CAPITOLO 2
Dopo una bella corsa mi piace passeggiare per il parco, specialmente in questo periodo dell'anno. Amo sentire l'odore della terra umida, i colori e il profumo dell'autunno, è sempre stata la mia stagione preferita. Rispecchia un po' anche il mio modo di essere.
Improvvisamente sento il mio cellulare suonare, lo prendo e controllo chi mi sta chiamando, è Maya, subito dopo rispondo.
«Ciao Maya.»
«Tu! Essere che da buche!» dice con voce squillante, ops! Ho dimenticato l'appuntamento di stamattina.
«Ti chiedo scusa, è tutta colpa di zia e delle sue colazioni, dimmi dove sei e ti raggiungo» dico dispiaciuta.
«Lascia stare, per questa volta ti perdono, solo perché un bel fusto mi ha tenuto compagnia, al posto "tuo".» Dice indispettita.
«Allora posso non sentirmi in colpa.»
«Bella mia, prima del suo arrivo ho dovuto aspettare ben trenta minuti. Quindi sì, sentiti in colpa!» usa un finto tono offeso.
«Va bene, va bene. A che ora ci vediamo oggi? così mi faccio perdonare.»
«Mmh, verso le quattro vengo a casa tua, ah al bar ho visto James.»
Il mio cuore perde un battito, nel sentire pronunciare il suo nome, ripeto tutta colpa delle crepes!!
«Ci stava qualche oca in giro?» chiedo titubante.
«Ahah gelosona, no tranquilla era da solo. È stato sotto il mio mirino per tutto il tempo.» si immagino, faccio un lungo sospiro.
«Dai, ci vediamo più tardi tesoro, un bacione»
«Ciao tesoro»
Metto le cuffiette che uso per andare a correre e faccio la strada di casa.
James.... Lui è un ragazzo tutto d'un pezzo, ha tanti amici però allo stesso tempo è molto riservato, so che il suo migliore amico è Liam, da cui Maya è presa ma non vuole ammetterlo.
Io e James ci conosciamo da tantissimi anni, tramite i nostri genitori, che per via del loro lavoro con il tempo si sono costruiti un rapporto di rispetto e stima reciproca. Ho sempre avuto una cotta per lui, ma con il tempo si è trasformato in qualcosa di più grande, però mai ricambiato. Lui sembra al di fuori della mia portata, irraggiungibile. Successivamente si è trasferito, per andare ad abitare da solo, quindi le possibilità di vederlo sono diminuite.
Sono persa tra i miei pensieri, quando improvvisamente sbatto contro qualcuno.
«Ahi, che male.» dico toccandomi il naso, alzo lo sguardo, sto per chiedere scusa...
Non ci credo, è Liam!
«Scusami Liam, non ti avevo visto.» dico rammaricata.
«Tranquilla, è sempre un piacere, quando una bella ragazza ti finisce addosso.» dice facendomi l'occhiolino, ovviamente divento rossa dalla vergogna.
«Tutto bene? Ti sei fatta male?»
«No grazie, sto bene. Mi dispiace di averti bagnato la maglia di sudore.»
«Vai serena, nulla che non si possa rimediare.»
«Ci si vede bambolina.» dice divertito.
«Ciao Liam e scusami ancora.» che imbarazzo.
Appena Maya saprà l'accaduto morirà d'invidia.
Una volta arrivata a casa, faccio una doccia veloce e mi preparo un panino al volo.
Dopo pranzo chiamo papà per vedere come sta, lui si è trasferito a New York per motivi lavorativi e non nego di sentire un po' la sua mancanza, ma quando può viene sempre a trovarmi.
Ultimamente è pieno di lavoro, quindi mi assicuro che va tutto bene.
Al terzo squillo mi risponde.
«Pronto?»
«Ciao papà, come va oggi?»
«Ciao amore mio, adesso molto meglio.» dice contento.
