Misteri ignoti.

"Tesoro, è l'ora di svegliarsi." Sentisti una dolce voce mentre eri avvolta fra le morbide lenzuola del tuo letto, eri troppo stanca per riuscire ad aprire subito gli occhi e oltretutto avevi così sonno che sapevi persino te stessa che non saresti riuscita ad alzarti dal tuo profondo sonno, e chi stava tentando di svegliarti sapeva chiaramente che non avresti dato ascolto alle sue parole. Nella cameretta non iniziarono nemmeno ad addentrarsi i primi raggi dell'alba quindi era del tutto normale che non fosti pronta ad affrontare la giornata, ma dovevate obbligatoriamente andarvene adesso in un certo luogo. Se usciste più tardi dalla dimora sicuramente già abbastanza abitanti del villaggio si sarebbero svegliati e in questo speciale giorno oba-san voleva farti conoscere una persona molto importante, e per arrivarci nessuno vi doveva vedere avvicinarvi al luogo che da tutti era considerato proibito e maledetto. "Forza, alzati! A breve sorgerà l'alba e dobbiamo uscire subito!" La nonna ti scosse per le spalle mentri eri concentrata a tentare con fatica di scrollarti di dosso le possenti braccia di Morfeo. "Mmh, oba-san... perché mi stai svegliando così presto?" Ti rigirasti dall'altra parte del letto dandole le spalle e tirasti sotto le coperte la tua testa facendo sbuffare sonoramente l'anziana che stava perdendo la pazienza per la tua pigrizia. "Mi pare di averti già spiegato che oggi è il compleanno di una persona molto speciale per noi e come regalo lei vorrebbe tanto che tu fossi vicina a lei dopo tutto questo tempo." Ella ti rinfrescò la memoria facendoti immediatamente saltare dal letto con i capelli scompigliati e arruffati mentre le occhiaie accennavano la tua pesante sonnolenza. "Scusami oba-sa! Hai completamente ragione!" Corresti con rapidità nel bagno a lavarti la faccia con acqua fresca e ti sistemasti meglio i capelli, ma prima di dirigerti verso il piano di sotto prendesti il ciondolo che ti aveva regalato oba-san, ci tenevi davvero tantissimo e non c'era nessun luogo dove andavi senza indossarlo. L'anziana prese il suo bastone da passeggio e aprì la porta invitandoti ad uscire per prima e iniziaste a incamminarvi nei lughi sentieri illuminando il terreno davanti a voi con una lanterna, faceva veramente buio e dovevate prestare molta cura a dove mettevate i piedi e soprattutto dovevate gestirvi ad estrema perfezione il silenzio, se solo vi sareste permesse attirare l'attenzione di qualcuno in un orario come questo molti guai vi toccherebbero passare."Oba-san, è molto lontano questo posto?" Domandasti con un filo di voce tirando sù il cappuccio marrone sulla tua testa per evitare di essere riconosciuta nel caso qualcuno vi beccasse nei paraggi. "Sta' certa che all'ergersi del sole vi incontrerete." Rispose in fretta l'anziana precedendoti di qualche passo. "Ora dobbiamo essere svelte (tuo nome), non c'è tempo da perdere." Si girò di spalle per farti strada lasciando il suo mantello svolazzare in aria e ti accantonasti al suo fianco per farle luce ai piedi, oba-san si stava comportando in maniera molto austera, ti faceva strano vederla così e non riuscivi a concepire in nessun modo chi fosse questa persona che definiva essere così importante e anche se le avevi chiesto l'identità di questo soggetto non aveva voluto soddisfare la tua curiosità. E questo suo modo di fare ti turbava davvero molto, da una parte eri curiosa di sapere chi volesse incontrarti e dall'altra parte... Forza diciamocelo, chi mai avrebbe voglia di guardare in faccia uno scarto del mondo come te? Tutti volevano tenere le distanze dalla figlia di un divoratore di draghi celesti e un pirata che neanche il suo nome si permettevano di pronunciare, da nessuna parte eri la benvenuta se non a casa tua, nessuno addolciva lo sguardo per te, nel favore di tutti quanti era meglio che cessavi di esalare un singolo respiro. Dicevano che era tutto a causa tua se la persecuzione di donne e bambini era continuata fino a poco meno di un anno fa perché questo territorio ora non era più sotto l'assedio del Governo Mondiale ma fortunatamente avevi avuto accanto a te una donna molto tenace e determinata per farti vivere in un luogo sicuro e con un tetto sopra la testa senza che mai nulla ti potesse mancare. Un giorno troverai un modo di ringraziarla veramente per tutti i sacrifici che faceva per te, sognavi di lasciare quest'isola e quando saresti ritornata le avresti donato un posto sicuro per lei, dove potesse finalmente non pensare così tanto alla tua sorte e che il peso della tua esistenza non potesse più opprimere il suo debole corpo.

