Una decisione illecita.

Ci troviamo nella seconda metà del Grand Line, comunemente chiamato dalla gente "la tomba dei pirati", un territorio non ancora totalmente esplorato colmo di misteriose isole sconosciute da progettare sulle mappe geografiche. In questi oceani del Nuovo mondo, si celavano dei oscuri segreti che il Governo Mondiale ad ogni costo non si permetterà di rivelare al mondo intero e per tanto sono ostinati a seguire i loro ideali di giustizia assoluta. Ma la smisurata sete di avventura e l'irremovibile volontà di esplorazione di Gol D. Roger, sta percuotendo il loro misero potere giudiziario liberando a piccoli passi le isole dai loro sporchi ideali, con l'intenzione di arrivare con le sue stesse fatiche fino all'ultima isola del Nuovo Mondo, dove vi è custodito il così tanto egoistico segreto dei cinque astri di saggezza, i cento anni del grande vuoto. I poteri dei frutti del Diavolo e le armi ancestrali alle volte determinano conflitti devastanti fra i pirati e la Marina; ma questa volta le divergenze del passato dell'attuale peggiore generazione si sono riscontrate di nuovo come una miccia esplosiva appena accesa con sopraffazione da Shiki, il Leone D'oro, che pur di possedere il totale controllo del mondo fra le sue mani, continuerà a fare pressione con la sua assurda proposta alla ciurma del futuro re dei pirati che numerose volte declinarono la sua folle idea. Quindi per l'invana tentazione di soggiogare i suoi nemici in fedeli alleati, con devota slealtà attaccò una delle isole sotto la protezione di Gol D. Roger, che innescò in lui una rabbia tale da fargli pagare cara il suo sleale gesto cominciando a rimediare i danni subiti nella sua isola. Ma nell'istante in cui la Oro Jackson attraccò sulla costa, un giovane temerario senza alcuna paura di affrontare i pericoli che gli intralciavano il percorso, si gettò nella mischia sottovalutando la forza di una delle flotte di Kinjishi per salvare il popolo disperato di Cherry Eather e spinto dal suo istinto coraggio e solidarietà, tentò di trarre in salvo una giovane fanciulla in difficoltà contro un pirata e con la collaborazione di entrambi, riuscirono ad avere la meglio su di lui, però a causa dell'insicurezza del novellino, si sentì costretto a ritirarsi portando con sé la ragazza fino alla costa per rifugiarsi a bordo della sua nave ma il comandante della flotta, Doctor Indigo, con l'incarico di catture i sottoposti di Gol D. Roger, tentò di metterli con le spalle al muro, ma due ambizioni molto particolari si risvegliarono nelle anime delle due vittime determinate a combattere stendendo a terra i suoi pirati, costringendo lo scienziato a sbrigare le sue faccende con le sue stesse mani e prima che potesse torcere di nuovo un capello a qualcuno dei due, una leggenda vivente si intromise nel rapimento per difendere il suo compagno.

"Non mi importa chi tu sia. Ma quello che avete fatto è un peccato assai impagabile, e la tua sconfitta determinerà solo l'inizio della vostra resa dei conti." Il re oscuro sfilò la sua lucente spada dalla fascia legata attorno ai fianchi, facendo scivolare i raggi lunari lungo tutto il filo acuminato della lama senza distaccare il suo sguardo torvo inchiodato nei occhi tribolanti del mimo, che ricoprì con la mano il suo naso frantumato oramai bagnato dai torrenti di sangue che sgocciolavano sui lineamenti dalla sua mandibola fino al collo, sporcando con un colore purpureo il camice da scienziato.
Nonostante le parole del vice-capitano il mimo si permise di allargare ai limiti delle contrazioni dei muscoli il suo tipico sorriso inquietante, rispondendo allo sguardo torvo del suo acerrimo nemico con occhi minacciosi, ma prima di proferire parola fece rimbombare in aria un terribile suono, appena le sue dita strinsero il dorso del suo naso raddrizzando quasi completamente le sue ossa, causando pungenti brividi al ragazzino che si rintanava alle spalle del suo comandante mentre teneva stretto a sé le spalle della fanciulla ancora priva di sensi.

