Capitolo 41
Ai's POV
-Merda...- mugugnai sentendo la testa pulsare come se fossi appena uscita da una discoteca.
-Finalmente ti sei svegliata, piccola Sherry-
Quella voce mi fece sgranare di scatto gli occhi, quindi li strizzai per mettere a fuoco l'ambiente circostante, ignorando le lievi fitte alla testa.
-Tu...- sibilai -pezzo di merda, appena mi libero ti faccio il culo a strisce- mi divincolai dalle corde che tenevano stretta ad una sedia di ferro, impedendomi anche di alzarmi in piedi.
-Non ti conviene, Sherry- disse vago, facendo spuntare fuori da sotto il cappotto nero una pistola a me spaventosamente familiare -sai già che non ho problemi ad usarla, soprattutto quando si tratta di te- ghignò facendo roteare l'arma sull'indice.
Il cuore comincio a battermi più velocemente, e dopo appena qualche secondo mi accorsi di avere il fiatone e di star sudando freddo.
"No, l'ultima cosa che mi serve è un attacco di panico" mi dissi, costringendomi a rimanere calma e lucida.
-Cosa vuoi?- sputai acida -ho mandato avanti le ricerche dei miei genitori e ho creato l'apotoxina. Ho ucciso migliaia di persone con quel veleno, solo per il tuo volere. E come mi hai ricompensata? Uccidendo mia sorella. Cosa vuoi ancora?-
-Niente di che, soltanto delle informazioni- rispose evasivo, non degnandosi nemmeno di guardarmi in faccia.
-Ho scoperto che il farmaco che hai creato non è solo un veleno... ha degli effetti secondari, o sbaglio?- mi scoccò un'occhiata che mi fece rabbrividire da capo a piedi.
-Si, l'ho scoperto quando ne ho ingerito una pillola- mentii.
-Sherry... Sherry...- cantilenò -non giocare con il fuoco, potresti finire per scottarti- sussurrò prima di far partire un colpo in direzione del mio braccio.
Il proiettile mi colpì in pieno l'arto, ma mi limitai a gemere dal dolore e stringere i denti, non volendo dare alcun segno di cedimento.
"E' tutto troppo simile ad allora..."
-Stavo dicendo...- riprese a parlare con una tranquillità spaventosa -non è che, per caso, una delle persone che sarebbero dovute morire, si è ritrovata viva e nel tuo stesso stato?- chiese freddo, facendomi subito capire dove volesse andare a parare.
-No- disse ferma -da quel che ne so io, sono l'unica che ha subito gli effetti secondari dell'apotoxina-
-Perché ti ostini a mentire?- domandò con fare scocciato, prendendo nuovamente la mira, e facendo partire velocemente un colpo diretto alla mia gamba.
-Merda- mi morsi con forza il labbro, cercando di trattenere un urlo di dolore, arrivando perfino a spaccarlo.
Del sangue mi colo lungo il mento, e in quel momento Gin si alzo, avanzando con lentezza verso di me, passando poi il pollice sulla zona che mi ero ferita da sola.
Si porto il dito macchiato del mio sangue alla bocca, quindi comincio a girarmi intorno.
-Ora che ci penso e da un po che non ci si vede, mh? O almeno, che io non vedo te, dato che tu hai probabilmente studiato i miei movimenti in cima ad un albero, quel giorno...- disse calcando con premura ogni singola parola -sai, mi aspettavo che tu non ti lasciassi sopraffare da un rapimento tanto scadente, ed avevo ragione; per questo mi sono preoccupato di avere un metodo... alternativo, per riuscire a portarti qui-
-Te lo ripeto, Gin, cosa vuoi?- gli chiesi gelida, cercando di non pensare a nulla e di svuotare completamente la mente.
-Vedo che sei impaziente...- ghignò -questa volta voglio essere io a farti un piccolo favore- si piazzò ad un palmo di distanza da me.
-Di cosa parli?- cercai di non balbettare mentre fissavo i suoi occhi freddi e inespressivi.
