Speciale Anniversario
~ Eyes of Wolf
La porta si chiuse con uno scricchiolio fastidioso, acuendo il mal di testa di Shane.
Barcollò fino alla cucina, dove Chase lo aspettava a braccia conserte. La tavola era ancora apparecchiata elegantemente, al centro un vaso di rose.
- Buongiorno - sibilò il moro, stringendo le labbra.
- Buon... hic! Buongiorno - replicò Shane.
- Allora? - lo incalzò il ragazzo dagli occhi porpora.
- Allora cosa?
- Ti sei divertito?
Shane rifletté su come rispondere.
- Mi trascuri sempre per il lavoro, al contrario di Max - borbottò, lasciandosi sfuggire l'ennesimo singhiozzo dovuto all'ubriacatura.
A quel punto Chase perse le staffe e gli tirò un ceffone.
- Io ti aspetto a cena per il nostro anniversario, tu resti a dormire da Maxwell, ti ubriachi e ti lamenti pure? - sbottò, prima di dirigersi verso la porta e uscire, sbattendola, senza nemmeno aspettare di vedere la sua espressione scioccata.
Era stato così: aveva fatto gli straordinari per circa tre settimane, sperando di mettere da parte abbastanza soldi per comprare qualcosa di bello a Shane o per andare con lui in una mini-vacanza.
Quella sera gli aveva preparato una romantica cenetta a lume di candela e l'aveva atteso a lungo, finché il cibo non s'era raffreddato e lui s'era addormentato sul tavolo. Quando Shane era tornato, ubriaco e dopo avergli mandato un messaggio solo il mattino presto, non ci aveva più visto.
Non era affatto vero che lo trascurava! Certo, gli aveva dedicato meno tempo per fare gli straordinari, ma... l'aveva fatto per lui!
Eppure in quel momento non riusciva a non sentirsi un mostro per avergli mollato uno schiaffo.
Non si sarebbe stupito se Shane avesse fatto fagotto e fosse scappato prima che lui tornasse, al suo posto avrebbe fatto lo stesso.
Girò sui tacchi e tornò in tutta fretta all'appartamento, non preoccupandosi nemmeno di controllare se la porta fosse chiusa bene o no.
Tutto ciò di cui gli importava era Shane e solo Shane.
Insomma, come aveva potuto? Come si era permesso? Avrebbero potuto semplicemente litigare come di consueto e tenersi il muso per un po', prima di fare pace come sempre.
Shane non era però fuggito da nessuna parte, bensì s'era accasciato ai piedi del divano e singhiozzava con il volto affondato in esso.
- Mi dispiace, Chase... mi dispiace! - ripeteva, in un modo così sinceramente pentito che gli doleva il cuore solo per quello.
Lo raggiunse in un soffio di tempo e lo abbracciò forte, il senso di colpa che lo dilaniava.
- Scusa, scusa, scusa, Shane! Scusa, amore mio. Perdonami, ti prego. Ti prego.
Lui si rigirò nel suo abbraccio e nascose il viso nel suo petto ampio, tirando su col naso. Chase non poté fare a meno di notare la sua guancia arrossata dallo schiaffo che gli aveva tirato.
Gliela accarezzò con la delicatezza delle ali di una farfalla, provocandogli un evidente sussulto.
- C-chase...
- Ti amo - sussurrò, riprendendo a stringerlo forte contro il proprio corpo. - Non mi sarei mai dovuto arrabbiare così tanto, era solo una cena.
Per quanto gli costasse dirlo, lo disse. Non voleva che Shane pensasse che ci era rimasto davvero male, anche se era così.
- Non devi dire le cose come non stanno - ribatté flebilmente il castano. - Io mi sono allegramente dimenticato del nostro anniversario e mi son comportato da vero stupido... me lo son meritato.
Inequivocabilmente si riferiva al ceffone.
- Amore mio... - sospirò il ragazzo dagli occhi porpora. - Non è vero. Non dire così, mi fai sentire ancora più in colpa. Ho reagito spropositatamente e me ne vergogno.
- Adesso non farne una tragedia - lo rimbeccò dolcemente Shane, con molta probabilità non più succube dell'alcol. - Era solo uno schiaffo, non sono una ragazza.
- Non importa, non avrei dovuto lo stesso - s'intestardì lui. - Farò qualunque cosa per farmi perdonare.
Il ragazzo dagli occhi dorati sospirò e scosse il capo con aria rassegnata, poi si districò dal suo abbraccio e si alzò, tendendogli una mano.
- Seguimi.
Lo condusse nella loro camera, prima di spingerlo delicatamente sul letto. Chase si puntellò sui gomiti e lo osservò frugare nell'armadio, riemergendone poi con qualcosa di brillante in mano...
... ovvero il 'regalino' di Kevin e Josh di cui s'era sempre vantato, le manette. Sgranò gli occhi, sentendo un brivido di paura mista ad eccitazione corrergli lungo la schiena.
- Qualcosa nel tuo sguardo mi dice che le conosci più che bene - commentò divertito Shane, facendole oscillare sull'indice. Il moro annuì, troppo sorpreso per riuscire ad articolare un'unica frase di senso compiuto.
Il fidanzato lo raggiunse e gattonò sul letto fino ad accomodarsi sul suo bacino, posando l'adorato regalo di compleanno di Chase sul comodino.