"Piropiropiro~ Non credere che rinuncerò così in fretta di catturare i tuoi mozzi di bordo! Shiki vi aveva promesso che avrebbe tormentato tutto ciò a cui tenete finché accettiate la nostra richiesta!" La voce stridula del mimo suonò come un ronzio di una zanzara vagabonda nella notte oscura assetata del sangue delizioso della vittima di cui si era scagliata, dopotutto gli obiettivi della ciurma del leone d'oro erano più o meno gli stessi, non esisterebbero a ricoprirsi di sangue pur di ottenere la forza e arrivare ai loro loschi obbiettivi. Le sue spalle esili stavano immobili permettendo di dare slancio alle sue braccia per rivolgere i palmi delle mani verso l'alto e creare una vasta quantità di fuochi fatui sopra al suo capo che fluttuavano in maniera fiacca nell'aria, come se fossero appoggiate, sulla superficie dell'acqua colorando l'atmosfera con deboli crepuscoli verdognoli pronto a enunciare il nome del sua attacco.

"Chimical Juggling!"

Le sfere cominciarono viaggiare su traiettorie completamente confusionarie in direzione dello spadaccino che scattò con furia verso di esse con tale rapidità da non essere notato dal suo sottoposto, e spedì in tutte le direzioni i fuochi fatui con la sua spada indirizzandole alla velocità della luce verso il loro proprietario causando enormi esplosioni che innalzarono la sabbia dal terreno come se fosse passato un uragano devastante. Shanks rimase sbalordito dalle capacità mitiche del suo vice-capitano. Nella sua vita vorrebbe diventare forte proprio come lui, dal suo profondo del cuore sarebbe disposto a porre fine all'impossibile pur di avvicinarsi alla speranza di superare i suoi livelli di combattimento. La persone deboli come lui potrebbero essere inghiottite dalle tempeste folli in un qualsiasi momento, le onde burrascose del mare potrebbero allontanarlo da tutte le persone a cui teneva di più e se le bussole andranno completamente fuori controllo gli daranno solamente l'indicazione di andare incontro alla morte. Per questo esatto motivo doveva superare le miliardi fatiche per affrontare le mille correnti d'aria che gli impediranno di viaggiare il mondo, ma lui non si arrenderà mai. Sempre a testa alta continuerà a lottare, non importa quante cicatrici accumulerà la sua pelle ma quello di cui ne è sicuro è che avrà sempre amici sui quali contare e avere infinite avventure.

"Shanks! Che cosa ci fai lì impalato?! Corri subito verso la Oro Jackson con la ragazzina e fatti prestare soccorso da Crocus!" Il re oscuro rimproverò il ragazzino girandosi con il capo di lato mentre la sua sagoma ai occhi del rosso era fitta fra la voragine di sabbia lasciando intravedere solo un'ombra oscura che richiamava il soprannome con cui era ben conosciuto. Senza perdere tempo rimise la sua spada al proprio posto con cura nel fodero, raccolse tutte le ultime energie che gli erano rimaste per tenere fra le sue braccia la ragazzina incosciente e incominciò a correre lontano dal campo di battaglia. Si sentiva incolpa per aver permesso a quei pirati di aggredirla e se non fosse stato per Rayleight, di sicuro a quest'ora avrebbe messo nei guai seri il suo capitano. Non voleva assolutamente ostacolare le avventure del suo capitano ben sapendo che il tempo a sua disposizione non faceva altro che stringersi per la sua grave malattia.

"Tch, che tu sia maledetto! Hai fatto scappare i miei ostaggi!" Urlò il mimo con voce acuta dopo essersi ripreso dagli spasmi di tosse causati dalla sabbia che si intrufolarono nelle sue narici.

"Mh. Sei ridicolo, se davvero pensavi che saresti riuscito a farli tuoi ostaggi senza avere alcuna difficoltà, ti sbagliavi di grosso. E io che mi sarei aspettato un minimo di divertimento nel tuo pessimo spettacolo." Un ghigno si ricalcò sul volto dello spadaccino vedendo tanta irritazione sprigionarsi dall'anima di Doctor Indigo, facendo direttamente segno al centro del bersaglio per giocare con la sua rabbia.

"Me la pagherai molto cara! Non vi darò pace finché tornerò da Kinjishi con uno dei vostri compagni!" Sbraitò Indigo con furia incontro il re dell'oscurità, prendendo la rincorsa verso di lui con le sue braccia all'indietro dando origine a tre lunghi raggi verdi fosforescenti, che presero forma di spade gigantesche che fece a roteare fra le sue mani da abile acrobata e le lanciò con estrema decisione verso il suo nemico. "Sword Juggling!"

