Capitolo 34

Conan's POV

-Dottore!- chiamai a gran voce da dentro la macchina, facendolo venire verso di me.

Aprì lo sportello del lato del guidatore e mise in moto, cominciando a muoversi verso la stazione. Il dottore aveva pregato me e Shiho affinché andassimo là con lui, dato che voleva salutare un amico che stava partendo.

Sia io che la sbadigliona avevamo accettato, anche se eravamo sicuri che ci saremo annoiati a morte non avendo nulla da fare lì.

Dopo l'episodio accaduto nell'autobus, eravamo tornati in buoni rapporti, per non dire ottimi; ma lei non sembrava ricordare ciò che mi aveva detto durante il suo stato di dormiveglia, tanto meno la mia risposta. Circa una settimana dopo il dottore era tornato da Osaka, quindi io ero andato nuovamente ad abitare a casa di Goro. Era difficile ammetterlo, ma da quando avevo passato quel tempo insieme a Shiho nella stessa casa, mi sentivo leggermente scomodo e a disagio nel ritornare dal detective privato e sua figlia.

-Ah- sospirò il dottore -siamo già al secondo di ottobre, il tempo passa in fretta...- ma non riuscì a continuare il suo emozionante ed interessante discorso che venne improvvisamente interrotto.

-Cosa?!- esclamammo in sintonia io e Shiho, non riuscendo a credere a ciò che era uscito dalla sua bocca -sta scherzando?!-

-No, perché?- ci lanciò un'occhiata grazie allo specchietto retrovisore.

-La partita!- strillammo in coro -che ore sono?!-

-Vediamo... le quattro e mezza...- ci informò.

-La partita inizia tra mezz'ora!- gridammo nuovamente, lanciandoci uno sguardo terrorizzato -guidi più in fretta!-

Il viaggio verso la stazione duro a malapena venti minuti, sotto le insistenze mie e di Shiho nel voler aumentare la velocità con cui il dottore stava guidando.

Anche prima che il dottore finisse di parcheggiare io e la sbadigliona saltammo fuori dalla macchina e ci mettemmo a correre alla ricerca di uno schermo dal quale assistere alla partita, tenendoci con una mano i cappellini che ci eravamo messi così da non lasciarli cadere: io ne avevo uno bianco e azzurro, mentre Shiho uno bordeaux.

Esattamente quando la partita iniziò, riuscimmo a trovarlo; almeno per una volta la fortuna era stata dalla nostra parte, anche se non pienamente, dato che il posto era pieno di altra gente che aveva avuto la nostra stessa identica idea. Ma era già qualcosa.

Io e Shiho sgomitammo tra la gente per arrivare il più vicino possibile, ma i nostri numerosi tentativi furono vani, infatti ci ritrovammo a dover stare in punta di piedi e ad allungare il più possibile il collo per riuscire anche solo a scorgere qualcosa.

I Tokyo Spirits giocavano contro i Gig Osaka, ed ero sicuro che sarebbe stato molto interessante vedere lo svolgimento della partita, dato che erano entrambe squadre molto forti.

Cominciai a tifare mentalmente per i Tokyo Spirits, la mia squadra preferita, ma mi fermai quando sentii Shiho mormorare:

-Vai, Higo, spaccagli il culo!-

Lentamente mi girai verso di lei, inorridito, realizzando che tifasse per la squadra avversaria.

Aprii la bocca con l'intenzione di dire qualcosa, ma mi fermai quando una signora urlò.

-Aiuto! Mi hanno rubato la borsa!- strillò in preda al panico una signora molto in carne, vestita con un abito vinaccia e un cappello della stessa tonalità; i capelli bianchi raccolti in ordinati boccoli sulla nuca e ai lati del collo.

Sbuffai infastidito da quell'interruzione, essendomi perso il gol che avevano fatto i Tokyo Spirits, quindi mi girai per vedere se l'avessero catturato.

Mi guardai intorno, ma notai che nessuno si fosse preoccupato del ladro, mentre la signora continuava a lanciare urli acuti e disperati.

Sospirai prima di lanciare un'occhiata a Shiho e iniziare a correre verso la signora.

-Mi scusi, potrebbe smetterla di urlare e dirmi in che direzione si è allontanato il ladro?- le chiesi gentilmente, ma dentro di me desideravo solo bestemmiare.

"Oh, andiamo! Volevo solo guardare una partita in pace!" pensai sconfitto, mentre la signora finalmente si zittiva e mi indicava con un dito la mia destra.

