La mareggiata1
Si ,come un santo di altri tempi,aveva portato in salvo degli orfani
In un giorno e una notte
Ed erano giorni amari quelli: l uomo di Roma,di cui non poteva pronunciare il nome ,era stato rapito,e la nella sua tomba virtuale aveva attorcigliato parole,come un evaso faceva penzolare quella corda di fortuna ,per mettersi in salvo
La notte,la notte era scesa sull Italia
Era scesa su tutti,quella tenebra livida
Non era ancora spuntata l'alba,mancava poco,ma la notte era ancora intatta,verniciata dalla luce selenica,che,morbida,tremolava sulle onde
Solo Severino vegliava,quella notte:i vecchi incubi scuotevano il suo sonno,lo ghermivano,strappandolo,era una povera tela,quel sonno,lacera ,come la sua coscienza;così'ai piedi del faro vegliava Severino,osservando il mare gelatinoso e plumbeo;d' un tratto il suo torpore insonne fu scosso da uno strano fenomeno:il mare ,il mare era cambiato,quel coagulo nero,non era piu'marezzato dalla luna,si era forse mosso?ma non era il termine giusto,Severino aguzzo'la sua povera vista e dopo un pó' non ebbe più 'dubbi:arretrava,la massa gelatinosa,piano piano,scivolava indietro verso gli abissi:era un moto lento,quasi impercettibile,ma non ingannava gli occhi di un vecchio marinaio
Severino aspetto',ormai il senso di allarme aveva scacciato del tutto il sonno:poco prima dell alba quella massa anomala aveva lasciato scoperta una larga fetta di spiaggia;era rimasta la sabbia fradicia,coperta di alghe,di ricci marini e di conchiglie:mai era successo prima.
Arretrava
L'alba non era ancora arrivata e Johanna si fece strada nel groviglio de gerani,enormi cespugli ,che separavano la sua villa in rovina,dalla spiaggia ,le foglie ruvide della pianta le facevano il solletico e l odore dei grossi fiori,un odore erbaceo,quasi acre,desto'il panico ancestrale:il terrore di non superare il canale del parto,il grembo materno ,come quel grembo floreale ,la tenevano prigioniera!
Sguscio'alla meglio,aiutata da Massimo,il giovane gelataio da dirmesi era fidanzato ,segretamente,con Johanna
Era bello Massimo,aveva occhi verdi e spudorati,sapeva di essere bello,e,quando al banco dei gelati, porgeva il cono alle fanciulle in attesa,sapeva di avere una platea di giovani volti paonazzi:erano tutte innamorate di lui.
Massimo abbraccio'Johanna ,spirava vittoria da ogni poro,condusse la ragazza fino alla scogliera
I due giovani si guardarono trepidi,era cosi'0poco il tempo l loro concesso!
Si baciarono con trasporto,Jphanna sentì' il tepore della lingua che la grugava,sorrise soddisfTta:almeno qualcosa funzionava nella sua vita!il principe azzurro era a arrivato e l avrebbe portata via sul suo bianco destriero!
Il giovane si fece insistente,oltre il dovuto,Johanna,timidamente,so ritrasse Massimo andò su tutte le furie:
Perché'?perche'no?ne abbiamo diritto!
Johanna temeva di aver capito,sentì un gelo inusitato che le mordeva le carni,mormorò'
Non dobbiamo,non dovremmo:non sono cose che si fanno da sposati,non dovremmo essere sposi prima di farlo?
Comparve l alba,ancora rorida di rigiada,spenta nelle luci,appena azzurra,all orizzonte,un tenue chiarore:a quella luce Massimo le parve mostruoso,più che rosso era paonazzo,ghignava:
Tu?una sposa?con la madre che ti ritrovi?ma non hai ancora capito che sarai sbattuta dall uno o dall altro?comincia con me almeno,così'avrai dei bei ricordi!
Riuscì'a fuggire Johanna ,lui la raggiunse,la strattonò' con violenza
Il mare arretrava Massimo fu pronto a ghermirla
Non c era nessuno
Johanna non poteva urlare:l avrebbero scoperta,suo padre,sua madre....
Massimo sorrise,capi'chequella notte avrebbe soddisfatto i suoi desideri,quella sgusldrinells che recitava la ritrosia avrebbe avuto il fatto suo
Le strappo'il top ,si avvento'su di lei
Johanna penso alla vergogna che aveva patito sulla battigia ,quando le avevano strappato il costei ma questo questo era peggio era...
Massimo crollo a terra;un palo d allumino lo ave colpito il pieno
Si alzo carponi,sanguinava,vide diritto davanti a lui la sagoma di Severino armato di un bastone metallico
Era mingherlino e denutrito,avrebbe potuto sopraffarlo facilmente,ma la sua innata vigliaccheria ebbe il sopravvento
Scappo'
Johanna fece altrettanto,di diresse verso il mare,nero mare,accecata dalle lacrime mescolo'il su all altro sale,camminava alla cieca,tra le onde,gelatinose onde,salmastra vernice che le lordava le gambe,ma lei non sentiva niente
Severino la seguiva come un cane fedele,un vecchio bracco malridotto dietro alla sua padroncina
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