Capacità di sentire la presenza dell'avversario in maniera assoluta. Allenandosi duramente si è in grado di percepire la posizione dei nemici, anche fuori dal campo visivo. Conoscere il loro numero, e persino precedere quale sarà la loro prossima mossa. Questo è l'haki con la tonalità dell'osservazione e chi è in grado di sfruttare perfettamente questo potere a suo favore avrà la possibilità di non subire nemmeno un graffio dai combattenti più forti del Nuovo Mondo. Rayleight sapeva con esattezza le intenzioni del fasullo che si ritrovava di fronte.
'La prima spada mi si scaglierà dritta verso l'addome.' Con rapidità si spostò semplicemente di lato lasciando la spada schiantarsi contro uno scoglio.
'Poi la seconda sarà alle mie spalle pronta a farmi volare la testa.' Gli bastò soltanto inclinare la testa e contrattaccare con la sua arma bianca e squarciò in due la spada facendola scomparire del tutto.
'E la terza spada arriverà in picchiata dall'alto cercando di conficcarsi al capo del mio cranio.' Alzò il suo sguardo dipingendo le sue mani con la tonalità dell'armatura e con fermezza afferrò la lama incandescente a pochi centimetri dalla sua faccia senza però annientarla. "Oi, Indigo. Dalla tua faccia mi sembra che finalmente hai capito che dislivello c'è fra noi due." Rise il biondo cenere divertito dalla sua faccia incredula. "Riprenditi pure la tua spada, questi giochetti non intrattengono nemmeno al circo!" Proiettò con una rapidità impercepibile a occhio nudo l'arma di fuoco fatuo incontro lo scienziato e lo colpì in pieno facendolo piegare in due.

"Maledetto!" Un filo di voce uscì dalle labbra del mimo cedendo con le ginocchia sulla sabbia mentre dalle ferite defluiva il sangue colorando lo spazio attorno a lui di rosso porpora. Non poteva crede alla rapidità con cui il suo nemico si era mosso, eppure quelle spade superavano la velocità di un missile! Ma l'umiliazione peggiore era stata quella di non procurargli nemmeno un misero graffio ed essersi lasciato sfuggire le fonti principali a cui sarebbero stati indispensabili per il loro piano. Se ritornerà sulla nave da Kinjishi a mani vuote di sicuro la sua esistenza sarebbe per sempre spacciata dalla faccia della terra. Al pensiero che gli attraversò nella mente tentò di far apparire una grande massa di fuochi fatui per concludere definitivamente lo scontro ma senza nemmeno lasciargli la speranza di poter uccidere il vice capitano, Rayleight lo anticipò con un affondo nel suo petto ed estrasse la sua lama madida di linfa vitale. Guardò con occhi apatici le sue misere sceneggiate doloranti e in silenzio iniziò ad incamminarsi verso il sentiero che dirigeva verso la città.

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I raggi lunari colpivano il gigantesco promontorio dell'isola illuminandolo completamente in bianco nella notte oscura, dire che questa notte era buia era quasi una bugia, le stelle che brillavano lassù nel cielo davano l'illuminazione necessaria per poter schiarire l'atmosfera opaca dell'ambiente. L'aria attorno lo spazio era abbastanza fresca da poter ricamare i brividi sulla pelle di chiunque e prendeva il suo percorso nelle correnti facendo allentare il silenzio con il fruscio delle foglie dei alberi tingendo il panorama con i petali di ciliegio che lentamente si ribaltavano e planavano in tutte le direzioni, fino a cadere dove la gravità li avrebbe portati. Alcuni si posavano delicatamente sull'acqua lasciando uno zampillo circolare espandersi sulla superficie per poi essere susseguito da un altro delicato spostamento iniziando a intraprendere un viaggio nelle accorrenti marine che chissà da quale parte li avrebbe portati, però alcuni di essi purtroppo non poterono proseguire il cammino con loro perché caddero in totale calma su una superficie del tutto diversa dall'acqua, furono accolte da un pavimento interamente in legno che dall'apparenza lucida sembrava essere lavorato da un abile carpentiere, le vele rosse porpora erano ripiegate sui alberi di mezzo, perché la nave di cui facevano parte stava ormeggiata sulla costa da un paio d'ore.

