Night Wind

~ Profumo di libri

La notte era calata sulla città come un mantello scuro, decorato dalle stelle luminose come brillantini dorati e dalla luna pallida ma piena. Un vento notturno scuoteva gli alberi facendoli frusciare, alzando le foglie in una danza imprevedibile, portando il suo profumo di notte ai nasi più fini, i cuori più sottili, e ululando la sua musica all'orecchio di chi era in ascolto.

Brad, il volto ad osservare la volta celeste e i capelli scompigliati da una brusca carezza dell'aria, mormorava fra sé i nomi delle stelle, cercando di dimenticare la discussione avuta poco prima. Tornato a casa da non molto, aveva giusto cenato e si era messo a leggere, sapendo che Max dormiva e non volendolo disturbare. Invece il suo ragazzo era ancora in piedi ad aspettarlo, un'espressione arrabbiata in viso e le braccia conserte.

L'aveva accusato di trascurarlo ultimamente, preferendo la lettura a lui, quando il tempo lo aveva. E Brad sapeva che non era affatto vero, forse solo un po', perché anche se poteva leggere cinque ore filate, passava sempre più tempo col fidanzato che fra i libri.

Sospirò e il suo respiro disegnò volute chiare nell'aria. Dietro di lui sentì la porta scricchiolare.

- Brad - lo chiamò semplicemente Max, e il giovane bibliotecario voltò il capo verso di lui, distaccato e indifferente.

Era stato lui stavolta ad andarsene - o meglio, uscire - sbattendo la porta, sperando che la vista del cielo e l'aria fresca lo aiutassero a sbollire la rabbia.

- Mi dispiace per prima. Non pensavo ciò che ho detto, ero solo frustrato perché, so che è il tuo lavoro, ma torni spesso tardi e mi sembra di passare molto meno tempo con te... mi dispiace tanto. Mi perdoni? - domandò il biondo, stringendogli piano un avambraccio e guardandolo con un'espressione da cucciolo bastonato a cui Brad non sapeva resistere.

- No. Sono ancora arrabbiato con te - ribatté, facendo il sostenuto. Sapeva di star comportandosi in modo infantile e che la cosa avrebbe potuto ritorcerglisi contro, ma non poteva farci nulla, era fatto così.

Il fidanzato lo baciò dolcemente sulle labbra, mentre il vento gli scompigliava i capelli biondi.

- Quando sei arrabbiato sei ancora più bello - lo adulò, mordicchiandogli un orecchio. Non cedere, non cedere, s'impose il moro. Ma dentro già si stava sciogliendo.

- Non dire stupidaggini, Maxwell. E ora faresti meglio a scappare, finché hai la possibilità di farlo, dopodiché non ti lascerò dormire fino all'alba - proferì con un ghigno, catturandolo fra le sue braccia.

- Sono tutto tuo - fu il mormorio che giunse subito dopo, e i suoni che ne seguirono quella notte non li udì nessuno, coperti dalla melodia del vento che solo il cuore sa ascoltare.

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