Incubo
Hermione correva. Il respiro era affannoso, il cuore batteva impazzito, la mano destra impugnava con forza la bacchetta. Non sapeva esattamente dove stesse andando né dove si trovasse, non riusciva ad orientarsi in mezzo alle ombre grigie e nere. L'istinto la spingeva a scappare e lei lo ascoltava. C'era qualcosa o qualcuno che la cercava, la inseguiva e lei ne aveva una paura terribile.
"Non deve trovarmi! Non deve prendermi! " pensava con agitazione e terrore sempre più crescenti.
L'oscurità si infittiva sempre di più e lei si sentiva come un insetto intrappolato in una gigantesca ragnatela. Poteva avvertire le trame delle tenebre, i suoi invisibili fili, nati per catturare e trattenere le prede, avvolgersi attorno a lei, mentre si girava su se stessa terrorizzata, e paralizzarla. Sentiva che l'enorme ragno che le aveva tessute con grande cura incombeva su di lei pronto ad attaccarla ed Hermione non riusciva a reagire. Rimaneva ferma circondata dal silenzio e dal battito impazzito del suo cuore che le urlava di scappare, di correre prima che fosse troppo tardi, prima che la trovasse. Fu uno spostamento d'aria ad aiutarla a riprendere possesso del suo corpo gradualmente e il primo passo fu quello di spostare la testa nella direzione in cui aveva avvertito lo spiffero d'aria. Non vide nulla ma si irrigidì e rabbrividì quando capì che il suo peggiore incubo si trovava dietro di lei. Quando udì un leggero rumore si rese conto che si stava muovendo e avvicinando a lei sempre di più ma il suo corpo non sembrava voler collaborare ed eseguire gli ordini della sua volontà. I piedi erano fermi a terra e terribilmente pesanti come piombo e Hermione tentava con disperazione di muoverli. Si sentì sfiorare i capelli e si sentì morire mentre il sudore freddo le colava lungo la schiena. Proprio quando pensò che ormai l'avrebbe afferrata riuscì a muovere i piedi e a spostarsi lateralmente prima che stringesse la presa sui suoi capelli. Ora che aveva mosso qualche passo farne un altro e un altro ancora non fu difficile e presto poté riprendere a correre in quella oscurità.
All'improvviso le tenebre diedero spazio ad un cielo bianco, lattiginoso e per un attimo ne fu accecata. Sentì un freddo pungente penetrarla fin dentro le ossa ma l'angoscia e la paura che aveva provato fino a poco prima diminuirono. Si sentiva irrazionalmente protetta da quella luce che la circondava ed era convinta che ciò che si celava nelle tenebre non avrebbe più potuto raggiungerla adesso. Pensò che niente potesse più farle del male lì ma non fece in tempo a rilassarsi che il terrore tornò più forte di prima.
Era lì.
Si girò di scatto e rimase nuovamente paralizzata ma stavolta dall'orrore quando si accorse di non avere più la bacchetta. Un'ombra sfuocata si stagliava in contrapposizione al bianco che la circondava.
Non era riuscita a scappare.
Pensò a suo padre che non avrebbe mai più rivisto, con cui non si sarebbe potuta più riconciliare e rivide se stessa e i propri genitori nel giardino di casa sua, vicino ad un albero mentre costruivano un'altalena.
L'aveva trovata.
Pensò ai suoi migliori amici che l'avevano vista crescere, padroneggiare la magia e da cui, ironia della sorte, ora sarebbe stata separata per sempre nonostante fosse sopravvissuta insieme a loro a tutte quelle avventure pericolose.
Era la fine.
Pensò a Malfoy e le si dilaniò il cuore sapendo che l'avrebbe lasciato contro la propria volontà. Pensò ai suoi capelli che avevano lo stesso colore di quel cielo pallido e non avrebbe più potuto toccare.
Una lacrima le rigò una guancia.
"Draco" urlò nella sua mente mentre un lampo la colpiva.
Sentì un grido e una risata.
