24 - Dangling freely
Giulia mi fissa come se avessi appena compiuto un'azione oltremodo disdicevole e si ingrugnisce così tanto che le compare un profondo solco in fronte. Stai a vedere che si aspetta che mi senta in colpa per aver dato una svegliata ad Adam. Non gli ho fatto mica male, era solo uno scapaccione tra capo e collo. Ne ho prese tante pure io da piccolo, quando facevo il discolo, e sono ancora vivo. E poi è stato il suo tastierista, Nathan, a colpirlo per primo. Io ho solo fatto come lui.
Adam agita le braccia e scalcia in mia direzione mentre il bassista, Steven, cerca di tenerlo fermo cingendolo da dietro. Rimango fisso al mio posto e gli faccio delle boccacce perché non può colpirmi finché Steven lo trattiene. Allora lui si agita ancora di più e mi urla contro insulti a più non posso.
Pollice mi punta le mani sul petto e mi spinge via, prodigandosi in una raffica di «Sorry!». Mi trascina di peso e la smette di usarmi forza solo quando smetto di opporre resistenza e mi decido a seguirlo spontaneamente.
«Ma che ti è preso? Non ti riconosco più!» mi fa.
Se solo sapesse.
«Voglio bere!» dico quando vedo uno striscione con il logo della cantina Feliziani al di sopra di un chiosco.
Davanti allo stand c'è più coda che sulla A14 nella settimana di ferragosto, ed è proprio per questo che scelgo di andare a imbottigliarmici: non ne uscirò tanto presto. Vorrei fuggire da qui, ma senza andarmene per davvero perché non sono ancora pronto ad accettare che tutto finisca così da schifo. Ho bisogno di un time out, di stoppare il gioco per il tempo necessario a riordinarmi le idee e Pollice mi asseconda, anche se si vede che è ancora risentito per il mio comportamento.
Aladino ci sorpassa usando la sua autorità di Presidente della cantina vinicola. Aggira il banco di legno oltre il quale ci sono i ragazzi che servono da bere e riempie dei bicchieri di plastica trasparente, misura grande.
Torna indietro. Si ferma di fronte a me e mi guarda dritto negli occhi. Sulle prime, penso voglia farmi notare la differenza tra quello che deve aspettare il suo turno, io, e quello che ha la precedenza, lui. Poi però scruto più a fondo e mi sembra di vedere qualcosa di insolito sul suo volto: un che di amichevole.
«Vi ho preso da bere, offro io» dice porgendoci un bicchiere ciascuno.
Esito, ma poi penso che li ha riempiti davanti ai miei occhi, quindi non può averci messo dentro dei diuretici e nemmeno può averci sputato senza che me ne accorgessi. L'idea di affrancarmi una fila del genere è troppo allettante, così accetto l'offerta.
«Hai fatto bene a tirare una cinquina a quel buffone prima, avrei voluto farlo io» mi dice, riferendosi ad Adam.
«Si è presentato alla festa del vino novello con una bottiglia di un vino che non è locale» aggiunge.
L'orgoglio gli fa tenere nascoste le vere ragioni del suo astio e lo capisco. Strano però come, di fronte alla sconfitta comune, abbia demolito un pezzetto del muro che ci separa. Vedersi soffiare Giulia da sotto al naso con uno schiocco di dita, dal primo che capita, brucia e qui ci siamo ustionati tutti e due.
«Guardate quanta gente c'è in piazza. Tra poco dovrebbero iniziare a suonare. Ci avviciniamo al palco?» propone Pollice.
Aladino è categorico: «Ma proprio no, non mi interessa la musica di quell'idiota, se non fosse per zi' Peppe non ci avrebbe mai messo piede qui. Vado a farmi un giro» risponde.
Quasi quasi me ne vado con lui, oppure me ne vado dal lato opposto, ma comunque lontano da questo luogo e da tutta la storia che ho messo su.
Assaggio il vino. Buono però, fruttato e corposo. Mi lascio sedurre dal gusto di nuova annata e mi ricordo delle infinite sfaccettature che può assumere il piacere. Fanculo le donne, fanculo tutti, ma perché dovrei essere io a rimetterci? Perché andare via e rinunciare a un po' di buona musica? Solo perché ho avuto una delusione d'amore? Ma diamine, non ho mica preso una coltellata in un fianco! Mi è solo sfumata una fantasia con una ragazzina come ce ne sono tantissime altre.
Giulia mi passa davanti, ignorandomi completamente, e si mette in fila allo stand. Quando ripassa, con una brocca di plastica piena fino all'orlo e alcuni bicchieri, solleva il mento altezzosa mortificandomi ancora di più. L'unica consolazione a questo punto è che dubito abbia parlato di zi' Peppe con Adam: se fosse venuta a galla la verità mi avrebbe già linciato, arrabbiata com'è. Però se non hanno parlato di Peppe vuol dire che hanno avuto altro per la testa e io adesso non so più quale sia il male peggiore.
Un applauso improvviso mi fa accorgere del fatto che i membri della band stanno prendendo posizione. Ora che li vedo qui, pronti a esibirsi, mi sembra tutto così irreale ed è come essere dentro un sogno confuso, in cui dall'incubo si passa alla meraviglia. La tastiera suona le prime note per il brano Carolina e a ruota partono gli altri strumenti.
Adam attacca a cantare:
Carolina, she's from Texas
Red bricks drop from her vagina
Stecca le prime strofe in maniera clamorosa, ma con un niente riprende il controllo della voce e fa un inchino alla piazza. Ha un timbro più corposo rispetto a quello del brano originale, ma se la cava.
