Capitolo 13

Nessuno fiata.
Il mio stomaco brontola ma i miei muscoli mi impediscono di toccare il riso fumante di fronte a me.
Tutti mangiano senza dire una parola, occhi bassi e movimenti lenti, quasi macchinosi, ancora una volta la luce della mensa mi acceca mentre Jine consuma il suo pasto senza sollevare lo sguardo.
Dopo che la nuvola di polvere si è diradata Keel è stato disseppellito dal cumulo di macerie e di terra, provocato dall'onda di energia, dai suoi compagni, e portato immediatamente in infermeria dove è stato immerso in una vasca simile a quella in cui sono stato chiuso io al mio arrivo.
Mi è bastato osservarlo per pochi istanti per capire la forza con cui è stato colpito, il suo braccio sinistro penzolava intriso di sangue e non c'era parte del suo corpo che non fosse coperta da lividi, sembrava.
Sembrava morto.
La sirena suona e tutti si alzano con uno scatto contemporaneo per dirigersi verso la camerata, li seguo come sempre cercando di rimanere tra gli ultimi.
-Sta' lontano- dice stizzito uno dei Saiyan dopo avermi sfiorato per sbaglio  con la coda, lo guardo negli occhi per alcuni istanti per poi abbassare lo sguardo e continuare verso la mia branda.
Mi siedo e mi tolgo gli stivali e la corazza piena di polvere, chiudo gli occhi e porto lentamente la testa tra le mani che stringono fino quasi a strapparli i capelli.
-Siamo Saiyan- fa una voce alle mie spalle,
-lui si riprenderà e sarà più forte di prima, siamo così, ogni volta che veniamo ridotti in fin di vita quell'istinto primordiale risveglia qualcosa che dorme dentro di noi da millenni-,
-la tristezza, la rabbia, l'odio, l'orgoglio, le sensazioni che fanno risorgere in noi qualcosa che non vorremmo si risvegliasse mai-,
Jine si siede accanto a me sulle lenzuola bianche,
-e ha risvegliato qualcosa anche in te,  non è così?- sussurro io guardando nel vuoto, la ragazza sorride abbassando gli occhi,
-tra tutte le cose pazze che ho visto quaggiù di certo quell'energia è la cosa più incredibile- dico girando lo sguardo verso di lei,
-non ne vado fiera e mai ne andrò- risponde lei tornando seria,
-quando venni strappata a quella che credevo fosse la mia vera famiglia mio padre, uno dei migliori guerrieri Saiyan del Re cercò di prendermi con sè, cercò di insegnarmi a difendermi in questo nuovo mondo-,
poi gira lo sguardo di nuovo verso il vuoto,
-ma io non l'ho mai ascoltato, sin dal primo istante in cui l'ho visto lo ho odiato, lui si è stancato in fretta di me ed ha iniziato ad usarmi solo come un oggetto per allenarsi al meglio prima dei suoi lunghi viaggi che lo tenevano lontano per mesi interi...-,
-...e quella tecnica, quella tecnica l'ho vista usare da lui per punire uno dei suoi compagni dopo un errore in combattimento, mi raccontò di averla imparata quando era ancora un bambino su un pianeta lontano da un vecchio con una folta barba bianca che gliela insegnò in cambio della salvezza del suo mondo-,
seguo le sue parole mentre nella mia mente continuano a ripetersi quegli attimi vissuti poche ore prima,
-ha quasi ucciso uno dei suoi compagni, uno dei suoi amici più stretti e la cosa che mi spaventa di più è che io ho fatto lo stesso- sussurra abbassando lo sguardo,
-tu non sei come lui- rompo il silenzio io mentre tutti i ragazzi si sdraiano sulle brande stremati,
-sono una Saiyan, che lo voglia o no e lo sei anche tu-,
-io non sono uno di voi, lo sai- rispondo sistemandomi meglio sul letto,
-eppure quella alla base della tua schiena è una cicatrice- dice alzandosi,
rimango immobile per qualche istante pensando a quante volte abbia guardato quella vecchissima ferita e mi sia chiesto che cosa fosse, ma la mia mente continua a respingere quella che d'un tratto sembra la verità,
-ho conosciuto tuo nonno...- dico mentre lei mi volta le spalle per raggiungere la sua branda, si gira e mi guarda immobile,
-...Bardak, avevi ragione, se c'è un modo per sopravvivere qui quel modo è lui-, mi guarda ancora per qualche istante, poi si volta e se ne va mentre le luci si spengono lentamente.
