Visite (parte seconda)
<< Ecco... lui lavora per gli Auror come pozionista e tu hai ottenuto un posto al Ministero>> iniziò Harry lentamente per riflettere su cosa dire << Nel corso di questi anni vi è capitato perciò di incontrarvi...>> Harry, mentre le diceva questo, ricordò che era stata proprio Hermione ad incoraggiare Malfoy a candidarsi per prendere quel posto di pozionista per gli Auror. La riccia aveva giustificato la sua scelta dicendo all'amico che sarebbe stato uno spreco non fargli mettere le sue spiccate doti a disposizione degli Auror. Effettivamente le capacità di Malfoy erano eccezionali e superavano nettamente gli altri candidati ma Harry non aveva idea di come facesse a conoscere così bene le capacità del biondo e non era stato molto convinto della scusa dell'amica. Aveva capito tempo dopo, grazie anche al suggerimento di Ginny, che in realtà dietro quella giustificazione lo scopo principale era quello di aiutarlo a reinserirsi nella comunità magica. Una delle cose però che non gli erano chiare era il motivo per cui lei facesse tutto questo per Malfoy. Ai tempi della scuola aveva reso loro la vita un inferno, era diventato mangiamorte e la sua condizione dopo la guerra, secondo il moro, era la giusta punizione per le sue azioni. Fu quando venne a conoscenza che Hermione si prendeva cura di Narcissa Malfoy che cominciò a comprendere, ancora una volta grazie al confronto con Ginny, perchè l'amica fosse così legata a quella famiglia. In Narcissa Malfoy molto probabilmente rivedeva una figura materna, quella che non aveva più e di conseguenza in quell'occasione aveva conosciuto meglio Draco. Hermione all'inizio gli aveva mentito. Aveva minimizzato tutto dicendogli solamente che trovava doveroso aiutare la donna che gli aveva salvato la vita mentendo a Voldemort. Ciò che lo aveva più colpito era stato il fatto che Hermione non si era confidata con lui, gli aveva mentito. All'inizio si era sentito offeso ma poi riflettendo capì che Hermione temeva di non essere capita e di venire giudicata da lui. Solo quando era stato consapevole di ciò aveva accettato totalmente l'iniziale amicizia con Malfoy e poi la loro relazione. L'aveva appoggiata e avrebbe continuato a farlo non solo perché si fidava di Hermione ma perché l'aveva vista per la prima volta, dopo la guerra, davvero felice grazie a Malfoy. L'espressione del suo viso, gli occhi che le brillavano pieni di vita e lo stato d'animo che lei aveva quando era accanto al biondo non li aveva avuti nemmeno con Ron.
<< Collaboravamo?>> chiese Hermione cercando di capire che tipo di rapporto ci fosse tra loro due, non sapendo neanche cosa facesse esattamente al Ministero << In quale ufficio lavoro esattamente?>>chiese in seguito a quel pensiero.
<< Lavori all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, a volte avete collaborato per lavoro e per questo capitava che tu andassi al Manor. Adesso avete comunque un buon rapporto>> rispose Harry contento di come aveva aggirato l'argomento spinoso.
<< Quindi non mi odia più per il sangue o sciocchezze simili ? >> chiese stupita sentendo che però le stava nascondendo qualcosa.
<< No, è cambiato in meglio, sai ?>> rispose Harry volendo che il loro rapporto potesse ricostruirsi. Era più facile infatti iniziare da qualcosa di positivo che dall'odio. Harry sapeva infatti quanto fosse importante Draco per Hermione, aveva rinunciato a suo padre per lui, che cosa le sarebbe rimasto se avesse perso anche il suo fidanzato? Le sarebbe rimasto un vuoto incolmabile e di vuoti lei ne aveva avuti fin troppi. Aiutarla a ricostruire il suo rapporto con Malfoy, quindi, era il minimo che Harry le doveva dopo tutto quello che aveva fatto per lui.
<< Si, ma rimane pur sempre Malfoy>> mormorò invece piano Ron con una smorfia, ignorando l'occhiata dell'amico. Al contrario di Harry non aveva mai accettato la loro relazione e non credeva al fatto che Malfoy potesse provare amore nei confronti di qualcuno. Lo odiava profondamente anche perché il motivo per cui Hermione lo aveva lasciato era stato proprio il Serpeverde. Aveva sempre pensato che l'avrebbe resa infelice e così, secondo il Grifondoro, era stato. Se Hermione era in questa situazione era solo perché conviveva con Malfoy, un ex mangiamorte. Non escludeva che Draco fosse ancora segretamente in contatto con alcuni di loro e anzi sospettava che il responsabile dell'incantesimo fosse proprio un mangiamorte.