La luce della tua lanterna iniziò ad iluminare un sentiero totalmente coperto da roccie su cui faceste fatica a camminare e ai lati si presentavano dei alberi completamente spogli, a prima vista potresti supporre che tutto in questa strada mancava di vita il chè ti fece domandare chi fosse questa persona che voleva incontrarti in un luogo del genere. Alzasti lo sguardo al cielo e notasti che molte stelle erano sparite segno che l'alba era quasi giunta all'inizio e forse stavate quasi per arrivare al vostro punto d'incontro. "Adesso puoi anche toglierti il cappuccio nessuno avrebbe abbastanza coraggio per varcare la soglia di questo posto." Ti disse l'anziana appoggiando i suoi piedi su un'altra roccia per aggrapparsi su di essa e salire sul muretto che interrompeva la strada guardandoti come se volesse incitarti a salire in fretta. Tu la guardasti con occhi felici e salisti con tutta rapidità sulla roccia perché avevi capito che era un suo modo di dirti che quella persona era lì che ti aspettava, una ridacchiata ti sfuggì dalle labbra appena afferrasti la mano calda di oba-san che ti aiutò a tirarti sù e alla svelta ti misi a correre sul terreno talmente arido che potevi percepire le crepe sotto ai piedi, alla ricerca di questa persona. Alzasti la lanterna per migliorare la tua vista da lontano ma non vedevi ancora la traccia nessuno. "Ehy! Sono qui!" Ti misi una mano accanto alla bocca per espandere il tuo eco ancora di più. "Oba-san mi ha detto che avresti voluto incontrarmi! Siamo arrivate, dove sei?" Urlasti ancora non avendo ricevuto nessuna risposta finchè ti imbattesti contro una parete grigia che emanava freddo. Domandandoti di cosa fosse, alzasti lo sguardo sulla grande struttura in marmo che pareva circondare qualcosa, una sensazione strana ti vogliava di varcare l'ingresso ma il silenzio ti stava urlando nelle orecchie senza lasciarti pensare a cosa fare. Tutto questo ambiente attorno a te ti disorientava, non riuscivi a decidere quale sarebbe stata la tua prossima azione a causa dei forti brividi che invasero la tua pelle e dalla paura di trovare chi si trovasse dentro a quella cinta di mura; l'aria che ti colpiva alle spalle sembrava parlarti, ti sussurrava alle orecchie di entrare aumentando la pelle d'oca che avevi. Un tocco sulla schiena finalmente ti riportò a vivere dove stavi e guardasti verso chi ti aveva toccata rinfacciandoti con oba-san che ti fece cenno col capo di continuare ad andare avanti. Deglutisti e senza sapere con quale coraggio ti eri rimessa in moto verso quell'arco che pareva ospitare solo oscurità e il nulla finchè i barlumi della tua lanterna li contrastarono mettendo a risalto alcune statue di donne in armatura che puntavano le spade in una unica direzione e quando guardasti cosa indicassero non riuscisti ancora a vedere nulla. Un profondo respiro tamponò di poco la paura che avevi di avanzare mentre il tuo cuore era in balia di un ritmo irrefrenaticamente veloce finchè fu accolto da una morsa dolorosa quando la lanterna mostrò al tuo sguardo profondo una tomba rettangolare con delle catene nere che la sigillavano.

