Rivelazioni - parte due
A Eloise il sangue le si gelò nelle vene, tutte le bugie che aveva detto, tutti quegli anni a nascondere il passato con una precisione impeccabile, ora stava ritornando tutto a galla. Possibile che proprio lei era stata in grado di compiere un tale sbaglio? Era vero forse che nelle questioni di cuore non esistono esperti. Eppure, gli occhi di tutti erano puntati verso di lei. Attendevano delle spiegazioni, ma ancora prima attendevano di capirci qualcosa.
''Allora, Hammer. Dimmi che mi sbaglio'' disse Nathan.
Non stavano così tanto vicini dai tempi delle rivolte, da quando c'era più che una tregua tra loro due.
''Dimmi che non mi hai nascosto mio figlio per tutti questi anni'' continuò lui.
Come poteva non dirglielo. Era proprio quello che aveva fatto. L'aveva nascosto con tutte le sue forze, mentendo persino a coloro che amava di più. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di mantenere quel segreto che le toglieva il sonno, ma non a costo di suo figlio stesso. Il vaso era stato scoperchiato e le carte ormai erano in tavola.
~
Nathan quasi non riusciva a credere a quella situazione, a tutti gli anni che aveva passato in disparte credendo di aver perso l'unico amore della sua vita. Ma qualcosa di ancora più grande gli era stato sottratto e, nonostante ciò, non riusciva a smettere di darsi la colpa. Poteva mai essere vero? Quel bambino che stava in bilico tra la vita e la morte era sul serio suo figlio? Di certo, se non era il figlio del rosso non potevano esserci tante altre alternative. Anzi, non ce n'era nessun'altra. I calcoli tornavano tutti. Forse le aveva fatto così tanto male da aver paura per il futuro del suo stesso figlio. Eppure mai, per nessuna ragione, avrebbe seguito le orme di suo padre. In quel momento, nonostante i ragionamenti che gli passavano per la testa, la rabbia sembrava farla da padrona.
''El, cosa sta dicendo?'' intervenne Han, a sua volta incredulo.
''El ha delle buone ragioni da poter spiegare'', aggiunse Ginny.
'' Tu lo sapevi?'' disse Wayne, rivolgendosi alla sorella.
Ginny annuii con un cenno della testa, rivolgendo il suo sguardo verso l'amica per darle il suo appoggio.
''Le ho chiesto io di non dirvi niente'' disse Eloise, che non voleva mettere nessun'altro nei guai ''ero sicura che fosse la cosa migliore da fare''.
'' La cosa migliore?'' urlò Wayne, su tutte le furie.
''Siamo i tuoi migliori amici El, a noi puoi sempre dire tutto'' disse Han.
'' Questo non potevo dirvelo'' rispose Eloise.
L'atmosfera nella stanza si stava surriscaldando e Nathan continuava ad ascoltare i discorsi del solito gruppetto. Erano arrabbiati, come se il discorso li riguardasse davvero. Il figlio era il suo, mica il loro. Certo, la loro amica gli aveva mentito, ma quanto meno non erano stati privati della possibilità di veder crescere quel bambino.
''Perché? Forse perché l'avrei saputo io? Chissà cosa gli sarebbe successo tra le mie mani'' disse Nathan.
''Non puoi giudicarmi per quel che ho fatto. Sei sparito, e ci hai traditi. Hai tradito me!'' urlò Eloise, rivolgendo il suo sguardo a Nathan, carico d'odio ''ho cercato di proteggerlo per tutto questo tempo''
'' I miei complimenti, non ci sei riuscita'' sputò acido il biondo, voltandole le spalle per uscire dalla stanza.
~
Nathan Maine! L'aveva rifiutato per quel furetto di un Maine. Wayne non riusciva a crederci. Che stupido che era stato, Scorpius assomigliava così tanto a quell'antipatico, ma mai prima d'ora gli era passata per la testa un'idea del genere. Lei lo odiava, l'aveva sempre odiato, come era potuta succedere una cosa del genere. La sua Eloise, quella che conosceva così bene ai tempi del liceo non poteva essersi avvicinata a uno come lui, impossibile. Forse l'aveva costretta. Ma certo, doveva essere questa la verità.
''El, ti ha costretta vero? Puoi dircelo, ti giuro che lo farò pentire anche solo di averti sfiorata'' chiese Wayne.
''No, Wayne'' rispose la ragazza, scuotendo la testa, ormai rassegnata.
''Non è possibile, dimmelo El'' continuò lui.
''Wayne, ti ha già detto di no'' intervenne Ginny.
'' Non voglio credere a quello che sto sentendo ma forse è ora di calmarci tutti'' si intromise Theo ''questa casa è grande, col permesso della padrona di casa fatevi un giro e schiaritevi le idee senza creare ulteriori danni, io vado a cercare Nathan''.
''Sì, forse sarebbe meglio. Faccio preparare qualche tazza di tè'' concordò Nora.
~
Cercare Nathan dentro quella villa immensa era più che altro un'impresa, ma Theo conosceva così bene il suo amico che era sicuro di trovarlo al primo tentativo. E così fu. Nathan se ne stava seduto sul davanzale della finestra nella stanza dove riposava il piccolo, era immerso nei suoi pensieri con lo sguardo rivolto verso l'esterno. Ai tempi della scuola aveva iniziato a sospettare qualcosa, lo vedeva troppo coinvolto in affari diversi dal solito, dei quali la riccia ne era la protagonista. Sapeva che non l'avrebbe mai ammesso e, proprio per questo motivo, aveva addirittura evitato di chiederglielo. Poi erano iniziate le prime rivolte con tutte le loro conseguenze. La prima volta che aveva visto il figlio della Hammer i dubbi gli erano sorti, ma li aveva subito allontanati. Adesso sapeva che le sue non erano solo supposizioni.
'' La Hammer eh?'', disse entrando nella stanza.
Di tutta risposta da Nathan arrivò solo un'occhiataccia.
''Cosa pensi di fare ora?'' disse ancora Theo.
''Procederò come ho detto prima, faremo le trasfusioni'' rispose il biondo.
''Non intendo questo Nath''
''Poi si vedrà, non sappiamo neanche se riuscirà a sopravvivere''
''Non fingere che non ti importi, sappiamo bene che non è così''
''Ma è quello che si aspettano da me''
Lo era, quello che si aspettavano da lui. Theo lo conosceva abbastanza bene da sapere che oltre quella corazza c'era molto di più, ed era quasi sicuro di non essere l'unico. Se Eloise era riuscita a far breccia nel suo cuore allora lui le aveva sicuramente permesso di vederlo vulnerabile. Lei doveva sapere che non era un pericolo. Forse sotto tutti gli strati di insicurezze che si portava addosso, ma doveva saperlo.
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