Hermione non sentì la frase proferita da Ron e nemmeno notò la reazione di Harry. Era infatti concentrata e rimuginava sulle parole che le aveva appena detto l'amico. Le dispiaceva il fatto che non ricordava il proprio lavoro. Quante cose aveva dimenticato? Proprio lei che cercava sempre di tenere tutto sotto controllo sentiva invece ora ogni cosa scorrere e sfuggirle. Si chiese quali altri amicizie avesse fatto e se avesse un compagno anche se era scettica al riguardo. Se così fosse stato non sarebbe accorso subito da lei? Si rese conto che stava divagando con il pensiero e tornò a concentrarsi su ciò che aveva detto Harry. A quanto diceva lui era andata al Manor per lavoro... A quel pensiero immediatamente collegò Malfoy, il loro nuovo rapporto e ciò che si erano detti quando lei si era svegliata. Si sentì all'improvviso in colpa per averlo trattato come se fosse ancora un mangiamorte e un carceriere mentre invece aveva cercato solo di aiutarla. Si ripromise che gli avrebbe parlato.
Nel frattempo Draco era tornato con il Medimago al suo fianco che disse vedendola più serena<< Signorina Granger, come vede sono stato di parola>>
<< È vero, deve scusarmi per la mia reazione di prima>> rispose Hermione ricordando con imbarazzo come gli avesse puntato la bacchetta alla gola.
<< Ho avuto pazienti peggiori>> la rassicurò imperturbabile chiedendo poi a Draco << Può indicarmi una stanza in cui poterla visitare ?>>
Nel frattempo Hermione si era alzata, imitata poi da Harry e Ron, e ora che l'adrenalina, provata quando aveva visto i suoi amici, era finita il mal di testa la tormentò con più intensità e un senso di nausea e vertigine la pervase.
<< Certo, le faccio strada>> aveva risposto Draco quando notò il malessere di Hermione. Si avvicinò a lei con l'intento di aiutarla ma Ron fu più veloce e stava già per prenderla in braccio. Con un lampo di gelosia e di odio Draco fissò negli occhi il rosso e stava per dargli le spalle, non volendo assistere a quella scena, quando la reazione di Hermione lo sorprese. La riccia aveva infatti declinato gentilmente l'offerta di aiuto dell'amico e Draco cercò di soffocare la sua speranza attribuendo al motivo di quel gesto il suo orgoglio. Ciò che invece il Serpeverde ignorava era che Hermione aveva agito in quel modo perché aveva sentito che permettere a Ron di prenderla in braccio era tremendamente sbagliato. Non riuscì a spiegarsi quella sensazione di disagio, come se stesse facendo un torto a qualcuno. All'improvviso notò lo sguardo di tutti su di sé in particolar modo quello insistente di Malfoy, che la osservava come se cercasse di capire qualcosa, e quello di Ron che la guardava ferito. In quel momento si chiese se lei e Ron stessero insieme, perché ciò avrebbe spiegato il suo comportamento e la sua espressione ferita. Era tutto così confuso, si sentiva terribilmente a disagio e per fortuna Harry le venne incontro porgendole il braccio per toglierla da quella situazione imbarazzante. Hermione accettò grata il suo aiuto tenendosi a lui e tutti come liberati dal petrificus totalus tornarono a muoversi. Draco si girò e con andatura rigida li guidò fino alla stanza diventata solo della Grifondoro. Harry dopo averla aiutata ad adagiarsi sul letto attese in corridoio che il Medimago la visitasse insieme a Malfoy e Ron, in piedi appoggiati alla parete, e si mise nel mezzo quasi a dividere i due che sembravano volersi sbranare a vicenda.
Draco sapeva che Weasley non aveva mai approvato la loro relazione fin dall'inizio e l'odio e la gelosia cominciarono a corroderlo quando ricordò come in realtà non avesse mai smesso di amarla. Ora non c'era nulla ad ostacolarlo, nemmeno la fermezza e il rifiuto, che era venuto meno, di Hermione. Ricordò in modo vivido come il rosso aveva reagito quando aveva scoperto ciò che era accaduto ad Hermione. Ron lo aveva picchiato a sangue, fomentato dalle provocazioni del biondo, e Draco aveva subìto tutto senza ribellarsi perché in fondo sentiva di meritarselo e voleva affogare nel suo stesso sangue. Quasi godeva di quel dolore perché era lo stesso che voleva infliggersi da solo senza esserne capace non avendone il coraggio da codardo quale era. Quel giorno, subendo la sua furia, punì se stesso per non essere riuscito a salvarla nonostante fosse in casa con lei. Egli avrebbe dovuto proteggerla e non ne era stato capace e ricordò di aver pianto e riso soffocandosi nel suo stesso sangue quando finalmente la vista gli si era appannata e il dolore all'anima sembrò diminuire.
