Capitolo 3
Ai's POV
Credo di aver visto davvero poche cose appaganti come la faccia di Shinichi in quel momento: aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa e, forse, anche da un pizzico di paura. Appena pronunciai quella frase si era come immobilizzato: non stava più muovendo un solo muscolo. In più le sue labbra dischiuse erano la ciliegina sulla torta. Avrei voluto scoppiargli a ridere in faccia, ma dovetti mantenere la serietà per poter essere più credibile.
Restò pochi secondi imbambolato sul posto, e quando si ricompose, per quanto possibile, iniziò addirittura a balbettare in preda al panico.
-T...ti sta...stai sba...sbaglian...do-
Quando si riprese completamente scuotendo il capo, cioè dopo un altro paio di secondi, disse:
-Devi avermi confuso con qualcun altro: io mi chiamo Conan Edogawa, non Shinici-
Poi sfoggiò una faccia da schiaffi e continuò:
-Anche se sarebbe molto bello essere Shinichi Kudo: è un abile detective ed un bravissimo calciatore, per non parlare della suo aspetto incredibile...-
Quando finì di parlare aveva ancora la stessa espressione, ed allora mi convinsi che le mie ipotesi erano giuste: era solo un' idiota, rompipalle e pallone gonfiato che non poteva fare a meno di mettersi in mostra. Bello, questo andava detto, ma pur sempre un'idiota.
Quindi per fargli venire un altro colpo, sfoggiai il mio ghigno marchio di fabbrica e continuai:
-Vuoi dirmi che aptx4869 non ti dice nulla?-
Poi feci finta di riflettere assumendo la classica posa del "pensatore": misi un dito sul mento e guardai un punto indefinito del cielo.
-Mh... e io che pensavo che avessi un QI superiore alla media... così mi deludi Shinichi, non pensavo che tu ti scordassi dell'Organizzazione degli Uomini in Nero così in fretta...-
Conan's POV
Dire che non me l'aspettavo è un eufemismo.
Credevo di star per svenire. Non capii come facesse Ai, cioè una poppante di 6 anni, a conoscere l'Organizzazione degli Uomini in Nero, l'aptx4869, e, più importante di tutte, la mia vera identità.
Avevo provato a smentirla quando mi aveva posto la prima domanda, ma in quel non sapevo cosa inventarmi. Pensai di avere solo due vie d'uscita: o le avrei detto che guardava troppe serie TV, oppure le chiedevo come sapesse tutte quelle cose. Decisi che la seconda scelta fosse la migliore, inoltre non sapevo cosa aspettarmi da lei. Avrebbe potuto avere qualcosa a che fare con l'Organizzazione? Quasi scoppiai a ridere da solo, come poteva una bambina di 6 anni avere a che vedere con una delle più pericolose organizzazioni criminali del Giappone?! D'altro canto, però, non c'erano altre spiegazioni plausibili... quindi mi decisi e le chiesi, seppur titubante:
-Come lo sai?-
Lei, per l'ennesima volta, mi rivolse la sua stranissima espressione divertita, e non esagero dicendo che più la guardavo, più mi dava su i nervi. Poi, come se non stesse per dire niente di sconvolgente, si esaminò con fare teatrale le unghie di una mano (il tutto con ancora il suo ghigno stampato in faccia), e rispose con nonchalance:
-Beh... credo che queste siano le informazioni primarie da conoscere in ogni loro dettaglio,- iniziò -quando fai parte di un'organizzazione pericolosa quanto una dinamite accesa nelle mani di un bebè...- finì la frase guardandomi negli occhi in attesa di una mia risposta che non tardò ad arrivare.
-Certo, e io sono Batman. Come puoi tu, bambina di sei anni, avere a che fare con quelle persone? E' praticamente impossibile-
La mia reazione sembrò divertirla, e parecchio. Al mio contrario, lei con tutta la calma del mondo mi rispose:
-Ne sei sicuro? Hai qualche prova, mini Sherlock Holmes, per stabilire la mia età? Potrei dire la stessa cosa per te, ma sappiamo entrambi che il tuo aspetto non è quello reale. L'apparenza inganna-
Restai spiazzato da sua tale affermazione, ma non sembrava aver finito di parlare, perché continuò:
-In più, come ben saprai, le persone che conoscono il tuo piccolo "segreto"- disse mimando le virgolette -Non possono restare tra noi, perché potrebbero lasciarsi sfuggire qualche scomodo dettaglio alla persona sbagliata... quindi fai tu due più due, e arriva alla conclusione di tutto questo discorso-
In quel momento, ogni commento che avrei voluto fare ed ogni cosa che avrei voluto dire, non esisteva più: pensavo solo a correre il più veloce possibile, sotto lo sguardo sempre più divertito di Ai, con un unico pensiero in testa:
"Dottor Agasa!"
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