💔C'era una volta, in un mondo dove la tecnologia era alla base della vita quotidiana, una bambina dai capelli castani e gli occhi grigi infinitamente tristi.

Il suo nome era June e nacque un freddo giorno d'inverno, in un ospedale di una piccola cittadina, dove tutti conoscevano tutti e tutti disprezzavano la famiglia della bambina.

Perché? Perché erano diversi, erano emigrati da un paese differente, alla ricerca di una vita migliore per la piccola June.
Ma questo non è che un pretesto, perché ci sono persone che nascono con dei bersagli sulla schiena, bersagli che attirano la sofferenza e il dolore.

La bambina venne presto iscritta ad una scuola elementare, dove nessuno si curò mai di lei. Era molto introversa e, ben presto, divenne il bersaglio perfetto per i giovani bulletti che desideravano sentirsi meglio.

Gli insegnati non sembravano accorgersi di niente, per loro June era solo un po' malinconica e triste, dicevano. Ma come può una bambina di sei anni essere malinconica e triste? I bambini riescono a vedere la meraviglia nel mondo, una meraviglia che il resto degli adulti non nota. I bambini credono nelle favole e nella magia e per loro anche un semplice oggetto colorato può essere visto come qualcosa di stupendo.

L'inizio della fine cominciò alla fine del primo mese di scuola: June era completamente sola, vedeva gli altri bambini ridere e scherzare mentre lei, seduta in un angolo, pregava in silenzio che il tempo passasse e lei potesse finalmente tornare a casa, dove nessuno la giudicava.
Si sentiva come se fosse in una prigione, c'erano delle sbarre e dei muri che la separavano dagli altri bambini.

💔Loro liberi, lei in gabbia.💔