Capitolo 26
Conan's POV
Sentire la fragorosa risata di Shiho fu solo l'ennesima conferma di quanto fosse perfidamente stronza.
Sentire delle unghie graffiare sulla porta della propria camera in piena notte, soprattutto dopo aver visto un film horror per niente piacevole, non era infatti un piano che una mente normale sarebbe riuscita a partorire.
-Ti odio!- borbottai seccamente, asciugandomi le rade lacrime che avevo con la manica del pigiama.
-Non mi odi, tu mi ami- disse ironica continuando a divertirsi della mia reazione più che plausibile.
Non sapevo il perché, ma mi ritrovai ad arrossire, diventando un pomodoro vivente; e per cercare di non farlo vedere, sprofondai nuovamente sotto le coperte.
-Buonanotte- cantilenò, e inevitabilmente la immaginai mentre sfarfallava le dita verso di me in segno di saluto, trattenendo le risate, e chiudeva la porta alle sue spalle, lasciandomi in preda a nuove paure.
Mi ritrovai nuovamente solo con i miei pensieri.
La situazione era alquanto comica sotto un altro punto di vista: io, che mi ero sempre basato sulla scienza e sui fatti reali, in quel momento avevo paura di supposte presenze sovrannaturali.
Dopo dieci minuti in cui continuavo a rigirarmi nel letto nel vano tentativo di prendere sonno e non pensare alle tenebre che mi circondavano, mi arresi, e mi alzai di scatto uscendo subito dalla stanza.
Chiusi la porta alle mie spalle in fretta e furia, come se ci fosse realmente qualcuno nella mia stanza.
Però meglio prevenire che curare.
Mi incamminai scalzo verso la camera di Shiho godendomi il freddo del pavimento a contatto con la mia pelle calda.
Aprii la porta della stanza della sbadigliona senza bussare, ma mi preparai mentalmente a dare delle spiegazioni che non mi avrebbero fatto fare la figura dell'idiota caga-sotto, anche se effettivamente lo ero.
-Shiho?- la chiamai in un sussurro appena udibile, quando notai la sua figura tremante raggomitolata in posizione fetale sotto le coperte.
-Ehi, Shiho- mi preoccupai subito.
Mi affrettai a inginocchiarmi davanti al suo viso nascosto dal piumone.
-C-che vu-vuoi?- mi chiese con voce tanto tremante quanto il suo corpo.
-Stai bene?- le chiesi titubante per la sua possibile reazione.
-Si- confermò.
-A me non sembra- sussurrai afferrando con le mani il piumone e tirandolo verso il fondo del letto, scoprendo cosi la minuta figura della sbadigliona dallo sguardo truce.
Lei spalancò gli occhi di scatto, cercando di capire a cosa era dovuto l'improvviso cambio di temperatura, e appena individuò la coperta sul fondo del letto si lanciò verso di essa pronta a riprenderla, ma io fui più furbo e mi fiondai su quel povero piumone, sedendomi poi su di esso.
-Cos'hai?- chiese seccamente, cercando di non far traballare le sue parole, inutilmente.
-Questa domanda dovrei farla io- incrociai le braccia al petto fulminandola.
-Non ho niente. Quindi, ora che ci siamo chiariti, dammi la mia coperta-
-No- assottigliai lo sguardo.
Shiho porto una manica del pigiama sul viso, asciugando delle lacrime che non avevo notato prima, cosa che mi fece preoccupare ancora di più.
-Ehi, che c'è?- mi avvicinai a lei, tenendo sempre il piumone sotto il mio fantastico deretano per evitare che le prendesse senza che me ne accorgessi.
-Niente- tirò su col naso -puoi andartene, per favore?-
Anche se poteva sembrare una richiesta, io sapevo molto bene che il suo era un ordine velato, ma non mi lasciai intimorire dalla sua freddezza.
-No, finche non mi dici cos'hai- dissentii.
-In questo momento, per colpa tua, ho freddo- disse sarcasticamente.
Sbuffai infastidito, prima di scattare a afferrarla.
Le misi un braccio sotto le ginocchia e uno dietro le spalle, quindi sollevai il mio corpo e insieme ad esso anche Shiho.
Ormai avevo capito che quando era triste o impaurita non aveva i riflessi pronti, quindi, anche se un pò risentito, mi costrinsi ad approfittare di quell'occasione.
Come avevo previsto non riuscì a reagire, si limitò invece a spalancare gli occhi sorpresa.
Camminai sul letto e mi sedetti in mezzo ad esso a gambe incrociate, non mollando la presa sulla ragazza; anzi, saldai ancora di più la stretta, non volendo che si "ribellasse", perché sapevo che in quel caso non sarei riuscito a trattenerla.
-Shiho, cosa è successo dopo che me ne sono andato dal laboratorio?- chiesi seriamente, andando dritto al punto.
Sembrò colta sul vivo, perché sussultò leggermente.
-Niente, ho fatto un giro e poi sono tornata a casa- mi rispose fingendosi calma.
Inarcai un sopracciglio, allibito.
-Ti aspetti davvero che mi beva questa cazzata?-
-Suppongo di no- sospirò -quando sei andato via ho preso a pugni il muro, ho spaccato un tavolo di legno con delle mosse da karate, sono uscita, ho camminato un pò, ho avuto un attacco di panico, sono salita su una casa sull'albero, mi sono addormentata, quando mi sono svegliata ho camminato un po e... e s-sono tor-tornata a c-casa- concluse con voce ancor più tremante di prima.
Sapevo che era la verità, ma ero anche certo che mi stesse nascondendo qualcosa.
-Cosa hai omesso?- le domandai infatti.
-N-niente!- squittì.
-Shiho, sai perfettamente che ti puoi fidare ciecamente di me, quindi non c'è bisogno di mentirmi- le sussurrai dolcemente accarezzandole la schiena con la mano che la sorreggeva.
Ci fu una pausa in cui lei distolse il suo sguardo dal mio, lasso di tempo in cui probabilmente valutò i pro e i contro di dirmi ciò che mi stava nascondendo.
-Gin e Vodka- sospirò infine.
-Ti hanno vista?!- spalancai subito gli occhi.
-Si, ma non hanno fatto nulla-
-A te?-
-Neanche-
Rilasciai un sospiro di sollievo quando mi confermò che non l'avevano lesionata.
-Cosa hanno detto?- chiesi infine, concentrandomi sulla situazione.
-Cosa ti fa pensare che abbiano detto qualcosa?- aggrottò le sopracciglia.
-Non sei il tipo che si spaventa così facilmente, quindi rispondi, cosa hanno detto?-
Non mi rispose subito, scrutò invece il mio viso alla ricerca di qualcosa, ma con un ennesimo sospiro lasciò uscire dalle sue rosee e carnose labbra ciò che aveva insistito per tenere nascosto dentro di se, anche se quel gesto la faceva soffrire; rivelando così un orribile verità.
-Mi hanno scoperta-
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