Hermione si svegliò di soprassalto con il cuore in gola, i capelli appiccicati al collo per il sudore e gli occhi sgranati. Si guardò intorno riconoscendo la camera che le aveva dato Malfoy nuovamente buia. Ancora spaventata cercò di scacciare le immagini e i ricordi del sogno ma questi le tornarono vivi in mente, contro la propria volontà, a causa del buio che la circondava e le sollecitava la memoria dell'incubo. Ricordò il senso di angoscia, di oppressione, la sensazione che qualcuno la stesse inseguendo e poi il cielo completamente bianco. Non riusciva ad afferrare esattamente i pensieri che aveva avuto nei confronti di suo padre ma il grido e la risata finali erano rimasti impressi nella sua memoria e la fecero rabbrividire. Trasalì quando sentì qualcuno bussare alla porta. Cercando di scrollarsi di dosso quella brutta sensazione si alzò e andò ad aprire la porta.
Malfoy. Per la prima volta in vita sua, pensò, era contenta di vederlo.Dopo quel sogno non la faceva impazzire l'idea di stare di nuovo al buio da sola.
<< Sei sveglia>> constatò Draco fermo sulla soglia con in mano un vassoio, notando con piacere che Hermione non l'aveva accolto con uno sguardo ostile<< sono venuto a portarti da mangiare, devi rimetterti in forze>>
Solo in quel momento Hermione, osservando il suo viso e i suoi capelli che spiccavano rispetto alla parete grigia dietro di lui, si ricordò di aver pensato nell'incubo anche a Malfoy. Draco, si corresse mentalmente Hermione. Lo aveva chiamato per nome nel sogno. Perché? Pensò che probabilmente lo avesse sognato perché lo aveva visto prima di andare a dormire. Eppure quella spiegazione non la convinse.
Hermione si riscosse dai propri pensieri e dopo averlo ringraziato si spostò di lato per lasciarlo entrare. << Che ore sono ?>> gli chiese mentre chiudeva la porta.
<< Le nove di sera, hai dormito tutto il giorno>> rispose mentre posava il vassoio sul letto e accendeva le candele con un colpo di bacchetta << ti senti bene?>> le chiese lui notando il suo sguardo sconvolto.
<< Mi sento meglio>> rispose Hermione andandosi a sedere sul letto e posando il vassoio sulle sue gambe.
Le aveva portato della carne, del succo di zucca e una pozione giallastra.
Draco le si sedette accanto, così vicino che le loro gambe si toccavano, non potendo fare a meno di guardarla, di osservare i suoi capelli sempre così folti che spesso gli andavano davanti al viso quando dormivano insieme e il suo profilo delicato che le dava un aspetto fragile. Hermione percepì quella vicinanza troppo invadente e si spostò di poco per lasciare tra loro una distanza.
<< Ti piace ?>> le chiese Draco indicando con un cenno della testa la carne, ignorando il suo gesto, per spezzare il silenzio che si era creato mentre lei cominciava a mangiare.
<< È buona >> rispose annuendo dopo aver mandato giù un boccone<< quindi il nostro rapporto è cambiato... >> esordì, alzando la testa per guardarlo, volendo conoscere anche la sua versione dei fatti. Non che non si fidasse di Harry ma le sembrava così assurdo il fatto che fossero in buoni rapporti, che aveva bisogno di avere una sua conferma.
<< Il periodo dopo la guerra non è stato facile per me e tu mi hai aiutato. Ti sei guadagnata il mio rispetto>> le rispose lui decidendo di dirle la verità. Effettivamente la stima e la gratitudine nei suoi confronti erano stati i primi passi che Draco aveva mosso per riconoscere che i propri pregiudizi radicati nei confronti dei nati babbani fossero sbagliati. Hermione gli aveva dimostrato con la sua persona che coloro i quali chiamava con tanto disprezzo Sanguesporco non erano inferiori a nessuno. Nonostante fosse consapevole di ciò però cambiare quel suo pregiudizio era stato difficile e lo era ancora. Anche se non considerava più Hermione inferiore ma anzi superiore a lui non riusciva a vedere allo stesso modo tutti gli altri nati babbani. Era una perenne lotta contro se stesso la sua.
