Capitolo 7.1 - Una proposta vantaggiosa
Erano passate un paio di settimane dal suo arrivo nell'esercito, e Byron si stupiva di essere sopravvissuto per tutto quel tempo. Il duro allenamento lo stava sfiancando: si ritrovava spesso a piangere in silenzio, la notte, con il peso di aver abbandonato suo fratello che gli opprimeva il petto. Eppure di giorno non si fermava. Si impegnava anche più degli altri per diventare un buon soldato, nella piccola, quasi inconsistente speranza di potersi riprendere il suo posto all'interno della società, ma soprattutto della sua famiglia. La sera i muscoli gli dolevano a tal punto da rendergli difficile addormentarsi, anche quando era esausto. Si sforzava di seguire anche le lezioni teoriche, per quanto non le sopportasse e a tratti non capisse quasi nulla. C'era un unico campo in cui eccelleva: l'uso delle armi da fuoco. Era un ottimo tiratore, preciso e veloce. Un dono naturale che Byron aveva perfezionato andando al poligono con gli amici quando era arrabbiato e doveva sfogarsi. Sparare lo calmava; Byron immaginava sempre che al posto del bersaglio ci fosse la divisa della scuola privata che i suoi genitori lo avevano costretto a frequentare, oppure quel vaso costoso che a sua madre piaceva tanto, o qualunque oggetto a cui suo padre tenesse un minimo. Sua madre, notando la sua passione, gli aveva proposto di andare a caccia con alcuni parenti, ma Byron trovava nauseante l'idea di sparare a un animale, giocare con una vita per puro divertimento.
Quando il Tenente Bradley lo aveva visto sparare per la prima volta, si aspettava chiaramente un disastro, ma Byron si era messo in posizione con un sorriso compiaciuto, e aveva tirato meglio di chiunque altro.
Ci ripensava con soddisfazione a pranzo, mentre si tappava il naso per riuscire a mandar giù quella zuppa che non riteneva nemmeno lontanamente commestibile. Credeva che a quella non si sarebbe mai abituato, nemmeno con tutta la buona volontà del mondo.
«Giuro, non sono ancora riuscito a capire cosa ci mettano dentro, esattamente. Però per qualche ragione sembra che faccia meno schifo dei primi giorni.» commentò Gray.
Byron lo guardò perplesso. «Tu dici?»
Gray stava per rispondere, quando videro il Tenente Bradley avvicinarsi a loro. Byron pensò immediatamente di essersi ficcato nei guai. Che volesse rimproverarlo per il suo atteggiamento durante la lezione di strategia? Dopotutto aveva provato a stare a attento, e a fine lezione stava solo riposando un po' gli occhi.
«Foster, Lamont. Devo parlarvi.»
Byron tirò un sospiro di sollievo. Il fatto che anche Gray fosse coinvolto gli fece dubitare che si trattasse di guai. Forse l'istruttore voleva solo affibbiare loro un compito particolarmente spiacevole, come pulire i bagni. Rabbrividì al pensiero, considerato lo stato in cui erano di solito.
Quando entrarono nell'ufficio del Tenente Bradley, Byron notò con sorpresa che la temperatura non era tanto diversa da quella che c'era all'esterno. Lui, al posto dell'istruttore, avrebbe messo il riscaldamento al massimo, nella speranza che i ghiaccioli che sentiva costantemente sulla punta delle dita si scongelassero. Bradley doveva essere parecchio abituato al freddo.
Il Tenente si sedette e fece segno a Byron e Gray di accomodarsi su un paio di sedie davanti alla scrivania. Ci fu un attimo di silenzio, e Byron provò un certo disagio. Aveva la sensazione che quello di cui il superiore stava per parlare fosse più importante di pulire i bagni. E più pericoloso.
«Ho una proposta per voi. Potete scegliere di non accettare, non subirete conseguenze.» iniziò il Tenente, con tono grave. Byron lanciò uno sguardo fugace a Gray: il suo compagno sembrava attento alle parole dell'istruttore, ma nemmeno lontanamente inquieto come lui, invece, si sentiva.
«Una proposta? Che tipo di proposta?» chiese. Il silenzio era stato troppo lungo, e Byron era impaziente di sentire il resto.
«Una missione molto pericolosa. Potreste anche rimanerci secchi.»
«Con tutto il rispetto, signore, ma morire non è nei miei piani futuri. Credo proprio che dovrò rifiutare.» disse Byron, sperando di scrollarsi di dosso l'ansia che il tono del Tenente gli incuteva.
«Ma se riuscite a portarla a termine, sarete considerati degli eroi. Tu, Foster, potrai tornare a casa.»
Gli occhi di Gray si illuminarono, come se Bradley avesse riacceso in lui una speranza quasi dimenticata. Byron, invece, intuì il senso nascosto delle parole del superiore. Forse nemmeno da eroe lui sarebbe potuto tornare. Suo padre non cambiava mai idea su niente. Ma forse avrebbe potuto farlo pentire della sua decisione e danneggiare la sua immagine, se avesse portato il termine il compito, qualunque fosse...
«E per quanto riguarda te... non credo ci sia una possibilità che il conte Lamont modifichi la sua decisione.» disse il Tenente Bradley, guardando Byron negli occhi. Lui abbassò lo sguardo. «Ne sono consapevole.»
«Ma avrai la possibilità di riscattarti, di avere un futuro migliore di questo, magari di vedere la tua famiglia... e di mangiare cibo migliore di quello che ti viene servito qui.» continuò l'istruttore, a cui non erano sfuggite le smorfie disgustate di Byron di fronte alla zuppa.
Byron sentì gli occhi inumidirsi. «Potrei rivedere mio fratello...»
Avrebbe rivisto Oliver, gli avrebbe chiesto scusa per averlo lasciato con quei due pazzi dei loro genitori, e gli avrebbe promesso di non abbandonarlo mai più. Glielo doveva. Sperava davvero che Oliver potesse perdonarlo.
«Accetto.» disse, con decisione.
Angolo autrice
Ehi, cari lettori! Probabilmente siete rimasti in pochissimi a leggere fin qui, anche a causa della mia lunghissima assenza. Purtroppo avendo iniziato l'università ho avuto bisogno di un periodo per abituarmi, e ho accantonato quasi completamente la scrittura. Questo non significa che io voglia smettere di pubblicare, non l'ho mai nemmeno pensato. Ci tengo veramente tanto a questa storia, e spero davvero di riuscire a concluderla, anche se ci vorrà molto tempo. Probabilmente non riuscirò ad aggiornare con la stessa frequenza di prima, ma farò del mio meglio per evitare che tra una pubblicazione e l'altra passino secoli. Ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di continuare la lettura fino a questo punto: il vostro sostegno è veramente molto importante per me!
Al prossimo capitolo!
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