"Crocus-san!" Cacciò fuori un urlo il ragazzino dai capelli cremisi appena arrivato al luogo dove si trovava la nave, le sue ferite pullulavano ancora di intenso dolore e ormai si sentiva che presto o tardi le gambe non avrebbero più eretto nessun peso, nemmeno quello della ragazzina. Come gli aveva ordinato il vice-capitano, doveva farsi immediatamente soccorrere dal loro medico di bordo, ma a quanto pare dovette richiamare di nuovo il suo nome per farsi buttare le scale in corda per salire a bordo.
Nella Oro Jackson regnava il puro silenzio, nessuno rispondeva ai richiami del ragazzo, le onde che si schiantavano contro la superficie della nave furono gli unici rumori che rispondevano alla voce di Shanks, mentre la nave sembrava ancora essere totalmente isolata finché, finalmente, una strana sagoma con dei giganteschi petali sulla testa si fece vedere dal ponte della nave. Quel volto lo guardava con insistenza dritto nei occhi con uno sguardo spalancato trasmettendo inquietudine in chi lo rinfacciava mentre teneva aperto fra le mani il giornale.

"Crocus-san!!! Allora che cosa credi che sia qui a fare?? Fammi salire a bordo!" Sbraitò il rosso infastidito dai ambigui modi di fare del medico di bordo che tendeva a lasciar scorrere un po' di tempo prima di rispondere quando qualcuno gli rivolgeva la parola.

"Se fosse per me ti lascerei marcire là sotto, cosí imparerai che nella vita si deve essere più cauti." Esalò con voce agghiacciante mentre ripiegava il giornale a metà fissando ancora con occhi spalancati il povero ragazzino che protestava in piedi sulla candida sabbia. Egli con un'occhiata più esaminata da la sù, notò la ragazzina ferita e incosciente fra le braccia del mozzo di bordo che anche lui ferito, aveva una mano ridotta a pezzi per quanto poteva indicare il colore violaceo che assunse il suo arto, allora il suo dovere di medico soppresse la collera del corvino e con premura gettò la scala dal ponte della nave scendendo rapidamente per soccorrere il suo compagno e la sconosciuta.

"Shanks, chi è questa ragazzina?" Domandò guardando il suo volto coperto da delle ciocche di capelli (c/c) lasciando intravedere solo le sue labbra rosee e le sue palpebre serrate.

"L-l'ho salvata dalla città... I pirati di Kinjishi volevano catturarci, ma Rayleigh-san ci ha salvati." Disse con un filo di voce mentre si rese conto che la sua vista iniziò ad offuscarsi quando vide i lineamenti di Crocus farsi a pezzi, segno che di energie ne erano rimaste ben poche fin da sentirsi prosciugare le forze nelle gambe che lo costrinsero a cadere incontro al medico di bordo cadendo nell'oscurità totale.
Immediatamente egli aprì le sue braccia cercando di attenuare la caduta dei ragazzi. Senza perdere tempo, si piegò a terra e li fece sdraiare sulla sabbia e analizzò rapidamente il polso in gravi condizioni del rosso, per poi guardare la ragazzina che ora aveva il viso scoperto dai i suoi capelli che a prima vista diagnosticò una febbre molto alta a causa del colorito molto pallido con un forte rossore sulle guance, un medico espero come lui aveva già intuito che non ci sarebbero voluti pochi giorni al suo risveglio. Rapidamente alzò il suo sguardo verso l'alto incrociando subito dei occhi che conosceva molto bene.

"Oi, Buggy portami il kit medico e scendi dalla nave! Shanks e la ragazzina sono in condizioni pessime." L'urlo del medico attirò l'attenzione del clown finora non aveva nemmeno provato un minimo di preoccupazione nel vedere il suo compagno ritornare in quello stato, i suoi pensieri erano concentrati più che altro sulla ragazzina che il rosso aveva portato alla nave. Però nonostante il suo pensiero si precipitò di fretta nella cabina di Crous, afferrò la valigetta medica dalla scrivania e si calò giù dalla scala posando accanto a Crocus l'oggetto da lui richiesto.