Cominciai a correre verso quella direzione facendomi spazio tra la gente, cercando di individuare con lo sguardo il ladro. Scorsi con la coda dell'occhio un uomo che correva a più non posso, quindi aumentai la velocità e cominciai ad andargli dietro.

Portai una mano sulla cintura sparapalloni, ma decisi che non fosse il momento giusto.

"Cacchio, è troppo lontano!"

Cercai di andare ancora più veloce, arrivando persino a superare i miei limiti, fino ad avvertire delle fitte lancinanti al fianco destro, che ovviamente mi costrinsi ad ignorare.

Appena fummo solo a cinque metri di distanza, premetti il bottone che fece uscire dalla cintura una palla da calcio, quindi mi chinai giusto il tempo di attivare le scarpe potenza calci; e colpii il pallone dopo aver preso velocemente la mira.

La palla centrò la spalla destra dell'uomo, facendolo fermare, quindi si portò una mano sulla zona dolente. Approfittai di quel momento di distrazione per avvicinarmi e sparargli una freccina narcotizzante, facendolo stramazzare al suolo.

Una volta assicurato che non si sarebbe rialzato per un po di tempo, mi concessi di piegarmi sulle ginocchia per riprendere fiato, dato che sottili rivoli di sudore avevano iniziato a scendere lungo la mia fronte.

Presi poi il cellulare e chiamai la polizia, avvisandoli di quel furto. Attaccai appena mi dissero che sarebbero stati da me in cinque minuti, quindi mi lasciai cadere seduto a terra, respirando a pieni polmoni l'aria leggermente afosa.

Aspettai quel tempo nella stessa posizione, ma quando vidi un agente correre verso di me mi costrinsi ad alzarmi in piedi. Gli spiegai brevemente la situazione, quindi, dopo che mi ebbe ringraziato, afferrai la borsa che era caduta un po più in là dell'uomo, e ritornai verso la signora, riuscendo a riconoscerla solo grazie al suo aspetta alquanto vistoso.

Le porsi con un sorriso ciò che le apparteneva, e dopo aver sopportato non so quanti baci sulle guance e sulla fronte in segno di riconoscenza, tornai da Shiho.

Il problema era che Shiho non c'era.

Mi girai freneticamente intorno, cercando disperatamente di scorgerla tra la folla, ma non la trovai, quindi iniziai a correre in ogni dove e girare la testa in ogni angolazione possibile ed immaginabile.

"Sai, a volte vorrei prendere un treno o un aereo e allontanarmi da tutto e da tutti, così da non essere più un peso per nessuno" quelle parole dette dalla stessa Shiho, qualche settimana prima, mi tornarono in mente con un veloce flash.

Mi immobilizzai, sgranando sempre di più gli occhi.

"Se ne è... no, non andrà da nessuna parte, non glielo permetterò!" mi convinsi ricominciando a cercarla "appena la trovo sarò io a prenderla a calci in culo, questa volta" cercai di pensare positivamente, ma un dubbio si stava facendo largo in me.

-No, no, no, no, no...- continuavo a ripetermi -no, cacchio!-

Mi fermai per riprendere fiato, dato che avevo perlustrato la maggior parte della stazione, senza alcun risultato.

Gli occhi mi divennero lucidi, e cercai disperatamente di reprimere le lacrime che mi si stavano formando.

Cominciai a tremare leggermente, quindi mi portai le mani tra i capelli, cominciando a strattonarli.

Non volendo assolutamente arrendermi, ricominciai a cercare, questa volta con più calma, anche perché pure i miei passi si fecero più traballanti, come se non fossero più in grado di sostenere il peso del mio corpo.

Mi guardai intorno fino ad avere male al collo, ma non me ne curai minimamente, mentre avanzavo.

"Giuro che se se ne è andata sul serio... i-io... cacchio, non può essersene andata!"

Scrutai, anche se con la vista leggermente sfocata a causa delle lacrime represse, ogni singola persona che vedevo, cercando i suoi familiari capelli ramati e la sua pelle lattea.

Continuai a camminare, rendendomi conto solo in seguito che dovevo concentrarmi sui bambini. Abbassai quindi lo sguardo davanti a me e cercai ancora.

Dopo dieci minuti parte di me si era arresa all'ipotesi che lei se ne fosse andata, e quando ne passarono altri dieci il mio intero essere si rassegnò a quell'idea.

Rilasciai un sospiro tremante, non essendomi nemmeno reso conto di averlo trattenuto, quindi mi sfregai con forza gli occhi nel tentativo di cancellare ogni singola traccia di lacrime.