«Papà hai mangiato qualcosa?»
«Ancora no, ma dopo mi ordino qualcosa.» cerca di rassicurarmi. È Sempre la stessa storia, si concentra così tanto sul lavoro, che alcune volte salti i pasti.
«Mi raccomando papà cerca di mangiare.» dico preoccupata.
«Tranquilla tesoro mio, tu come stai?»
«Bene papà, pensi che tra i tuoi mille impegni, riuscirai a trovare un po' di tempo per tua figlia?»
«Assolutamente, lei viene prima di qualsiasi altra cosa.» dice con tono pieno d'amore.
«Lo so papà, stavo scherzando, non vedo l'ora di vederti.»
«Anche io piccola mia.»
« Adesso devo proprio andare, fra un po' ho una riunione importante.»
«Va bene, ciao papà, buon lavoro e riguardati.»
«Ciao amore mio.»
Chiudo la chiamata, vado in soggiorno e guardo un po' di tv, nell'attesa che arrivi Maya.
POV JAMES
Sono in ufficio che controllo i dati delle entrate e delle uscite di questo mese, tutto sommato stiamo andando bene. Da cinque anni lavoro nell'azienda di famiglia, nella Foster Construction Company, adesso sono diventato vice amministratore, ho molte più responsabilità e sono sommerso di lavoro.
Sento bussare alla porta del mio ufficio.
«Avanti.» aprono la porta e vedo avanzare la mia segretaria, Victoria.
La sua assunzione è stata decisa da mio padre, essendo figlia di un suo amico di lunga data. Lei è una donna molto bella ma anche astuta, e sa di avere fascino sul genere maschile.
«Dimmi Victoria.»
«Mi scusi signor Foster ma è arrivato il signor Cruz.» mi comunica Victoria con sguardo accattivante, ma con me non funziona, lo sa però non smette mai di provarci.
«Fallo entrare.»
«D'accordo.» dice prima di andare via, dopo un paio di minuti entra il mio migliore amico.
«James, come sempre sei immerso in mille scartoffie.»
«Tu invece quando inizierai a lavorare seriamente con tuo padre?» è un grande testone.
« Per favore, mi basta mio padre, che mi rompe ogni singolo giorno della mia povera vita.» dice in modo drammatico per poi mettersi una mano in faccia.
Dopodiché si siede difronte a me e mi guarda in modo fisso.
«Cosa devi dirmi?» mormoro indifferente, continuando i miei calcoli.
« Stamattina prima di pranzo, ho incontrato Rachel.» dice con disinvoltura, faccio una piccola smorfia, nel sentire pronunciare il suo nome, ma ovviamente faccio finta di nulla e continuo tranquillamente il mio lavoro.
«Mmh capisco.»
«La sua bellezza è sempre sconcertante.» continua con il suo discorso, quando c'è di mezzo lei cerca sempre di stuzzicarmi.
« Ti ricordo che è una ragazzina.» dico indifferente
« Ha solo cinque anni in meno, non esagerare.» dice basito
«Per me è come una sorella minore.» Uso un tono serio
« Si, certo, però per me no.» il suo sguardo che non mi piace.
«Stai alla larga da lei, non è quel tipo di ragazza che frequenti tu...» dico irritato
«Ahah, tranquillo starò alla larga da lei.» Dice divertito.
«Comunque, stasera andiamo a berci qualcosa?» finalmente cambiato discorso.
« Va bene, a che ora?»
« Facciamo verso le dieci.»
«D'accordo.»
«James, lasciati un po' andare, non esiste solo il lavoro.»
«Lo so, Liam, ma so anche fin dove posso arrivare e fin dove non posso.»
«Capisco... Allora io vado, a stasera» mi dice avvicinandosi alla porta, e dopo va via.
Fisso la porta chiusa per alcuni attimi, sospiro,adagio la penna e appoggio la schiena sulla poltrona.
"Ho bisogno di divertimi".
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