<< Quindi quello che sono... non è più un problema per te?>> gli chiese Hermione.
<< Non mi importa più nulla del sangue. Ti considero una mia pari>> le rispose Draco avvicinandosi a lei con il busto.
Hermione rimase senza parole troppo sorpresa per poter elaborare una qualsiasi risposta. Draco Malfoy che la considerava sua pari era davvero qualcosa che andava oltre ogni immaginazione.
<< Se avessi saputo che bastava dirti questo per lasciarti senza parole l'avrei fatto tempo fa>> commentò divertito.
<< Non farci troppo l'abitudine>> commentò Hermione sbuffando con un sorriso accennato sulle labbra che si lasciò sfuggire, mentre tornava a tagliare la carne. In sua compagnia la paura di prima scomparve e desiderò che non andasse via. Non le piaceva quella stanza quando calava il buio, anzi non le piaceva per niente il Manor, troppo tetro e oscuro. A causa di quei pensieri il sorriso le morì sulle labbra. Mangiò lentamente per ritardare il momento in cui l'avrebbe lasciata sola e stava per porre altre domande quando lui la interruppe.
<< Sei sicura di stare bene?>>chiese nuovamente Draco vedendola all'improvviso tesa e preoccupata per qualcosa.
Hermione a quella domanda si irrigidì indecisa se parlargli o meno del suo sogno, che era un'altra causa del proprio malumore, e si sorprese del fatto che lui avesse subito capito il proprio stato d'animo << Si, sto bene>> decise infine di rispondere fingendosi concentrata sulla cena.
<< Non è vero, sei tesa>> andò dritto al punto lui non credendole e volendo conoscerne la causa.
<< Ho dormito male, tutto qui>> cedette alla fine spiegando parzialmente il motivo del suo malessere. Non poteva certo rivelargli che il Manor in cui l'ospitava le metteva i brividi.
<< Cos'hai sognato?>> chiese Draco cercando il suo sguardo.
<< Non lo ricordo bene, è tutto confuso e comunque non sarà nulla di importante>> rispose Hermione, prima di bere la pozione, facendo cadere il discorso non perché non ritenesse il sogno tale ma perché non le riusciva spontaneo aprirsi con lui.
Ora che aveva finito di mangiare e aveva preso la pozione ricambiò il suo sguardo con attenzione sperando che il suo viso le facesse ricordare qualcosa ma nulla le venne in mente, solo i vecchi ricordi di Hogwarts. Solo in quel momento realizzò quanto fosse diverso rispetto ai tempi della guerra. Il suo viso appuntito sembrava più rilassato e sereno,anche se avvertiva e notava in lui la stanchezza, dalle occhiaie che spiccavano a causa del suo pallore, e il turbamento, dai suoi capelli leggermente arruffati probabilmente per averci passato spesso le mani. I suoi occhi erano di un grigio intenso ricco di sfumature che non aveva mai notato né viste da vicino. Si sorprese nel trovarli inaspettatamente caldi, accoglienti e avvolgenti. Non esprimevano odio né disprezzo o freddezza e pensò in quel momento che fossero meravigliosi. Le sue labbra non troppo carnose né sottili non erano atteggiate in un ghigno arrogante ma in un sorriso accennato. Draco Malfoy non era più un bambino né un ragazzino, realizzò. Era un uomo, adesso.
Ripensò al sogno. "Draco" aveva gridato nella propria testa come una richiesta d'aiuto, un addio. Ancora una volta si convinse che lui fosse la chiave di tutto, l'istinto glielo suggeriva ed era sicura che lui le stesse nascondendo qualcosa.
<< Come mai ero al Manor quando sono stata colpita dell'incantesimo?>> Gli chiese studiando il suo viso per notare ogni minimo cambiamento di espressione.