"E questo cos'è?" Borbottasti in totale confusione con le pupille nere che vinsero sul (colore/occhi) dei tuoi occhi.

"Quella è la persona che avrebbe voluto tanto incontrarti oggi, (T/n)." Rispose alla tua domanda oba-san con voce fredda e placata.

Ti piegasti sulle ginocchia per avvininarti alla lapide e cercare di leggere il nome inciso su di essa. "D.estiny D. Astrid..." I raggi del sole penetrarono all'interno del misterioso santuario al pronunciare del suo nome facendoti alzare lo sguardo sulle finestre che si trovavano in alto in cui passavano di traverso degli sprazzi luminosi che scacciarono via l'oscurità che vi circondava.

"Quello era il nome di tua madre e tu hai ereditato la sua volontà. Sedici anni fa lei se ne andò poco tempo dopo che tu venisti alla luce, lottò con tutte le sue forze per permettere che tu possa nascere sana e salva da tutti coloro che cercarono di ostacolare la tua piccola vita nel suo grembo. La tua esistenza era molto importante per colei che portava il significato nel nome di essere fedele agli dei, perché non meritavi di indossare le colpe di chi ti aveva messo al mondo, quindi per evitare che tu sia in pericolo maledisse tutti gli abitanti con la volontà che racchiudeva il tuo cognome... Nessuno del Governo Mondiale ti avrebbe mai trovata, la tua sicurezza dalle loro grinfie era garantita fino a quando troverai la persona adatta che ti proteggerà dall'apice della corrotta giustizia. (Tuo nome) in te è racchiuso un grande potere che pure i creatori di questo mondo temono e un giorno devi imparare a controllarlo! Tutta la volontà del destino è fra le tue mani!" Le parole di oba-san iniziarono a dividersi in echi che piano piano si stavano ovattando nell'atmosfera mentre il suo corpo iniziò a perdere toni di colore scomparendo assieme alle statue proprio davanti ai tuoi occhi. "Oi! Oba-san, cosa ti succede?" Corresti verso di lei spaventata per quello che stava succedendo.

"Piccola mia, ancora non ti sei accorta che tutto questo sta accandendo nella tua testa?" Sorrise oba-san nella tentazione di farti affrontare la realtà ed allora capisti che tutto questo era solo un sogno quando tutto il mondo attorno a tè iniziò a disintegrarsi in mille pezzi diperdendosi in aria e lasciandoti pervasa da una senzazione di cadere nel vuoto urlando di terrore ignara di dove la gravità ti stava portando.

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"Povera ragazzina, ormai è quasi una settimana che non si sveglia più..." Sospirò una giovane donna seduta su una sedia di legno mentre si reggeva la testa con entrambi i palmi delle mani, impazziente del tuo risveglio dal momentaneo 'coma' in cui eri caduta dopo lo shock che subisti al villaggio, ed erano giorni che si prendeva cura di te in ogni modo, ti pettinava i capelli tutte le mattine raccogliendoli in una accurata treccia e stava ad assistere il medico di bordo mentre ti somministrava delle medicine che servivano ad abbassarti la forte febbre che ostacolava la tua salute. Le tue condizioni sembravano notevolmente migliorate all'inizio di questa settimana e il dottore dedusse che c'era una alta probabilità che saresti potuta svegliarti e questa notizia non fece altro che gioire la donna dalla chioma color tramonto che ti salvò la vita dal villaggio di Cherry Eather. Non vedeva l'ora di conoscerti, molte volte si era domandata di come fosse la tua voce, i colori dei tuoi occhi e soprattutto voleva accertarsi che tu stessi psicologicamente bene dopo tutto quello che era successo all'isola. Era da poco che si trasferì a Cherry Eather e ti aveva sempre notata camminare furtivamente nei distretti più vincolati del paese; come posava i suoi occhi marroni sulla tua figura pochi secondi dopo eri sempre sparita nel nulla, tranne per quella volta che ti vide scappare da due ragazzini che se la presero con te borbottando qualcosa del tipo che non dovresti essere mai venuta al mondo, immediatamente quella scena le rimase scolpita in mente e dopo che te ne fosti fuggita diede una lezione a suon di pugni in testa ai due marmocchi e li minacciò di non ripetere mai più questo genere di azioni se non volessero vivere per il resto della loro esistenza come dei bernoccoli viventi.

