La fine

💔June si iscrisse al college, poi passò a fare la ricercatrice all'università. In poche parole era un genio. Superò ogni esame col massimo e persino i colleghi non sapevano come trattarla.💔

Passava giorni interi in un laboratorio come ricercatrice, tra provette, acidi e formule chimiche.
Oltre al lavoro che doveva svolgere rimaneva fino a tardi, a volte non dormiva neanche la notte per rimanere con gli occhi grigi incollati ad un microscopio, ad osservare quello a cui stava lavorando.

Passò il tempo e, a trent'anni, June aveva creato quello che le serviva:
un veleno e una cura.

Il giorno era arrivato, finalmente.

Il giorno del suo compleanno estrasse una siringa e si iniettò il vaccino. L'unica cura che esistesse al mondo.
Poi uscì e si diresse al mare con una fialetta in tasca. Prese un respiro profondo e, con un sorriso, la svuotò nell'acqua.

Fu questione di giorni, il veleno si propagò in ogni corso d'acqua, risalendo la corrente, moltiplicandosi nel gelo dei fiumi. L'acqua evaporò e si trasformò in pioggia. Bastava essere sfiorati da una gocciolina e in un attimo si veniva infettati.

Era una malattia terribile, qualcosa di mai visto. Al minimo contatto con dell'acqua o con un soggetto infetto cominciava una paralisi progressiva e, nel giro di qualche ora la vittima si ritrovava completamente paralizzata.
Dopo un giorno, invece che decomporsi, la pelle si induriva, trasformandosi in pietra.

Pietra come quella del cuore di June.

Cercarono un vaccino, una cura, ma non ne trovarono nessuna. Non potevano sfiorare gli infetti, non potevano bere acqua o anche solo stare sotto alla pioggia. Non potevano fare niente.

Nessuno sapeva che ci fosse June dietro a tutto questo. Lei che sorrideva soddisfatta mentre chi le aveva causato dolore si trasformava in pietra sotto ai suoi occhi grigio ardesia, ormai due pozzi vacui che il mostro usava per ammirare la sua opera.

Fu così che, dopo un anno esatto, June uscì finalmente di casa a testa alta, serena come non lo era mai stata. Nessuno l'avrebbe disprezzata, nessuno l'avrebbe picchiata, nessuno l'avrebbe molestata, nessuno l'avrebbe giudicata.

Nessuno.

June camminò sotto alla pioggia, passando in mezzo alle statue di pietra che infestavano ogni luogo.
Ormai rimanevano solo sporadici sopravvissuti, destinati a soccombere presto, ma c'era una persona in particolare che le premeva eliminare.
June sorrideva mentre l'acqua contaminata le bagnava il volto senza farle nulla.

Raggiunse un bunker nel bosco, nascosto tra gli alberi e sollevò il coperchio con un grimaldello.
Scese le scalette con un'aria beata sul volto e lo vide.

Il ragazzo che aveva amato, al quale aveva permesso di addormentare il mostro la fissò sconvolto.
Non capiva come mai fosse bagnata fradicia eppure si muovesse ancora fluentemente, come mai il veleno non le stesse paralizzando le membra.

Lo raggiunse e sorrise dolcemente.

Prima che lui potesse fare qualsiasi cosa si sporse verso di lui e lo baciò. Un bacio passionale e pieno di emozione.
Pieno di odio.

-Patetico- Sussurrò mentre a lui cedevano le gambe.

💔Si girò e abbandonò il suo vecchio amore riverso a terra, come lui aveva abbandonato lei mentre i suoi amici le facevano ciò che volevano.💔

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