<< Chi ti ha detto che sei stata colpita al Manor?>> chiese Draco che non si aspettava quella domanda.
<< Ci sono arrivata da sola>> rispose << quindi me ne dai conferma>> dedusse.
<< Non so perché fossi venuta al Manor quando sei stata colpita, non mi avevi avvertito della tua visita. Fortunatamente stavo uscendo, così ti ho vista e ti ho portata dentro il Manor. Credevo che avessi avuto un malore>> mentì Draco sperando di non star contraddicendo inconsapevolmente quello che le avevano detto probabilmente i suoi amici. Era certo che lei si fosse già confrontata su questo con loro e che ora si aspettasse da lui una conferma. Eppure Draco non poteva sapere cosa le avessero raccontato. Infatti quando Potter e Weasley, dopo essere stati curati, erano tornati da Hermione lui si era chiuso nel proprio studio e aveva incaricato l'elfo di occuparsi di loro e accompagnarli all'uscita. Non aveva avuto né la voglia né la forza di continuare a interagire con loro, soprattutto con il rosso.
Hermione non era molto convinta della sua risposta ma lasciò cadere quel discorso, pensando che se le stava mentendo, cosa molto probabile, non sarebbe riuscita a farsi dire comunque la verità nemmeno insistendo, per aprirne un altro sul possibile e probabile responsabile della propria condizione.<< Sai se ci sono mangiamorte che ad insaputa del Ministero sono ancora in libertà ?>> chiese dopo aver riflettuto un attimo.
<< No e non potrei nemmeno saperlo, io ho chiuso con loro>> rispose con tono duro, quasi tagliente che sorprese Hermione. Draco pensava che avessero già chiarito quel punto quando si era scusata con lui ma evidentemente non era così.
Ed ecco che Hermione vide apparire sul suo viso uno sguardo ferito accompagnato da una freddezza e ostilità che non erano ancora comparsi sul suo viso.
<< Non era mia intenzione offenderti, pensavo...>> iniziò Hermione per poi essere interrotta.
<< Pensavi male>> disse Draco che improvvisamente sentiva il desiderio di allontanarsi da quella stanza e da lei e stava per alzarsi dal letto.
<< Se mi lasciassi finire, invece di arrivare a conclusioni affrettate...>> ribatté Hermione spazientita prendendogli con delicatezza un braccio. Quel gesto convinse Draco a sedersi di nuovo sul letto. << stavo dicendo che pensavo tu lo sapessi perché sei a stretto contatto con gli Auror>> spiegò infine spostando la mano dal suo braccio e appoggiandola sul letto.
Nel sentire quelle parole Draco si rilassò e il suo sguardo si addolcì nuovamente.
<< Non ti sto dando del mangiamorte, voglio solo capire cosa mi è successo e tutti sembrate volermelo nascondere >> spiegò Hermione vedendolo più calmo.
<< È vero, non ti stiamo dicendo molto ma solo perché è troppo presto e non sappiamo come potresti reagire. Tu invece potresti aiutare sicuramente di più tutti noi se ti aprissi, parlando anche dei tuoi sogni>> le fece notare lui.
Hermione capì che non aveva per nulla creduto alla sua bugia sul proprio incubo e incassò il colpo.
<< Allora facciamo un patto Malfoy. Io mi apro con te e tu rispondi alle mie domande>> propose Hermione non demordendo.
<< Accetto>> rispose solamente Draco << Stasera io ho già risposto alle tue domande, ora tocca a te aprirti>> continuò con un sorriso furbo.
Hermione guardò furente e infastidita Draco che con un sorriso tranquillo e un viso apparentemente innocente attendeva una sua risposta e l'aveva appena sconfitta al suo stesso gioco. Solo per stasera, pensò e si ripromise.
<< Non so bene dove mi trovavo>> iniziò a raccontare << so solo che stavo scappando da qualcuno. Era un'ombra o poco più. Verso la fine del sogno l'ho vista e ricordo solo che qualcosa mi ha colpito>> concluse omettendo il proprio pensiero su di lui.
