Capitolo 39
Conan's POV
Sgranai gli occhi, trovandomi davanti ad uno spettacolo orribile, ma a cui ormai ero abituato.
La signora Furoyoshi era inginocchiata a terra, gli occhi spalancati dal terrore e le mani a coprire la bocca; era palesemente in stato di shock.
-Ran, chiama la polizia- esordì subito Goro, facendosi largo con cautela nella stanza.
-Si- annui la ragazza, cercando subito il telefono dentro alla sua borsetta.
I giovani detective per fortuna non erano presenti, dato che si erano inspiegabilmente addormentati sul divano della stanza in cui ci trovavamo in precedenza.
-E' deceduto per strangolamento- disse Goro, esaminando con cura il collo della vittima, ovvero il signor furoyoshi -probabilmente l'assassino ha usato del filo da pesca abbastanza forte da non spezzarsi- ipotizzò.
Appena qualche minuto dopo giunsero l'ispettore Megure, Takagi e altri uomini che si dedicarono subito alla scena del crimine.
-E' deceduto non più di un'ora fa, ovvero mentre la signora ci stava facendo fare un giro della casa- disse con sicurezza il detective privato, tastando il braccio della vittima con la mano ovviamente ricoperta da un guanto.
-Convocate il maggiordomo e la domestica- ordinò l'ispettore, ottenendo subito un cenno di assenso da parte di Takagi, che si affrettò a fare come richiesto.
Quando tornò con i due, nella stanza ci ritrovammo in otto: io, Shiho, Goro, l'ispettore Megure, Takagi, Minako, Fukuro, e infine la signora Furoyoshi. Ran era infatti andata a controllare i bambini.
L'ispettore svolse il solito "interrogatorio": nome, cognome, anni, rapporto con la vittima e la ragione per cui si trovava in quella casa.
-Come già sapete io sono il maggiordomo, mi occupavo delle visite che il signor Furoyoshi riceveva e dei vari affari che mi chiedeva di curare, oltre che del giardino e della sua macchina- rispose Fukuro.
-Io sono la domestica, sono addetta alle pulizie e ai pasti dei signori Furoyoshi- mormorò insicura Minako, il corpo scosso da leggeri e più che comprensibili tremori.
-Cosa stavate facendo attorno all'ora del delitto?-
-Stavo controllando alcuni documenti nell'ufficio del signore- rispose con fermezza il maggiordomo.
-Lo posso confermare- intervenne la signora -durante il nostro giro l'abbiamo incontrato quando siamo entrati nell'ufficio di mio marito-
-E lei, signorina?- l'ispettore si rivolse alla domestica.
-Io ero nella mia stanza a riposare, dato che era la pausa pranzo- balbettò insicura.
-Qualcuno lo può confermare?-
-Temo di no- scosse lentamente la testa.
-Passiamo a lei, signora- si girò verso la diretta interessata.
-Sospettate di me?- sbottò con rabbia, ottenendo subito delle rassicurazione da parte di Goro.
-Ma no, certo che no, lei si trovava insieme a noi nell'ora del decesso-
-Vi ringrazio della vostra fiducia- tiro su col naso, asciugandosi le copiose lacrime con un fazzoletto di stoffa.
-E' stata lei a rinvenire il corpo, giusto?- chiese per sicurezza l'ispettore.
-Esatto- annuì -ero venuta per svegliarlo e spegnere il ventilatore, dato che se ne dimenticava sempre-
-Il ventilatore?- intervenni con curiosità.
-Si, piccolo. Quando andavo a portargli le medicine mi preoccupavo sempre di accenderlo, dato che me lo chiedeva espressamente, essendosi più volte svegliato per colpa del caldo- mi spiegò tristemente.
Loro continuarono a interrogare i tre, mentre io mi occupai di analizzare la stanza.
Una delle pareti era completamente tappezzata da una libreria, e il pavimento era coperto da un tappeto color oro e bordeaux. Si trovavano tre poltrone: una posta al centro della stanza, dove era stato trovato il corpo, e due poste di fronte ad essa.
Alzai lo sguardo al soffitto, e trovai conferma alle parole della signora quando i miei occhi incontrarono un ventilatore a pale, in legno.
"L'assassino è entrato nella stanza mentre la vittima dormiva, quindi lo ha strangolato grazie a del filo da pesca, approfittando anche del fatto che essa stava dormendo, ed è corso via, portando con se l'arma del delitto" conclusi "la signora Furoyoshi era insieme a noi in quei momenti, quindi credo di poterla escludere. Stessa cosa per il maggiordomo, anche se lui potrebbe essere corso ad ucciderlo appena noi ci fummo allontanati dallo studio, costruendosi un alibi perfetto. Ed infine non e da escludere nemmeno la possibilità che l'assassino sia la domestica: è l'unica senza il minimo alibi, dato che nessuno può confermare che si trovasse effettivamente nella sua stanza"
Ad interrompere i miei ragionamenti fu un tonfo, quindi mi girai verso quella direzione, notando che Shiho era inciampata sul nulla più totale ed era caduta a terra, quindi ora stava piagnucolando dal dolore come una bambina vera.