Oltre a lei anche il principiante pirata che ti estrasse la vita dal pericolo era preoccupato per la tua sorte, si chiedeva se quando avresti ripreso coscienza saresti arrabbiata per il terribile malinteso, già avendo precisato cosa era successo con i pirati del leone d'oro confessò al suo capitano di avere il timore che potresti non accettare di stare molto a lungo sulla Oro Jackson, delle volte andava a farti visita e sperava in ogni attimo un tuo segno di vitalità, troppi rimorsi lo facevano sentire in colpa per non essere stato capace di evitare che tu possa essere ferita e ciò lo fece capire che era solo un insulso che si avventava nei pericoli senza tenere conto del livello delle proprie capacità. Ogni giorno provvedeva di dedicare del suo tempo a te anche di nascosto dai suoi superiori perché non gli fu dato il permesso di vederti troppo a lungo, essendo in primo luogo il mozzo di bordo aveva dei doveri impegnativi da adempiere con il suo compagno; che nei tuoi confronti non mostrava per nulla un minimo di interesse, a lui importavano affari come l'oro, gioielli ed oggetti di valore. Il clown mostrava molta avversità per le persone se si trattasse di tesori, sarebbe disposto a tradire ed abbandonare chiunque per un pesante forziere contenente diamanti e una vagonata di monete di cui ne sarebbe talmente egoista che non condividerebbe nemmeno una minima parte con nessuno. Però se c'erano dei momenti in cui per lo meno ti calcolava era solo per prendersi gioco della preoccupazione di Shanks e farne un divertimento per cercare di schiodare il suo pensiero fisso su di te e questo irritava molto il rosso perché non tollerava di essere preso in giro per le sue debolezze e con ciò decise di spendere più impegno nei allenamenti con Rayleight per diventare più forte, e a causa di queste prese in giro erano più soliti i loro litigi sotto il vessillo del capitano Roger, però nonostante l'antipatia che prevaleva fra entrambi impararono a lavorare in collaborazione nella maggior parte delle situazioni e questo lo capirono soltanto dopo le numerose botte dei loro ufficiali.

Il vice, invece, era dal giorno in cui ti presero a bordo che rimase insospettito per l'aggressione con cui gli abitanti vollero la tua morte e se non fosse stata per la decisione di Roger non saresti rimasta al sicuro su quell'isola, quindi assieme a questa donna salisti a bordo per continuare le tue cure mediche. Ma ciò che rimbombava di più nella mente del Re oscuro era il ricordo di come riuscisti a spezzare in due la spada del nemico richiamando involontariamente l'ambizione dell'armatura... Questo non è un fenomeno che dovrebbe apparire casualmente soprattutto se si trattasse di una ragazzina che a prima vista non sembrava essere esperta nel combattimento, allora perché eri in grado di richiamare il tono dell'armatura? Per ottenere quella capacità ci volevano anche mesi e mesi di duro allenamento, non era un'impresa così tanto facile da acquisire e c'era chi non era in grado di ottenerlo nemmeno dopo anni di duro lavoro. Di questo ne fece subito rapporto con Crocus e Roger, ma quest'ultimo si soffermò a ridere e dichiarò davanti ai suoi fidi compagni una proposta assurda che subito consigliarono di declinare dato che di te si sapeva poco o niente, ma come ogni nave pirata regnava la legge "Il capitano può decidere tutto" quindi le discussioni non furono portate avanti per molto a lungo.

