Capitolo 32

Conan's POV

"Ok, è una delle situazioni più imbarazzanti che mi siano mai capitate" mi dissi, sobbalzando leggermente quando l'autobus centrò in pieno un'altra buca.

Eravamo da poco partiti in direzione del bosco, il quale, ironia della sorte, ospitava il laboratorio dei genitori di Shiho. Sia io e lei che i giovani detective ed il dottor Agasa quasi un mese prima avevamo raggiunto quella destinazione per un campeggio deciso all'ultimo momento. Ci eravamo divertiti molto, e quando scoprii che anche per la gita saremmo andati li mi scocciai un po; mentre Ayumi, Genta e Mitsuhiko erano pimpanti come sempre, ansiosi di arrivare.

Però non era quello il problema più grande, nossignore, sarebbe stato troppo semplice ed io troppo fortunato...

I posti a sedere erano stati decisi in base alla nostra disposizione in classe.

In parole povere: mi ero ritrovato accanto a Shiho.

Non avevamo risolto nulla, ma avevo intenzione di fare il primo passo al più presto: quella situazione stava diventando insopportabile.

In più, mi doleva ammetterlo, ma mi mancavano terribilmente i nostri battibecchi e i momenti che passavamo insieme; prima della nostra discussione era divertente stare con lei, e volevo che tornasse a esserlo.

Però, come si suol dire, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Mai detestai così tanto il mio stupido orgoglio.

Mi trovavo nel sedile accanto al finestrino, e fu una sorpresa quando Shiho venne tranquillamente a sedersi vicino a me, senza lamentarsi nemmeno una volta.

Certo, si era messa le cuffie, non mi aveva rivolto neanche un solo sguardo e si era comportata come se io non esistessi, ma era già qualcosa.

Aveva chiuso gli occhi e aveva poggiato il capo sul sedile, probabilmente cercando di dormire. Le occhiaie erano tornate a prendere posto sotto i suoi occhi glaciali, in quel momento leggermente rossi e gonfi, segno che avesse pianto; e neanche il correttore che le avevo visto mettere nello zaino che si era portata aveva risolto la cosa. Fu una fortuna che nessuno ci fece caso.

Sospirai pesantemente, girandomi verso la finestra e guardando il paesaggio cittadino scorrere velocemente sotto i miei occhi, tramutandosi lentamente in parchi e, dopo più di mezz'ora, in vaste pianure verdeggianti.

Stavo quasi per addormentarmi grazie a quelle visioni ipnotizzanti, quando sentii un peso cadere sulla mia spalla destra. Mi girai immediatamente, scoprendo il capo di Shiho poggiato là.

Aveva un aria serena: le guance rosee dal freddo, così come le labbra socchiuse, le quali facevano uscire qualche leggero sospiro. Gli occhi chiusi lasciavano chiaramente vedere le sue ciglia lunghe e nere come la pece, lucenti, come se il chiaro di luna si fosse posato dolcemente su di esse.

"Scommetto che non ha dormito per niente" pensai sentendomi in colpa per le sue attuali condizioni.

I capelli ramati erano disordinati, così come la frangia, che le pendeva principalmente sul lato sinistro, probabilmente disturbandole l'occhio.

Alzai una mano e la sistemai delicatamente, ritraendo con uno scatto l'arto quando arricciò il naso. Per fortuna però non si sveglio, continuando a sonnecchiare contro il mio braccio. Il petto le si alzava e abbassava lentamente, in un ritmo meccanico.

Mi preoccupai quando la vidi sbadigliare, temendo che l'avessi involontariamente svegliata, ma non era così.

"Sbadiglia pure mentre dorme?!" scossi la testa divertito.

Guardandola dormire mi fece venire altrettanto sonno, e presto mi ritrovai ad abbassare le palpebre e poggiare la guancia sulla sua testa, constatando in fretta che la sua pelle fosse gelida come la neve in una mattina di pieno inverno.