"La ragazzina è il caso meno grave, portala sulla nave per adesso." Gli ordinò nuovamente il corvino mentre frugava ed estraeva i materiali per soccorrere Shanks. Scocciato dalla richiesta sbuffò sonoramente non avendo la minima voglia di sforzarsi a portare quella ragazza a bordo, ma sapeva benissimo che se avrebbe disubbidito a Crocus, le conseguenze in futuro sarebbero state catastrofiche. Allora si decise ad avvicinarsi alla ragazza e le afferrò il colletto della maglietta per osservarla meglio da vicino lasciandosi sfuggire un ghigno sul suo volto.

"Però non è male il bel bocconcino che la 'testa di pomodoro' ha rimorchiato per portarla fino qui." Si inumidì le labbra completando il giro con la sua lingua guardando attentamente le curve della fanciulla che le cadde la testa all'indietro.

"Ma taci e fa' subito quello che ti ho detto!" Un pugno in testa si proiettò verso la testa del turchino che all'impatto, il suo cappello con il pon-pon cadde sulla sabbia lasciando il posto a un gigantesco bernoccolo su cui il ragazzo clown portò subito le mani per il dolore mentre si lamentava fra sé e sé. Quindi si portò in fretta la ragazza fra le braccia lamentandosi del suo peso e si diresse verso la nave per eseguire ciò che gli era stato richiesto da Crocus.

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Centro di Cherry Eather.

La rabbia e la collera tempestavano il cuore dell'imperatore mentre camminava sul suolo di terra battuta facendo riecheggiare il suono dei suoi stivali fra le urla della gente di questo posto. Sentiva il suo stesso sangue andare incontro alle pareti delle sue vene per la furia che in quel momento oscurò totalmente la sua mente di cui necessitava assolutamente di sfogare su uno dei nemici che avevano causato questo dannato putiferio. Ora la sua mente gli ordinava soltanto di prendere a pugni tutti quei bastardi sotto il comando di uno dei suoi più accaniti antagonisti della vita, Kinjishi l'avrebbe pagata molto cara per questo, dentro di sé si sentiva che il giorno in cui gli strapperà quella criniera orata si sarebbe avvicinato molto presto.
Il suo mantello bordeaux ondulava sul dorso di quell'uomo che avanzava a passo sicuro verso l'inferno scoppiato nel suo territorio, nelle sue pupille nere si rispecchiava la luce rossastra del fuoco cocente che disseminava distruzione e caos aumentando sempre di più la grande massa del fumo nero che si innalzava verso l'alto sporcando la notte stellata nel cielo. Ad ogni singolo passo rapido il battito dei tacchi dei suoi stivali si introducevano sempre di più verso dove percepiva la presenza dei suoi nemici, chiuse gli occhi per un momento in modo da poter sfruttare al meglio il colore dell'ambizione e quando individuò il numero dei suoi nemici i suoi occhi ritornarono a guardare con furia la strada dinanzi a lui. Erano una centinaia di pirati, il che fece allarmare l'imperatore velocizzare più in fretta i tempi.
Il suo piano era di incontrarsi con Rayleight all'una in punto per scatenare il putiferio fra i malevoli non invitati in questo territorio custodito sotto il suo marchio che solo uno sciocco come Kinjishi avrebbe potuto azzardare questa tentazione invana. Anche se conosceva bene l'esatta posizione dell' arma Uranus non avrebbe mai concesso questo segreto a nessuno, se solo una piccola voce potesse sfuggire di proposito a riguardo di questa arma ancestrale, il mondo ne sarebbe stravolto. Ma c'è anche da considerare che gli obbiettivi di costui erano proprio di mettere sottosopra questo mondo però in maniera liberale portando il bene a tutte le persone che incontrava.

"Perché mi stai puntando la pistola contro?? Io ti ho consegnato i soldi che mi hai chiesto in cambio della mia libertà!" Delle urla agghiaccianti giunsero le orecchie del capitano a distanza di un paio di metri; delle mani intrisiche di sangue tenevano strette una pistola incontro ad una povera donna che con occhi sgranati stava in ginocchio a terra cercando di ripararsi in qualche modo. Prima che il grilletto potesse essere premuto, il cuore del pirata venne accolto da un grosso spavento che gli fece sprofondare il cuore nel vedere apparire una figura che scattò con furia dalla sua destra intromettendosi in mezzo alla vittima e gli danneggiò la pistola dividendola in due parti con lama della sua spada. Immediatamente con agilità segnò un profondo fendente nel petto del pirata senza lasciarlo nemmeno fiatare.