Chiudo gli occhi stremato, sono notti ormai che non dormo ma so che andrò là fuori anche questa volta, gliel'ho promesso, non mi arrenderò ora.
Aspetto alcuni minuti, fino a quando non sono sicuro che tutti dormano ed esco di nuovo.
Ancora una volta rimango seduto nella polvere della piccola arena con gli occhi chiusi ad ascoltare il silenzio e ad attendere l'arrivo del Saiyan.
Il tempo intorno a me sembra scorrere sempre più velocemente, il vento cambia d'intensità e di calore sempre più in fretta mentre sento i miei muscoli rigenerarsi.
Le mie mani si uniscono, cerco di svegliare la mia energia e farla scorrere in ogni punto del mio corpo, la sento, come un forte calore che scende lungo le braccia, fino alle mani e nei palmi e lentamente fuoriesce. Illuminandomi il volto.
Mi concentro sempre di più, ora non sento più nulla, nemmeno il vento, mi alzo lentamente in piedi e allargo lentamente i palmi delle mani liberando l'energia in una sfera bluastra che illumina la polvere spostata dall'aria,
-mettici dentro tutto- dice una voce nell'oscurità,
-tutti i pensieri, le paure, la rabbia-,
apro gli occhi, Jine mi guarda con la schiena appoggiata all'entrata, i capelli neri trasportati dal vento e gli occhi freddi che scintillano nel buio.
Abbasso lo sguardo verso la luce tremolante tra le mie mani e cerco di ricordare le sensazioni più forti, la tristezza per l'essere così lontano da casa e la rabbia per dover sopportare tutto questo, la luce tra i miei palmi diventa all'improvviso più accesa fino a diventare quasi accecante.
Passo l'energia su un solo palmo e stendo il braccio portandolo di fronte a me,
-bene- dice la ragazza venendo verso di me ed aprendo la sua mano con il palmo rivolto verso l'alto,
-non la perdere ora-, una scintilla appare tra le sue dita e si trasforma in un attimo in una sfera simile alla mia,
-ora concentrati e lanciala verso di me-,
chiudo ancora gli occhi senza perdere l'immagine della mia energia e, dopo aver sprigionato tutta la mia rabbia, la lancio con forza verso la Saiyan,
la ragazza fa lo stesso e in un attimo le due sfere si incontrato tra mille scariche di luce.
-Perfetto, non arrenderti ora- grida cercando di superare il suono dello scontro.
Sento la mia forza racchiudersi in quella sfera e continuare a fuoriuscire dai miei palmi, sento la mia rabbia risvegliarsi di nuovo e donarmi altra energia e spingermi a camminare in avanti,
-Hey ma...- fa lei sorpresa mentre è costretta ad indietreggiare,
non mi fermo, le mani tese in avanti con la base dei palmi che si uniscono di istinto ed un grido che accompagna un'altra scarica di energia,
le due sfere sempre più scintillanti si scontrano quasi fondendosi tra di loro mentre la ragazza ora cerca di spingere in avanti senza successo,
-non...- cerca di contrastarmi lei.
Un'ultima fiammata mi avvolge in una luce bianca e con un grido esplodo tutta l'energia rimasta che illumina le pareti bianche del palazzo, Jine fa lo stesso liberando la sua forza e contrastando la mia in un turbinio di scariche.
Poi tutto si dissolve in un ultimo bagliore accecante.
La polvere si dirada lentamente intorno a me che sono ora in ginocchio.
-E tu...non saresti un Saiyan?-,
alzo lo sguardo verso la ragazza che mi sorride ansimando,
-non è questa la mia casa- rispondo crollando sui gomiti,
-la mia vera casa è un cumulo di polvere lassù da qualche parte- dice lei,
-ma non per questo ho mai smesso di lottare per essa-, si rialza e viene verso di me,
-non siamo noi a scegliere le nostre origini, Nion, nè il nostro nome ma tu hai ancora la possibilità di lottare per il tuo destino, tu puoi ancora lottare per qualcuno-,
alzo lo sguardo incrociando il suo, Jine mi tende una mano per rialzarmi, la stringo e mi rimetto in piedi.
La guardo ancora negli occhi sorridendo, poi il mio sguardo cambia in un'espressione decisa,
-combatterò per te-.

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