1. Una Vita Perfetta
Roma- 22 a.C
Erano ormai passati tre anni da quando il Faraone aveva spostato il suo trono nella fiorente Roma, lasciando così l'Egitto nelle mani del suo consigliere più fidato, con se aveva portato pochi beni materiali, e tanta buona volontà nel migliorare la sua seconda patria.
A spingerlo nella decisione di spostare ufficialmente i suoi affari era stata in oltre la paura, la paura di imbattersi in qualche vecchio seguace della ormai misteriosamente scomparsa Maryse, ella sembrava ormai un vano ricordo nella mente del Faraone, tuttavia, i sacerdoti a lei fedeli, non erano della sua idea, ritenevano infatti troppo assurda la scomparsa improvvisa della loro sacerdotessa e, nonostante fossero stati banditi dal regno, il moro viveva nel terrore che un giorno essi sarebbero tornati.
Scappare dai propri problemi non è mai una saggia soluzione, questo era ciò che gli ripeteva spesso il capitano dei suoi soldati quando discutevano della questione, ma la discussione veniva spesso abbandonata e sostituita da una ben più interessante, caratterizzata da dolci carezze e baci infuocati fra i due amanti.
Alexander, nominato capitano dei soldati del moro proprio da quest'ultimo, pensava spesso alla vita che si era lasciato alle spalle nella sua patria, a ricordargli delle sofferenze patite c'erano in oltre le varie cicatrici presenti sul suo corpo, che i suoi compagni scambiavano per i segni delle battaglie, ma, tuttavia, nessuno sapeva ben spiegarsi come il capitano avesse fatto a bruciarsi interamente la schiena e il lato sinistro del corpo, ma nessuno aveva il coraggio di porgli tali domande.
Naturalmente il moro con se aveva portato anche i suoi due bambini, ormai diventati dei piccoli ometti di pochi anni, Shai, dal moro definito il suo legittimo primogenito sembrava già molto interessato alle armi, e aveva spesso rischiato di uccidersi nel vano tentativo di sollevare la pesante spada del padre, e, sempre a causa della sua energia spericolata, aveva spesso causato dolori alle serve che dovevano occuparsi di lui.
Il suo opposto era invece il secondo gemito, Matet, un bambino pacifico e tranquillo, in grado di incantare chiunque lo guardasse nei profondi occhioni verdi, era però delicato come un fiore, spesso era capitato che si ferisse e nessuno riusciva a spiegarsi come fosse accaduto, egli era quindi costantemente sorvegliato da tutti gli schiavi della domus, in particolare da uno dei tanti figli di una delle schiave, di pochi anni più grande, che aveva il compito di intrattenere entrambi i pargoli.
Una vita perfetta si potrebbe pensare, ma come spesso la vita ci insegna, il male è nascosto dietro l'angolo, e ben presto lo avrebbe superato, raggiungendoli.
Scusatemi tantissimo per questo ritardo e per eventuali errori, spero che il capitolo e la storia vi piacciano comunque.
Prossimo aggiornamento: lunedì
Votate e commentate ^-^
Cupido
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