Come ogni medico di bordo, Crocus, era molto fiducioso nella forza della sua sconosciuta paziente. Lui si sentì in dovere di curarti proprio quando tutti i medici della baia medica ti voltarono le spalle senza nemmeno provare a vedere che cosa avevi. Per fortuna ci pensò lui a portare avanti la tua fragile vita, tutte le sere si occupava di macinare le erbe mediche per curare la tua febbre e di farti riprendere la coscienza al più presto possibile. C'erano molte domande che avrebbe voluto fare al tuo risveglio insieme a Rayleight e soprattutto sarebbe proprio curioso di vedere che scelta faresti ora che non hai più nessun luogo dove fare ritorno e nessun altro modo di andartene in mezzo al mare del Nuovo Mondo se non tramite il loro aiuto.

"Crocus-san, i ragazzi della ciurma dicono che approderemo nella prossima isola fra due settimane... Dici che lei si sveglierà fino ad allora?" Sospirò la donna dalle lentiggini orate che le ornavano le guancie spostando lo sguardo sull'uomo che affondò le mani nei suoi capelli corvini per massaggiarsi la testa dolente per il turno di controllo della poppa e prua di ieri notte. "Il nuovo farmaco che le ho somministrato ieri dovrebbe lavorare instantaneamente sui danni prodotti dal suo stato di shock alzando le probabilità che possa svegliarsi a breve, ma non posso garantire che i suoi ultimi ricordi siano ben vividi nella sua mente."

"Cosa?!" Si agitò la donna alzandosi di scatto dalla sedia rinfacciando con occhi sgranati il medico esausto.

"Tutto dipenderà solo dalla sua forza di volontà, fino al suo risveglio non posso più fare nulla per il suo problema."

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In altri mari del Nuovo Mondo....

Una gigantesca flotta seguiva le correnti marine a tutta rapidità in direzione ovest, l'atmosfera che regnava di certo non era facilmente tollerabile per quei pirati, dopotutto una delle loro flotte in particolare aveva deluso la fiducia del loro sommo capitano che aveva pianificato ogni minimo dettaglio il saccheggio dell'isola assieme al rapimento che sarebbe dovuto essere essenziale per il suo obbiettivo più importante, se solo i suoi insulsi scagnozzi non fossero stati dei vigliacchi e avessero avuto un quintale di spina dorsale in più avrebbero anche potuto fronteggiare quella piccola ciurmaglia del suo più acerrimo rivale. La sua furia stava tempestando nello studio meteorologico spaventando tutti i suoi sottoposti a causa dei suoi sguardi che comparavano a dei lampi acciecanti e i suoi urti che parevano essere come dei tuoni da chi stava ad oregliare le urla del leone d'oro dal ponte della nave, tutti gli schermi finirono per scheggiarsi per i bruschi impatti che subivano dalle sedie, le piastrelle del pavimento in legno finirono per essere squartate dalle affilate spade del furibondo orato facendo allontarare tutti i sottoposti per la paura di ferirsi dalle scheggie di legno e vetro. Quella gigantesca chioma e gli occhi colmi di rabbia scolpivano con un colpo più potente del altro l'ansia e l'intimidiazione nel più pronfondo dei animi dei suoi innocenti compagni.

"L-la p-preg-go c-capitano... S-Si ca-calm-" Un colpo di pistola gli si proiettò direttamente in fronte senza un minimo di pietà, Kinjishi teneva ancora premuto il grilletto con la mano tremolante dalla collera che gli faceva pompare le vene sulla sua fronte calcando più intensamente i suoi occhi rossi.

"PORTATEMI IMMEDIAMENTE QUEL MALEDETTO DI INDIGO!!! COME VI SIETE PERMESSI DI FARVI SFUGGIRE QUEST'OCCASIONE?? ERA L'UNICA CHE AVEVAMO E VE LA SIETE FATTA SFUGGIRE COME DEI DEFICIENTI!!!" Sparò un altro colpo però questa volta indirizzò la pistola verso l'alto perforando il soffitto e poi indurì ancora di più il suo sguardo verso i suoi compagni che tremarono ancora di più per la furia del loro capo, sapevano perfettamente che al prossimo sparo si sarebbero potuti ritrovare delle pallottole conficcate nel cervello senza un minimo pensiero da parte del capitano e senza perder tempo corsero verso la porta d'uscita lasciando il leone inferocito completamente solo nella sala di controllo.