"Cosa vuole fare?" aggrottai le sopracciglia, non capendo le sue intenzioni.
-No, piccola, non piangere!-la pregò Takagi, cercando di pensare in fretta ad un metodo che gli permettesse di farla smettere -ti va di salire sulle mie spalle?- sorrise tirato.
Shiho annuì leggermente, tirando su col naso e asciugandosi con la manica della maglia che indossava quelle che sapevo con certezza essere lacrime finte.
Presto si ritrovo seduta sulle spalle di Takagi, e iniziò a guardare con curiosità la situazione dall'alto.
-Ispettore- lo chiamò uno dei suoi uomini -il maggiordomo ha un alibi di ferro: ho appena controllato il registro delle chiamate effettuate a quell'ora, e più di una telefonata testimonia che il signor Fukuro non si è mosso dall'ufficio fino a quando non si è spostato nella sala giochi, da cui tutti possono testimoniare che non sia uscito- gli comunicò con sicurezza.
-Quindi l'unic...- iniziò a dire Goro, ma venne interrotto dalla mia freccia narcotizzante.
Barcollò e cantilenò qualche cosa senza senso, quindi cadde seduto su una delle due poltrone affiancate.
Io mi posizionai dietro di essa, inforcando il papillon cambia voce e cominciando a parlare con quella del detective in trance.
-Stavo dicendo... l'unica sospettata rimasta è la domestica, ovvero la signorina Minako. Tutte le prove portano alla sua colpevolezza, quindi direi che possiamo ricostruire l'ordine in cui i fatti si sono svolti- iniziai -mentre io, mia figlia, i ragazzi e la signora Furoyoshi stavamo facendo il giro della casa, il signor Fukuro si trovava nell'ufficio della vittima, e fin qui non ci sono dubbi. La moglie della vittima si è assentata di noi giusto per qualche minuto, in cui si è preoccupata di dare alla vittima le medicine di cui necessitava e accendere il ventilatore. Quel lasso di tempo così breve non sarebbe bastato in alcun modo a commettere questo omicidio, quindi possiamo escluderla da ogni sospetto. A questo punto possiamo ipotizzare con fermezza che la domestica, qualche minuto dopo questo fatto, è entrata in questa stanza, usando un filo da pesca per strangolare la vittima e porre fine alla sua vita-
Anche mentre parlavo, però, una strana sensazione di teneva stretto in una morsa il cuore.
"E' fin troppo semplice..."
-No! Non sono stata io!- protestò con voce spezzata e tremante Minako.
Aprii bocca per continuare la mia spiegazione, ma qualcosa mi interruppe.
O meglio, qualcuno.
Shiho, che intanto si era liberata da Takagi, mi aveva appena rubato di mano il papillon cambia voce, posizionandosi velocemente dietro alla poltrona di fianco a quella su cui era seduto Goro.
-Che diavolo fai?!- sibilai silenziosamente, facendole segno di ridarmelo, ma mi ignorò palesemente, fatta eccezione per un occhiolino e un sorrisino di sfida.
-O almeno, questo è quello che l'assassino vuole farci credere- esordi con convinzione, facendomi sgranare gli occhi.
-Che vuoi dire, Goro?- chiese l'ispettore Megure, confuso quanto irritato.
-Voglio dire che l'assassino non è la signorina Minako, ma bensì la signora Furoyoshi-
-Che cacchio stai dicendo?!- sibilai tra i denti, furioso.
-Cosa diavolo state blaterando?- intervenne con foga la diretta interessata.
-Molto bella la vostra collana, signora- ignorò la sua domanda.
-G-grazie...- balbettò allibita.
-Peccato che prima che il corpo venisse rinvenuto, lei al collo non portava alcuna collana- aggiunse Shiho.
"Ma cosa...?" mi sporsi leggermente dalla poltrona, fissando esterrefatto il viso pallido della signora e piccola collana di perle che portava.
-I-io la stavo portando anche prima- ribatté per niente sicura -semplicemente non mi ero accorta che era finita sotto la maglia-
-Mi dispiace contraddirla, ma quella che ha addosso è una maglia a collo alto e per di più stretta lungo la sua figura, quindi è praticamente impossibile che la collana sia finita sotto di essa. In più, se vuole un ulteriore prova del fatto che prima non la portava, anche se fosse vero ciò che dice, la forma delle perle al di sotto della maglia si sarebbe notata a metri di distanza, data la loro grandezza-
La signora non fiato più, e fu allora che compresi il vero svolgimento dei fatti, quindi mi girai frustrato verso Shiho, sbuffando irritato quando mi strizzò nuovamente l'occhio con fare strafottente.