Prima di accorgermene mi addormentai, cullato dai suoi sospiri.

-Conan, Ai, svegliatevi! Siamo arrivati!- sentii chiamare da Ayumi, che allo stesso tempo ci scuoteva come delle maracas.

Mugugnai qualcosa di incomprensibile pure a me, non aprendo gli occhi e strofinando la guancia contro quel comodo cuscino a cui ero poggiato.

Poi, però, dopo un ultimo scossone, mi decisi ad alzare le palpebre, quasi accecandomi per colpa del sole mattutino.

-Finalmente!- vidi Ayumi puntarsi le mani sui fianchi e gonfiare le guance rosate -è da tanto tempo che sto cercando di svegliarvi!- ci rimproverò con fare bambinesco.

-Svegliarci?- chiesi confuso stropicciandomi un occhio con la mano sinistra, sentendo la destra bloccata da qualcosa; non capendo a chi altro si riferisse oltre a me.

Poi mi ricordai.

-O porc...!- urlai sgranando gli occhi e sentendomi improvvisamente sveglio, ma venni interrotto da una mano che premette contro la mia bocca.

-Certo che sei un deficiente- sentii farfugliare a bassa voce al mio orecchio da Shiho, che si trovava ancora alla mia destra -evita di bestemmiare davanti a loro, non voglio sprecare altre pillole d'amnesia- mi sussurrò freddamente, dopo di che si tirò su e scrocchiò la nuca indolenzita dalla posizione in cui si era addormentata, massaggiandola subito dopo.

-Scusa se ti ho usato come cuscino, ma sei davvero caldo e comodo- mi disse con un tono di voce leggermente più dolce e, dopo avermi fatto l'occhiolino, scese dal sedile e usci dall'autobus, subito seguita da Ayumi.

Non mi serviva uno specchio per sapere che ero diventato un peperoncino piccante vivente.

Allora notai gli sguardi invidiosi di Genta e Mitsuhiko, che mi stavano fissando con quello che dedussi fosse astio e gelosia.

-Sei fortunato!- si lamentarono, ma poi presero a farmi domande a raffica.

-Ha preso lei l'iniziativa?-

-E' stata la prima ad addormentarsi?-

-Avete parlato?-

-Che cosa vi siete detti?-

-Era felice di essere seduta vicino a te?-

-Ma voi state insieme?-

Parai le mani davanti a me, cercando di fermare quel fiume di parole che mi stavano buttando addosso, ma all'ultima domanda non potei fare a meno di urlare.

-Ma come vi viene in mente?! No!- gridai al colmo dell'imbarazzo.

Qualcuno entrò nell'autobus per chiedere se stessimo bene, ma Genta e Mitsuhiko scacciarono con fretta l'intruso, evidentemente non avendo finito di interrogarmi.

-Per fortuna- sospirò Mitsuhiko sollevato.

-Perché dici così?- gli chiese l'amico corrugando la fronte.

-Eh?! Beh... ecco... credo che Ai mi piaccia...- balbettò impacciatamente, abbassando il viso arrossato e prendendo a giocherellare con le mani.

"Mi dispiace per te, amico, ma non credo che Shiho ricambi" pensai divertito e un po dispiaciuto, ma evitai di parlare ad alta voce.

-Devi dichiararti!- urlò poi Genta, facendo diventare Mitsuhiko un semaforo.

-Non gridare!- gli intimò severamente, prendendo poi dei respiri profondi.

-Sono serio- continuo però Genta, non dando peso alle sue parole -Ai piace a molti ragazzi della nostra classe, se non ti dichiari presto, qualcuno potrebbe farlo prima di te, e magari Ai potrebbe ricambiare-

Evitai di dire la mia, visto che avrei di sicuro stroncato ogni speranza residente nel cuore del ragazzo innamorato, ma comunque mi sorprese la maturità che Genta espresse in quel momento.