"CAPITANO ROGER!!! SEI ARRIVATO A SALVARCI FINALMENTE!" La donna scoppiò in lacrime che scesero come fiumi dal suo volto esportando la polvere che le macchiavano il volto sentendosi riassicurata dalla presenza dell'imperatore.

"Vi chiedo perdono per l'inconveniente. La disonestà che ha permesso di dare l'iniziativa a questa tragedia purtroppo ha saputo precedere persino le mie aspettative, tuttavia, non permetterò a questi malfattori di avere un futuro tranquillo ancora per molto. Pagheranno le vostre sofferenze con il loro disonore." Discusse l'uomo nella tentazione di riassicurare la donna alle sue spalle riponendo la spada al proprio posto.
La donna dai lunghi capelli color tramonto annuì asciugandosi le lacrime con il dorso delle sue mani. "Menomale che ci siete voi a proteggerci, capitano!" Esclamò la donna guardando Roger che stava con le spalle dinanzi a lei.

Egli si girò con il capo e un grande sorriso si pinse sotto i suoi lunghi baffi neri in segno di gentilezza e rincominciò a proseguire la sua strada per raggiungere quel certo luogo in cui si sarebbe incontrato con il suo vice. Appena varcò la soglia del grande cancello che ospitava una grande piazza animata soltanto da una fontana che sgorgava a fatica dell' acqua, si fermò appena incontrò uno sguardo compiaciuto che conosceva molto bene.

"Ho dato una bella lezione a quel farabutto che per di più stava tentando all'incolumità di Shanks, sicuramente a quest'ora Crocus gli starà prestando le cure... Lo avevano ferito, Roger." L'espressione orgogliosa di Rayleight si tramutò in uno sguardo serio quando vide il volto del suo capitano inscurirsi dall'ombra del suo cappello lasciando intravedere solo la sua mandibola stringersi. Un ramo di vene pulsarono sulla sua fronte e guardò dritto nei occhi il suo più fidato compagno.

"Mettiamo fine a questa assurdità, Rayleight!" La sua voce tuonò in preda alla collera stringendo i suoi pugni indicando al suo vice di scatenare tutta la sua potenza.
Quello che stava per succedere ora non se lo potrebbe aspettare nessuno, una forza implacabile stava per fermare tutto questo disastro in pochi minuti con un potere molto raro di cui pochi erano privilegiati di questo dono. Una scarica d'energia si sprigionò nell'ambiente creando dei zampilli che si espansero in tutta la città bloccando all'instante ogni movimento dei nemici iniziando a far percuotere dei forti brividi all'interno del loro corpo, alcuni si lasciarono scivolare le armi dalle mani e caddero a terra travolti dall'incredibile fenomeno che gli aveva colti di sorpresa e altri rimasero con il volto pallido fissandosi a vicenda con sguardi intimoriti, nessuno in quel momento aveva realizzato che erano stati stregati dall'haki del re conquistatore. Ormai era troppo tardi per loro, non c'era più via di scampo da quella rete invulnerabile di cui erano stati fatti prigionieri, però c'era da dire che quelli rimasti in piedi avevano una volontà abbastanza resistente da abbattere con l'ambizione e quindi il capitano finalmente scaricò tutta la sua ira amalgamando il suo haki con quello del suo vice combinando una collisione che scaturì dalla piazza una violenta reincarnazione della loro rabbia, come un temporale nel cielo, dei fulmini cremisi scoppiarono dalla piazza scoccando numerose saette per le vie della città travolgendo in pieno quasi tutti gli uomini di Kinjishi. Solo chi acquisiva il totale controllo del potere dell'intimidazione poteva scegliere esattamente chi colpire e chi risparmiare rispetto al proprio volere. Solo un pivello rimase in piedi davanti al loro cospetto con il volto cosí pallido che poteva essere scambiato per un fantasma, c'era un motivo ben preciso per cui era stato risparmiato.
Roger si avvicinò lentamente verso quel moscerino che tremava come una foglia in preda al panico totale, ad ogni suo passo cercò di indietreggiare goffamente sperando invanamente di aumentare le distanze dall'imperatore infuriato. Una forte pressione sul suo collo bloccò definitivamente il suo irregolare respiro e una mano forte lo sollevò dal suolo rimanendo bloccato dal terrore che gli provocavano quei occhi furibondi.