Il suo battito del cuore rullava nel petto a ritmo insopprimibile, tutto il suo nervoso lo stava divorando dall'interno perché era stufo di subire una perdita dopo l'altra contro Roger e l'enigma era proprio questo! Si chiedeva con ossessione il perché continuasse ad accumulare un fallimento dopo l'altro contro i suoi pochi subordinati, dopotutto lui possedeva fra le mani una flotta immensa composta da cinquanta divisioni e una grande potenza scientifica sotto il suo volere e quel testardo nonostante questo privilegio si era pure rifiutato di allearsi! Kinjishi sapeva che con Roger al suo fianco potrebbe letteralemente spaccare i fondo schiena di coloro che stavano bellamente comodi sul trono del Governo Mondiale e l'unico motivo per cui non si azzarderebbe di attaccarli da solo nonostante la sua potenza era perchè non ce l'avrebbe mai fatta senza l'arma ancestrale che possiedeva Roger, proprio quella era il fulcro della sua ossessione. E i suoi buoni annulla cosa sono stati capaci di fare? Niente, niente di niente per incrementare la probabilità che Roger possa cambiare idea anche con le forze!!! E ciò che lo faceva infuriare di più era che la causa di principio fu il suo comandante di fiducia il grande fallimento fra tutti quanti e per questo gliela avrebbe fatta pagare a caro prezzo...

I suoi occhi grigi divennero più freddi appena il sottoscritto si presentò con la sua ridicola faccia davanti al suo gran cospetto, era patetico il modo in cui oltrepassò l'entrata in tutta tranquillità espandendo i fastidiosi rumori delle sue grandi scarpe blu da clown ma quello che faceva scattare la molla all'apice della collera era la sua faccia completamente rilassata. Appena Indigo si fermò a pochi metri dal suo capitano sfoggiò un gran sorriso sul suo viso sbattendo velocemente un paio di volte le sue palpebre per osservare meglio la serietà con cui l'orato stava tentando di prosciugarlo; ma lui non temeva così tanto il suo capo come tutto il resto della ciurma perché grazie alla loro amicizia era sicuro che non sarebbe giunta subito la sua morte e comunque aveva un asso nella manica da poter sfruttare per raffreddare la bollente collera del suo capo. Il mimo iniziò a muovere le braccia e i muscoli della faccia per iniziare ad accennare un messaggio con i gesti ma senza che potesse finire il suo volto venne afferrato per poi essere sollevato con tutto il suo corpo a mezz'aria dalle possenti mani di Kinjishi che lo stava stringendo con tutte le sue forze.

"Se proprio vuoi dirmi qualcosa perché non provi a dirmelo con la tua dannata bocca dato che ne sei in grado?" Aggiunse più pressione sulla mandibola del mimo per inficcargli in testa che in momenti come questi non doveva permettersi di scherzare e mentre Indigo provava ad appoggiare le sue mani sui polsi del suo capitano quest'ultimo lo spedì incontro ad una parete della cabina sfondandola quasi completamente lasciando lo scienziato barcollare in ginocchia sputando sangue a causa delle ferite che si erano appena riaperte. Imprecò nei pensieri a causa dell'allucinante dolore che gli aveva tracciato ai esisti del duello il re oscuro sul suo petto, era da parecchio tempo che il suo corpo non subiva una ferita così grave.

"Chiedo venia capo, credevo di riuscire a concludere con successo la missione, ma per colpa di quel Rayleight tutta la situazione mi è scivolata di man-" Tentò di alzarsi in piedi ma appena drizzò la sua schiena fu costretto a incurvarsi portando le mani davanti alla bocca a tossire macchiando di sangue i suoi guanti.