Pensò che ormai sarebbe morto da un pezzo se non fosse intervenuto Potter. Lo aveva odiato così tanto e aveva anche desiderato la sua morte, eppure proprio lui lo aveva difeso e si era frapposto tra loro due. Persino in quel momento l'amore di Hermione lo aveva salvato perché era stato anche grazie ad esso che Ron si era fermato. Sapeva infatti che lei non avrebbe mai sopportato la sua morte. Questo forse prima, pensò rabbuiandosi, ora cosa poteva più importarle di lui?
A riscuoterlo dai suoi pensieri fu il Medimago che era uscito dalla stanza ora illuminata dalla tenue luce dell'alba.
<< Mi dica, cos'ha?>>chiese Ron staccandosi dalla parete mentre il Medimago si chiudeva la porta alle spalle non riuscendo ad aspettare.
<<È stata colpita da un incantesimo di magia oscura e purtroppo non ne conosco nessuno che abbia questi effetti in parte asintomatici, dovrò fare delle ricerche. Per quanto riguarda la sua magia sono più che certo che non l'abbia persa ma che sia in qualche modo bloccata dal maleficio>> spiegò il Medimago.
<< E la perdita di memoria?>> chiese Draco impaziente.
<< Al momento temo sia irreversibile, ma nulla esclude che qualcosa potrebbe ricordare. È importante per adesso non forzarla in tal senso perché non sappiamo ancora come l'incantesimo agisca, potrebbe anche avere scoppi di magia quindi consiglio di non farla agitare troppo e di rivelarle il minimo indispensabile per tranquillizzarla >> rispose.
<< Noi cosa dovremo dirle ?>>chiese Harry che aveva ascoltato per tutto quel tempo in silenzio.
<< Ho già provveduto io a darle spiegazioni solo sulla sua temporanea assenza di magia e sulla natura dell'incantesimo. La memoria è un argomento troppo delicato e la sua mente molto vulnerabile. Dato che questo incantesimo non le ha al momento procurato problemi fisicamente temo che possano essercene a livello mentale >> finì di spiegare.
<< Possiamo vederla ?>> chiese Ron e Draco non poté fare altro che irritarsi e irrigidirsi.
<< Si, ma prima la signorina Granger mi ha chiesto espressamente di visitarvi e curarvi>> rispose guardando Draco per avere da lui il permesso di farlo.
Draco non rispose nulla e si limitò ad accompagnarli in un'altra stanza dando così un tacito consenso. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Hermione, per esaudire i suoi desideri.
Quando il Medimago finì con Potter e Weasley, si rivolse a Draco riferendosi ad Hermione<< Bisogna farle prendere queste due pozioni, quella gialla per rimetterla in forze e quella verde per aiutarla a dormire e riposare. Può iniziare a mangiare già da stasera ma poco, deve riabituarsi gradualmente dato che ha passato tutto questo tempo a digiuno>>e detto ciò gli consegnò le fiale.
Egli annuì e mentre lo accompagnava al punto di smaterializzazione Draco gli disse con un tono di monito<< Inutile dire che i giornalisti non devono sapere nulla del suo risveglio. Conto sulla sua discrezione >>
<< Certo, signor Malfoy, nessuno saprà nulla da me>> promise l'uomo che si smaterializzò subito dopo.
Nel frattempo Ron e Harry erano entrati nella stanza di Hermione, sdraiata sul letto, i capelli sparsi sul cuscino che le adornavano il viso scarno. L'incarnato era pallido e si vedeva dalla sua espressione tesa che soffriva.
<< Vi ha curati!>> fu la prima cosa che disse notando le bende che si intravedevano dai vestiti strappati in più punti. Aveva dubitato in quanto il Medimago le aveva fatto capire che avrebbe agito solo dietro permesso di Malfoy. Si chiese per quale motivo li avesse fatti curare. Molto probabilmente perché erano colleghi, ipotizzò.
<< Siamo tornati come nuovi>> rispose Ron con un sorriso che non celava comunque l'espressione stanca e provata dalla missione. Hermione si sentì in dovere di spingerli a tornare a casa, a riposare.