Il pubblico rimane un po' moscio, come se stesse cercando di capire se ciò che sta sentendo gli piaccia o meno. Ascolta senza partecipazione fino a quando Adam sgancia il microfono dall'asta e inizia a saltellare per il palco intonando il ritornello:
Give us back our lives
Leave him, Carolina
Everything's just fine
Refill my prescription
Le teste della gente raccolta nella piazza iniziano a muoversi a tempo, le gambe iniziano a molleggiare.
«Avviciniamoci, dai» fa Pollice. Mi prende per un gomito e mi trascina.
Adam tiene il cono appiccicato alle labbra, come se volesse mangiarselo e continua la performance. Man mano che mi avvicino, mi accorgo che i suoi movimenti sono scoordinati.
Sgomitando qua e là, arriviamo quasi sotto al palco, dove inizio a riconoscere i fan reali. Si distinguono dagli altri perché conoscono le parole del brano e cantano.
Quando il pezzo termina, Adam si becca un nuovo applauso. Diverso da quello di convenzione che c'è stato quando è entrato in scena, perché è molto più fragoroso ed è accompagnato da grida di apprezzamento. La maggior parte dei presenti penso sia venuta per Peppe più che per lui, perciò l'entusiasmo in piazza significa che tutto sommato sta andando bene, che la gente gli sta perdonando lo stato di ebbrezza, o che comunque non se n'è accorta.
Ringrazia in inglese per l'accoglienza e barcolla verso il bordo del palco. Sembra che voglia buttarsi di sotto ma, a un passo dal baratro, si china per afferrare un bicchiere di plastica trasparente che qualcuno gli sta porgendo dal basso: Giulia. Maledizione, non infierire!
Riconosco il colore rubino del liquido. Adam se lo scola tutto d'un fiato mentre il resto della band ormai pare rassegnato alla piega che ha preso la serata.
«Thank you, everybody! Your wine is so tasty, your country is so wonderful, but let me tell you one thing: I didn't expect you liked peanuts so much!»
Ride, e non capisco perché. Non è una buona battuta, anzi non è nemmeno una battuta.
Poi parte la base di Gemstones e sulle prime parole capisco il motivo della risata:
Peanuts cracking, 'cause we're just too strong
Drum-sized yearning 'cause the pressure's gone
Figlio di un grandissimo errore, hai storpiato una delle tue canzoni più belle in assoluto!
Nella mia testa ricanto l'attacco: 'Gemstones cracking, cause we're just too strong', cercando di esorcizzare quello scherzo di pessimo gusto.
https://youtu.be/itf5JHol1Qo
Chiudo gli occhi qualche istante. Quando li riapro, ecco che Adam sta dando una nuova dimostrazione della sua stoltezza: si toglie giacca e t-shirt, in una notte di novembre disturbata da un venticello gelido, e si mette a saltellare su un piede solo, molto, molto vicino al bordo del palco. Ha un braccio alzato e gesticola come se stesse accarezzando qualcosa in alto.
Dangling freely from the shingles in the snow
La batteria a questo punto pompa la folla come un meccanismo incantato e a me fa scendere una lacrimuccia. Quanto mi fa sangue 'sto pezzo, maledizione. Una parte di me vorrebbe vedere Adam cadere di sotto, un'altra vorrebbe che continuasse a cantare, fino alla fine.
Io e Pollice riusciamo a fare qualche altro passo avanti. Giulia è a pochi metri da me adesso, ma è lontana come non è mai stata prima.
She's a show-off, Xanax, Zoloft
È un tripudio.
Blank faced footprints of the zebras in the glen
La gente va in visibilio. Credo siano pochi quelli che capiscono le parole, ma la melodia è magica e la voce di quello stronzetto lassù, che probabilmente domani si sveglierà con una broncopolmonite e un forte mal di testa, è un sentiero per il paradiso.
Adam domina la scena e ammalia la folla.
Dopo Gemstone, qualche pezzo tratto dall'ultimo album. Poi si torna indietro nel tempo a Emily che fa ballare tutta la piazza.
Tra un brano e l'altro, lo stolto si inginocchia sul bordo del palco e si fa riempire il bicchiere da Giulia, fissa in prima fila, che a questo punto inizio a pensare voglia sabotare il concerto mandandolo in coma etilico. Ma poi vedo che anche lei è ciucca: ride e barcolla! E no, niente, non vuole mandare a monte lo show, è solo scema.
«This song is for Peppe!» urla Adam quando parte la base grintosa di Dance with me. Ha i capelli bagnati e il sudore gli cola dalla fronte, scorre lungo le tempie e gli riga gli zigomi mentre balla a occhi chiusi. È sempre più scatenato e si dimena facendosi scorrere le mani sul petto fino alla pancia come se fosse una spogliarellista da night club. Scrolla la testa e, sotto i potenti led che sparano luce color blu violetto, l'effetto del sudore che schizza intorno fa un po' Flashdance.
I suoi compagni sembrano preoccupati, ma con grande professionalità continuano a suonare e a fare come se fosse tutto a posto, mentre il pubblico è finito dentro uno stato di estasi collettivo e tutti battono le mani a tempo e ballano.
Potere della musica.
https://youtu.be/YA3A8Vt92EQ
Mi chiedo cosa c'entri con zi' Peppe una canzone come questa, ma stavolta lo perdono. Ti perdono, Adam, per il fatto che non sai cosa stai facendo, per il fatto che forse non sai nemmeno dove ti trovi, per aver storpiato Gemstones e per avermi soffiato Giulia. Ti perdono perché questo brano è stupendo, perché stai facendo uno spettacolo superbo, nonostante ti tieni in piedi a malapena, e perché hai fatto diventare Villagaia fichissima questa sera.
Ci ho ripensato, non cadere dal palco, non sporgerti troppo per prendere quel cazzo di vino, arriva almeno all'ultima canzone.
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