<< Ti parlava? Quest'ombra intendo>> chiese Draco che ora si era fatto serio e concentrato.
<< No, prima di svegliarmi ho sentito solo un grido ... un grido e una risata>> rispose seria anche lei e quando udì quelle parole Draco rabbrividì.
Non ne seppe il motivo, forse perché era sera e quella stanza al buio le metteva i brividi, forse perché stava ricordando il suo incubo, ma si ritrovò a tremare leggermente e la causa non era il freddo. L'unica cosa che sapeva in quel momento era che non avrebbe voluto parlarne mai più perché il solo ricordare quell'incubo le metteva addosso una terribile inquietudine.
<< Come va la testa? Ti fa ancora male ?>> chiese Draco dopo aver annuito per cambiare discorso. Non gli era sfuggito infatti il turbamento di Hermione dopo aver raccontato quel sogno.
<< Meglio, il dolore non è passato del tutto ma è sopportabile >> rispose la riccia e scese il silenzio tra loro.
<< Bene, allora io vado>> esordì Draco prendendo il vassoio non sapendo più che cosa dirle.
"Non andare" pensò Hermione che in quel momento era ancora più turbata di prima ma non disse nulla orgogliosa. Nel frattempo Draco era già sulla soglia della porta e si girò a guardare Hermione ancora una volta. Notò che qualcosa la preoccupava, avrebbe voluto rimanere a farle compagnia tutta la notte ma decise di non forzarla.
<< Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno io sono nella camera di fronte alla tua. Non esitare a chiamarmi, anche in piena notte>> si risolse a dirle per andare incontro a lei che non era abituata al loro rapporto e ai propri desideri.
<< Lo farò. Grazie, Malfoy>> rispose Hermione ma entrambi sapevano che non l'avrebbe fatto, non gli avrebbe chiesto aiuto in ogni caso.
Dopo essersi dati la buonanotte Draco chiuse la porta, fece evanescere il vassoio e andò in camera sua. Pensava a ciò che si erano detti mentre si infilava il pigiama verde di seta e si sdraiava sul letto, sotto le coperte. Si sentiva esausto, felice e infelice allo stesso tempo.
Hermione si era svegliata ma non si ricordava di loro due insieme. Draco si sdraiò su un fianco.
Hermione lo ringraziava e parlava tranquillamente con lui ma guardava con fin troppo affetto Weasley. Draco si girò sull'altro lato.
Hermione, Hermione, Hermione...
Non pensava ad altro e fu ricordando il suo volto che finalmente si addormentò.
Hermione nel frattempo si era cambiata, prendendo anche lei un pigiama dall'armadio, e si sdraiò nuovamente sul letto. A differenza di Draco, lei non riusciva a prendere sonno e non solo perché aveva già dormito tutto il giorno ma soprattutto per i pensieri che affollavano la sua mente. Cercava in ogni modo di non pensare all'incubo provando a distrarsi,
girando e rigirandosi nel letto.
Finalmente dopo un tempo che parve infinito stava per addormentarsi quando un suono improvviso squarciò il silenzio e la fece risvegliare con un sussulto. Sembrava provenire dal piano di sotto e in un primo momento presa dalla sorpresa temette che qualcuno fosse entrato al Manor. Rimase quindi in assoluto silenzio, ferma, quasi trattenendo il respiro per sentire altri eventuali suoni. Non seppe neanche lei per quanto tempo fosse rimasta così ma non sentendo più nulla pensò che probabilmente quel rumore fosse stato provocato da Malfoy, magari nel posare il vassoio, o da qualche elfo. Rassicurata da quel pensiero chiuse di nuovo gli occhi e si rilassò. Non avrebbe voluto passare nemmeno un giorno in più lì dentro, desiderava più di ogni altra cosa andar via da lì e non appena le si fosse presentata l'occasione non avrebbe perso tempo a coglierla.
Quelli furono i pensieri che la accompagnarono tra le braccia di Morfeo.
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