<< Sono felice di avervi rivisto e del fatto che non siamo ancora in guerra...>> esordì lei con il sorriso sulle labbra prendendo le loro mani << e mi dispiace di non avervi dato il tempo di riprendervi dalla missione>> concluse adombrandosi un po'.
<< Non devi dispiacerti di nulla, per te faremmo di tutto>> rispose Ron avvicinandosi a lei e guardandola con amore.
<< Lo so>> commentò Hermione accarezzandogli il viso con affetto << Io ora sono tranquilla, davvero, tornate a casa, andatevi a riposare e prendetevi cura di Ginny che ha più bisogno di me. Ho saputo che aspetta un bambino>> disse rivolgendosi a Harry. Non sapeva con certezza se fosse suo e cercò le parole per chiederglielo.
<< Si, il nostro bambino>>confermò lui con un sorriso che gli illuminò il viso.
<< Sono così contenta per voi>> commentò intenerita guardando Harry.
<< È al San Mungo adesso, mancano poche settimane...>> disse Harry mentre gli si inumidivano gli occhi per l'emozione<< Purtroppo non può venire qui, la smaterializzazione le può dare dei problemi>>
<< Non devi preoccuparti, salutamela e dille che la penserò e le scriverò>> e detto ciò Hermione salutò i suoi amici.
<< Torneremo presto, Hermione>> promise Ron dopo aver fatto un po' di resistenza non volendola lasciare e dandole un bacio sulla guancia.
<< Ti lasciamo in buone mani, puoi stare tranquilla>> disse Harry cercando di rassicurare lei e se stesso. A quelle parole Ron invece serrò i denti e contrasse la mascella.<< Ah!Non credevo che l'avrei mai detto in vita mia>> commentò poi Harry in un modo così buffo e imbarazzato che strappò ad Hermione una risata.
<< Non vi preoccupate, avremo tempo per stare un po' più insieme>> rispose e i suoi amici vedendola stanca e bisognosa di riposo si convinsero ad andare.
Quando i suoi amici lasciarono la stanza, Hermione si sdraiò su un fianco per riflettere non riuscendo a prendere sonno. Era felice di non aver realmente perso la magia ma la preoccupava la storia dell'incantesimo. Avrebbe dovuto risolvere quel problema, ma sentiva che ce n'era un altro che stava ignorando e che cercava di ricordare. Ma certo! Malfoy. Ecco qual era l'altro "problema" da risolvere. Nel ripensare a quel nome provò senso di colpa per averlo trattato male a maggior ragione ora che aveva scoperto grazie ai suoi amici il rapporto cambiato tra loro. Le sembrava impossibile, assurdo ma lei si fidava di Harry ed inoltre ammise a se stessa che in tre anni poteva avvenire davvero di tutto. L'orgoglio le gridava di non dirgli nulla e di non scusarsi ma il suo spirito Grifondoro alla fine prevalse e si alzò decisa a trovarlo e a parlargli. Uscì dalla stanza e cominciò a camminare per il corridoio riflettendo solo in quel momento che lui non era mai venuto da lei, tranne quando le aveva procurato i vestiti, e ipotizzò che fosse offeso. Stizzita a causa di quel pensiero si girò per tornare indietro ma poi decise di perseguire il suo proposito iniziale dato che avrebbe dovuto vivere in casa sua e Merlino solo sapeva per quanto tempo.
Percorse il corridoio che sembrava non finire mai, bussò a tutte le porte chiuse che vedeva ma nessuna di esse si aprì né Hermione sentì alcun suono all'interno delle stanze che custodivano. Stava per prendere in considerazione l'idea di cambiare strada e scendere al piano inferiore quando vide una porta aperta e le si avvicinò.
Al suo interno vide Malfoy in piedi che, dandole le spalle, stava posando dei documenti negli scaffali. Indossava un completo che aderiva perfettamente al suo corpo longilineo come se gli fosse stato cucito addosso, non portava la giacca, a fasciargli il busto c'era solo una camicia bianca che faceva risaltare le spalle dritte. Si sentì stranamente agitata e mentre entrava nello studio ripassò mentalmente ciò che doveva dirgli.
<< Cosa ci fai qui? Dovresti essere nella tua stanza a riposare>> la anticipò Draco sorpreso mentre si girava verso di lei avendo sentito i suoi passi. Il tono era esasperato e irritato per diversi motivi: la testardaggine di Hermione che non riposava come il Medimago aveva consigliato, il fatto che non aveva chiuso occhio tutta la notte, il pensiero che lei si stesse sforzando solo perché cercava Potter e Weasley, la paura di cosa le potesse accadere a causa dell'incantesimo e il timore di aver perso il suo amore. Erano successe troppe cose, si erano susseguite troppe emozioni in poco tempo e Draco aveva perso la pazienza.