"Tuttavia le tue scuse non mi porteranno da nessuna parte con il mio compito di distruggere il Governo Mondiale, credi che il tuo fallimento mi possa essere di vantaggio??? Dovevi solo rapire uno dei mozzi, pure per i più dementi di questa terra sarebbe stato un gioco da ragazzi!!!" Sbraitò Kinjishi afferrando strettamente le sue preziose Katana cercando di trattenere la sua furia per non uccidere il suo compagno.

"Non sono riuscito a rapire un mozzo e ho fallito la missione, però ho saputo ricavare nel fallimento una rarità che oltrepassa i limiti di ogni valore! Piropiropiro~" Rise lo scienziato appoggiando la schiena alla parete asciugando il sangue attorno alla bocca con il dorso della mano.

"Non farmi saltare i nervi al cielo e giungi immediatamente al dunque!" Con una mossa avventata colpì con un affondo il pavimento conficcando per oltre la metà le sue lame e alzò il suo sguardo omicida sullo scienziato che rabbrividì per la violenza capendo di estrarre subito le sue carte per raffreddare l'animo cociente del leone inferocito. Afferrò dalle sue tasche un malloppo spesso di vecchi fogli e la lanciò ai piedi del suo capo facendolo attirare l'attenzione verso il basso.

"Quello pare che sia un vecchio schedario probabilmente apparteneva agli agenti del Cp0, mi sembra molto strano che gente del loro calibro si siano lasciati sfuggire un segreto così importante per le sommità Governo Mondiale. Ma quello che davvero importa è che siamo riusciti ad estrapolare questo grande segreto di cui loro sono stati talmente avidi che al giorno d'oggi non se ne sente profilare parola! È stato proprio un mio sottoposto a consegnarmelo, aveva detto che si era recato per puro caso in una landa isolata della foresta e vicino ad un santuario trovò un cadavere ormai divenuto uno scheletro e in mano aveva quello che hai sotto gli occhi tu! E io conosco la posizione di questa persona che ambirai così tanto e questa volta ti prometto con tutto me stesso che riusciremo a strappare dalle mani il potere più grande che possiede Roger. Piropiropiro~" Rise malvagiamente Doctor Indigo vedendo l'espressione infuriata del suo capo raffreddarsi appena prese il rapporto fra le sue mani iniziando a leggere parola per parola tutte le pagine di fretta spostando gli occhi da lato a lato dei fogli mentre un largo sorriso si espandeva stritolando fra i denti il sigaro.

Un mistero ignoto era finito fra le mani di un pirata che inconsapevolmente lo aveva colto a bordo della sua nave, ma ora oltre a quei pochi del Governo Mondiale, un grande criminale era venuto a conoscienza di un'arma segreta che poteva travolgere il mondo più di qualsiasi altra arma ancestrale, quella era la chiave del suo obbiettivo e sarebbe disposto a dichiarare persino la più grande guerra di tutti i tempi pur di ottenerla...

//🍩Angolo Autrice🍩

Heylà ciurma!!! Scusatemi tanto se è da un po' che non mi faccio viva ma cercherò di aggiornare più spesso ora che finalmente sono in vacanza. 😂

Dal prossimo capitolo in poi mi sono organizzata i dettagli in mente in modo che finalmente possiate interagire con Shanks, credevo di farvi svegliare in questo capitolo ma siccome state aspettando da troppo tempo ho deciso di accorciare le mie idee e di conservare tutto per il prossimo capitolo.

Invece con questo aggiornamento ho deciso di accennare un qualcosa sui divoratori dei draghi celesti ma per non svelare tutto in una botta sola mi sono contenuta, però dopo circa 5 capitoli credo di potervi svelare tutto quanto sperando che vi possa piacere la mia idea.😂

E voi finalmente vi state godendo le vacanze? Esami finiti?

Ci vediamo nel prossimo capitolo!!!

By Miss_Akagami

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