"Abbiamo lasciato il tuo comandante sulla costa del Sud, prendilo e andate a riferire a Kinjshi che al nostro prossimo incontro gli ficcherò bene in testa che io un'alleanza per dominare il mondo non la stringerò mai!" Finì la sua provocazione scaraventando a terra il pirata all'indietro, proprio dove appena incontrò gli occhi agghiaccianti del re oscuro, deglutì rumorosamente e scappò percorrendo l'unica via che gli era stata mostrata per guadagnarsi qualche giorno in più di vita, che però non durerà per molto.

● ● ● ● ● ● ● ●

Qualche ora dopo sull'isola.

Dopo che nella città fu completamente fatta piazza pulita di pirati, i cittadini sopravvissuti finalmente poterono ringraziare il cielo di avere salva la vita. Numerosi medici si riunirono al centro città e innalzarono un gigantesco capannone dove tutti i feriti venivano accolti per essere curati, il numero di vittime era molto vasto ma per fortuna c'erano abbastanza dottori che potessero medicare chi ne aveva bisogno e invece chi era ancora in grado di alzarsi davano già il loro contributo per spegnere le fiamme che ardevano ancora.
Ormai l'alba stava quasi giungendo per dare inizio a un nuovo giorno, purtroppo molte persone non fu concesso di vedere le prime luci di questo mattino che iniziarono a mescolarsi assieme all'oscurità del cielo, ma loro non sono scomparsi del tutto, in realtà tutte le loro anime si incastonarono come diamanti nel cielo sotto forma di stelle che stavano per sparire dal mantello oscuro assieme alla luna congedandosi con questa notte disastrosa e il fumo nero dell'incendio. Molto lentamente l'offuscamento cupo iniziò a dissolversi nel cielo ripulendo i colori distesi nel cielo mentre il sole faceva capolino con i suoi piccoli raggi in crescita spaccando il manto blu reale trasformandolo strada facendo in azzurro; tutti quelli che erano ancora svegli in quel momento si stavano godendo in contemporanea la prima luce di questo giorno chi era esausto purtroppo si perdeva un meraviglioso spettacolo però tanto vale godersi un lungo riposo dopo quello che è successo. 
Shanks ronfava beatamente sotto le coperte nella cabina della nave  a braccia distese sull'amaca mentre una bolla si riempiva e si sgonfiava sul suo naso a ritmo del suo respiro con i suoi ciuffi sparpagliati che gli ricoprivano la fronte. 
Accanto alla sua amaca, a pochi metri di distanza, una ragazzina giaceva inconsciamente sul materasso con il volto imperlato di sudore e il rossore ancora persisteva sulle sue goti; la sua febbre non accennava di diminuirsi neanche nelle successive ore dopo che il dottore le aveva somministrato una pasticca fatta da lui in persona, segno che i suoi interventi dovranno essere molto più accurati se non voleva che quella ragazzina non rischiasse la vita. Il capitano aveva già fatto ritorno sulla nave da poco tempo con il suo vice, e subito misero a discussione quale sarebbe stata la sorte di questa fanciulla, l'opzione più ovvia era quella di portarla nell'accampamento medico ma dato che la sua malattia era molto insolita nella diagnosi del medico di bordo supposero di affidarla a qualche medico sull'isola, erano sicuri che sarebbe stata in ottime mani per la famosa reputazione dei dottori in quest'isola.

"Dobbiamo fare in fretta lei potrebbe peggiorare nel frattempo che la portiamo sull'isola." Crocus si rivolse al suo capitano mentre portò il suo braccio sotto le spalle della ragazzina per farla sedere e la sollevò con l'altro braccio sotto le sue ginocchia voltandosi verso l'uscita. 

"Rayleight, tu rimani di guarda sulla nave. I ragazzi sono troppo esausti per prenderne le responsabilità." Ghignò posando lo sguardo su Buggy che si reggeva la testa con il palmo della mano mentre era seduto in un angolo della stanza con la bava che gli rigava dall'angolo della bocca cercando di non precipitare dalla sedia. Il vice annuì e subito i suoi due compagni presero il cammino verso la città.