Ma non appena notò come lei cercasse di stare in piedi appoggiandosi totalmente alla parete l'irritazione fu sostituita dalla preoccupazione e dall'apprensione e i lineamenti induriti si addolcirono.
Posò il documento che aveva in mano sulla scrivania e girò una sedia porgendole la mano per aiutarla a raggiungerla. Hermione indispettita però dal tono che aveva usato come se stesse sgridando un bambino rimase in piedi incrociando le braccia al petto.
<< Potter e Weasley se ne sono andati >> proferì freddo malcelando la rabbia, il dolore e la delusione mentre tornava a riporre i documenti nello scaffale e a darle le spalle.
Hermione in quel momento era molto combattuta. In quel momento la voglia di scusarsi era del tutto scomparsa e pensò che poteva benissimo assecondarlo e andarsene con la scusa di non aver trovato i suoi amici. Era sicura infatti che avrebbe schernito le sue scuse e lei non voleva dargli l'opportunità di farlo. Aveva deciso quindi di abbandonare il suo iniziale proposito di scusarsi quando si ricordò di Harry. Le aveva detto che Malfoy era cambiato, le aveva fatto capire che si fidava di lui e lei si fidava del suo amico. Si rese conto solo in quel momento che stava per agire sulla base dei propri pregiudizi su di lui e si vergognò di questo.<< Lo so, sono io che gli ho chiesto di andare. In realtà stavo cercando te>> si risolse infine a rispondergli decidendo di dargli una possibilità.
Draco nel sentire quelle parole si fermò stentando a credere alle proprie orecchie, si girò verso di lei e la guardò con un misto di aspettativa e di speranza. La rabbia, la delusione, l'irritazione erano del tutto scomparsi. Il cuore di lui sembrava voler uscire dal suo petto tanto batteva forte e c'era anche qualcos'altro che gli faceva brillare gli occhi ma lei non riuscì a riconoscere cosa fosse.
<< Ti cercavo per chiederti scusa, per come ti ho trattato. Harry mi ha detto che abbiamo instaurato un buon rapporto in questi anni. Non avrei dovuto mettere in mezzo il passato >> disse Hermione e più parlava più si convinceva che stava facendo bene a dargli una possibilità notando come effettivamente quello sguardo che le stava rivolgendo apparteneva ad un Draco nuovo che non aveva mai conosciuto o ricordato. Quella fu la prova che le parole di Harry erano vere e si sentì più tranquilla.
<< Non preoccuparti, i nostri rapporti non cambieranno>> la rassicurò avvicinandosi a lei, benedicendo mentalmente per la prima volta nella propria vita l'intervento e l'esistenza di Potter.
<< Bene, sono qui anche per assicurarti che appena tutto questo sarà finito toglierò il disturbo>> disse lei mentre notava con disagio che si era avvicinato così tanto che avrebbe potuto toccarlo distendendo il braccio. Non le era mai capitato di parlare con lui come se fossero amici e ciò la destabilizzò, non sapeva come comportarsi.
<< Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi >> la rassicurò Draco con una dolcezza che sfuggì al suo controllo e si manifestò attraverso il suo sguardo e il tono della sua voce mentre le portava distrattamente una mano sulla spalla.
In quel momento il senso di disagio che provava Hermione si accentuò non solo perché era insolito per lei quel gesto da parte sua ma anche perché le sembrava tremendamente familiare, giusto. Ne ebbe paura.
<< Ora che è tutto chiarito, vado a riposare>> disse per togliersi da quella situazione.
<< Certo>>rispose lui abbassando la mano e facendo tornare il braccio lungo il fianco << Il Medimago ti ha prescritto questa pozione, serve per farti dormire meglio>> continuò allontanandosi e prendendo dalla scrivania la boccetta verde e porgendogliela.
Hermione la prese per poi andarsene subito dallo studio. Da cosa stesse fuggendo non lo capì nemmeno lei. Erano successe troppe cose in poco tempo e aveva bisogno di dar loro un ordine in quella mente confusa che ora si ritrovava. Ritornò in stanza e il dolore alla testa tornò più forte di prima. Si sdraiò a fatica sul letto ormai priva di forze, alla fine cedette e prendendo la pozione cadde in un sonno profondo.
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