-Hai presente la morte di tua sorella? Com'è che si chiamava? Mh... Akemi? Si, mi pare si chiamasse Akemi- iniziò con leggerezza, come se non fosse stata una sua vittima, ma una sua amica di vecchia data -alla fine hanno ritrovato il suo corpo?- recuperò la sedia, lasciandola stridere contro il pavimento, quindi si sedette davanti a me.
-Arriva al dunque, Gin- socchiusi minacciosa gli occhi, non tollerando che parlasse di mia sorella con tanta noncuranza.
-Sai come si dice, no? Una persona e ritenuta scomparsa finché non ritrovano il suo corpo... quindi, dato che voi non avete ritrovato il suo, perché non la ritenete semplicemente scomparsa?-
-C'è stato un testimone che ha assistito alla scena, non puoi negare ciò che hai fatto, Gin-
-E chi sarebbe questo fantomatico testimone?- domandò con finta curiosità, rigirandosi la pistola tra le mani.
-Non lo conosco, so solo che una persona ha assistito allo sparo che ha fatto cessare di vivere mia sorella. Quello sparo lo hai fatto partire tu, dovresti ricordartelo-
-Si, devo ammettere che me lo ricordo... è stato molto appagante vedere il suo corpo stramazzare a terra...-
-Giuro che ti ammazzo- sibilai tra i denti, tornando a divincolarmi dalla fune, ottenendo però come risultato soltanto la pistola di Gin premuta contro la mia gola, il suo dito già in posizione sul grilletto.
-Attenta con le parole, Sherry, meglio non scegliere quelle sbagliate... potrebbero costarti caro...-
-Stavo dicendo- riprese, allontanando l'arma dal mio collo -non hai mai valutato l'ipotesi che qualcuno avesse recuperato il suo corpo, e l'avesse curata? E che, magari, tua sorella in questo momento si trova ancora in questo mondo?-
Spalancai gli occhi, improvvisamente immobile come una statua di marmo.
-Dov'è? Dimmi dov'è Akemi- dissi con voce rotta dalle lacrime che stavo trattenendo.
-Sei diventata più emotiva, Sherry... più debole...-
-Dov'è Akemi?!- tuonai, necessitando la risposta come se fosse ossigeno con cui riempire i polmoni.
-Tranquilla, l'abbiamo lasciata andare illesa, dovrebbe essere da qualche parte qui, in Giappone-
-Perché hai creato questa messa in scena?- mormorai con gli occhi lucidi.
-Dopo che hai scoperto che tua sorella era "morta"- mimò pigramente le virgolette -hai chiesto di lasciare l'organizzazione, desiderando che diventasse solamente un brutto ricordo della tua vita, ed era proprio a questo che puntavo-
-Cosa stai dicendo?- aggrottai la fronte, confusa.
-Chi credi che abbia messo quella pillola nella tasca del tuo camice da laboratorio? Avevo bisogno di sapere se quei sospetti che nutrivo su quel farmaco fossero fondati, e lo erano. Certo, avevo una percentuale del cinquanta per cento sulla riuscita del mio piano, ma la tua morte non avrebbe cambiato poi molto, in più avrei avuto molte altre persone su cui sperimentare l'apotoxina. Ma ora eccoti qui, viva e vegeta. La prova vivente che non avevo torto a dubitare della tua creazione-
-Tu sei folle- sussurrai con gli occhi sgranati.
-Forse- scrollò le spalle, vago -ma, chi più, chi meno, tutti lo siamo, no?-
Lo shock di quelle rivelazioni erano per lo meno serviti a distrarmi dal dolore agli arti feriti, dai quali nel frattempo stavano fuoriuscendo fiotti si sangue scarlatto.
-Per questa volta ti lascerò andare, Sherry, ma credo tu abbia capito che ormai ti ho in pugno. Un passo falso e tutte le persone attorno a te svaniranno improvvisamente, lasciandoti sola come dovresti essere. Ci vediamo presto- sussurrò prima che sentissi un ago perforarmi la pelle dell'avambraccio sano.
Dopo di che il nulla.
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