-Ora, se volete scusarmi, vorrei spiegare ciò che è realmente accaduto- riprese a parlare -quando la signora è andata a dare le medicine al marito, e ha accesso il ventilatore, ha approfittato dello stato di dormiveglia del marito per salire sul lato della poltrona e legare del filo da pesca al ventilatore-
-Se anche fosse vero, come avrei potuto mantenere l'equilibrio su una zona così piccola?! E' impossibile!- replicò acida la diretta interessata.
-Oh, dubito che per lei sia stato difficile compiere questa azione. Prima ho notato i calli che ha sulle mani, tipici di una ginnasta, o, in questo caso, un ex ginnasta. Certo, non può fare più gli esercizi che faceva un tempo, ma mantenere l'equilibrio è una delle abilita più basilari di una ginnasta, un'abilita che di certo non viene persa nel corso degli anni-
-Continua, Goro- intervenne l'ispettore.
-Con piacere. Una volta legata un estremità del filo al ventilatore, la signora Furoyoshi ha legato l'altra attorno alla gola della vittima. Non sarà stato difficile procurarsi del filo da pesca abbastanza forte da non spezzarsi nonostante tutto quel peso. Detto questo, le è bastato accendere il ventilatore, e il gioco è fatto. Il filo si è raccolto attorno al ventilatore, quindi ha sollevato la vittima, strangolandola, per poi inevitabilmente spezzarsi, lasciandola ricadere sulla poltrona, morta. Alla signora poi è bastato aspettare un po di tempo, per poi tornare dalla stanza con la scusa di doverlo svegliare, e rimuovere i due fili spezzati. Poi, per nasconderli perfettamente, li ha puliti e legati tra di loro, formando una collana grazie anche a delle perle. Se volete confermarlo, potete tranquillamente esaminare con il luminol il filo della sua collana, sono certo che troverete tracce di sangue-
La serietà di Shiho mi colpì non poco, perché non si lascio sfuggire il minimo dettaglio, il tutto contornato anche dalla sua palese bravura nel campo investigativo.
-Signora, le consiglio di confessare, non ha più nulla con cui difendersi- concluse allontanando il papillon cambia voce dal viso.
Me lo restituì, quindi con un cenno di assenso uscimmo allo scoperto, fissando la signora mentre cadeva a terra e iniziava a singhiozzare disperatamente.
-Era un mostro! faceva buon viso a cattivo gioco con tutti, me compresa. Era avaro fino al midollo, e non era per niente gentile come credete voi. Però lo sopportavo, perché lo amavo, e nulla poteva impedirmi di continuare a farlo. O almeno, fino a quando non scoprii che mi tradiva con Minako- sibilò serrando gli occhi, cercando di placare le lacrime copiose.
-Cosa?- esclamò la ragazza -signora, lui non vi tradiva con me! Negli ultimi tempi ci vedevamo di nascosto, è vero, ma per ben altri motivi! Voleva organizzarvi una sorpresa, creando una messa in scena!-
-Cosa stai dicendo?- si girò lentamente verso di lei.
-Il signore voleva donarvi il suo anello di famiglia come segno di amore, e a chiesto il mio aiuto per dei consigli femminili. Aveva intenzione di farvelo trovare e dichiararvi che tra un po di tempo avrebbe iniziato un corso per la gestione dell'autocontrollo, per poi donarvelo e augurarvi un felice compleanno- spiegò a sguardo basso.
-Compleanno?- ripeté shoccata.
-Si, signora- annuì triste -oggi è il vostro compleanno-
"E' anche questo caso è stato risolto" mi dissi camminando attraverso l'immenso giardino della villa, lo sguardo fisso a terra e le mani nelle tasche dei pantaloni.
All'improvviso un braccio si avvolse attorno al mio collo, e un pugno cominciò a sfregarmi con forza la testa.
-Su con la vita, mini Sherlock, siamo uno a zero per me!- ghignò mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta.
-Sono stato distratto- sbuffai quando ci riuscii, massaggiandomi il capo con entrambe le mani.
-Si, certo... dicono tutti così...- cantilenò cominciando a camminare davanti a me.
-Cosa hai detto?- presi la rincorsa e le saltai addosso, ma contro ogni mia previsione riuscì a mantenere l'equilibrio.
-Quante volte ti devo ancora dire che sono più forte di te?- rise continuando ad avanzare verso gli altri, che erano già tutti alla macchina, con ancora me addosso.
-Uffa- sbuffai irritato, scendendo dalle sue spalle e incrociando le braccia al petto.
-Vince chi arriva per primo alla macchina!- urlai d'un tratto, cominciando a correre a perdifiato.
-Non vale, stronzo!- esclamò alle mie spalle, seguendo il mio esempio.
Mi girai quanto bastava per farle la linguaccia, quindi mi concentrai sulla corsa, sentendomi il cuore in pace.
Ma ancora non ne capivo pienamente il motivo...
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