- Prima meglio liberarsi di questa, hm? - borbottò quasi fra sé e sé, aiutandolo a levare la maglietta, anche se un po' impacciato e goffo.
Era così carino che avrebbe voluto ribaltare le loro posizioni e dimostrargli in modo assai piacevole quanto pentito fosse delle proprie azioni, ma il ragazzo dagli occhi di lupo intuì i suoi pensieri e, con un ghigno beffardo, gli mise le mani dietro la schiena e lo ammanettò.
- Shane... - mugolò, arricciando le labbra. Lui rise e lo baciò.
- Adesso sei tutto mio e non puoi provare a distruggere il tuo 'gioiellino'... sennò dopo non puoi usarlo con me.
- Ci sarà un 'dopo'? - lo stuzzicò Chase, sforzandosi di non fissare troppo intensamente le sue labbra, siccome non poteva tirarlo a sé e baciarlo. Suo malgrado, il castano arrossì un po'.
- Può darsi...
E iniziò a baciargli il petto, dedicandosi con dedizione a lasciare tanti piccoli marchi rossi più o meno ovunque.
Chase avrebbe voluto infilare le mani nei suoi capelli, ma le aveva bloccate dietro la schiena. Sbuffò. Era quello il prezzo di tanta intraprendenza?
- Cosa c'è? Non ti piace? - domandò il ragazzo dagli occhi dorati, d'improvviso insicuro.
- Non è questo... voglio baciarti.
Shane lo accontentò, baciandolo appassionatamente.
- Eh, adesso capisci cosa si prova a stare sotto, ne'?
Il moro si mordicchiò il labbro inferiore, pensieroso.
- Vuoi stare sopra? - chiese, giusto un tantino preoccupato. Lui rise per l'ennesima volta.
- È preoccupazione quella nei tuoi occhi?
- Se la mia risposta è affermativa la tua sarà negativa?
Shane annuì.
- Grazie a Dio - sospirò di sollievo il fidanzato. Un bacio delicato unì le loro labbra.
- Chase, non ti costringerei mai a fare una cosa del genere... non così - lo informò il castano, accarezzandogli una guancia. Lui avrebbe voluto abbracciarlo, ma aveva mani e braccia bloccate.
Infine Shane decise di darsi una mossa e cominciò a spogliarsi a propria volta, però solo dei jeans, siccome il fidanzato non poteva toccarlo.
I suoi occhi color sangue seguirono con desiderio la curva morbida delle sue gambe magre, osservando poi per un fugace attimo le proprie che venivano scoperte.
Il più basso gliele baciò, dopodiché esibì una strana smorfia ed evitò il suo sguardo.
- Vuoi che faccia io? - domandò dolcemente Chase, ma lui scosse il capo ed emise un sospiro-lamento soffocato. Aiutandosi con una mano lo accolse nel proprio corpo, lanciandogli un'occhiata soddisfatta ma non troppo.
- Che inizino le danze - esclamò, cominciando a muoversi piuttosto goffamente.
- Shane... - sospirò il fidanzato, lasciandosi sfuggire un sonoro gemito quando i suoi movimenti diventarono un po' più decisi. Le sue labbra si strinsero in una linea sottile.
- E va bene - concesse infine, come se gli stesse facendo un favore. Lo liberò delle manette, ma in verità anche lui desiderava farlo come sempre, e poi non era la stessa cosa con Chase bloccato sotto di sé.
In un attimo il moro ribaltò le loro posizioni e fece sparire la sua - immancabile - canottiera, accarezzandogli il petto e baciandolo infinite volte.
- Così va meglio - borbottò sulle sue labbra, abbracciandolo.
- Già - concordò Shane, a bassa voce.
Le loro dita s'intrecciarono mentre Chase gli lasciava un segno rossastro sul collo e all'altezza delle clavicole e affondava in lui gemendo rumorosamente.
I loro ansiti ricordavano quelli dei cani in estate, mischiati ai nomi l'uno dell'altro chiamati dal fondo della gola.
- Ti amo - mormorò Chase, accasciandosi su di lui.
- Anche io... - replicò, affondando una mano nei suoi capelli color ebano.
- È stato divertente - rise al suo orecchio il ragazzo dagli occhi porpora, poi tornò immediatamente serio. - Sono perdonato?
Il fidanzato osservò per un attimo le sue malinconiche iridi rosse, prima di sorridere dolcemente.
- Lo eri già prima...
Si baciarono, sorridendo uno sulle labbra dell'altro.
- Secondo round a modo mio, allora? - propose il moro, già dimentico della quasi-tragedia per cui s'incolpava.
- NOOOOOOO!!!
-
Note dell'autrice:
ebbene, oggi sarebbe il vero anniversario di Chase e Shane! Un anno fa nella mia mente contorta nasceva e si sviluppava la trama della coppia forse più amata di tutta la serie. Ne approfitto per ringraziarvi, ringraziarvi tutti di avermi seguita fino ad ora ed avermi aiutata a diventare chi adesso sono. Con una storia pensavo di trovare dei lettori, invece ho trovato una famiglia. Ma tornando alla one-shot, Ale, questa è per te. Perché me l'hai chiesta, perché non potevo negartela dopo non aver descritto 'quella cosa', perché so che Shane è la tua folgorazione (una delle tante) e soprattutto perché (sai quanto mi piace metterti in imbarazzo) per te farei davvero qualunque cosa. A chi sta leggendo... grazie.
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