Epilogo
Quello che puoi immaginare, caro lettore, è niente altro che quello che accadde. L'uomo alto dai capelli rossi, proprietario della grande villa sul lago, rimase il Reggente del fuoco.
Oggigiorno Theodor fa ancora le sue tournée estive, preoccupato di non lasciare disoccupati i suoi tecnici. L'inverno, invece, vive nella grande villa, occupandosi dell'educazione dei suoi figli, insegnando loro come sentono e vivono le persone non Dotate.
Nozioni utili, per piccoli maghi e streghe come loro.
Perché siano nati tutti con la magia è un mistero che va contro le leggi della statistica e della genetica.
Tranne che, a insaputa di tutti, quella madre che Theodor neppure aveva conosciuta non avesse nelle vene sangue di strega.
Io, Baaghi, ho elaborato questa teoria ma la tengo per me. In fondo, non ha alcuna importanza.
Dal cuscino morbido su cui passo ormai tutto il mio tempo, sono giunto a questa conclusione: ben poche cose hanno importanza.
Il bene che riusciamo a fare a chi ci è intorno è in fondo la sola cosa che portiamo con noi fino alla fine: il sorriso di chi è stato felice per noi, le carezze di chi ci ha amato, la serenità del tempo trascorso avviandoci verso casa.
La casa, quella dove sono quelli che hanno camminato prima, e dove verranno quelli che ci seguono.
Avrei molto altro da raccontarvi, su Theodor ed Erin, ma non sapete che sonno preme, oggi, sulle mie palpebre!
Anzi... credo che il latte caldo lo prenderò più tardi.
Ora dormo, cari.
Buona vita.
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