I cittadini finalmente finirono di spegnere il fuoco e ringraziarono il cielo che finalmente tutto l'inferno era finito, non ringrazierebbero mai abbastanza Roger per l'enorme favore che aveva fatto per loro però coloro che volevano più distanze oltre i pirati era il governo mondiale in tutta la sua superiorità, prima che arrivasse Roger le condizioni per il cittadini per anni furono addirittura più pesanti di questo saccheggio.
Con molta calma si diressero verso l'accampamento medico a recuperare le energie per ritornare a far rifiorire Cherry Eather come non mai. Come gli alberi di ciliegio che fioriscono dopo le tempeste gli abitanti si alzeranno sempre in piedi dopo ogni sfida, uomini e donne nativi da questo paese sono molto noti da questa caratteristica.
Prima che potessero aprire la porta di entrata del capannone molte persone si votarono alle loro spalle individuando due sagome avvicinarsi con fermezza verso di loro e in neanche qualche secondo già le loro figure furono riconosciute da tutti.

"Sono il capitano Roger e il dottor Crocus!" Uno di loro spiccò a voce alta attirando l'attenzione di più persone verso i soggetti ma appena i loro occhi si posarono sul volto di una terza persona le loro espressioni entusiaste si tramutarono in disgusto.

"Allontante quel demonio da noi! Ci ha maledetto solo una scongiura dopo l'altra!" Un cittadino si ritirò con un passo indietro fissando con orrore il volto della ragazza nelle braccia dell'uomo che fissava confuso la folla agitata.

"Anzi, capitano Roger per la nostra salvezza uccidila!" Avanzò con superbia un signore portando i suoi palmi delle mani verso il cielo cacciando un potente urlo dalla sua gola.

I pirati si scambiarono dei sguardi fugaci per la strana richiesta dei cittadini, perché mai bramavano così  la morte di una fanciulla? Anzi, quello che più si domandavano era chi fosse questa persona a cui cercavano di spegnere la vita. Assolutamente il dovere del medico non accontenterà mai la loro richiesta e nemmeno l'imperatore aveva delle motivazioni per privare la vita a una persona che non conosceva. 

"Vergognati!" Un impatto dolente apparve all'improvviso girando completamente il volto dell'ultimo che parlò, tracciando completamente la sagoma di una mano sul suo viso. L'uomo strinse i denti e incontrò due grandi occhi color nocciola fissarlo nelle pupille con decisione e competenza. 

"Come osi chiedere una cosa del genere con così intolleranza nei confronti di quella ragazza? È inutile che continuate a incolparla per quello che ci ha fatto la Marina, non può continuare a farvi da vittima per tutto! Che senso ha tormentarla ancora adesso che il governo mondiale non si avvicinerà mai più per merito di Gol D. Roger??" Una donna protestò  in capo alla folla che ricambiarono il suo discorso con sguardi amareggiati. I suoi lunghi capelli mossi color pesca ricadevano sul suo corpo snello mentre delle ciocche ondulate contornavano il suo volto dando più valore alla pioggia di lentiggini che macchiavano le sue goti. Mai prima d'ora qualcuno aveva provato a prendere le difese per quella che in questo paese era considerata la maledizione di questa terra, coloro che provavano a mettersi dalla sua parte automaticamente dovevano essere considerati come tale. Ma secondo il parere della giovane donna che per una volta aveva avuto il coraggio di mettersi in contro a ciò che per lei non era ingiusto, quest'isola non era più un posto sicuro con questi folli non avrebbe potuto continuare a vivere in questo stato molto a lungo. Voleva portare in un luogo sicuro quella fanciulla, in un posto dove nessuno conosce il suo passato, la determinazione di non farla più soffrire l'aveva portata a protestare incontro a tutti nonostante credeva di essere sola. Il suo istinto la istigava a tentare di rinfacciare colui che potrebbe tutelare fra le sue mani il suo desiderio, e costui si trovata esattamente alle sue spalle.

Si girò lentamente con il capo incrociando la figura possente dell'imperatore per affrontare i suoi occhi cupi senza esitazione. Non aveva il diritto di prendere una decisione illecita per una persona che neanche la conosceva ma questa è l'unica alternativa più conveniente che i suoi pensieri calcolarono.

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