Feci per girarmi e tornare al punto di partenza, ma un cappellino bordeaux indossato sopra un caschetto di capelli lisci e ramati attirò la mia attenzione, facendomi spalancare gli occhi all'inverosimile.

Mi misi a correre come un forsennato verso quella bambina, saltandole letteralmente addosso e facendola finire con il sedere per terra.

-Ma che caz...- iniziò lei mettendosi in posizione di difesa, facendomi subito capire che fosse realmente lei, ma appena capì che ero io si zittì.

Dagli spostamenti che avvertii, dato che avevo il viso attaccato al suo collo, intuii che si stesse girando nervosamente attorno, molto probabilmente perché avevo appena dato spettacolo, ma non me ne fregai minimamente.

Shiho si affretto ad alzarsi, sempre con me attaccato, e ad allontanarsi verso un angolo della stazione praticamente deserto.

-Ma che ti prende?- mi chiese quando fummo rimasti soli -ti comporti come se fossi appena tornata dalla guerra-

-Pensavo te ne fossi andata- mugugnai contro la sua pelle stranamente calda -è da mezz'ora che ti cerco-

-Mio dio, sei un cretino- rise sedendosi contro il muro alle sue spalle e stringendomi a sua volta, forse capendo lo spavento che mi aveva involontariamente procurato -credi davvero che me ne andrei cosi? Prima preparerei una valigia con tutti i miei effetti pers...-

-Te lo scordi- la interruppi bruscamente, mettendo le braccia ai lati del suo viso per sorreggermi -Tu non vai da nessuna parte, te l'ho già detto. Devi solo provare a pensare ad una fuga, e ti ritroverai legata ad una sedia per il resto dei tuoi giorni- assottigliai lo sguardo, minacciandola seriamente.

-Tranquillo, non lo farò- disse, non incrociando però il mio sguardo, cosa che mi fece capire che stesse mentendo, facendomi preoccupare -in più, tu mi proteggerai sempre, no?- aggiunse con un sorriso ironico.

Restai stupito dalla sua domanda, e solo dopo qualche attimo che spesi arrossendo, riuscii a rispondere.

-Certo che lo faro- annuii con convinzione.

-Guarda che stavo scherzando!- si affrettò a dire quando posò lo sguardo sui miei lineamenti corrucciati dalla serietà.

-Beh, io no- ribattei -prometto che ti proteggerò sempre- le giurai non staccando gli occhi dai suoi, vedendoli velarsi da uno strato di commozione che si affrettò a nascondere distogliendo lo sguardo e alzandosi.

-Meglio andare, altrimenti il dottor Agasa potrebbe preoccuparsi- balbettò marciando davanti a me, non aspettandomi nemmeno.

Mi alzai a mia volta e la raggiunsi velocemente, facendomi spiegare il perché si fosse allontanata tanto da dove ci eravamo lasciati.

-Beh, stavo cercando un posto dove guardare meglio la partita. E' finita in parità- mi informò indicando con un cenno del capo lo schermo davanti al quale si era precedentemente appostata.

Per qualche minuto ci fu un totale silenzio, interrotto solo dal rumore dei nostri passi.

Solo allora avvertii i miei battiti leggermente più veloci del normale.

"Sarà stata la corsa che ho fatto prima..."

Quando giungemmo nuovamente in una zona affollata, persi di vista un paio di volte Shiho, date le persone che ci spingevano continuamente; mi affrettai quindi ad afferrarle una mano e a trascinarla in mezzo a quella calca di gente.

Lei ricambio la mia presa, ma dopo un po si mise a ridacchiare divertita.

-Dobbiamo andare di qua- disse cambiando direzione e guidandomi -certo che il tuo senso dell'orientamento fa cagare- rise, interrompendosi poi in un rumoroso sbadiglio.

Fui io a prenderla scherzosamente in giro, e il mio cuore frenetico tornò a farsi sentire.

Quella volta, però, non fui sicuro che si trattasse della corsa.


Angolo autrice:

Salve popolo di Wattpad!

Ho aggiornato due volte in un giorno, amatemi! XD

*grilli*

Mhh... okay...

Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto!

Vorrei inoltre ringraziarvi di cuore, visto che ho appena scoperta che questa storia ha raggiunto e superato le 2k visualizzazioni! Questo traguardo significa tanto per me, e ci tenevo a farvelo sapere, perché se questa ff è riuscita a raggiungerlo, è solo per merito vostro.

Grazie di cuore, e alla prossima! X3

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