqua.» Si voltò verso la perpetua. «Secondo te che vuol dire?»
«Io... non ne ho proprio idea.»
Lui annuì, come per farle capire che condividevano lo stesso dubbio, e tornò a guardare l'uccello. Doveva essere un eryr, ma non ricordava di averne mai visti di così grossi. Era una forma scura che danzava su uno sfondo azzurro. Abigail guardò con lui e quando il pennuto si allontanò verso est, la direzione che anche loro seguivano, Job lo interpretò come un segno del cielo. Allora si alzò e disse: «Mettiamoci in marcia.»
La perpetua montò sul mulo e si rimisero in cammino. Lungo la strada avrebbero trovato altri segni, ma non li avrebbero colti.
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