tredici
Il mozzicone cade a terra e tra pavimento e suola viene schiacciato fino ad appiattirsi. Dwight osservava la città dall'alto: il tetto offre una vista discreta del caos notturno nelle strade della movida, contrapposto ai desolati quartieri in cui avete sentito il frastuono delle sirene. All'improvviso però, gli sembra di aver dimenticato in camera gli occhiali: quello spento colore di fogna e di peccato che tinge l'intera città, non lascia spazio alla vita. Il profondo blu delle tue iridi vispe, le rosee labbra e le vesti che indossa e che automaticamente si impregnano delle più seducenti sfumature... manca tutto, aveva a malapena notato il sangue dei poliziotti colorarsi di un intenso rosso. Dwight si domanda come sia vivere in quel modo, costantemente notata, l'unico tono di genuino colore nella tavolozza di Dustville. Come vorrebbe che tu riportassi un po' di purezza tra le strade della corruzione. Tu... proprio tu, con tutti i terribili vizi che ti caricano la coscienza. Tu rappresenti la salvezza di un luogo divorato dall'avidità.
Anche Dwight si rende conto di quanto assurdo sia, ma ci crede. Ci crede fermamente.
"Speriamo che almeno funzioni." Commenta l'uomo tra sé e sé, portando le mani nelle tasche dell'impermeabile. Pensa a te, a quanto tu sia puerile e a come quel tuo atteggiamento avrebbe potuto mandare tutto a monte o render la vittoria tra le più epiche ed esilaranti della storia. E poi ripensa a lei, a Molly, alla terribile immagine che si era creata nella sua mente. La descrizione del ritrovamento del corpo era stata fin troppo dettagliata per la sua sensibilità. Ma non è quello a dar pensiero a Dwight, non è la morte in sé quanto il fatto che sia stato lui a metterla a rischio e che il colpevole di quel tragico gesto fosse proprio Colin, suo fratello, sangue del suo sangue.
Avrebbe dovuto pensare all'eventualità che suo padre avesse mandato lui o che, ancor più probabile, si fosse proposto di sua sponte. Ma non l'ha fatto. Si è distratto, si è lasciato prendere da un piano che non aveva tenuto conto di tutte le casistiche.
Sta per tornare da te quando avverte dei suoni. Una mandria di bufali sale le scale, apre la porta e si posiziona alle sue spalle. Dwight può dare un'immagine a quei rumori, ma non può di certo scappare lanciandosi dal tetto, né sfoderare la pistola e sperare di farla franca. È spacciato. Tu sei spacciata. E per una volta, Dwight spera con tutto sé stesso di avere torto.
La canna della pistola ora punta dritta contro Dwight, la sicura viene rimossa, ma non è la sola. È circondato, è una vera e propria festa, una folla di distintivi sporchi di fango e mazzette.
"Siete in tanti. Sono lusingato." Confessa lui, sollevando le mani e posizionandole sulla nuca, consapevole di cosa stia accadendo. Non deve aspettare troppo affinché il poliziotto davanti a lui confermi la sua intuizione.
"Signor Kray, la dichiaro in arresto."
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