-Anche se mi dichiarassi, non credo che mi ricambi- sospiro Mitsuhiko, sospirando tristemente -probabilmente le piaci tu, Conan- si rivolse a me.

Sbattei un paio di volte le palpebre, perplesso, poi non potei trattenermi dallo scoppiare a ridere.

-Io?! Piacere a lei?! Sei fuori strada, amico!- esclamai tenendomi la pancia con una mano quando cominciò a dolermi.

-Io non credo- replicò amaramente -con noi altri parla a malapena, e non ha mai accettato di uscire a giocare. Passa la maggior parte del tempo con te, ed in più vi vedete anche fuori da scuola. Come se non bastasse sei stato l'unico che ha avvisato quando aveva il raffreddore- mi spiegò.

"Se sapessi come stanno le cose, non la penseresti così, credimi"

-Non è stata lei ad avvisarmi- ribattei inventandomi una scusa sul momento -il dottor Agasa, visto che doveva fare una commissione, mi ha chiamato e mi ha chiesto di stare con lei finche non tornava. Shi... cioè... Ai, era molto arrabbiata quando mi ha visto. Sono stato fortunato quando ha deciso di non sbattermi fuori di casa- gli dissi con nonchalance.

-Davvero?! Quindi ho qualche possibilità con lei?!- si illuminò improvvisamente.

-I-io...e-ecco... n-non lo so...- balbettai vago e a disagio.

-Credo proprio che mi dichiarerò!- esclamò alla fine, sollevano un pugno in aria con fare vittorioso.

-Così si fa!- annuì Genta, battendogli una mano sulla schiena e mandandolo con i piedi in aria -quando?-

-Non oggi, ci sono troppe persone; ma entro la fine della settimana le avrò svelato i miei sentimenti!- decise convinto dopo essersi velocemente alzato da terra.

-A chi svelerai i tuoi sentimenti?- la voce curiosa di Shiho giunse da dietro Mitsuhiko.

-Ad A...- cominciò, ma si interruppe appena capì ciò che stava per dire e chi aveva parlato -Ah?! Ai?!-

-In carne ed ossa- scherzò con un ghigno -Allora? Chi è la fortunata?- insistette.

Mi battei una mano in faccia, scuotendo la testa con disappunto. Era seria?

Shiho mi guardò stranita, ma riportò lo sguardo su Mitsuhiko quando quest'ultimo cominciò a balbettare nel panico.

-E' u-un s-segreto!- riuscì a formulare infine.

-Capisco- sbuffò con disappunto la sbadigliona, mettendo le mani nelle tasche del piumino rigorosamente nero che indossava.

-Ah, dimenticavo, la maestra ha detto di radunarci, così ci spiegherà cosa dobbiamo fare- si ricordò poi, scendendo dal pullman con noi al seguito.

-E il deficiente sarei io- sussurrai quando fui abbastanza vicino a lei da farmi sentire, ma abbastanza lontano dagli altri da non lasciargli udire le mie parole.

Mi guardò confusa, ma rinunciò dal chiedermi una spiegazione quando la maestra ci richiamò.

-Bambini! Ora ci divideremo in coppie, e poi andremo nel bosco a cercare più animali possibili, d'accordo?- disse sorridente come sempre, ottenendo dei "si!" urlati in risposta.

-Maestra, come decideremo le squadre?- chiese poi un bambino di nome kazuto.

-Semplice, le stesse coppie che si sono sedute vicine sull'autobus. Visto che sono le stesse anche in classe, sicuramente sono le più adatte, perché sono composte da amici che vanno molto d'accordo tra di loro e che non litigano quasi mai- rispose prontamente.

Notai con la coda dell'occhio Mitsuhiko lanciarmi uno sguardo invidioso, e quando gli rivolsi uno sguardo interrogativo, mi fece un cenno con la testa verso Shiho, facendomi capire ciò che non avevo compreso.

Rivolsi gli occhi al cielo, facendo una muta e disperata domanda.

"Seriamente?"

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